Perché un libro come questo? Per chi? Sono domande che ci siamo posti quando è stato chiesto di pubblicare in forma scritta alcune delle omelie registrate di don Pietro Cesena, che da alcuni anni vengono ascoltate un po' in tutta Italia (e anche altrove). Il libro nasce dalla insistenza dei molti che hanno scritto lettere affinché di queste parole, che hanno dato speranza a tanta gente negli ultimi anni, resti la memoria scritta, nella speranza che possano fare ancora un po' di bene. Le parole qui trascritte parlano la lingua della gente comune e illuminano con la Parola di Dio la quotidianità della vita di ogni giorno. Ogni mercoledì mattina, il don approfondisce, insieme a diverse persone, il Vangelo della domenica successiva in una bellissima cripta dedicata allo scrutare le Sacre Scritture. Qui il Vangelo proclamato nell'Assemblea, e accolto nell'intimo dei fratelli presenti, si fa carne, concretezza per la vita; e questa esperienza ha il potere di trasformare la situazione esistenziale di chi ascolta. Quello che viene riportato alla domenica è frutto di questa preparazione e dell'eco scaturita dall'incontro con i fratelli presenti. Chi potrà apprezzare questo scritto? Sicuramente chi si sente escluso dalla Chiesa e dall'amore di Dio, non degno e peccatore, ma che è alla ricerca di un punto fermo per dare certezza al proprio destino. Queste sono omelie di un peccatore che ha trovato in Gesù Cristo il perdono e il richiamo quotidiano alla possibilità di essere una nuova creatura. Se queste parole potranno aiutare qualcun altro, potremo dire che la fatica non è stata vana.
Nell’odierno ambito ecclesiale non è inconsueto doversi confrontare con mentalità e orientamenti contrastanti in merito al modo di concepire e attuare la liturgia. C’è chi sostiene che la liturgia codificata dalla Chiesa dovrebbe essere considerata alla stregua di un semplice canovaccio da adattare alle esigenze del momento e chi la ritiene immodificabile. Altri ancora pensano che la riforma realizzata dopo il Vaticano II sia per se stessa illegittima e fallimentare. Questa situazione di precarietà sembra favorire un atteggiamento di sfiducia nei confronti del Magistero e compromettere la formazione liturgica.
L’Autore della presente riflessione intende dimostrare come la preghiera della Chiesa non possa essere oggetto di manipolazioni arbitrarie e come la vigente forma liturgica sia coerente con lo sviluppo storico della liturgia romana.
«Guardando alla storia bimillenaria della Chiesa di Dio, guidata dalla sapiente azione dello Spirito santo, ammiriamo, pieni di gratitudine, lo sviluppo, ordinato nel tempo, delle forme rituali in cui facciamo memoria dell’evento della nostra salvezza. Dalle molteplici forme dei primi secoli, che ancora splendono nei riti delle antiche Chiese di Oriente, fino alla diffusione del rito romano; dalle chiare indicazioni del Concilio di Trento e del Messale di san Pio V fino al rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II: in ogni tappa della storia della Chiesa la Celebrazione eucaristica, quale fonte e culmine della sua vita e missione, risplende nel rito liturgico in tutta la sua multiforme ricchezza » (Benedetto XVI).
Don Enrico Finotti, nato a Rovereto (TN) nel 1953, dopo il liceo ha seguito gli studi teologici presso il Seminario Diocesano di Trento. Ordinato sacerdote nel 1978, è attualmente parroco a Rovereto. Collabora con l’Ufficio Liturgico Diocesano di Trento nei percorsi di formazione liturgica. È curatore della rivista Liturgia «culmen et fons». Ha tra l’altro pubblicato: L’anno liturgico. Mistero, grazia e celebrazione e La centralità della Liturgia nella storia della salvezza.
Le reliquie sono tra gli oggetti più venerati al mondo: la Sindone, la Vera Croce, la Lancia di Longino, la Casa della Madonna o la testa di Giovanni Battista. Nel Medioevo, le reliquie determinavano guerre e compivano miracoli strabilianti. Tra i fedeli ispiravano paura e speranza. In questa ricerca, Antonio Lombatti affronta le numerose questioni storiche del culto da un punto di vista filologico: analizza i resoconti dei cronisti, le testimonianze dei credenti fino ad arrivare alle ammissioni dei falsari. Viene illustrato un fenomeno che può contare, ancora oggi, su astuti trafficanti che vendono reliquie false su Internet come le piume dello Spirito Santo, le ossa dei Re Magi o i canini di santi inesistenti. È un viaggio tra storia e leggenda, tra devozione popolare e superstizione che passa in rassegna oggetti incredibili: dalle pantofole di San Giuseppe ai raggi della Stella Cometa, dal latte della Madonna all’abbecedario di Gesù Bambino, dalle impronte delle sue natiche fino ad arrivare alle gambe di Sant’Amadour, il domestico della Sacra Famiglia a Nazareth.