Mary diciotto anni, era una ex bambina soldato, abituata a difendersi da sola e soprattutto a lottare per sopravvivere. Nel suo Paese era stata reclutata per uccidere e dopo l'addestramento secondo le più rigide e spietate tecniche di resistenza fisica e psicologica, non ebbe la forza di trasformare quegli insegnamenti di morte in un destino da killer. Una giovane martire della mafia nigeriana venduta come una bestia, violentata e costretta più volte ad abortire. Nel viaggio della tratta degli esseri umani, in piena traversata del deserto, è costretta persino a bere le proprie urine. È delle tante, troppe Mary che questo libro parla, raccontando storie, tracciando traiettorie che si intrecciano inevitabilmente con quelli dell'immigrazione, ricostruendo le ragioni perverse che spingono uomini (spesso connazionali) a schiavizzare altri esseri umani, facendo mercimonio del loro corpo.
Questo libro documenta la demolizione dell’idea di progresso fatta da pensatori del calibro di Max Weber, Freud, Pareto, Ortega y Gasset, Jaspers, Nietzsche, Spengler, Adorno e Horkheimer, per giungere a Benedetto Croce e a Raymond Aron. Ne esce un quadro di enorme interesse, nel quale si intrecciano motivi più che mai attuali per noi che viviamo nel XXI secolo, foriero di nuove tragedie e di nuove inquietudini.
I preti pedofili hanno potuto contare sul silenzio, sulla complicità solidale, e omertosa, di molti confratelli; o, peggio, di vescovi che si sono limitati a soluzioni di comodo. Ma quando è arrivata alla superficie, tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la tragica vicenda è esplosa come una polveriera. E da allora le esplosioni continuano, sempre più forti, di pari passo alla pubblicazione di nuove inchieste, di nuove denunce. Adesso, però, basta! Un credente, attraverso questo piccolo libro, vuole dare voce ai sentimenti - sofferenza, pena, ma anche malcontento, anche rabbia, sì, rabbia - che prova la stragrande maggioranza del popolo di Dio: i laici, appunto. "È stato - scrive l'autore - un gravissimo peccato collettivo della 'classe' clericale". Con diversi gradi di responsabilità, ovviamente, ma un peccato vero, proprio nel senso del vocabolo religioso: per tutte le violenze commesse, per i troppi silenzi su queste violenze, per la lunghezza raccapricciante della durata di queste violenze, e, soprattutto, per il fatto che le prime uniche vere vittime di queste violenze, i bambini, sono sempre venute - molto poco evangelicamente - in secondo piano. Gli ultimi Papi hanno mostrato coraggio, hanno preso decisioni, a cominciare dalla "tolleranza zero" e dalla Commissione vaticana per i minori. E tuttavia, va detto molto onestamente, ci sono state finora troppe parole, e invece pochi fatti. E adesso, dunque, ci vogliono i fatti. Riformando l'intera struttura dei seminari, la preparazione dei candidati al sacerdozio, a tutti i livelli, in tutti i campi, compreso quello della sessualità. Ecco perché bisognerà plasmare un nuovo modello di sacerdote, sganciandolo da quella sacralizzazione del potere che ha addosso e lo rende (o lo fa sentire) onnipotente (con le conseguenze infamanti che conosciamo). Soltanto così sarà possibile estirpare alle radici la mala pianta del clericalismo, del nuovo clericalismo, e avviare coraggiosamente una grande opera: una rifondazione evangelica della Chiesa cattolica.
