San Charbel Makhluf è un santo libanese, vissuto nel XIX secolo, che ha lasciato attoniti gli studiosi, perché, dopo la sua morte, il suo corpo incorrotto prese a trasudare sangue, fatto inspiegabile da qualsiasi punto di vista scientifico. Se il corpo umano contiene circa cinque litri di sangue, come fu possibile che il corpo di Charbel abbia cominciato a perdere un litro di sangue all'anno per i successivi sessantasette anni? Da dove veniva questo liquido misterioso grazie al quale si producevano miracoli meravigliosi? Inoltre, nonostante fosse morto, il nostro santo continuava a sembrare vivo: capelli e unghie non caddero e il suo corpo continuò a mantenere la sua flessibilità naturale.
San Charbel apparteneva all'Ordine dei Maroniti; trascorse sedici anni della sua vita nel convento di Annaya e gli ultimo ventitré come eremita nell'Eremo dei Santi Pietro e Paolo.
Il fatto qui esposto ha un'importanza eccezionale. L'originale è in lingua tedesca; tante edizioni sono state eseguite in altre lingue. Sono pagine svelte e terribili e raccontano un tenore di vita in cui vivono molte persone dell'odierna società. La misericordia di Dio, permettendo il fatto qui narrato, solleva il velo del più spaventoso mistero che ci attende al termine della vita. Ne sapranno approfittare le anime?
Santa Gemma Galgani è una delle sante più straordinarie della storia della Chiesa. Visse sulla propria pelle la Passione di Gesù Cristo, dalle ferite a piedi, mani e costato alla flagellazione, dalla corona di spine al sudore di sangue. Ebbe inoltre una relazione personale molto stretta con Gesù, con la Vergine e con San Gabriele dell'Addolorata, che le apparivano con frequenza. Anche il demonio le appariva frequentemente. Dio lasciava che la tentasse, perché Gemma potesse così ottenere più meriti nel suo cammino verso di lui.
Morì a 25 anni, piena di meriti e santità.
Dice l'Eterno Spirito: "Io ero quando nulla era ed Io sarò quando rimarrà unicamente il Cielo. Io sono l'ispiratore della creazione dell'uomo al quale fu donato il mondo per sua delizia, il mondo in cui, dagli oceani alle stelle, dalle vette alpine agli steli, è il mio sigillo. Io sarò che porro sulle labbra dell'ultimo uomo la suprema invocazione: "Vieni, Signore Gesù".