Saggi Paola Dusi, Imparare ad abitare zone scomode: decolonizzare la conoscenza e i sistemi scolastici andando oltre il deficit thinking Anna Granata, I cento linguaggi della scuola plurale. Valorizzare i saperi nascosti delle minoranze linguistiche e culturali Valerio Ferrero, Pratica filosofica di comunità a scuola: un approccio decoloniale? Riflessioni tra bell hooks e Matthew Lipman Vera Brunelli - Rita Locatelli, Una riflessione critica sul contributo delle Pedagogie del Sud per ripensare la partecipazione dei bambini e delle bambine Francesco Bossio, Identità plurali e necessità di riconoscimento. Annotazioni di pedagogia decoloniale Maria Vincenza Raso, Peuples autochtones et Canada: vers une politique éducative de réconciliation Rosita Deluigi, La ricerca esperienziale come luogo di sensi: strategie di innesco di paradigmi decoloniali Isabella Pescarmona, Giulia Gozzelino, Traiettorie di ricerca meridiane: percorsi metodologici e orizzonti pedagogici divergenti Domenico Francesco Antonio Elia, Decolonizzare gli spazi pubblici: nuovi orientamenti nella public history of education Aurora Bulgarelli, Francesca Gabrielli, Esperienze comunitarie per una risignificazione decoloniale: le Parish Map come strumento nei contesti educativi formali Recensioni M.C. Bernard, H. Breton, L. Cadei, V. Ciobanu-Gout (eds), Tournant narratif en sciences de l'éducation. Perspectives interdisciplinaires et internationales, Editions science et bien commun, Québec, 2024
I servizi alla persona si pongono l'obiettivo di assicurare ai cittadini di una comunità nazionale un sistema integrato di azioni che mirano a garantire una migliore qualità della vita. In essi vi sono innumerevoli ruoli e funzioni, ma è fondamentale la presenza di personale qualificato, in grado di rispondere, in maniera efficace, alle diverse esigenze. Siccome ciò che accomuna tutti i profili professionali impiegati in quest'area è l'essere in grado di stabilire una concreta relazione con gli altri, l'esigenza di dare vita a relazioni di autentica condivisione delle pratiche e degli interventi pone la necessità della definizione di un'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto. Il testo, nell'individuare i servizi alla persona e le relazioni d'aiuto come «luoghi» della promozione dell'umano in pienezza, cerca di motivare e spiegare che la domanda fondamentale, sottesa a tutta l'impostazione riflessiva dell'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto, non riguarda tanto una investigazione di tipo deontologico-morale («che cosa devo fare»), quanto, piuttosto, una domanda più radicale («come dovrei vivere, quale qualità buona devo attribuire alla mia vita e a quella altrui») che interpella l'esistenza quotidiana dell'uomo, il senso della sua condizione umana, il suo progetto di vita e la realizzazione della sua dignità di essere persona.
"Scrivere un commento alla Lumen gentium a cinquant'anni dall'apertura del concilio non è la stessa cosa che scriverlo a evento appena concluso. Tante vicende si sono intrecciate in questi anni, segnando la storia dell'umanità e, dentro questo processo sempre più veloce e impetuoso, la storia della Chiesa. La percezione che questa ha di sé è profondamente mutata, sia per quanto il concilio ha determinato, sia per il processo di recezione - o di non-recezione - che si è sviluppato da allora ad oggi. Ma la situazione è talmente mutata che è lecito porsi la domanda se e quanto il Vaticano II costituisca ancora un tema di interesse per le nuove generazioni, che quell'evento non hanno vissuto e di cui hanno sentito parlare in modo tanto contraddittorio." (D. Vitali )
Viviamo in un tempo di continue emergenze (sanitarie, economiche e sociali) che si riflettono in vario modo sui contesti educativi e chiamano in causa la responsabilità di educatori, formatori, insegnanti e pedagogisti. Più ancora sono chiamati all'azione responsabile i soggetti e le istituzioni che hanno compiti di tipo educativo, a cui compete dare linee di indirizzo e progettare piani d'intervento che sappiano leggere le emergenze del tempo presente e dare risposte significative. La Pedagogia sociale (PS) si colloca precisamente su questo livello, quello della lettura delle responsabilità educative dei soggetti a cui competono tali compiti, e cerca di offrire loro chiavi di lettura, orizzonti di significato, linee d'azione : una sorta di "bussola" per orientarsi nei territori delle grandi sfide educative. La prima parte del volume esplora l'identità della PS, come scienza e come disciplina, da un punto di vista storico, epistemologico, teoretico e metodologico, tenendo conto del dibattito nazionale e internazionale. La seconda parte propone un percorso che si configura come una sorta di "visita guidata" ad alcuni grandi temi, come la pedagogia della scuola e la pedagogia della famiglia, ma con un'attenzione particolare a quella che è possibile identificare come Pedagogia dei servizi alla persona, riletta in ottica di sussidiarietà.
