Un 2015 terribile per la Francia e per chiunque, come Sfar, conosce un solo modo per far chiarezza in tempi difficili: diffidare dei dogmi e lasciarsi andare alla seduzione del dialogo. Il diario di un anno di dubbi atroci e di poche, dolci certezze. "Sto attraversando una crisi in cui tutto mi riporta alla fede. Mio padre è morto. Io mi sono separato. I miei amici di "Charlie Hebdo" si sono fatti ammazzare. Mi sento disorientato tanto quanto il mio Paese e tento di ritrovare, in mancanza di Dio, almeno la mia buona stella. Per questo ho ripreso in mano i miei taccuini, per trovare qualche risposta alle domande che tutti ci poniamo. E che si possono ricondurre in qualunque ambito, pubblico o privato, a una sola: che tocca fare per crederci ancora?" (Joann Sfar)
L’enigma di
Abramo Colorni:
inventore e chiromante,
uomo di scienza e
maestro di evasioni.
Dopo il successo di Pasque di sangue,
il secondo capitolo di una nuova Storia ebraica,
vissuta e raccontata fuori dal ghetto.
Alchimista, inventore, ingegnere bellico e creatore di mirabolanti macchine sceniche. Tutto ciò - e molto altro - era Abramo Colorni, ebreo mantovano conteso con la forza dalle signorie di mezza Europa per il suo poliedrico talento. E fu proprio a causa delle sue innumerevoli qualità che questo dotto prestato all’esoterismo finì nel bel mezzo di una vera e propria faida nobiliare: un’intricata vicenda di manoscritti cifrati, polveri da sparo e morti misteriose. Nello scenario di un Rinascimento che voleva le comunità ebraiche confinate nei ghetti e costrette a severe restrizioni, uomini d’ingegno come Colorni sfuggivano a ogni limitazione ingraziandosi i signori locali e prestando servizio presso le più rinomate corti d’Europa. In alcuni casi grazie al loro proverbiale senso per gli affari, in altri per merito delle loro raffinatissime conoscenze scientifiche. Se nell’immaginario comune la Storia degli ebrei si limita a una sequenza ininterrotta di persecuzioni e genocidi, di segregazioni e nomadismo forzato, esperienze come quelle di Colorni dimostrano come questo popolo, nonostante una terribile tradizione di ingiustizie subite, sia stato capace di legarsi inestricabilmente allo sviluppo economico e culturale del Vecchio Continente e del Nuovo Mondo. Con Il prestigiatore di Dio, Ariel Toaff segna un nuovo passo nel recupero di una Storia nascosta, restituendoci la biografia perduta di Abramo Colorni: un ebreo che visse per la scienza e mori da rinnegato.