Dall'unità d'Italia a oggi, l'inefficienza della nostra pubblica amministrazione è passata indenne attraverso un'infinità di scrupolose rilevazioni, coraggiose denunzie, volenterose riforme. Al fallimento di tali riforme può aver contribuito il fatto che i giuristi hanno proceduto da soli al disegno della macchina burocratica, laddove sarebbe stato necessario un approccio multidisciplinare. Eppure, lo sviluppo della società postindustriale impone servizi pubblici sempre più sofisticati, e per assicurare tali servizi si deve saper progettare con dovuto anticipo una pubblica amministrazione capace di erogarli. E per progettare occorre prevedere. Nasce da queste constatazioni la ricerca condotta da Domenico De Masi, focalizzata sul lavoro dei dipendenti pubblici: oltre tre milioni di persone tra operai, impiegati, funzionari e dirigenti cui spesso si imputa l'inadeguatezza della macchina statale, un apparato indispensabile che rappresenta anche il principale datore di lavoro del nostro Paese. "Lo Stato necessario" unisce una lettura storica del fenomeno burocratico e l'analisi sociologica di tale fenomeno inteso come «iperogetto» alla previsione dello scenario evolutivo più probabile, proiettato nel prossimo decennio. Coadiuvato da undici tra i massimi esperti in materia, De Masi indaga le variabili centrali che determinano l'evoluzione organizzativa della pubblica amministrazione: il rapporto tra domanda e offerta, la reazione ai trend demografici, l'impatto del progresso tecnologico, la gestione delle risorse umane, la conflittualità, il ruolo dei corpi intermedi come i sindacati, il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Una ricerca preziosa che va a colmare una lacuna profonda nel panorama sociologico non solo italiano, offrendo ai tecnici, agli studiosi, ai cittadini comuni e soprattutto ai dipendenti pubblici un ritratto dell'amministrazione statale severo ma non privo di speranza.
"Alle volte pensiamo che custodire la Tradizione significhi costruire un museo, un museo delle cose; e la Chiesa diventa un museo. No, la Tradizione è viva, non una collezione di cose, riti è viva. E cresce, deve crescere, come la radice fa crescere l'albero perché dia fiori e frutti. Dobbiamo sempre tornare alla Tradizione per attingervi quel succo, quella linfa che fa crescere." Il Credo è la preghiera che contiene, distillata, la linfa vivificante della fede cristiana; per questo, dopo aver percorso, verso per verso, il Padre nostro e l'Ave Maria, in questa terza conversazione con don Marco Pozza papa Francesco affronta le verità della fede, della speranza e dell'amore contenute nell'antico Simbolo degli apostoli. Il risultato è più di una semplice riflessione teologica, è una condivisione che nutre la vita cristiana: "il significato quotidiano, esistenziale, semplice eppure profondo, del nostro essere figli di Dio e dell'amicizia con i fratelli nella fede e con l'umanità intera". Leggere, vivere, pregare ilCredo significa testimoniare la fede nel Dio creatore, nel Figlio che ha donato la vita per la nostra salvezza, nello Spirito Santo, nella Chiesa. Significa vedere attorno a noi - magari in un carcere, come racconta don Marco nella seconda parte del volume - quella risurrezione dei viventi che è la prova generale - la caparra, la dimostrazione - della risurrezione finale. Significa, soprattutto, affidarsi a un Dio "malato di misericordia". Nelle toccanti parole di papa Francesco: "Immagino il momento in cui, nel tramonto della vita, mi avvicinerò a Dio, sedotto da quella bellezza, con animo umiliato, la testa china; immagino il suo abbraccio e il mio sguardo che si solleverà verso il suo. Non oserei guardarlo senza prima aver ricevuto il suo abbraccio".
