In quanto cristiani occidentali, all'origine della nostra cultura non c'è soltanto il cristianesimo, né soltanto l'ebraismo e attraverso di esso l'eredità medio orientale antica, ove è nata la città, ma anche la Grecia e Roma (l'ellenismo).
È un merito non piccolo della teologia al femminile (o teologia femminista) nella sua travagliata storia che dura ormai da due secoli l'aver portato alla luce e imposto all'attenzione di tutti la consapevolezza che l'Occidente ha usato (più o meno consapevolmente) la Bibbia come strumento di legittimazione di una società, di un ethos androcentrico (centrato sul maschio), patriarcale (dominato dal maschio) e sessista (discriminatorio sulla base del sesso).
Né il cristianesimo né l'ebraismo hanno inventato tutto ciò, ma certo non se ne possono chiamare fuori: nemmeno le Scritture ebraiche e cristiane ne escono indenni
L'assise del Vaticano II può essere interpretata come un evento di discernimento ecclesiale particolarmente autorevole. Il presente testo si presenta come una riflessione su alcune dimensioni del Concilio. In particolare si concentra sulla 'forma' conciliare, sullo 'stile' del Concilio, e su alcuni contenuti fondamentali.
La prospettiva di lettura adottata suggerisce una riflessione sull'oggi della Chiesa. Riflessione che viene affrontata a partire da una questione specifica quale il complesso rapporto tra l'universale ed il locale nella Chiesa. Questo ci pare, infatti, uno dei nodi da sciogliere per far si che il Concilio Vaticano II sia effettivamente una bussola per la vita della Chiesa.
Il luogo sacro è il luogo dell'incontro, non soltanto della presenza. così fu la tenda del convegno del tempo dell'esodo, così fu il tempio di Gerusalemme nelle varie epoche della loro attività. il tempio non è il luogo dove abita, ma piuttosto il luogo dove Dio si avvicina all'uomo che viene a cercarlo, dove si manifesta e salva, ascolta e perdona. il tempio è il punto di congiunzione delle due tensioni che ne caratterizzano la teologia: Dio è irraggiungibile eppure vicino. spostarsi dal luogo della propria attività e raggiungere lo spazio sacro vuol dire riconoscere la sua eternità. senza tempo e spazio sacri l'incontro con Dio può diventare astrattezza.