SOMMARIO
L’Esodo come meraviglia di Dio (pag. 4)
Michelangelo Priotto
«Osserva l’arcobaleno: quanto è bello nel suo splendore!» (pag. 11)
Luca Mazzinghi
Lo stupore di fronte a un fatto «mai udito»: il servo sofferente (pag. 16)
Guido Benzi
Meraviglia e stupore di fronte a Gesù (pag. 22)
Paolo Mascilongo
La virtù che invecchia presto: osservazioni evangeliche sulla gratitudine (pag. 27)
Gian Luca Carrega
Gratitudine ed eucaristia nell’epistolario paolino (pag. 32)
Antonio Landi
Una malattia e il suo possibile rimedio (pag. 38)
Riccardo Battocchio
Stupore, trasmissione della fede e bellezza (pag. 42)
Valentino Bulgarelli
Grati fino alla morte (pag. 46)
Monica Cornali
Dallo stupore alla vita monastica: san Longino (pag. 50)
Marcello Panzanini
Stupore e stupori (pag. 52)
Valeria Poletti
La domenica della Bibbia: cosa fare (pag. 55)
Sebastiano Pinto
Recensioni (pag. 56)
Le coppe, le giare, lo stupore: Le nozze di Cana di Paolo Veronese (pag. 59)
Marcello Panzanini
La Bibbia come paradigma culturale/12
Marco Tibaldi
Un modesto e timido funzionario di mezza età e una graziosa fanciulla, orfana e malata, si scrivono, si raccontano le loro piccole vicende, le loro disavventure, i loro sogni. Sullo sfondo di questo romanzo epistolare c’è la San Pietroburgo della miseria, con i disperati tentativi di chi la anima di sfuggire l’estrema povertà e l’umiliante degradazione. In una narrazione piana e misurata, eppure eccezionale, ogni pagina ispira pietà e commozione tracciando, nella distanza tra realtà e aspirazioni, la divaricazione tra i grandi e semplici afflati ideali dei personaggi e le sciagurate e schiaccianti preoccupazioni del loro quotidiano. Povera gente è il primo romanzo di Dostoevskij, pubblicato quando l’autore aveva soltanto 24 anni, ed è uno dei più formidabili esordi della letteratura, capace sbalordire i contemporanei e introdurre ai motivi fondamentali di quella che sarà l’opera matura del suo autore.
La dimensione del silenzio appare sempre più lontana dalla nostra frenetica realtà eppure può diventare un aiuto, uno strumento importante per ritrovare nuove energie e nuovo slancio e affrontare le sfide di ogni giorno. Questo libretto fa ricorso al Vangelo e alla tradizione della spiritualità cristiana e fornisce ai lettori spunti e consigli utili in un percorso di crescita e di miglioramento personale.
Il perdono ha un ruolo essenziale nella vita di ogni cristiano, eppure sembra molto distante dalla realtà che viviamo tutti i giorni. Imparare a praticare il perdono può diventare un modo per ritrovare nuove energie e nuovo slancio e affrontare le sfide di ogni giorno. Questo libretto fa ricorso al Vangelo e alla tradizione della spiritualità cristiana e fornisce ai lettori spunti e consigli utili in un percorso di crescita e di miglioramento personale.
«Lo Spirito Santo è invisibile ed è dappertutto, pervade ogni cosa ed è al di là di ogni cosa. Tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera sua». Dove si trovano nel nostro tempo autentiche esperienze dello Spirito, simili a quelle dei primi cristiani? Dove e come e quando esistono le condizioni perché un uomo o una donna, pur contagiati dal secolarismo, arrivino a esclamare: «Veramente Dio è in mezzo a voi!»? In altre parole: come lo Spirito Santo, sempre all’opera nel mondo, risponde oggi alle sfi de dell’immanentismo, dell’indifferenza religiosa, del consumismo, e vi risponde non con ragionamenti ma con fatti convincenti del Vangelo? Ecco alcuni degli interrogativi a cui il cardinal Martini risponde in queste intense meditazioni.
Olanda 1938. Strane cose accadono sulla strada che passa accanto alla casa della famiglia Boon, al confine con la Germania. Un'auto arriva silenziosa e poi scompare. Fantasmi appaiono all'improvviso e subito si dissolvono. Ma sono davvero fantasmi? E cosa c'entra tutto questo con Liesl, la bambina tedesca appena arrivata alla villa dell'Imperatore dei sigari? Intanto gli aerei sorvolano la città e i carri armati avanzano sulla strada fangosa. La speranza di Pap che l'Olanda sia troppo piccola per interessare ai nazisti si rivela infondata, e l'avvenire dorato atteso da Fing sembra svanire, per cedere il passo all'incertezza e alla paura. Ma nonna Mei, con il suo occhio di civetta, continua a vegliare sulla casa. Un racconto coinvolgente dove i sogni sul futuro e il primo amore, antiche tradizioni e ambigue presenze si mescolano al dramma della guerra. Età di lettura: da 12 anni.
