Vigata, 1940. La sera dell'11 giugno, il giorno dopo l'entrata in guerra dell'Italia salutata dal paese intero come "la vincita di una quaterna al lotto", al circolo Fascio & Famiglia ricompare d'improvviso, dopo cinque anni di confino in quanto "diffamatore sistematico del glorioso regime fascista", Michele Ragusano. Nessuno, com'è inevitabile, lo saluta, ma gli animi in un attimo si riscaldano e volano male parole: fin quando a don Emanuele Persico, novantaseienne tutto pelle e ossa, squadrista della primissima ora, prende letteralmente un colpo. Tutto perché Ragusano gli ha chiesto con tono di sfida: "Il nomi di Antonio Cannizzaro vi dice nenti?". Qualcuno si inginocchia, avvicina l'orecchio al cuore del vecchio e sentenzia: "Morto è". Comincia così un esilarante circo di celebrazioni postume, di opportunismi e di verità sepolte, in cui ognuno eserciterà quell'arte sottile che è propria degli italiani d'ogni epoca: l'arte del revisionismo e del compromesso.
Dei sette papi di questo libro - da Pio XII a Francesco - Hans Küng, il "grande vecchio" della teologia dissidente, ha avuto un'esperienza diretta: Pio XII è il papa della sua giovinezza, che ha modo di vedere da vicino da studente a Roma; Giovanni XXIII e Paolo VI sono i papi del Concilio, a cui partecipa come perito (Paolo VI lo riceve invitandolo a mettersi al servizio della Chiesa); con la meteora luciani ha un breve scambio epistolare; Giovanni Paolo II è il papa-nemico, sotto il quale gli viene tolta la missio canonica; Ratzinger è suo collega al Concilio e poi a Tubinga, prima di schierarsi dalla parte di Wojtyta; con Francesco è "simpatia a prima vista": il papa gli scrive chiamandolo hermano, fratello. Per ognuno di loro Küng ha un ricordo, un aneddoto. Questo libro non comprende dunque sette biografie di pontefici o una carrellata di date, o men che meno un'agiografia: offre invece sette ritratti usciti dalla penna di un autore che ha avuto modo di conoscere e "vivere" da vicino questi protagonisti. Un autore che non è uno storico né un "osservatore impegnato", ma un compagno di viaggio, un attore che ha partecipato con loro agli avvenimenti di un'epoca, l'evento che ha segnato la storia della Chiesa degli ultimi cinquant'anni, e la carriera di Hans Küng, è il Concilio Vaticano II, che voleva interpretare il Vangelo in modo nuovo, offrendone un criterio di lettura adatto ai tempi.
È un business sofisticato quello che ogni giorno fa approdare migliaia di rifugiati sulle nostre coste. Chi lo controlla? Una nuova categoria di criminali, nata dalle disastrose risposte occidentali alla tragedia dell'11 settembre e dal collasso economico e politico di molti Stati-chiave in Africa e Medioriente. Tutto è cominciato con il traffico di cocaina, trasportata dalla Colombia in Europa lungo le rotte transahariane. Le stesse rotte sono servite per far perdere le tracce di decine di ostaggi occidentali, rapiti per finanziare gruppi terroristici e bande criminali, dopo la destabilizzazione della Siria e dell'Iraq e l'ascesa dell'lsis. Oggi su quelle piste viaggia un'altra merce: esseri umani, a milioni, in fuga da guerre e povertà verso un Occidente che credono più accogliente e più ricco di quanto non sia. Un commercio che costa migliaia di vite, e che vale miliardi. In una ricostruzione che si avvale di interviste esclusive a negoziatori, membri dei servizi segreti, esperti del contrasto al terrorismo e alla pirateria, ex ostaggi e molti altri, Loretta Napoleoni ci porta nel mondo complesso dei mercanti di uomini, spiegando come le vite umane vengono "valutate" in termini economici e come alcune scellerate politiche occidentali alimentino tanto il mercato dei riscatti quanto il traffico dei clandestini. Proprio il circolo vizioso tra economia ufficiale ed "economia canaglia", che rischia di portare l'Europa alla rovina ma che arricchisce molti, sta producendo uno tsunami di migranti e un'escalation di incertezza che lascia spazio ai populismi, a fenomeni come la Brexit o l'ascesa di Trump negli Usa. L'Occidente riuscirà a sopravvivere al rovinoso fallimento della globalizzazione?
