Non si può pensare al recupero della politica senza il recupero della dignità della persona umana e della sua centralità rispetto al mondo ed alla storia. Fare politica coincide con lo stare nella vita, nel mondo, nella società, nelle istituzioni. Con tutte le preoccupazioni, disagi, interessi, bisogni. Nobilitare la politica non è impresa disperata; piuttosto, è una navigare in acque agitate che richiede passione e rispetto. Anche speranza, che è in fondo, desiderio di andare oltre, di aspirare ad altro, di tendere a qualcosa di meglio. L'Autore non teme di aprire i confini della politica alla trascendenza. Trova, invece, le motivazioni più profonde per l'impegno e l'azione politica nella missione ad essere pienamente cittadini, presenti qui, oggi, nella storia, guardando ad una vita altra.
C'è, infatti, una modalità di fare politica - che non fu certo del solo La Pira, ma che lui visse in maniera del tutto essenziale - che deve essere riconsegnata alle giovani generazioni: la politica, cioè, come la capacità «di proporzionare le risorse ai bisogni», secondo il programma che La Pira espresse nel suo primo discorso da Sindaco di Firenze, e come è riaffermato spesso nelle pagine di questo libro. La politica è la capacità degli uomini, della loro intelligenza e della loro volontà, di trovare le risorse per risolvere i problemi degli ultimi. È decisivo, quindi, imparare che il problema degli altri è il mio. Giorgio La Pira lo aveva imparato ad una scuola speciale, quella della eucarestia celebrata coi poveri. È commovente che Giulio Andreotti, ormai molto anziano, riconosca - come si capisce da queste pagine - in La Pira un suo maestro di vita proprio per averlo coinvolto nella messa coi poveri.
In un tempo in cui ci si accontenta sempre più del minimo e si cerca il facile, gli scritti di Paolo VI e di Andreotti suggeriscono un diverso stile, "il primato della qualità", come meta ideale le cose difficili. Non sono gli atti clamorosi, gli eroismi spettacolari a fare grande un uomo, ma l'umile e costante impegno nella vita di tutti i giorni.
La scoperta della profonda valenza politica insita nell’auspicio di una civiltà dialogica, deve riconoscere a tutti la piena libertà d’espressione, la piena partecipazione politica, le condizioni affinché esse siano effettivamente fruibili. Attraverso questa scoperta si passa dalla presenza e dall’azione al dialogo.
Dal dialogo alla convivenza universale, verso una società che possa diventare effettivamente globale e civile. È la scoperta del valore e della supremazia del dialogo, non solo quale strumento metodologico, bensì quale stile di vita. prassi, ethos: la vita stessa come dialogo. Nasce una nuova sfida: capire se alla prevalente attuale concezione della politica, scomposta, aggressiva, sopraffatta da assordante rumore, generante disagio, possa opporsi, favorendola, una politica costruita attraverso il dialogo vero: silenzio ed ascolto sono elementi imprescindibili.
La nuova sfida è quella di contribuire a dare nuovo vigore ad una nuova e diversa cultura educativa, che vede, nel rispetto dell’altro e nel dialogo, gli strumenti per una civile e produttiva convivenza.
L´Autore:
Eugenio Scagliusi, avvocato cassazionista, autore di diversi studi ed articoli sui temi della bioetica e della politica quale impegno quotidiano nella "polis", ha già pubblicato "La politica... una idea" Ed.VivereIn, 2007.
Il presentatore:
Gaetano Quagliariello, Senatore della Repubblica dal 2006, è attualmente Vicepresidente vicario del PdL. Docente di Storia Contemporanea alla LUISS, collaboratore di diversi giornali e riviste, oltre che direttore di diverse collane, è Presidente Onorario della Fondazione Magna Carta, che ha contribuito a fondare.