Il mondo è grande, ma oggi è diventato piccolo e interconnesso, e la pandemia sta lì a ricordarcelo. Al di sopra o al di sotto di stati e culture ci sono entità più vaste ed antiche: le civiltà. Nate più di duemilacinquecento anni fa, oggi si incontrano la civiltà cinese, quella occidentale (con le sue varianti continentale, angloamericana, sudamericana), quella islamica, quella indiana. Tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud del mondo, hanno dato vita ad una grande pedagogia. Un gigantesco curriculum formativo prodotto dalle religioni, dall’economia, dal paesaggio, dalla politica, dalla tecnologia, dall’etica, dalla storia, durato millenni, ha plasmato le mentalità e le identità che sono quelle di oggi. Di questo dovrebbe occuparsi anche l’educazione interculturale che qui viene proposta, con un libro ambizioso, consapevole dell’enormità dell’impresa, ma anche della sua urgenza. Un viaggio nello spazio e nel tempo, tra la Cina e il Messico, tra gli Stati Uniti e l’Europa, tra il passato preistorico e il futuro planetario. Se la prima globalizzazione si è costruita sulla competizione del turbocapitalismo, la seconda globalizzazione post-pandemica, la nuova mondializzazione, si dovrà basare sulla collaborazione e sul dialogo. Il compito della Pedagogia interculturale è favorire, al di là dei conflitti che uccidono e dei muri che separano, il dialogo tra civiltà e culture, tra esseri umani e esseri viventi.
Gli Stati Uniti e la Santa Sede sono due potenze mondiali, a vocazione planetaria. Se la storia delle loro relazioni è datata, il salto di qualità del rapporto è avvenuto con la seconda guerra mondiale e con la guerra fredda, quando non poterono più ignorarsi o guardarsi da lontano. Decisero di collaborare, e a livello planetario. È il tempo dei presidenti Roosevelt, Truman e Eisenhower e di papa Pio XII. Le loro relazioni internazionali toccano dossier che riguardano le più disparate aree, dall'Europa al Medio Oriente, dall'America Latina all'Estremo Oriente, e i più diversi ambiti, dalla politica agli affari ecclesiastici, dai rifugiati di guerra alle migrazioni. Il volume presenta la più aggiornata riflessione storiografica sulle loro relazioni e le prime considerazioni archivistiche a partire dalle carte conosciute con la recente apertura degli archivi della Santa Sede relativi al pontificato di Pio XII (1939-1958).
L'esperienza del sociale è l'esperienza di camminare insieme lungo un percorso tracciato dallo spirito del tempo, dalle caratteristiche strutturali del contesto, dalle modalità dì incontro con l'altro e dal significato attribuito all'alterità. É quindi espressione della dimensione dinamica dello stare insieme in un orizzonte di tempo e di senso. Negli scenari della contemporaneità questo cammino di condivisione sembra costretto tra tendenze opposte che mettono a rischio la capacità-necessità della persona di collocarsi al centro dell'esperienza e mediare i condizionamenti del contesto con la scelta responsabile di azione, relazione, comunicazione. Affrontando questa problematica, il libro propone la rivisitazione di alcuni autori, ì quali osservano le contraddizioni della modernizzazione ed esprimono un'idea di vita intersoggettiva come complessa interdipendenza fra persona e struttura e quindi corre problema dell'uomo, della società, della cultura. Le differenze sono molteplici e riguardano sia i particolari ambiti indagati, sia le preoccupazioni guida, sia le premesse epistemologiche. Ciascuno però offre - a nostro avviso - una prospettiva utile a ricomporre il mosaico della vita collettiva e a rappresentare la multidimensionalità dell'esperienza del sociale. La stravagante varietà di elementi che emerge dalle loro analisi invita a riflettere su problematiche dei nostri contesti che testimoniano l'emergenza persona, offrendosi. come terreno fertile per molteplici aree di ricerca. Su questa base è possibile rifondare una teoria dello stare insieme come superamento della spaccatura azionesistema che fa evaporare ìl senso stesso dell'esperienza.
