Al centro di questo saggio vi è un momento particolare della storia recente della Chiesa: i movimenti di contestazione sorti anche all’interno di gruppi cattolici attorno al 1968 e la reazione di Paolo VI di fronte ai fermenti di questa protesta tutta ecclesiale ed interna. In quegli anni una chiesa in aggiornamento – che usciva cioè dal Vaticano II trasformata nella liturgia, nell’organizzazione interna, nella comprensione di sé e del suo rapporto con la società moderna – incontrò i fermenti della contestazione sessantottina e assistette così alla nascita di un vero e proprio dissenso ecclesiale.
Si ripercorrono qui gli avvenimenti e si passano in rassegna i protagonisti, guardando anche al movimento generale di pensiero, alle sue radici, all’ancoramento al concilio da un lato e al Sessantotto dall’altro, ai principali temi emersi e agli sviluppi successivi.
Di fronte a questa straordinaria vitalità come reagiva il papa? L’autore coglie tutto il sentire di Paolo VI, ascoltando la sua viva voce e l’espressività sempre ricca, partecipe ed evocativa della sua parola. Nelle esortazioni di papa Montini emerge uno sforzo di comprensione raro e davvero umanissimo, che rende la sua figura molto più contemporanea a noi di quanto si possa pensare.
Paolo VI è stato pontefice (1963-1978) in un'epoca di grandi sommovimenti, sia all'interno della Chiesa (a partire dal concilio Vaticano II) sia all'interno del nostro Paese (rapimento di Aldo Moro), dimostrandosi sempre fortis in fide, anche a prezzo della solitudine personale. Riconoscendolo santo, la Chiesa ne conferma il ruolo di "maestro" e di "testimone" - "maestro" proprio perché "testimone". In dieci brevi, ma densi capitoli, questo libretto ci offre un ritratto "familiare" del primo santo bresciano, divenuto papa.