"'South Park e la filosofia!' raccoglie diciannove brevi saggi filosofico, rigorosi e divertenti, che guardano al nostro presente attraverso gli occhi sovversivi, blasfemi, e al tempo stesso geniali, dei personaggi di uno dei programmi televisivi più di successo e più censurati del nostro tempo."
I contrari si imparano sin da piccoli. Dalla più tenera età scopriamo che le idee si oppongono e si comprendono le une grazie alle altre: alto è il contrario di basso, freddo è il contrario di caldo, buio è il contrario di luce. Crescendo il nostro pensiero si affina, impara a cogliere nozioni più astratte, idee più complesse, eppure continua ad avere bisogno dei contrari. Sono queste grandi opposizioni universali a strutturare la mente, a permetterle di riflettere. Come potremmo concepire la mente senza contrapporla al corpo, l'infinito senza contrapporlo al finito, l'essere senza contrapporlo all'apparenza? Senza contrari non si può pensare. Un filosofo e un disegnatore presentano dodici coppie di contrari in parole e immagini: ragione e passione, unità e molteplicità, essere e apparire, finito e infinito, libertà e necessità ecc... Età di lettura: da 11 anni.
L'amore e l'amicizia sono le uniche cose che vale davvero la pena imparare fin da piccoli e per farlo bisogna chiedersi cosa siano. Dopo "Il libro dei grandi contrari filosofici", Brenifier e Després affrontano altri due temi universali, e lo fanno ponendo domande, offrendo diverse possibilità. Che cos'è l'amore? Che cos'è l'amicizia? A queste domande si possono trovare risposte molto diverse o addirittura opposte: l'amicizia è questione di un momento o è una cosa che si costruisce giorno dopo giorno? Amare vuol dire essere soltanto gentili con gli altri o si può amare senza essere d'accordo su tutto? Si possono amare le idee come e più degli altri esseri umani? Si può amare senza essere corrisposti? Mille e una domanda e mille e una risposta accompagnate da un apparato di illustrazioni 3D: "Il Libro dell'amore e dell'amicizia" ci invita a pensare di nuovo a cosa è davvero importante. Età di lettura: da 11 anni.
Il mondo è un brutto posto. Wade ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale chiamato OASIS, dove si fa amicizia, ci si innamora, si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale, oppresso da guerre e carestie. Ma un giorno James Halliday, geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. L'unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più incredibile gara mai immaginata. Wade risolve quasi per caso il primo enigma, diventando di colpo, insieme ad alcuni amici, l'unica speranza dell'umanità. Sarà solo la prima di tante prove: recitare a memoria le battute di Wargames, penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta a Pac-Man, sfidare giganteschi robot giapponesi e così via, in una rassegna di missioni di ogni tipo, ambientate nell'immaginario pop degli anni '80, a cui OASIS è ispirato.
Douglas Coupland e Marshall McLuhan a confronto. L'autore che ha dato un nome e un volto alla Generazione X e poi alla Generazione A racconta uno dei maggiori sociologi del Novecento. E lo fa con il suo stile inconfondibile: mescolando linguaggio pop e riferimenti colti, aforismi e curiosità, citazioni originali e personali. In occasione dei cento anni dalla nascita di Marshall McLuhan, Coupland riflette sulla vita e sull'opera di un intellettuale che ha rivoluzionato il modo di interpretare la realtà in cui siamo immersi oggi, lasciato espressioni ormai entrate nell'immaginario collettivo ("il medium è il messaggio" e "il villaggio globale" sono solo due tra le più note) e previsto, con i suoi studi, l'impatto della tecnologia sulla nostra società. Coupland rompe le regole della biografia per creare un ritratto a tutto tondo di McLuhan, la nitida fotografia di un genio indiscusso del secolo scorso: ricca di aneddoti, avvincente come un romanzo.
A vent'anni dalla caduta del Muro, uno sguardo sulla DDR attraverso le poesie, le elegie, gli inni, le ballate e le filastrocche più belle, quelle famose e quelle sconosciute, quelle ufficiali e quelle proibite. Da Bertolt Brecht a Heiner Müller, da Wolf Biermann alla scena di Prenzlauer Berg. Divisa in tre sezioni, più un prologo e un epilogo, questa antologia ci porta a spasso attraverso quarant'anni di storia tedesca, dalle prime poesie antifasciste al surrealismo e alla satira degli anni ottanta; dalle speranze degli inizi al commiato della Svolta nel 1989. Ne risulta un quadro quotidiano e multiforme della DDR in cui non ci è dato sapere quali fossero le poesie vietate né quali fossero i poeti dichiaratamente di Partito - al lettore il compito di provare a tracciare la linea di frontiera tra i due mondi: quello esibito della dittatura e quello nascosto della dissidenza. Questa raccolta ispeziona e racconta l'eredità culturale di quel "Paese dei libri", dove in ogni cittadina sorgeva un teatro e in cui ogni grande azienda o caserma disponeva di una biblioteca. Uno scritto di Edoardo Sanguinati, un saggio introduttivo dell'inviato da Berlino per "La Repubblica" Andrea Tarquini e un inserto fotografico di Ulrich Wüst arricchiscono l'edizione originale.
L'Ajax era la squadra del ghetto di Amsterdam. Ogni domenica, le bancarelle del mercato ebraico chiudevano in tempo per andare a vedere la partita. Poi è arrivato Hitler. Kuper, giornalista e scrittore olandese, racconta la tragedia della Shoah da un'angolazione inedita: quella delle pagine sportive dei vecchi giornali, delle storie dei tifosi e atleti sopravvissuti, degli archivi delle squadre olandesi. L'utilizzo del calcio da parte di Hitler e Mussolini viene calato da Kuper nella cronaca della partita, nella memoria del singolo atto di discriminazione. Il libro contiene un prezioso apparato fotografico: la nazionale inglese che fa il saluto nazista, la faccia di un'ala destra ebrea dell'Ajax, di cui Kuper ricostruisce gli ultimi giorni ad Auschwitz.