Guido liturgico pastorale 2020 - 2021 per le diocesi di Roma
Guida Liturgico Pastorale dall’Avvento 2018 a Novembre 2019
Dalla presentazione:
Il nuovo anno liturgico ci offre la possibilità di ripensare il nostro rapporto con il tempo, comprendendolo come dono.
È ancora Papa Francesco a consigliare due strumenti di orientamento: il primo è il discernimento, che ci consente di accettare e valorizzare le varie età della vita, le condizioni nelle quali ci troviamo, il contesto (familiare, lavorativo, sociale, ecclesiale) nel quale siamo posti e riconoscere che queste sono le coordinate spazio-temporali della mia salvezza, qui si apre un enorme spazio di possibilità e di occasioni per costruire il bene. Il secondo è la speranza. E l'anno liturgico inizia proprio con il tempo della speranza: l'Avvento. Il Signore è già venuto, è entrato nel tempo, ha redento la storia dall'interno della storia, diventandone persino lo spartiacque. Questo dato di fatto fonda la speranza cristiana: il Signore verrà perché è già venuto. Anzi, a ben vedere, egli viene ogni giorno, entra nella nostra vita, ci offre continue occasioni per unirci a lui, per vivere in lui, per pregustare fin da ora la pienezza della vita che ci attende in cielo.
La prima Parola che Dio ci rivolge la prima domenica di questo ciclo C del lezionario è pronunciata dal profeta Geremia: «Ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda [...] In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia». La profezia si compie in Cristo e questo compimento ci è trasmesso nella Chiesa attraverso la liturgia: il tempo del cristiano viene così trasfigurato, il credente rinnova la speranza e scopre una gioia più profonda di ogni turbamento.
Tra pochi giorni la Chiesa annovererà ufficialmente tra i santi la grande figura di Papa Paolo VI. Possiamo entrare nel nuovo anno liturgico accogliendo l'invito con cui il santo pontefice chiudeva l'esortazione sulla gioia cristiana nel 1975 e che mantiene una grande attualità: «Questo sguardo positivo sulle persone e sulle cose, frutto d'uno spirito umano illuminato e dello Spirito Santo, trova presso i cristiani un luogo privilegiato di arricchimento: la celebrazione del mistero pasquale di Gesù. Nella sua passione, morte e risurrezione il Cristo ricapitola la storia di ogni uomo e di tutti gli uomini, col loro peso di sofferenze e di peccati, con le loro possibilità di superamento e di santità. Perciò la nostra ultima parola in questa Esortazione è un appello pressante a tutti i responsabili e animatori delle comunità cristiane: non temano di insistere, a tempo e fuori tempo, sulla fedeltà dei battezzati a celebrare nella gioia l’Eucaristia domenicale. Come potrebbero essi trascurare questo incontro, questo banchetto che Cristo ci prepara nel suo amore? Che la partecipazione ad esso sia insieme degnissima e gioiosa! È il Cristo, crocifisso e glorificato, che passa in mezzo ai suoi discepoli, per trascinarli insieme nel rinnovamento della sua risurrezione. È il culmine, quaggiù, dell'Alleanza d'amore tra Dio e il suo popolo: segno e sorgente di gioia cristiana, tappa per la Festa eterna» (Gaudete in Domino, conclusione).
Il Signore benedica e sostenga il nostro cammino in un nuovo anno di grazia.
Angelo Card. DE DONATIS Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Presidente della Conferenza Episcopale Laziale
Roma, 14 settembre 2018 Festa dell’Esaltazione della santa Croce
Guida Liturgico Pastorale dall’Avvento 2017 a Novembre 2018
Dalla presentazione:
Il nuovo anno liturgico si apre con il grido di Isaia che ascoltiamo nella prima lettura della Messa della prima Domenica di Avvento. Il profeta dà voce non solo alla supplica del popolo di Israele, ma anche a quella della nostra comunità di credenti che cammina incontro al Signore confidando nella sua presenza: «Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!».