«La letteratura per ragazzi ha una lunga e nobile storia di scarsa considerazione. Sul volto di certe persone si disegna un sorrisetto particolare quando racconto loro che cosa faccio, più o meno lo stesso che mi aspetterei di vedere se dicessi che costruisco minuscoli mobili da bagno per elfi. Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza che cosa non è: non è solo per ragazzi.» Katherine Rundell firma un'appassionata difesa della letteratura per ragazzi, contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che leggerla dopo una certa età sia bandito. Ma chi lo ha detto che c'è un'unica direzione di lettura nella vita? Che non si possa andare avanti e indietro, mischiare i generi, leggere contemporaneamente Joyce e Dahl, i saggi di Derrida e le avventure di Mary Poppins? Leggere libri per ragazzi da adulti non è regredire, non è tornare indietro, ci spiega Rundell con puntuta saggezza, al contrario se li abbandoniamo del tutto «lo facciamo a nostro rischio e pericolo, perché rinunciamo a uno scrigno di meraviglie che, guardate con occhi adulti, possiedono una magia completamente nuova.»
Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che resti. Alla fine, è quello il segreto. L'amore vero ti mette un tamburo al posto del cuore. Basta uno sguardo, due chiacchiere su una panchina, una parola sussurrata all'orecchio. Basta prendersi per mano: da quel momento, niente sarà più come prima. È questo che succede a Irene: si è appena trasferita a Nosellari, un minuscolo paese che sembra uscito da una fiaba, ed è proprio lì, tra i monti del Trentino, che incontra Andrea, l'amore della sua vita. Insieme sono pura scintilla, due pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione. Sentono che il legame che li unisce ha la forza delle montagne e la saggezza degli alberi: per questo è destinato a essere per sempre. La loro è un'estate fatta di lunghe passeggiate, di baci a fior di labbra, di notti in tenda in mezzo al bosco, a leggere l'uno per l'altra e confidarsi segreti. Poi però arriva l'autunno e Irene sparisce, lasciando Andrea con il cuore accartocciato come le foglie sui marciapiedi. Presto, il ragazzo scopre una verità terribile: la natura, che spesso si porta via le cose più belle e fragili, ha scelto di mettere lui e Irene davanti alla prova più difficile. Ma Andrea sa che certe cose non muoiono mai davvero: si nascondono soltanto, per poi rifiorire al momento giusto. L'amore è così, richiede coraggio, richiede fiducia. E se resti, se sai aspettare, anche il dolore più grande può trasformarsi in un fiore splendente.
I gatti, che mistero. Vi siete mai chiesti quali pensieri si nascondano dietro quegli occhi maliardi? E quali avventure vivono, i misteriosi, mentre noi non li guardiamo? Quindici vite segrete di gatti straordinari messe in poesia da Sébastien Perez e magnificamente illustrate da Benjamin Lacombe. Età di lettura: da 5 anni.
C'è stato un tempo in cui il diktat del capitale conosceva dei limiti. Si arrestava ai cancelli della fabbrica: oltre, la vita scorreva in forme che non si lasciavano imbrigliare nell'orizzonte limitato della logica di produzione e dello scambio di merci. Quel tempo è ormai lontano. Oggi, alla società basata sull'economia di mercato si è sostituita una società di mercato e basta. Viviamo in un mondo «a capitalismo integrale e mercificazione sconfinata». Il che, è chiaro, coinvolge anche la sfera dell'affettività e dell'erotismo. Il globalitarismo al potere - nuovo totalitarismo glamour onniavvolgente - ci vuole precari e omologati, neutri anche in amore. Novelli Don Giovanni, figura emblematica dell'instabilità amorosa e dell'isolazionismo sentimentale. Le relazioni solide, basate su progetti di vita condivisi e una visione dell'amore come forza eterna, cedono il passo a forme consumistiche di rapporto: incontri fugaci e privi di conseguenze, legami occasionali facili tanto da instaurare quanto da spezzare, sesso virtualizzato e rapporti online. Dalla precarizzazione erotica e sentimentale alla femminizzazione del maschio, dal nuovo femminismo postmoderno alla crisi della famiglia, dalla gendercrazia al trionfo del neutro indifferenziato unisex, Diego Fusaro accompagna il lettore attraverso i temi principali di una riflessione che ci coinvolge tutti, in quanto esseri eminentemente amorosi. E se a cadere sono addirittura i fondamenti più intimi del rapporto interpersonale, cosa può esserne della struttura sociale che ci accoglie, della nostra «famiglia allargata»? Il filosofo Diego Fusaro ci invita a riflettere sul nuovo ordine amoroso globalizzato e deregolamentato. Per scoprire che il laissez-faire del liberismo economico e di quello sentimentale sono - paradossalmente - due facce della stessa medaglia.
Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un'altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui; anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace. Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali, un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un'allucinazione altrui. Un disagio che peggiora quando Jake, nel mezzo di quel luogo desolato mosso solamente dalla neve in aumento, si ferma in una gelateria, un edificio che emerge, fluorescente, dal buio, le vetrine sbiancate dai neon, e un attimo dopo imbocca una stradina secondaria, parcheggia davanti al suo vecchio liceo chiuso e sparisce all'interno della scuola. Per la sua ragazza, lasciata sola in macchina, ha inizio allora un altro percorso, vertiginoso, nel versante più oscuro della realtà, dove scoprire che fine ha fatto Jake fornirà finalmente la risposta, del tutto imprevedibile, a cosa sia accaduto davvero in questo silenzioso viaggio a due. Da questo libro è tratto il film di Netflix per la regia del premio Oscar Charlie Kaufman.
A sconvolgere l'esistenza cupa e afflitta di Lehmann Kaufmann, nel dicembre del 1933, è una lettera. Kurt, il suo migliore amico, gli chiede di prendersi cura della figlia Irene e di aiutarla a stabilirsi a Norimberga. Kaufmann ha sessant'anni, è uno stimato commerciante ebreo, vedovo, e presidente della comunità ebraica di Norimberga - vittima, in quegli anni, della persecuzione nazista. Irene si presenta da subito come un raggio di sole a illuminare la vita di Leo. Ha vent'anni, è bella, determinata e tra i due si instaura un rapporto speciale fatto di stima, affetto, ma anche di desiderio. Però è ariana, e le leggi razziali stabiliscono che il popolo ebreo è nemico della Germania. L'odio, sapientemente fomentato dal governo nazista, entra pian piano nelle vite dei comuni cittadini e le stravolge. Diffidenza e ostilità prendono il posto di rispetto e stima. Gli sguardi si abbassano, i sorrisi si spengono. E quando anche la Giustizia, nelle mani dello spietato giudice Rothenberger, si trasforma in un mostro nazista, per l'onestà e la verità non ci sarà più scampo.
Sergio ha sei anni quando un giorno la sua vita cambia per sempre. La Seconda guerra mondiale è in corso, suo padre è stato fatto prigioniero e lui e la mamma decidono di trasferirsi da Napoli a Fiume per stare insieme alla nonna, agli zii e alle cugine Andra e Tati. Lì credono di essere più al sicuro, invece una notte arrivano i rastrellamenti e vengono portati via. Inizia così il viaggio che condurrà Sergio a separarsi dalla sua famiglia e a vivere una vita completamente nuova nei campi di concentramento di Auschwitz Birkenau e Neuengamme. In entrambi questi campi esistono dei kinderblok, baracche in cui vengono alloggiati i bambini che verranno usati per gli esperimenti medici dei nazisti. Sergio è uno di loro, ma è anche un bambino coraggioso che non si perde mai d'animo. Sua madre gli ha trasmesso un irrimediabile ottimismo che lo sostiene anche nei momenti più difficili. Il suo unico obiettivo adesso è ricongiungersi a lei e per questo farebbe qualsiasi cosa... Età di lettura: da 12 anni.