Simbolo dello Shoah, il diario di Anne Frank è una luce nel buio della storia e ancora oggi illumina la vita di milioni di persone. Questa nuova versione, che riporta il testo alla sua primaria lucentezza, è frutto di una scrupolosa ricerca filologica, lessicale e letteraria condotta dal curatore Matteo Corradini direttamente sulla stesura originaria di Anne, liberata da interventi e tagli operati dopo la scomparsa della giovane autrice. I numerosi approfondimenti finora inediti, la preziosa traduzione dall'olandese di Dafna Fiano, la straordinaria testimonianza di Sami Modiano - che nella prefazione ripercorre per noi la dolorosa esperienza del lager - offrono a questa edizione autorevolezza, forza e una ritrovata freschezza. Da queste pagine la voce di Anne parla ai contemporanei schietta e cristallina come non mai, riaccende la Memoria e la prolunga nel presente.
Molti di fronte allo scorrere del tempo reagiscono, anche nelle difficoltà, traendone sensazioni positive, individuandone gli aspetti vantaggiosi. Esprimono così la "gioia di vivere", un modo di vedere l'esistenza che si inserisce nel flusso della Natura, accettando ciò che il presente dona, senza decorarlo troppo con i propri desideri. Ma la maggior parte di noi è affetta dalla "fatica di vivere". Siamo sempre in azione e mai soddisfatti, destinati a rincorrere un futuro che non c'è e forse non ci sarà mai, spinti nella lotta per il potere dalle nostre ambizioni, dalla paura dell'insuccesso o perfino della morte. Due stili di vita opposti, che non appartengono all'ambito patologico, ma che sono la chiave per dare a una stessa esistenza un significato contrapposto: vivere bene, o al contrario vivere male. In questo libro Vittorino Andreoli, "portatore della visione tragica dell'esistenza", ci accompagna alla ricerca del segreto della gioia di vivere. E, attraverso la riflessione sui classici, la filosofia, la religione, l'osservazione delle storture della società e naturalmente con la conoscenza dell'uomo, delinea un percorso per recuperare la vera essenza del nostro essere umani. Si scopre così che nel mondo dominato dalle strategie per essere vincenti, dal fascino dell'esclusività, dalla bellezza, dalla fatica di vivere dell'individuo, il "magico potere" della gioia non è altro che la capacità, che tutti abbiamo dentro, di passare dalla dimensione dell'"io" a quella del "noi".
I continui mutamenti del nostro mondo spesso ci sfuggono. Sono troppo grandi, o forse siamo noi troppo lenti per capirli davvero. Nel frattempo i bambini crescono in un ambiente di cambiamento tecnologico, sociale ed ecologico senza precedenti. Come possono questi giovani cittadini, consumatori e futuri decisori, essere aiutati a navigare nella nuova realtà complessa? A partire da questo fondamentale interrogativo Daniel Goleman e Peter Senge affrontano i limiti dell'attuale sistema educativo - strutturato più di 200 anni fa! sostenendo la necessità di sviluppare già dai primi anni tre set di abilità cruciali: consapevolezza di sé, empatia e cura degli altri, comprensione dei sistemi più ampi che ci circondano. Un intervento importante con modelli di programmi educativi, strumenti ed esempi pratici per l'introduzione di questi concetti nelle scuole. Per insegnanti e genitori alla ricerca del vero potenziale degli studenti.
Nel 1714 il Parlamento inglese offrì una ricompensa di ventimila sterline in oro (l'equivalente di 10 milioni di euro) a chi avesse scoperto come determinare la longitudine di una nave nell'oceano. Astronomi famosi come Galileo, Cassini, Huygens, Newton e Halley avevano cercato invano in passato una soluzione rivolgendosi alla Luna e alle stelle. La posta in palio stimolò altri ad avanzare proposte. Fu un orologiaio autodidatta, l'inglese John Harrison, a trovare la soluzione: bastava che ogni nave fosse equipaggiata con un cronometro in grado di segnare sempre l'ora "esatta", quella di Londra, ad esempio, e un semplice confronto con l'ora locale avrebbe subito fornito la longitudine della nave. Questo libro è la storia avventurosa dei quarant'anni di sforzi che furono necessari a Harrison non solo per costruire e perfezionare quel cronometro, ma per persuadere la comunità scientifica dell'efficacia del suo metodo.
Quando Daniel apre le ali e si allontana nel cielo, Luce si sente smarrita. Rimarrà in un collegio della California per chissà quanto tempo, a mille miglia da casa, senza di lui. È questo il dolore più grande: perché lui è il suo amore da sempre, l'angelo caduto che dà un senso alla sua vita. Luce stenta a capire quello che succede. A lei, a loro, al mondo. Infuria una guerra tra potenze celesti e infernali, ombre minacciose la incalzano. E poi ci sono le insidie del cuore: l'incontro con un ragazzo dolce e incredibilmente normale...
