Il libro vuole essere una guida alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio nella quotidianità. Carretto, piccolo fratello di Gesù, sulle orme di Charles de Foucauld ha vissuto dieci anni nel Sahara,per imparare a pregare e a ricercare, nella solitudine del deserto, l’intimità con Dio. Ma, come l’autore ripete spesso, il “deserto” è ben di più di un luogo geografico, è una dimensione fondamentale della nostra esistenza. Si può fare il “deserto” anche nella città: ricavarsi una nicchia di silenzio e di solitudine, nella frenesia della nostra vita quotidiana,in cui pregare e mettersi all’ascolto di Dio.Deserto non significa assenza di uomini,ma presenza di Dio. L’opera,rispetto alle precedenti edizioni nella collana “Nuovi fermenti”,si è arricchita di una Prefazione di Giorgio Gonella, piccolo fratello che dal 1971 vive nella fraternità di New York e che nel 1968, da studente, ha trascorso un mese con Carlo Carretto nel Sahara,a Beni Abbès.
AUTORE Carlo Carrettoè nato nel 1910 e morto nel 1988.Nel 1954 è entrato nella congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù e per 10 anni è vissuto nel Sahara.Rientrato in Italia nel 1964,si è ritirato in un eremo a Spello,vicino ad Assisi, dove fino alla morte ha animato un centro di spiritualità.Tra le sue opere:Lettere dal deserto (La Scuola),Ciò che conta è amare(Ave),Al di là delle cose (Cittadella), Il Dio che viene (Città Nuova), Padre mio mi abbandono a te (Città Nuova),Beata te che hai creduto (San Paolo).
Continua la serie degli ABC che forniscono un primo approccio di base a diversi argomenti spesso difficili da affrontare per la loro naturale complessità. L’ABC offre un quadro complessivo orientando il lettore a comprendere le dimensioni dell’argomento, le fonti, il dibattito aperto e l’insegnamento cattolico sull’argomento.
In questo libro, il tema della preghiera viene affrontato in modo fondamentale, ponendo cioè i fondamenti per quanto riguarda le fonti della preghiera (Bibbia, Liturgia, Tradizione, riforme e traduzioni), le forme della preghiera (la gestualità, l’adorazione, l’oralità, la struttura delle preghiere, la preghiera universale), la preghiera e la vita del credente (l’assemblea, l’eucologia, il tempo, la vita) e i soggetti della preghiera (l’individuo, Dio, l’assemblea, Maria).
Don Carlo Cibien, sacerdote della Società San Paolo, Dottore in teologia con specializzazione in sacramentaria, è consigliere di redazione della «Rivista Liturgica» e redattore presso le Edizioni San Paolo.
Le Meditazioni raccolte in questo libro sono il frutto del cammino di un anno di Scuola di Preghiera incentrato sul Padre Nostro, cioè sulla riscoperta della paternità di Dio e sulla bellezza del sentire il vero amore di Padre che Dio riversa in ciascuno di noi.
Ma per riscoprire questa paternità e questo amore, dunque per riscoprire la preghiera, è necessario riscoprire quelle parole che nella preghiera pronunciamo e che, poi, il cristiano porta nella propria vita, purificate e rese belle proprio dalla preghiera. Per questo l’autore definisce il Padre Nostro come un primo “vocabolario” di preghiera e di amore».
S.E. Mons. Santo Marcianò è nato a Reggio Calabria il 10 aprile 1960. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 9 aprile 1988; il 6 maggio 2006 è stato nominato, da Benedetto XVI, Arcivescovo di Rossano-Cariati; ha ricevuto la consacrazione episcopale il 21 giugno 2006. Attualmente è Segretario della Conferenza Episcopale Calabra.
La preghiera è una medicina dell’anima e dello spirito, un elemento di conforto nei momenti di disperazione, un mezzo di contemplazione e di riflessione. Marco l’Asceta, discepolo di Crisostomo, predicava: “Se cerchi la guarigione datti cura della tua coscienza, perché ascoltare ciò che essa ci rimprovera è la via della guarigione”; e ancora, un noto filosofo austriaco ha affermato che “pregare è pensare al senso della vita”. In questo libro alcuni grandi autori riflettono sul rapporto tra il pensiero, la preghiera e la guarigione: Massimo Cacciari (Pregare – Pensare), Suor Ignazia Angelini (la preghiera come respiro della creatura umana), Gianfranco Ravasi (respiro dell’anima) , Carlo Casalone S.J. (la preghiera terapeutica), Alfredo Anzani (la preghiera fa bene alla salute?) cercando di porre l’accento sul carattere terapeutico della preghiera stessa.