Nella sua introduzione Gianni Gennari, giornalista ed ex sacerdote, ricorda i tempi in cui chi si dimetteva dal sacro ministero era chiamato volgarmente «spretato». Ora la discussione sul celibato torna a irrompere nella Chiesa, con la possibile apertura del sacerdozio ai viri probati, uomini sposati di provata fede. Se scelto in modo spontaneo e volontario, il celibato è un vasodilatatore dell'anima, consente di allargare il cuore e sentire tutti come il proprio "prossimo". Se però si riduce a mera obbedienza, diviene una menomazione esistenziale e le conseguenze sono nefaste per sé e per l'intera comunità cristiana. Allora, anche per i cattolici di rito latino il celibato dovrebbe tornare a essere una libera scelta e non più un obbligo? Il libro offre una sintesi storica del celibato e riporta le posizioni dei papi dell'ultimo secolo. Parlano gli esperti, dal religioso-psicologo specialista nella cura dei disagi di persone consacrate alla teologa che insegna ai futuri candidati all'episcopato. Soprattutto si dà voce ai protagonisti: presbiteri fedeli al voto di castità e diaconi sposati, preti che hanno lasciato il ministero per amore di una donna e mogli di ex sacerdoti. Storie vere, cariche di dolore ma anche di gioia, raccontate in modo delicato ma con schiettezza. «Il celibato è un'estrema forma di povertà, che mette chi lo pratica in unione con i più soli, i rifiutati» dice un anziano sacerdote ripensando alla propria vita. Tra le varie testimoniane, quella del vescovo presidente della commissione CEI per il clero e la vita consacrata: «Chi si prepara al sacerdozio - afferma - deve educare lo sguardo e abituarsi al confronto con l'altro sesso».
Il Mediterraneo è un “enigma meraviglioso”. Mare di viaggi avventurosi, teatro delle più grandi battaglie navali della storia e di conflitti religiosi insanabili, dimora comune di ebrei cristiani e musulmani, culla di Omero. Mare interno, lo chiamavano i Greci, e nostro i Romani. È un pezzo di mondo dove tutto è accaduto, e tutto accade: nascita del pensiero greco e della cultura araba, mescolanze di civiltà, popoli e tradizioni. Nunnari racconta il Grande Mare delle tre religioni monoteiste, degli scambi, dei commerci, delle bellezze del paesaggio e della natura, dei misteri, delle leggende, delle scorrerie piratesche e delle migrazioni bibliche. Riflette a lungo sull’Italia, che nel Mediterraneo è interamente immersa, col suo Sud, avanguardia occidentale verso Medioriente e Africa del Nord, e ponte di collegamento dell’Europa. Nonostante tutte le contraddizioni, i ritardi sulla modernità, le incessanti correnti migratorie, e i focolai di guerra, il nostro mare - sostiene l’autore - è il posto giusto per riscoprire la cultura d’origine dell’Occidente e lo spirito europeo: “Mediterraneo non è solo una nozione geografica, ma un vecchio nome, che si porta dietro la storia di tre continenti e di tre insiemi di civiltà; un patrimonio culturale che, in un futuro che si presenta pieno d’incognite, nel mondo che naviga senza bussola, smarrito, impaurito, e rinchiuso nei suoi falsi valori ingannatori, rappresenta l’eredità che ci può salvare”.
Nell'ultimo decennio Angelino Alfano ha servito il Paese «con disciplina e onore, come la Costituzione richiedeva e come la coscienza imponeva». Oggi ha deciso di incamminarsi verso nuovi orizzonti, riprendendosi per intero un pezzo importante di vita, fuori dal Palazzo. In queste pagine, Alfano riannoda i fili della sua autobiografia politica e l'intreccio tra storia e memoria gli consente di effettuare il bilancio di un passato recente vissuto con forte intensità. Speranze e delusioni, errori e intuizioni, dispiaceri e incomprensioni, grandi battaglie ideali che orientano scelte difficili e una campagna mediatica aggressiva che non fa vacillare le certezze ma, al contrario, le irrobustisce: tutto si tiene nel mosaico della narrazione con al centro il profondo amore per la politica che assorbe l'esistenza, unito al desiderio sincero di cambiare in meglio l'Italia. Con idee chiare e programmi concreti sarà possibile attraversare questo delicato crocevia della Storia, riappropriandosi di futuro e certezze. Per il nostro Paese, per i nostri figli, per il sogno europeo. Per ridare dignità e valore alla politica. È il messaggio affidato a questo libro, quando una stagione si è appena conclusa: occorre investire sul buonsenso. Che non è vintage.
