Hanno scritto in questo numero:
A. Anzani / Gv. Benzoni / G. Benzoni / F. Castelli / E. Castellucci / V. Colmegna
E. D’Agostini / F. Dalla Vecchia / I. De Sandre / P. Ferrazzo / M. Gatti / F. Geremia
U. Leone / L. Maggi / L. Malfi / V. Perini / M.P. Persico / G. Scatto / M. Sclavi
Le tre parole “mistero, presenza, segno” che originano il contenuto di queste pagine hanno il sapore conciliare, non solo per la contemporaneità di alcune con quello storico evento, ma soprattutto perché ci offrono una panoramica eloquente del pensiero e del sentire turoldiano a riguardo della chiesa. Sono infatti espressione di idee intuite profeticamente e frequentate con passione e speranza da Turoldo insieme ai tanti che le hanno soffertamente e coraggiosamente anticipate.
I testi qui raccolti, riproposti per la lettura sotto l’espressivo titolo «mia chiesa» intendono dare testimonianza dell’appassionato amore che padre David ha nutrito per la chiesa, il cui mistero ispirava i suoi interventi, il desiderio che ne auspicava una presenza storica più rispondente alla sua natura e la speranza che splendesse come segno visibile di unità, di pace e di giustizia.
"Popolo di Dio": espressione di radice biblica, di forte ispirazione per l'ecclesiologia che ha conosciuto una svolta importante nel Concilio vaticano II. Comblin la riprende e rilancia in questo libro, con lo spessore del teologo esperto e insieme con la passione dell'uomo che vi trova (e ritrova) una base spirituale e quindi vitale per ridare spazio e speranza ai popoli e ai molti,specie nel cosiddetto "terzo mondo", che non hanno voce e lottano per la sopravvivenza.