La verità talvolta viene declinata al plurale, oppure viene intesa in senso molto relativistico, e non precisamente in-relazione, cosa molto diversa. Il mio amico filosofo Stefano Zampieri ha coniato il bellissimo sintagma “verità locali”, pur non essendo assolutamente un relativista, ma un pensatore cosciente che tutto-e-ogni-cosa-è-inrelazione- con-tutto-e-ogni-cosa. I relativisti, specialmente quelli dediti alla ricerca gnoseologica ritengono che A possa tranquillamente e immediatamente essere sostituita da B, senza alcun rispetto per il principio di identità e di non contraddizione. E questo non funziona, come vedremo nei post dedicati a Wittgenstein. Noi umani dobbiamo avere l’umiltà di rispettare le convenzioni linguistiche e i nomi-che-diamo-alle-cose, non violare questo patto sacro per ragioni ideologiche, come accade di questi tempi quando si vuol talora chiamare le cose con nomi impropri, come chi insiste a definire “matrimonio” una legittimissima “unione civile”. Si può dire che non è vero che un matrimonio coincide con un’unione civile, poiché matrimonio significa etimologicamente “ufficio della madre”, e non sempre nelle unioni civili vi è una madre. O no? Ecco come si trova la verità, che possiede una sua inconfutabile eternità, o perennità, se vogliamo dire in un altro modo.
Note sull'autore
Renato Pilutti è teologo sistematico (PhD), consulente di direzione in aziende nazionali e multinazionali e filosofo pratico di Phronesis, Associazione nazionale per la consulenza filosofica. Collabora con atenei statali e pontifici.
Padre Bonaventura, al secolo Antonino Trapolino, nasce a Bisacquino, nel palermitano, il 7 gennaio del 1863 e muore a Palermo nel Convento delle SS. Stimmate il 24 aprile del 1947. La sua vita è dunque racchiusa nell'intenso periodo di rinnovamento spirituale e politico che va dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra ed egli fu infatti molto attivo politicamente, come si evince dai discorsi che teneva in conferenze in giro per la Sicilia. I discorsi di padre Bonaventura hanno però anche un elevato contenuto e valore spirituale, intriso del grande spirito dell'umanesimo cristiano, lo stesso di Paolo VI, secondo il quale non può esserci vero umanesimo senza cristianesimo. E proprio questo è il messaggio profondo dei discorsi di padre Bonaventura.
In questo saggio l'autore indaga che Marrou si pone sul senso e sul significato della presenza dell'uomo cristiano nel mondo, chiedendosi in particolare quale possibilità abbia la nostra fede di illuminarci sulla natura della storia. Da cristiano "convertito" risponde che bisogna riconoscere in Dio lo strumento supremo per la salvezza dell'umanità.
Difendere e promuovere la legge e il diritto naturale senza riconoscere l'autore della legge naturale è impossibile, come è impossibile praticare la legge naturale senza amarne l'autore, anche perché è la stessa legge naturale a condurre l'uomo a Dio.
Si compie, con questo terzo volume di Rosanna Raffaelli Ghedina, la ricostruzione della vita, della conversione, dell'apostolato in Francia e della spiritualità di S. Maria di Magdala, sorella di Marta e Lazzaro, amici di Gesù: in realtà un'unica opera in tre volumi. In questo terzo volume, Maria Maddalena è messa a fuoco nel percorso completo della Teologia della Misericordia: come la penitente, l'amante, l'adoratrice e la prediletta, colei che Gesù sceglie per annunziare la sua Resurrezione. Maddalena è l'iso-apostola - come gli apostoli - che si dona come atto d'amore in un martirio bianco per la Chiesa nascente. Il pregio maggiore, sottolinea Giovanni Tortelli, di questa ultima opera "meditata" della Trilogia resta la grandiosa rappresentazione di questa grande santa della Chiesa nascente, che offre a qualunque lettore spunti di riflessione personale per un proprio cammino spirituale, di conversione o di accrescimento nella fede.
Saggio su fatti meravigliosi e vigilanza della Chiesa. Con una rilettura dei fatti carismatici di San Damiano alla luce del Vaticano II. Prefazione di Renè Laurentin "Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie. Esaminate ogni cosa: ritenete ciò che è buono". (1 Ts 5, 19)
"Il cielo è dimora di Dio, ma anche l'uomo (...) è sua dimora (...) in Noè prefigurai il sorgere di una nuova èra. Da questo germoglio sbocciarono fortissimi e risoluti i profeti, che con il vigore della propria parola annunciarono pieni di fede le cose che vedevano nello Spirito Santo: cioè che Dio avrebbe mandato nel mondo il suo verbo, che era in lui prima di tutti i tempi. Ed esso si fece carne, in modo tale che il mondo intero ne prova meraviglia (...). Ma la razionalità dispone e secondo la sua disposizione l'opera si compie; perché se non venisse prima la disposizione, l'opera non seguirebbe. Nel suo verbo Dio dispose il mondo e l'uomo." (Ildegarda di Bingen)