Il libro ricolloca, a valle di ricerche storicamente e filologicamente fondate, Giacomo Farelli nell'orizzonte artistico del suo tempo, mettendo a fuoco la notevole posizione sociale e professionale del pittore. Cavaliere dell'Ordine di Malta e per vari anni Governatore della Città dell'Aquila, Farelli fu un artista molto stimato dai suoi contemporanei, attivo con successo a Napoli, in Abruzzo, nel Meridione continentale e a Pisa; e registrato in antichi inventari di collezioni in Spagna, in Germania e in Francia.
Un libro su uno dei più antichi monumenti superstiti nell'Insula episcopalis di Napoli (il battistero di San Giovanni in Fonte, a Napoli), e i suoi mosaici.
Dire che questo libro "colma una lacuna" può sembrare un luogo comune, ma risponde come raramente a verità in questo caso. Infatti, all'interno della pur sterminata bibliografia sulla pittura fiorentina del '400 mancava un'opera, come la presente, che prendesse in esame, in stretta relazione tra loro, la realtà sociale, le teorie artistiche e la pittura dell'intero arco del secolo e soprattutto che ponesse sullo stesso piano di indagine sia i pittori più famosi che quelli meno conosciuti, restituendo il vero volto dell'arte pittorica a Firenze nel XV secolo, quando le grandi novità della nuova stagione umanistica convivono per tutto il periodo con la tradizione tardo trecentesca e di bottega.
Nell'anno del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, l'autore pubblica una nuova edizione delle tradizionali visite al Santissimo Sacramento di Sant'Alfonso.
Questo libro nasce dall’incontro fortuito tra Irene Spadacini, laica, e Marcello Stanzione, sacerdote: figure complementari con in comune la passione per gli angeli. Tra la pittrice e ritrattista romana ed il parroco salernitano, è nata una collaborazione che ha portato alla realizzazione di questo volume. Il risultato è un libro completo, adatto alla visione sia dei credenti, che vedono gli angeli come un tramite tra Dio e l’uomo, sia dei laici, che vedono negli angeli il tramite tra la vita e la morte. La passione per gli angeli, che è comune alle più diverse persone, è la prova che questi spiriti sono una nostra esigenza, rappresentano il desiderio di avere sempre qualcuno accanto, la necessità di avere qualcuno cui rivolgersi. Sono figure che esorcizzano la nostra paura più grande: quella di essere soli. E l'arte è riuscita in questo intento. Gli angeli continueranno inevitabilmente ad esistere ed a seguire il percorso dell'umanità, perché il fascino che queste figure esprimono agli occhi dell'uomo è senza tempo e senza confini religiosi.
Uno studio per scoprire la figura e l'opera dell'Apostolo delle Genti, attraverso selezionate opere d'arte custodite dalle Istituzioni culturali della Santa Sede.
Il catalogo della mostra Nicola da Guardiagrele, orafo tra Medioevo e Rinascimento. Le opere - I restauri, a cura di Sante Guido, è stato l’occasione di raccogliere i più recenti studi di molti studiosi della materia. Il volume si apre con un intervento di Ezio Mattiocco sulla produzione orafa in Abruzzo nel periodo immediatamente precedente l’opera di Nicola. Quindi si analizzano le prime opere in mostra, tutte appartenenti al primo periodo della produzione negli anni 1410-1420. Il breve ma importante testo di Elisabeth Taburet-Delahaye permette di portare l’attenzione su un'opera di Nicola conservata nel Museo di Amiens, ma della quale la storiografia italiana del Novecento ignorava l’esistenza. Valentino Pace tratteggia la situazione storiografica e analizza con dovizia di nuovi raffronti importanti opere come le custodie eucaristiche di Francavilla al Mare e di Atessa e la bellissima croce di Santa Maria Maggiore a Lanciano. Infine Mons. Crispino Valenziano presenta una magistrale lettura ed interpretazione teologico-liturgica delle due custodie.
Il volume prosegue con una seconda parte relativa alle opere del periodo 1431-1451, nel quale lo stile di Lorenzo Ghiberti, espresso nella celeberrima Porta Nord del Battistero di Firenze, condiziona l’intera produzione del maestro abruzzese. Mattiocco presenta il paliotto della cattedrale di Teramo, opera scelta come esemplificativa della svolta fiorentina. Aldo Galli analizza, con abbondanza di particolari e puntuali raffronti, le citazioni di Nicola dell’opera di Ghiberti. Serena Romano propone, aggiornandoli, i suoi studi sugli smalti del guardiese come mezzo per illustrare i rapporti tra l’orafo e la produzione pittorica contemporanea. Gina Lullo ricostruisce quindi, apportando nuove segnalazioni, la storia e la produzione scultorea di Nicola. Alessandra Rodolfo presenta alcuni documenti inediti sulla croce di San Giovanni in Laterano, l’ultima a noi giunta dell’intera produzione del maestro. Il volume si conclude con il saggio di Benedetta Montevecchi, che analizza l’eredità dell’arte di Nicola nella produzione orafa.
Tutti i testi sono intervallati da fascicoli fotografici che illustrano, con eccezionali riproduzioni, le opere del Maestro di Guardiagrele.