Chi ha sperimentato la dolcezza della presenza del Signore non ne sopporta la privazione, l'apparente lontananza, e nelle mutevoli circostanze della vita, che spesso sembrano portare lo stigma dell'assenza di Dio, non cessa di invocarlo, ben sapendo che il Signore tornerà perché è già venuto e ha risollevato l'umanità dalla sua condizione
La Chiesa, come il profeta, fonda la sua supplica su una salda certezza: «Signore, tu sei nostro padre». Vivendo ogni giorno alla presenza di Dio, continua a invocarlo con filiale abbandono alla sua santa volontà.
L'Anno Santo Straordinario della Misericordia ha accresciuto in noi una duplice consapevolezza: Dio è Padre di misericordia per tutti gli uomini e, per questo, ogni credente deve essere misericordioso verso il prossimo. Papa Francesco lo ha ricordato più volte in questi mesi: essere "misericordiosi come il Padre".
Siamo, infatti, i beneficiari dell'amore fedele del Padre, che la Scrittura fa assomigliare al "seno materno" e chiama "misericordia", un amore che ci dona la dignità di figli di Dio e ci apre la porta - davvero santa - della vita eterna. Dio Padre ama ogni uomo fino a donare il Figlio Unigenito e insieme con il Risorto invia lo Spirito che guida e anima la Chiesa lungo i secoli.
L'anno liturgico non si limita a ricordare i grandi eventi della storia della salvezza, li attualizza e ci permette di viverli sempre di nuovo e di sperimentarne l'efficacia salvifica. L'Avvento ci ricorda l'attesa carica di speranza del ritorno glorioso del Signore, una speranza ricca di fiducia che, come si sono adempiute le antiche promesse, giungerà a compimento la promessa di Cristo di ritornare alla fine del mondo. Nel tempo di Natale contempliamo i cieli aperti e il Dio invisibile che ci viene accanto nel Bambino di Betlemme " nato per noi"; in Lui il Padre si specchia e si compiace. In Quaresima, riconoscendoci segnati da infedeltà, fragilità e peccato, ci è offerto di incontrare di nuovo l'amore fedele, paziente e misericordioso del Padre. Incessante e fiduciosa si fa la preghiera: "Perdona il tuo popolo, Signore". La certezza dell'amore che rigenera illumina il tempo pasquale e la Chiesa esulta, insieme a tutta la creazione, per la risurrezione del suo Signore, vincitore del peccato e della morte. Quella stessa salvezza che lo Spirito Santo, inviato nel giorno di Pentecoste sugli Apostoli e continuamente effuso sul popolo credente, non cessa di rendere viva e operante nel quotidiano pellegrinaggio verso la patria eterna. La misericordia che penetra e accompagna tutta la nostra vita dell'amore misericordioso del Padre per ogni uomo nostro fratello.
Quest'anno le letture domenicali seguiranno il ciclo A, che nel tempo di Quaresima ha una profonda impronta battesimale. Che in misura crescente e gioiosa possiamo credere e amare che Gesù Cristo è l'acqua viva, la luce che rischiara le tenebre, la vita che vince il peccato e la morte. E la grazia del Giubileo faccia fruttificare i doni ricevuti, testimoniare godere l'amore fedele e inesauribile del Padre.
Presentazione del Card.
Agostino Card. Vallini
Il nuovo anno liturgico coincide con il Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco per rendere <<più forte ed efficace la testimonianza dei credenti>> (Misericordiae Vultus 3). L'Anno Santo è un evento straordinario che si innesta nell'anno liturgico con i suoi tempi, le sue feste e memorie, il suo scorrere quotidiano e ordinario: un anno celebrato e vissuto contemplando con rinnovato stupore e gratitudine il volto di Cristo come concreta manifestazione della misericordia di Dio Padre