Inviso agli ustase di Ante Pavelic, ai nazisti, ai fascisti, ai cetnici e ai comunisti di Tito, l'arcivescovo di Zagabria Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960) non ebbe né le doti di un raffinato politico, né le astuzie di un faccendiere, né i tatticismi di uno stratega di partito, né l'irruenza del fazioso. Egli operò per difendere la Chiesa da eventi che travolsero la Croazia. Oggi, nuovi documenti ne mettono in luce la condanna del razzismo, le denunce dei crimini, la difesa dei perseguitati, le operazioni umanitarie. Affrontò carcere e domicilio coatto per essersi opposto al tentativo statale di assoggettare la Chiesa croata al comunismo di Tito. Creato cardinale, scelse di rimanere nel luogo ove era stato relegato. Morì prima di affrontare un secondo processo.
Odete Vidal Cardoso (1930-1939) appartenne a una delle più ricche famiglie di Rio de Janeiro. Nessuno però la ricorda per questo: la sua tomba nella Basilica della Immacolata Concezione è costantemente ricoperta di fiori da persone di ogni ceto sociale.
«Ciò che più mi impressionava in quella straordinaria bambina era il suo ardente desiderio, fin da quando ebbe l’uso della ragione, di farsi santa. Per lei farsi santa significava amare infinitamente Nostro Signore, desiderio che manifestò in ogni momento della sua vita. Il Signore, secondo il Suo misterioso disegno, manifestò in questa bambina, dopo i suoi tre anni, la sua predilezione e Odetinha corrispose a quel che Dio aveva prestabilito. Chiedeva alla madre, che quotidianamente partecipava alla Santa Messa, di portarla con lei, anche se fosse di mattina presto, per potersi stringere a lei dopo che aveva ricevuto la Santa Comunione, perché diceva che in questo modo poteva abbracciare Gesù». Così ha raccontato monsignor Alfir Barreto Araújo, che ha frequentato la famiglia di Odette sin dal 1934, prima come giovane seminarista e poi come sacerdote.
Cosa c’era in quella bambina da renderla tanto speciale da poterla annoverare tra le piccole mistiche dei nostri tempi?
La biografia di Odetinha, come veniva chiamata, ne ricostruisce l’esistenza terrena, basandosi su testimonianze di quanti l’hanno conosciuta, e ci restituisce la singolare figura di bambina precoce nella fede. Infatti come nelle varie arti sono esistiti, ed esistono, i bambini precoci, i piccoli geni, così è avvenuto, e avviene, per la fede. Dimostrò nella breve vita una maturità che la portò a ripetere, sul letto di morte: «Mio Gesù, mio Amore, mia vita, mio tutto!».
Il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, ha dichiarato che Odetinha «è un segno per rendersi conto che in ogni epoca dell’umanità e in ogni momento della nostra vita si ha l’opportunità di santificarsi».
L'autrice, dall'analisi delle opere di Enrico Suso, trae le linee portanti della spiritualità di questi ed evidenzia come Suso sia un testimone significativo della teologia spirituale e dell’esperienza mistica, così importante nella letteratura tedesca del XIV secolo.
Questo mistico si inserisce a pieno titolo nella storia del movimento spirituale ed ha sviluppato forme di mistica profondamente vissute che toccano direttamente la dottrina dell’Amore di Dio.
Per queste ragioni risulta moderno ed attuale e la sua esperienza può essere riproposta anche oggi.
La concomitanza di due eventi: la beatificazione di Teresio Olivelli, martire della Resistenza (3 febbraio 2018, Diocesi di Vigevano) e la commemorazione del centenario della nascita del filosofo Alberto Caracciolo (San Pietro di Morubio - VR, suo paese natale, 21 gennaio 2018) ha riportato alla luce una vicenda lontana nel tempo, ma tuttora densa di significati e degna di essere ricordata. La forza morale, l'intensità di vita, l'alto senso di carità che illuminano la vicenda terrena di Teresio Olivelli possono infatti essere di aiuto come esempio capace di orientare in modo più profondo l'esistenza degli uomini d'oggi, certamente più sfiduciati e forse più inclini a una prospettiva laica, ma pur sempre alla ricerca di un senso fondamentale del vivere.
Nato nel 1825 da una famiglia di antica nobiltà: piemontese, partecipa da giovanissimo, come ufficiale, alla Prima guerra di indipendenza. Alla Sorbona di Parigi studia poi scienze naturali. Entra in contatto con i membri della Conferenza di San Vincenzo e conosce Federico Ozanam. Tornato a Torino, nel 1853 lascia definitivamente la carriera militare e, senza dimenticare gli interessi scientifici, comincia a interessarsi ai problemi sociali della città:, diventando il fulcro di una serie di iniziative efficaci e spesso originali. Ordinato sacerdote a Roma, morirà: a Torino nel 1888.