Il volume propone l'esito di un insieme di ricerche, condotte lungo quasi un decennio, rispetto alla possibilità di un allargamento dello sguardo semiotico: a oggetti e problemi di taglia culturale più vasta di quelli al centro di una tradizionale analisi del testo verbale o visivo; nella dimensione specifica delle pratiche, cioè dei comportamenti significanti, inquadrati in una prospettiva "etnosemiotica". Per il primo aspetto, il volume intende presentare le potenzialità degli strumenti semiotici davanti a fenomeni regolati, a vario grado, da strutture significanti di tipo socionormativo. Problemi di solito considerati sociologici, come la raccolta dei rifiuti, vengono posti in evidenza come in realtà anche semiotici, perché questi fenomeni esemplificano una strutturazione profonda del senso delle nostre azioni, di tipo non psicologico, e dal carattere superindividuale. Per il secondo aspetto, misurarsi con le pratiche significa interrogare una teoria semiotica della narratività, ponendo in dialogo le radici antropologiche e linguistiche della disciplina. Per questo, il volume è un'indicazione forte verso una semiotica "in azione", con "osservazione partecipante". Postfazione Francesco Marsciani.
Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
Francesco Bonini, La democrazia non è mai conquistata per sempre
LA DISABILITA' TRA LETTERATURA E FILOSOFIA
rappresentazioni e percorsi per una antropologia interale
A cura di Calogero Caltagirone e Fabio Pierangeli
Calogero Caltagirone, Introduzione, La disabilità come “strutturale” antropologico
Marianna Gensabella Furnari, Disabilità e vulnerabilità: un approccio bioetico
Federica Millefiorini, La poesia di Pierluigi Cappello tra disabilità, ansia di conoscenza, viaggio letterario e riuso dei classici
Cecilia Spaziani, Casa Landau (1990) di Carmelo Samonà. Disagio mentale e dinamiche di relazione Io-Altro
Letteratura
Itala Tambasco, «Egli aveva creduto e credeva». La redenzione di Giuda in un racconto inedito di Joseph Tusiani
Storia
Antonio Scornajenghi, Il Partito Popolare Italiano e le elezioni del 1924. La candidatura di Giuseppe Spataro in Abruzzo-Molise
Filosofia
Lourdes Velázquez, La discriminazione di genere si riflette anche nell’intelligenza artificiale
Fabrizio Arena, Il problema dei modelli: André Gide e Friedrich Nietzsche
La ParoLa ai CLassici
Aldo Onorati, «Voi cittadini mi chiamaste Ciacco…»
Anniversari
Alberto Fraccacreta, Nell’opera di Paolo Volponi. Intervista a Salvatore Ritrovato
In ricordo di Romano Guardini
Raffaele Vacca, La solitudine di Romano Guardini
Rassegna bibliografica - teologia
Pasquale Bua, Ancora e ancora sinodalità: il punto sul cammino in corso
Recensioni critiche
Fabio Pierangeli,Calvino mai visto. Il catalogo della Mostra della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, “Penetrare i misteri della gioia”. accabò di Isabella Becherucci
Chiara Ferri, Il tempo presente è “essere altrove”. Mutamenti e sfide del mondo digitale
La nostra biblioteca
Aldo onorati
Le organizzazioni sono caratteristiche pervasive e durevoli della nostra società, un ambiente quasi "naturale" in cui ci muoviamo e che sembra delimitare il raggio della nostra personale responsabilità. Una fenomenologia non naturalistica mostra che la questione della responsabilità individuale non è riducibile all'interrogativo circa la misura materiale dei doveri verso l'organizzazione, verso l'ambiente sociale e naturale. Riguarda invece anche e soprattutto il senso di quei doveri e regole procedurali, i modi cioè con cui la coscienza può e deve assumere una necessità obiettiva, materiale e spogliate d'ogni senso religioso. L'adozione della prospettiva del soggetto consente una visione non riduttiva della responsabilità individuale e delle strutture organizzative. Queste si rivelano reti di rapporti umani, dove è possibile il riconoscimento dell'altro come prossimo: è la base comune che permette di affermare insieme la responsabilità verso le organizzazioni e la libertà di spirito nei loro confronti.
Che relazione vi è tra esperienza religiosa e teologia? Una risposta, quanto mai attuale, è quella che emerge dalla ricerca del teologo ceco Vladimir Boublík (1928-1974) soprattutto attraverso il volume Teologia delle religioni che, a partire dalla categoria teologico-filosofica dell'esperienza religiosa, consente di comprendere il legame tra la teologia fondamentale e la teologia delle religioni. Quale Teologia delle religioni oggi la Teologia fondamentale è in grado di delineare e proporre alla Chiesa e al mondo? Lo studio del pensiero Vladimir Boublík spinge verso una "teologia dell'ospitalità" che - partendo dall'esperienza religiosa connaturale all'uomo come un fattore peculiare della sua storia e della sua cultura - approdi a una ferma certezza: la coesistenza nel dialogo è una necessità. Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione? Sono le questioni che traspaiono già nell'opera di Boublík all'indomani del Concilio. Sono tali questioni, nella loro forza di coinvolgimento, che hanno generato il senso - primo ed ultimo - del nostro studio.