Luce morirebbe per Daniel: lo ha già fatto decine di volte. Insieme hanno vissuto tante vite, in luoghi e tempi diversi, ma la fine è stata sempre la stessa: lei consumata dalle fiamme e lui con il cuore infranto. Forse però è possibile spezzare la maledizione che li perseguita. Per scoprirlo, Luce viaggia a ritroso nel tempo e ritrova le sue incarnazioni passate: in Inghilterra, in Cina, in Egitto... Daniel la insegue, e non è l'unico a farlo. Perché se Luce riscrivesse la storia, tutto potrebbe cambiare.
Capelli rossi raccolti in una coda alta, lentiggini sparse un po' ovunque e passo sicuro: nel cortile della New York School of Economics Jennifer Milton non passa di certo inosservata. Da quando ha lasciato Londra per Manhattan con suo padre, John Milton, ricco uomo d'affari, nella enorme scuola newyorkese non si parla d'altro. Jennifer vorrebbe solo rifugiarsi tra i suoi libri senza guardare in faccia nessuno, ma un giorno in biblioteca sbatte contro a Josh Cliver, faccia da schiaffi e sorriso malizioso, segnato da un passato difficile tanto quanto lei. Le sue guance prendono fuoco e la sua sicurezza vacilla; tra loro è guerra, da subito. Perché se abbassassero le difese, lo sanno, verrebbero travolti dall'amore.
Gli scrittori lavorano nelle tenebre, e come ciechi soppesano l'oscurità" ha detto José Saramago. Ma è davvero possibile raccontare una figura sfaccettata, mutevole e imprevedibile come quella di chi per mestiere inventa mondi? Come rintracciare la sua natura autentica negli abissi dell'immaginazione in cui lavora? Forse bisognerebbe partire dalle cose concrete, dalle pulsioni più animali, dai difetti. Questa è la risposta di Luca Ricci, in un ritratto composto da quattordici istantanee - fulminanti, indiscrete, perfette - che sono anche quattordici racconti d'amore: perché è l'amore, a ben vedere, il difetto più evidente, e necessario, di ogni essere umano. C'è lo scrittore che trascorre una vacanza in una spiaggia nudista, salvo poi incapricciarsi dell'unica ragazza che, chissà perché, resta vestita; c'è quello che per sbarcare il lunario apre un bed & breakfast e una sera, con la complicità di un volo cancellato, ha l'occasione di affittare una camera al più potente agente letterario del mondo; c'è quello che ogni lunedì, con una puntualità inflessibile, chiama una casa editrice pur sapendo che il suo dattiloscritto non verrà mai letto... Sebbene il risultato rimandi alla perentorietà di un classico, Ricci spinge l'arte del racconto al di là delle forme note e dei generi consolidati, chiedendo alla letteratura di assolvere ancora una volta al compito più arduo, quello di indagare l'impasto misterioso di cui è fatta ogni esistenza.
Viviamo in un tempo che ci distrae, in un empirismo che ci allontana con forza dalle occupazioni che sanno dare un senso alla nostra esistenza. Eppure questa deprivazione costante delle fonti essenziali di gioia può essere riconquistata ripristinando alcune semplici abitudini. La principale è senz'altro la feconda arte del pensare. Un esercizio a cui dedichiamo sempre meno energie e che proprio per questo impoverisce anche il nostro vissuto emotivo. Basterebbe poco per cambiare, per esempio tornando a usare quell'agenda che si è fatta virtuale, trascrivendo i nostri pensieri e trasformandoli in guida per il futuro. Dopo averci insegnato a ritrovare "la gioia di vivere", Vittorino Andreoli compie un ulteriore passo avanti con questo libro in cui coinvolge i lettori in un gioco di pensieri che attivano pensieri. A molti potrà sembrare strano che un semplice taccuino in cui si dispiegano i giorni dell'anno possa servire a compiere una rivoluzione così profonda. "Ciascuno di noi vorrebbe vivere meglio, almeno un po' meglio, sognando il meglio possibile, e per questo c'è bisogno di programmare, di immaginare che cosa scrivere giorno dopo giorno in un'agenda dell'anno che è appena cominciato." Perché annotare i propri pensieri permette di ricollocarci a contatto con il nucleo interiore più profondo, anche quando sono pensieri indignati dalle notizie di cronaca. Pensare serve a capire meglio chi siamo, dove andiamo e dove trovano posto i nostri desideri più intimi. È per questo che l'arte di pensare deve essere coltivata come un giardiniere fa con i suoi fiori più delicati, per non dimenticare un talento così poco produttivo nell'immediato ma fondamentale per afferrare il futuro che sogniamo per noi.