La crisi che attanaglia l'economia dall'ormai lontano 2007 censisce quotidianamente la chiusura di imprese operanti in ogni settore. Quelle che riescono, a fatica, a superare il grave momento storico, registrano perdite rilevanti o ristrutturazioni penetranti. Quali politiche spettano agli Stati per fronteggiare questa situazione desolante? Salvarle tutte significherebbe un aggravio immenso per le finanze statali, salvarne solo alcune sarebbe contrario ai principi di uguaglianza e meritocrazia. Cosa fare dunque? Con un linguaggio semplice e accessibile, questo saggio ridisegna la geografia del mondo economico e finanziario, fornendo risposte utili alla comprensione di fenomeni complessi. La visione anticonformista dei rapporti tra Stato e mercato immerge il lettore in un ambiente denso di pregiudizi e luoghi comuni, sconfessati col ricorso a esempi concreti. L'avvicinamento alle materie economiche costituisce oggi uno sforzo ineludibile; la quadratura del cerchio è necessaria per spazzar via la nebbia che offusca la realtà.
Invecchiare può fare paura. L'invecchiamento è ancora oggi, presentato solo come la fase delle perdite e della solitudine. E se il segreto stesse nel vivere la vecchiaia da protagonisti, rinunciando al giovanilismo a tutti i costi? Se il segreto stesse nel rendere l'invecchiamento occasione di crescita e possibilità di proseguire la propria lunga avventura permettendosi di essere felici?
La femminilità/virilità nasce dall'evoluzione del processo di genere e accompagna lo sviluppo psicologico-relazionale del soggetto sin dai primi giorni di vita connotando l'identità della persona. Si manifesta con un sentimento intimo di apprezzamento del proprio Sé legato all'appartenenza a una delle due categorie sessuali e con l'espansione del proprio sentire nel contesto sociale. È un processo affettivo-comunicativo-educativo fortemente dinamico che si determina con l'evoluzione sessuale. La femminilità/virilità genera nell'individuo una continua ricerca e sperimentazione del proprio Sé.
Serena Mollicone scompare da Isola Liri il primo giugno del 2001. Due giorni dopo, una squadra della protezione civile trova il corpo della studentessa nel boschetto di Fontecupa. Ha le mani e i piedi legati, un sacchetto di plastica le avvolge la testa, e una ferita vicino all'occhio provocata da un colpo violento che non può averla uccisa. Serena è morta dopo una lenta agonia ed è stata portata nel bosco poche ore prima del ritrovamento.
Il racconto si apre narrando la rocambolesca fuga di Salvatore, un padre, un contadino siciliano, che scappa dalle truppe tedesche per tornare a casa a conoscere la figlia appena nata, Caterina, una delle protagoniste della storia. Una vita semplice quella di 'Titina', segnata dal terremoto della Valle del Belice del '68, dall'emigrazione in Svizzera e dai sacrifici. Alle vicende della sua famiglia si intrecceranno quelle di Luna e della sua famiglia, un tempo nobile e ricca. È un susseguirsi incalzante di episodi e volti che appaiono e scompaiono lasciando ciascuno un segno, come attori su un palcoscenico in continuo movimento tra diverse ambientazioni e contesti dal sapore prevalentemente siciliano. Il romanzo si sfoglia, e si legge, come fosse quasi una raccolta di istantanee che, attraverso i ricordi, ricostruisce la vita dei personaggi, dalle caratteristiche nette e dai tratti ben delineati. Un caleidoscopio in cui si susseguono immagini incredibilmente reali, vivide, dove di tanto in tanto trova spazio una punta di ironia.
La poesia per l'autore catalizza dolore e nostalgia per la Patria lontana e, nello stesso tempo, diventa espressione di gioia e di comunicazione nella nuova realtà in cui si è perfettamente integrato tanto che il testo è bilingue.