“Avere a cuore” è un sintagma usuale nella nostra lingua, teso ad indicare un senso di appartenenza e di intimità, che nelle relazioni di cura si colora delle tinte di una responsabilità appassionata. L’Istituto di Gestalt GTK lo ha scelto come titolo del libro dedicato per il settantesimo compleanno al suo fondatore e direttore, Giovanni Salonia – padre e professore noto e riconosciuto nell’ambiente ecclesiale come in quello gestaltico internazionale –, per rendere simbolicamente l’essenza della sua statura di grande terapeuta e di amico indefettibile.
Uomini di cultura, intellettuali di varia estrazione, terapeuti, teologi – accomunati da un rapporto significativo con il Salonia frate o terapeuta – gli fanno onore in Avere a cuore svolgendo dal loro punto di vista il tema implicito nel titolo. Ne viene fuori un’opera non meramente celebrativa, bensì una sorta di sinossi del sentimento originario secondo la prospettiva gestaltica, clinica, filosofica, giuridica, letteraria, teologica.
Per lunga amicizia, forte condivisione e stima grande l’arcivescovo di Palermo, don Corrado Lorefice, ha voluto anche lui promuovere e prefare questa impresa.
Il Graal è un viaggio alla scoperta della verità dell’Ultima Cena di Cristo, ma anche delle mille “ultime cene” degli uomini di ogni tempo, quelle in cui ci si gioca quanto di misterioso e di mistico attraversa le nostre esistenze. Un alone di mistero lo avvolge: esso è una coppa, un calice, spesso un vassoio che si dice abbia poteri taumaturgici e che guarisce come faceva Gesù stesso; un vaso che dispensa cibo nutrendo gli affamati; che rende fertili i campi inariditi; che mette in relazione con il divino chi lo adopera. E non solo: il Graal viene anche considerato essere la vera discendenza di Cristo, il suo sang real.
Partendo dagli innumerevoli racconti che lo riguardano, ma tornando sempre ai vangeli, Orazio Antoniazzi ripercorre il passato del calice di Cristo in un intreccio di storia e leggenda in cui la prima si fonde nell’altra.
In tempi in cui si fa più acuto il bisogno di capire, di confrontarsi e di dialogare con genti e culture anche molto lontane, appare esemplare il cammino di Giancarlo Bregantini, uomo del Nord trapiantato al Sud, che ha amato il Sud fino a comprenderlo ed è riuscito a mettere in comunicazione viva i due poli, spesso così distanti, del nostro Paese.
Un itinerario che, negli anni, diventa stima e passione per la terra e per la gente.
La terra, e cioè il mare e il sole della Calabria, ma anche i suoi ripidi sentieri di montagna, i paesetti arroccati e quasi irraggiungibili, le case, le scuole, le fabbriche e le chiese.
E la gente, spesso sfiduciata e convinta che nulla possa cambiare, ma anche animata da giovani e donne pronti a lottare e a pagare di persona per un futuro più giusto.
L’autore si fa testimone, davanti alla chiesa e alla società, di una nuova speranza fatta di reciprocità e non solo di solidarietà: saggezza antica che il Sud regala al Nord e che diventa uno stile, anche politico, di interrelazione con ogni Sud del mondo.
Una mattina come tante altre, la gente in parrocchia si accorge che don Giustino è improvvisamente cupo, prima della messa. Di fatto, egli sale all’altare e fa un’omelia durissima, accusatoria...
Le voci si diffondono, la gente comincia a discutere, si scatena una “caccia” senza tregua, che coinvolgerà, in un crescendo di pathos e ironia, tutto il paese e non solo.
Un libro che, partendo da un’occasione dai toni di commedia, diviene una riflessione sul tema dell’accoglienza, delle parrocchie e della condivisione secondo il Vangelo. Non manca nessuno: dalla sindaca leghista al vescovo preoccupato di non finire sui giornali, da un europeo di calcio all’intrattenimento televisivo, dal pettegolezzo di paese alla globalità della “rete”. Ma soprattutto non manca un piccolo animale che diventa la vera cartina di tornasole di tante chiacchiere vane e di tanti discorsi che val la pena affrontare.
“Se la natura profonda di Dio è la misericordia, ciò significa che egli ricopre con un velo, con un mantello, con una tunica, ciò che è meglio non vedere”.
Anne Lécu ci invita a compiere un cammino alla ricerca del “senso dell’abito” lungo la storia biblica; una ricerca in forma di inchiesta... a un tempo seria e allegra, perché è come un vagabondaggio nel paese delle tuniche, quelle di pelle e quelle di lino…dove si incontrano dei tessuti ma anche dei pudori, la nudità, la vergogna, la pelle dell’uomo e i vestiti che la ricoprono. Lettore, non essere sorpreso per il vagabondaggio di queste pagine. Lasciando in ogni posto un sassolino bianco, alla fine ritroveremo il cammino fatto.