Gli autori dei contributi sono: Suor Ignazia Angelini, Abbadessa Monastero delle Benedettine, Abbazia di Viboldone, San Giuliano Milanese (Mi); Prof. Alfredo Anzani, Vice Presidente FEAMC, Federazione Europea Associazioni Medici Cattolici; Prof. Massimo Cacciari, Professore di Estetica. Facoltà di Filosofia, Università Vita Salute San Raffaele, Milano; Padre dott. Carlo Casalone JS, Vice direttore Aggiornamenti Sociali, Milano; Prof. Giorgio Lambertenghi Deliliers, Presidente della Sezione di Milano, Associazione Medici Cattolici Italiani; S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, già Prefetto della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana, Milano, attuale Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Un piccolo trattato sulla preghiera che tiene conto della situazione dell’uomo moderno. Sono qui raccolti diversi scritti del Voillaume, per molti anni Superiore dei Piccoli Fratelli di Gesù, con citazioni estratte dagli scritti di Charles de Foucauld, fondatore dei Piccoli Fratelli. I temi più significativi: la preghiera vocale, liturgica, la meditazione, la contemplazione e la capacità del discepolo di accostarsi agli uomini con i loro problemi.
René Voillaume nacque il 19 luglio 1905 a Versailles (Francia) in una famiglia numerosa e profondamente credente. Attratto in un primo tempo dai Padri Bianchi, dopo la lettura della biografia di Padre de Foucauld, scritta da Hervé Bazin, si sente chiamato a un altro percorso. Dopo un periodo d’incertezze e difficoltà, nel 1933 fonda, insieme con alcuni discepoli, la prima comunità dei Piccoli Fratelli di Gesù, a El-Abiodh-Sidi-Cheikh, nel Sahara. Per anni collabora con la Piccola sorella Magdeleine, fondatrice delle Piccole Sorelle di Gesù. Nel 1956 fonda i Piccoli Fratelli del Vangelo e nel 1963 le Piccole Sorelle del Vangelo. In quanto fondatore, viaggia molto, scrive, contribuisce alla formazione delle religiose e dei religiosi e predica numerosi ritiri. Nel 1968 papa Paolo VI lo invita a predicare in Vaticano. Nell’ottobre 2001 si ritira nella fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù di Aix-en-Provence. Muore il 13 maggio 2003.
Un testo classico del pensiero cristiano e della devozione, in una nuova edizione. La spiritualità di Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa con Santa Caterina da Siena e con Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), ha fortemente caratterizzato la storia della pietà popolare attraverso la sua dottrina mistica che diviene qui, nelle devozioni sopra la Passione di Gesù Cristo, una preghiera di adorazione e di contemplazione della storia umana dal punti di vista della croce. A lei si devono alcune delle preghiere più belle che ancora oggi vengono recitate dal popolo di Dio (“…vi prego, col fervore più vivo, a stampare nel mio cuore sentimenti di Fede, di Speranza, di Carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offendervi; mentre io, con tutto l’amore e con tutta la compassione, vado considerando le vostre cinque piaghe…).
Santa Brigida nasce in Svezia nel 1303 da una nobile famiglia svedese. Dopo la morte del marito Ulf, avvenuta nel 1344, Brigida riceve le prime rivelazioni e concepisce la fondazione del monastero di Vadstena, istituendo così l’Ordine del Santissimo Salvatore conosciuto anche con il nome di “brigidino”. Nel 1349, Brigida si stabilisce a Roma, dedicandosi alle opere di carità e agli esercizi spirituali e impegnandosi per il ritorno del papa da Avignone a Roma. Muore a Roma il 23 luglio 1373. Il 1° ottobre 1999 Giovanni Paolo II proclama santa Brigida, la «mistica del Nord», compatrona d’Europa, insieme a santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).
Quando parliamo di misericordia, ricorriamo istintivamente a un concetto di tolleranza, d'indulgenza, forse anche di debolezza. Non è così il concetto di misericordia nell'economia del Signore: la misericordia è un atto di potenza, è un atto forte, è un atto creativo reintegratore, è un intervento miracoloso, è qualche cosa che rigenera, che riprende ciò che è morto e lo fa rivivere. Questo gesto di Dio che salva l'uomo e lo riprende dall'abisso in cui è caduto, dalla condizione esiziale in cui si trova, nel Vangelo si chiama misericordia". (Paolo VI)