Perché un piccolo Paese assediato nelle sedi internazionali e sui campi di battaglia è tra i più felici del mondo? Il segreto di Israele risiede in un modello culturale opposto a quello oggi in voga in un Occidente dominato dal relativismo, dal pacifismo e dal politicamente corretto. A 70 anni dalla nascita, Israele è una delle più antiche democrazie al mondo che ha eccelso in tutti i campi dello scibile umano e uno dei più straordinari successi della società aperta. Mentre raccoglieva i Premi Nobel, compiva scoperte scientifiche, riempiva le sale da concerto e stampava il più alto numero di libri pro capite, Israele si difendeva con le unghie e con i denti. È la grande storia della "villa nella giungla". L'Occidente è quello che è grazie alle sue radici bibliche e illuministiche. Se l'elemento ebraico di quelle radici è rovesciato e Israele è perso, allora anche l'Occidente è perso. Per questo come va per lo Stato ebraico, andrà per tutti noi. Israele è la frontiera felice della civiltà occidentale.
Prefazione di Enzo Ciconte
Il tema dei poteri occulti è essenziale per comprendere il nostro Paese. Troppo spesso schivato, riposto nell’angolo tra i misteri non comprensibili, spinto nel buco nero di una matassa ingarbugliata e impossibile da sciogliere, o, peggio, tra le favole di cui ridere, è, invece, il cuore della nostra costituzione materiale. È necessario però che la tematica dei poteri occulti non venga esiliata nell’inutile sfera del complottismo e che, al contrario, abbia la sua parte nella comprensione delle faccende italiane. È indispensabile quindi riempire gli spazi vuoti della nostra memoria collettiva, dando ai poteri occulti la parte che “meritano”. La loro storia, infatti, appartiene non ad una vicenda criminale complessa ma è un segmento criminale della storia d'Italia. È inoltre, un argomento attuale perché il prepotente dilagare di organismi non elettivi e non soggetti a forme di controllo democratico ripropone in modo drammatico e urgente il tema dei poteri invisibili e del danno irreparabile agli ingranaggi democratici.
"Il male inutile" raccoglie le testimonianze di guerra di un reporter "di lungo corso", inviato speciale e corrispondente in molte aree difficili del pianeta. Tragedie che troppo spesso, nel frenetico flusso mediatico dell'informazione, vengono rapidamente e colpevolmente archiviate, anche se si collocano dietro l'angolo dell'attualità e della storia. Guerre e massacri dimenticati trovano in questo libro una nuova attualità, nello sguardo lucido ma anche compassionevole e partecipe del giornalista-testimone, che pagherà anche un prezzo personale inevitabile ai drammi che deve raccontare. Prefazione di Janine Di Giovanni.
Prefazione di Remo Danovi. Postfazione di Livia Pomodoro
Il cibo è una necessità vitale della persona ed è un fondamento del vivere liberi. Inscindibile dal diritto alla vita, il diritto al cibo è, quindi, un aspetto decisivo del patrimonio giuridico di ogni persona. In questa prospettiva, il volume indaga le attuali politiche sull’alimentazione, food safety e food security e la possibilità di configurare un diritto al cibo. Per ragioni di giustizia e come “nutrimento della pace”.
Lo Stato italiano spende sei-sette miliardi di euro all’anno per l’accoglienza dei migranti, un fiume di soldi. Dove vanno? A chi vanno? Chi guadagna dietro il grande business che si è venuto a creare con l’arrivo in Italia di centinaia di migliaia di immigrati? Migranti Spa cerca di rispondere a queste domande proponendo storie, analisi e dati sui flussi di denaro che gravitano intorno al mondo dell’accoglienza. Ne viene fuori un affresco composito: da una parte migliaia di volontari che eroicamente si affannano per portare un aiuto ai tanti disperarti che arrivano sulle nostre coste, dall’altro centinaia di improvvisate coop sociali, associazioni e avventurose società che cercano di sfruttare il nuovo business. Per non parlare di dubbie ong. Lo Stato osserva ma non controlla, anche perché è una situazione che fa comodo a molti.
Dopo aver vinto la sua secolare lotta contro l'assolutismo dell'Antico Regime, il liberalismo, lungo tutto il Novecento, ha dovuto fronteggiare una terrificante minaccia: quella dei movimenti rivoluzionari di massa – bolscevismo, fascismo, nazismo – determinati a radere al suolo la civiltà dei diritti e delle libertà. Questo fu il contesto ideologico, dominato da una sfrenata e inquietante passione nichilista, in cui condussero le loro battaglie quegli intellettuali che seppero resistere alla tentazione totalitaria e che, precisamente per questo, furono gli strenui difensori della libertà.