Il libro si presenta come la raccolta dei pensieri contenuti nel diario di Giovanna, una giovane donna sposata e madre di due bambini che, dopo una dolorosa malattia, nasce al Cielo il 28 luglio 2008, appena trentasettenne. Il fratello di Giovanna, Domenico, ne ha raccolto i pensieri affinchè la sua esperienza rappresenti la testimonianza di un grande dolore vissuto nella fede di Cristo e nella speranza della vita eterna.
Michele Guzzardi racconta la sua conversione avvenuta in carcere, l'impulso instancabile nel darne testimonianza, l'impegno straordinario del movimento ecclesiale "Rinnovamento nello Spirito Santo" all'interno degli istituti penitenziari. Parole che commuovono, interrogano, spingono a portare il Vangelo di Cristo nella grande e complessa periferia del carcere, spesso dimenticata, ma così ricca di sorprendente umanità.
In questo volume si presenta la parte più significativa della documentazione ufficiale sulla quale si è fondato il giudizio della Chiesa circa la santità di Mariam di Gesù Crocifisso. Ripercorrendo le tappe del processo di beatificazione di Mariam Baouardy e le dichiarazioni di numerosi testimoni, emergono i tratti delle sue virtù, che fanno risaltare con ricchezza e precisione la «risposta cosciente e irrevocabile alla sua vocazione di santità» (Giovanni Paolo II). In fondo al volume, si trovano il "Breve" di beatificazione e la "Bolla" di canonizzazione.
Sono trascorsi ormai trent’anni dalla morte di Andrea Mandelli, eppure la memoria della sua breve esistenza è ancora viva.
Quarto di sette fratelli, cresce in un ambiente familiare e comunitario molto vivo, che desta in lui molteplici interessi e una inesauribile passione di vita. Tutto lo interessa, tranne lo studio. Per questo i genitori lo iscrivono all’Istituto Sacro Cuore di Milano. Di lì a poco emergono i sintomi di una malattia che diventa la circostanza attraverso la quale realizzare il suo più profondo desiderio: diventare santo.
Sorprendentemente la malattia lo rende ancora più intenso, teso a vivere pienamente ogni incontro e ogni istante: «Io da questa malattia ho imparato l’obbedienza a Gesù, perché non posso decidere quello che faccio nel giro di un’ora. Perché se mi viene la febbre non posso fare quello che avevo deciso. E così ho imparato ad obbedire a Gesù in ogni momento».
Fino a una totale consegna di sé, come scrive agli amici pochi giorni prima di morire: «Carissimi, a cosa serve la vita se non per essere data? Io adesso sono a completa disposizione. Non devo più decidere. Ma a questo punto è tutto nelle Sue mani. Voglio concludere ogni cosa per poter non far altro che aspettare».
È vero che il linguaggio mistico sia il più idoneo a parlare di Dio nel nostro tempo? Tra teologia e mistica non dovrebbe esserci un fecondo dialogo? Le pagine del libro ci aiuteranno a trovare risposte a queste domande. Il presente volume vuol contribuire a far chiarezza sulla missione e sul messaggio di speranza di Giuseppina Bonavita. Specialmente quello che, quando si è uniti a Dio, si può vivere anche il dolore come un’esperienza d’amore.
Nonostante l’apparente normalità, è una persona speciale. È chiamata a portare la croce di Gesù per un progetto d’amore a favore di tutti gli uomini. Lei aderisce con serena compostezza e senza condizioni. Amica di tutti. Col suo fare discreto e tenero, insegna come amare Dio e il prossimo e a vivere in coerenza con il Vangelo.
Si fece un silenzio denso, interrotto solo dal volo di un moscone che solcava lo spazio soffocante dell’ufficio. «Nguyen Van Thuan ti abbiamo fatto portare qui perché sei colpevole di causare problemi al Governo del popolo sovrano del Vietnam. Sei accusato di propaganda imperialista e di essere un infiltrato delle potenze straniere». È il 1975. Con queste parole François Xavier Nguyen van Thuan, da poche settimane nominato arcivescovo coadiutore di Saigon (Hochiminhville, Vietnam), viene accusato di tradimento e arrestato. Trascorrerà in prigione 13 anni di cui 9 in isolamento. Una vita spesa nell’adesione coerente ed eroica alla propria vocazione, come dirà di lui Papa Giovanni Paolo II. Una storia che merita di essere raccontata.
Filippo Bataloni è un bambino che, all’età di due anni, ha scoperto di essere affetto da una grave malattia. Questo libro racconta la sua forza e il suo coraggio di fronte ad un evento che avrebbe spaventato chiunque, ma è soprattutto la testimonianza che ogni “drago” può essere sconfitto dall’amore di Dio.
Filippo amava portare le magliette al contrario, le rovesciava con caparbietà, perché la parte esterna per lui non contava.
«Allo stesso modo – scrivono i genitori – ci siamo resi conto che il Signore ha rovesciato la nostra storia di sofferenza e di paura e l’ha trasformata in una storia di amore e di speranza».