La condizione umana è caratterizzata dal bisogno di aggregazione per vincere il senso della paura e dell'insicurezza che si accendono di fronte ai pericoli dell'ambiente, del mondo. Ci sono periodi della storia in cui questi sentimenti si fanno particolarmente intensi e rendono l'esperienza esistenziale ancora più difficile. Se la comunità serve a dare certezze e difesa, si può giungere alla paura di vivere a contatto con gli altri come se un uomo fosse un nemico sempre. E cosi si finisce per rimanere soli mentre si cerca disperatamente un rifugio. Non vi è dubbio che esistono momenti storici e società che danno maggiore sicurezza, che moderano l'incertezza e il dubbio, e altri dove invece si è allertati dai pericoli e si vivono con incertezza persino i sentimenti e le relazioni affettive. Di fronte a questo quadro era necessario che un grande psichiatra affrontasse sistematicamente il tema partendo proprio dalla conoscenza del comportamento umano all'interno della società. Ed è così che il professor Vittorino Andreoli costruisce un'analisi che non vuole essere teorica, ma aiutarci a capire noi stessi e il mondo in cui ci muoviamo. Un'analisi che mostra le sorgenti psicologiche e sociali dell'incertezza, che ci mette davanti gli obiettivi di una sicurezza possibile e di una invece impossibile, poiché l'uomo si trova in un mondo che conosce solo in parte e che non può mai renderlo tetragono e sicuro. Il professor Andreoli, con tutta la competenza e l'umanità di un grande autore, ci suggerisce come gestire l'insicurezza e giunge a mostrarci la nostra fragilità che richiede l'aiuto dell'altro, di un'altra fragilità, e fare così dei legami interumani la via per vincere la paura. Come a dire che due fragilità generano forza. Innescando un processo di legami più ampi che uniscano una comunità, imparando a comprendere invece che a isolare e combattere. Una strategia esistenziale che rende allora l'insicurezza umana uno stimolo a proteggere, provando sicurezza proprio nel dare aiuto all'altro come una madre che si sente forte nel proteggere il proprio bambino.
Medici autorevoli sostengono che l'omeopatia non ha alcuna efficacia. Affidabili siti internet scrivono nero su bianco che nei preparati omeopatici non c'è nulla se non acqua o zucchero. Eppure ci sono altri medici che prescrivono e farmacisti che vendono cure omeopatiche, e molte persone che conosciamo, di cui non possiamo mettere in dubbio né l'intelligenza né la buona fede, affermano di avere tratto grandissimi benefici dall'omeopatia. In questo libro, Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Parla delle idee di Samuel Hahnemann, il fondatore, duecento anni fa, dell'omeopatia; della teoria dei quattro umori e del salasso come rimedio universale; di un elusivo batterio che un medico francese alla disperata ricerca di una cura per l'influenza spagnola trovò in grande quantità nel fegato e nel cuore di un'anatra muschiata; della tecnica delle infinite diluizioni alla base delle preparazioni omeopatiche, del numero di Avogadro, delle leggi della chimica e dell'esperimento che trent'anni fa rischiò di farle saltare, ipotizzando l'esistenza di una "memoria dell'acqua"; di un illusionista innamorato della razionalità scientifica; delle prodigiose proprietà della luce di Sole, Luna e Saturno, della nota Fa e del Muro di Berlino, tutti infinitamente diluiti; di effetto placebo e di sperimentazioni "in doppio cieco"; di omeopatia e Servizio sanitario nazionale. Questa appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto - alla ricerca della verità, senza diluizioni - si conclude con una domanda: gli omeopati hanno qualcosa da insegnare ai medici "tradizionali"? La risposta ci sorprenderà.
La grande bellezza dell'incontro con Gesù è a disposizione di ciascuno di noi: in ogni messa, nell'Eucaristia e nella liturgia della Parola. In questo libro, papa Francesco ci aiuta a comprendere e dunque vivere il Vangelo di ogni domenica e di ogni festa, seguendo settimana dopo settimana il ciclo domenicale e festivo dell'anno A. L'appuntamento settimanale assume una nuova dimensione grazie alle parole di uno straordinario pastore di anime, che con emozione e umiltà si accosta al Vangelo per trarne ispirazione e conforto, per spronarci e per trovare una via di discernimento che ci aiuti anche nei momenti di maggiore confusione. Per meglio illuminare l'inesauribile ricchezza del Vangelo della domenica, Papa Francesco accosta alle sue meditazioni quelle dei Padri latini e greci della Chiesa, da Agostino ad Ambrogio, da Origene a Tertulliano: la loro sapienza antica offre risposte sempre nuove alle domande del nostro tempo. Pagina dopo pagina, a partire dalla prima domenica di Avvento, riscopriremo "il dono e la bellezza di essere un popolo di battezzati, cioè di peccatori - tutti lo siamo - di peccatori salvati dalla grazia di Cristo, inseriti realmente, per opera dello Spirito Santo, nella relazione filiale di Gesù con il Padre, accolti nel seno della madre Chiesa, resi capaci di una fraternità che non conosce confini e barriere".