Tanti cristiani da sempre amano venerare e raffigurare Cristo da bambino. Questo libro è un’esplorazione nella storia del culto al Bambin Gesù.
Già ai tempi di san Girolamo la grotta di Betlemme era meta di venerazione e grandi artisti lo hanno raffigurato: da Mantegna a Guido Reni, da Zurbarán a Dalí. San Francesco si emozionava nell’evocarlo; Erasmo di Rotterdam gli dedicò un poema e sant’Alfonso Maria de’ Liguori gli compose ninne nanne. Santa Teresa di Lisieux volle chiamarsi «di Gesù Bambino»; Edith Stein lo sentiva vicino nel campo di sterminio; Padre Pio se lo vide apparire. San Josemaría Escrivá gli diceva: «Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me». E san Giovanni Paolo II: «Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli».
In quale salsa Gesù intinse il boccone che offrì a Giuda? A che ora ebbe inizio l'ultima cena? Chi la cucinò? Pesce, agnello o maiale? Arrosto o bollito? Vino bianco o vino rosso? Quali inni cantarono Gesù e gli apostoli dopo aver mangiato? Seduti o sdraiati? Chi pagò il conto? Quante Ultime cene con gamberi ci sono nelle chiese del Trentino? Quante ciliegie dipinse il Ghirlandaio nei cenacoli fiorentini? È vero che Leonardo era vegetariano? E perché riempì di anguille i piatti del suo Cenacolo? Chi fu l'unico artista a raffigurare la Pasqua ebraica? Perché Giuda veste di giallo? E perché ha i capelli rossicci? Che cos'è il "gomito rinascimentale"? Da dove arrivarono i gatti che compaiono sotto la tavola dei Cenacoli? Per quanti minuti deve riposare l'impasto degli azzimi? Perché i grilli sono puri? E perché le lumache no? Di quanto sono aumentate le porzioni della sacra cena negli ultimi mille anni? Chi ha dipinto la pagnotta più grande? Perché quasi tutti gli artisti hanno riempito di coltelli la mensa di Gesù? In quale Ultima cena appare il primo tovagliolo della storia dell'arte?
L'arte occidentale degli ultimi duemila anni ha contratto nei confronti della fede cristiana un debito che difficilmente potrà ripagare; tale debito, va detto, è reciproco, e i capolavori custoditi nelle chiese e nei musei sono stati spesso vessilli e voce del messaggio di Cristo e hanno contribuito alla sua diffusione e alla sua comprensione. Il volume mostra questo profondo legame tra il mondo dell'arte e il cristianesimo, con la consapevolezza che per interpretare correttamente i capolavori artistici a tema religioso sia imprescindibile affiancare allo sguardo sensibile e analitico dello storico dell'arte la voce partecipe e profonda del teologo. I capitoli sono divisi in due parti: nella prima sono proposte le esegesi di alcuni passi significativi della Bibbia, nella seconda seguono i commenti storico-artistici di grandi opere d'arte raffiguranti quei passi: "La Creazione di Adamo e di Eva", "La "Sacra Famiglia" e "Il Giudizio Universale" di Michelangelo, "L'Annunciazione del Beato Angelico", "La Natività padovana" di Giotto, "Il Battesimo di Cristo" di Piero della Francesca, "La Vocazione di san Matteo" e "La Cena in Emmaus" di Caravaggio, "La Trasfigurazione di Raffaello", "L'Ultima Cena" di Leonardo da Vinci, "Il Crocifisso" di Cimabue, "Il Cristo morto" di Mantegna.