Quale futuro per la Chiesa cattolica in Europa? Tra il 1986 e il 1993, mentre l'Europa cambiava il proprio assetto politico, Carlo Maria Martini fu presidente del Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa e cercò di rispondere a questa domanda insieme ai vescovi di alcune grandi città europee, tra cui Godfried Danneels, Basil Hume e Karl Lehmann. Il libro, attraverso documenti inediti, traccia il dibattito interno alla Chiesa cattolica europea su tre grandi temi: il dialogo ecumenico, il significato di "nuova evangelizzazione" dell'Europa, l'attuazione della collegialità episcopale. Martini e il gruppo di San Gallo trovarono infatti nel Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa un luogo dove elaborare un progetto di Chiesa in dialogo con la modernità, senza atteggiamenti di condanna, capace di proporre una fede vissuta da cattolici adulti in una società plurale. Quella del gruppo di San Gallo rimase però una linea minoritaria, che trovò crescenti opposizioni nella curia romana fino a essere scartata come opzione per il futuro della Chiesa in Europa.
Il libro ricostruisce la presenza e il ruolo del Movimento dei Cristiano Sociali, attivo dal 1993 al 2017, nella vita politico-istituzionale e culturale-religiosa italiana. I padri del movimento, Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti, con il contributo di personalità come Carlo Alfredo Moro e Pietro Scoppola, intesero offrire uno sbocco politico nuovo a una presenza sociale e civile di credenti prevalentemente impegnati in organizzazioni come la Cisl, le Acli, l'Azione Cattolica, l'Agesci, Confcooperative e nel mondo del volontariato. Dopo la scelta di campo per i Progressisti, alla vigilia delle elezioni del 1994, contro l'idea di un centro cattolico equidistante tra i due schieramenti, i Cristiano Sociali hanno partecipato da protagonisti all'esperienza dell'Ulivo e hanno contribuito alla costruzione dei Democratici di Sinistra, come formazione politica unitaria e plurale della sinistra italiana. In Parlamento, nelle amministrazioni locali e nella società hanno svolto un importante ruolo sui temi della pace, del lavoro, delle politiche sociali, della sussidiarietà, dello sviluppo del Terzo settore, della famiglia, dei diritti civili, della libertà religiosa e della laicità. Hanno dato, infine, un contributo significativo alla fondazione e al consolidamento del Partito Democratico, da loro sempre pensato come casa comune dei riformisti, nella quale fare fruttare ricchezza di culture e di storia, di risorse umane, di competenze e di sensibilità. Conseguito lo scopo dell'unità dei riformisti, è maturata la decisione di sciogliere il movimento politico organizzato, per proseguire - fino al 2017 - come associazione di cultura politica.