SIRIA /1
Le parole del Papa alla veglia per la pace
SIRIA /2
Il video della preghiera tra i profughi in Libano
SIRIA /3
La testimonianza di chi ha soccorso i profughi a Siracusa
SIRIA /4
L'attacco alle croci di Maalula
SIRIA /5
Il reportage della battaglia di Maalula (da "Rainews 24")
MEETING /1
Testo e video dell'intervento di John Waters sul titolo
MEETING /4
Il comunicato finale della XXXIV edizione
MEETING /2
L'intervista a don Julián Carrón dal TgMeeting
MEETING /3
I principali articoli dalla rassegna stampa
MEETING /5
I video dei principali incontri
MEETING /6
Le foto della settimana
CONGO
Lettere dai primi anni di missione a Kiringye di Maria Letizia Vaccari
CHIESA
Tutti i testi e i video dalla GmG di Rio
COLUM McCANN
Il discorso al Boston College
FOTOGRAFIA
Una galleria di opere di Luigi Ghirri
LA STORIA
Un canto per Maria
L'EQUIPE DEL CLE
Insegnare, cosa vuol dire?
Prosegue lo studio dell'opera di Geremia nei capitoli 11-20. Confessioni.
L'ultimo numero (Regno-doc. n.11, 2013)
Documento
Uscite verso le periferie dell’esistenza. Veglia di Pentecoste con movimenti, associazioni e laici
di Francesco
Regno-doc. n.11, 2013, p.321
«Quante volte Gesù è dentro e bussa alla porta per uscire, per uscire fuori, e noi non lo lasciamo uscire, per le nostre sicurezze, perché tante volte siamo chiusi in strutture caduche, che servono soltanto per farci schiavi, e non liberi figli di Dio?». È risuonato con forza e ripetutamente l’invito perentorio del papa a «uscire fuori», verso le «periferie esistenziali», durante la veglia di Pentecoste celebrata – lo scorso 18 maggio – insieme ai movimenti, alle nuove comunità, alle associazioni e alle aggregazioni laicali, in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno della fede. Dopo il saluto del presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Fisichella, Francesco ha risposto a quattro domande sul tema della fede, ribadendo l’assoluta centralità di Gesù nella vita del credente, l’importanza della preghiera, l’urgenza della testimonianza, soprattutto verso i poveri, fino al martirio. «Noi non possiamo restare tranquilli! Non possiamo diventare cristiani inamidati (…), che parlano di cose teologiche mentre prendono il tè, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo (…), toccare la carne di Cristo, prendere su di noi il dolore per i poveri».
Documento
Contro le attività illegali in campo finanziario/3. 1° rapporo Autorità informazione finanziaria
di R. Brülhart
Regno-doc. n.11, 2013, p.326
Il 22 maggio l’Autorità d’informazione finanziaria (AIF), istituita da Benedetto XVI (dicembre 2010) e presieduta dal card. Attilio Nicora (gennaio 2011), ha presentato il 1o Rapporto, relativo all’anno 2012, nella persona del suo direttore René Brülhart, nominato il 7 novembre scorso dallo stesso Nicora. L’AIF, come istituzione collegata alla Santa Sede che per statuto opera per la trasparenza finanziaria e contro il riciclaggio, vigilando su tutte le «attività di natura finanziaria» dei «dicasteri della curia romana» – cosicché anche lo IOR, si specifica, è «sottoposto alla vigilanza dell’AIF» – e degli altri enti vaticani che collaborano con questi ultimi, rende noto che nel 2012 sono state 6 le segnalazioni di attività sospette e che il flusso di denaro in uscita, che dal 2010 viene registrato (1.782 «dichiarazioni in uscita»), è molto maggiore di quello in entrata (598). Dopo il vaglio delle istituzioni comunitarie europee, l’AIF ha firmato protocolli d’intesa con Belgio e Spagna, ha fatto domanda per entrare nel Gruppo di Egmont e ha emanato 5 regolamenti e 6 istruzioni.
Documento
Pulsare con il cuore di papa Francesco. LXV Assemblea generale della CEI
di Francesco, Episcopato italiano
Regno-doc. n.11, 2013, p.332
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento - Parte / Inserto
Pulsare con il cuore di papa Francesco. Il papa ai vescovi italiani
di Francesco
Regno-doc. n.11, 2013, p.332
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento - Parte / Inserto
La gioia di un incontro atteso
di A. card. Bagnasco
Regno-doc. n.11, 2013, p.333
Giovedì 23 maggio, alle ore 18, papa Francesco ha presieduto la solenne Professione di fede dell’episcopato italiano, riunito nella LXV Assemblea generale. All’inizio della celebrazione nella Basilica vaticana il presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, ha rivolto al papa il seguente indirizzo di saluto.
Documento - Parte / Inserto
Pulsare con il cuore di papa Francesco. Comunicato finale (della LXV Assemblea generale)
di Episcopato italiano
Regno-doc. n.11, 2013, p.334
«Il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche, è un compito vostro (…). Anche il lavoro di fare forte le conferenze regionali, perché siano la voce di tutte le regioni (…). Anche il lavoro, (…) per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una commissione per questo». Le parole del papa ai vescovi italiani, che indicano un cammino e assegnano responsabilità precise alla Conferenza episcopale, sono state al cuore della LXV Assemblea generale della CEI, celebrata a Roma dal 20 al 24 maggio. Il gesto significativo e solenne di rinnovare la professio fidei insieme al successore di Pietro (23 maggio) ha suggellato i lavori, durante i quali i vescovi si sono confrontati con un paese «segnato dalla povertà di prospettive e dalla mancanza di lavoro, che lacerano la carne della gente». Una situazione che richiede assistenza, ma anche «segni di prossimità», molto spesso già «posti dai parroci e dalle comunità cristiane», e un «rinnovato impegno per il compito educativo», direzione nella quale è stata approfondita la figura degli educatori nella comunità cristiana. L’Assemblea generale ha definito inoltre tema e titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015, che sarà: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».
Documento
La vita vera di un chicco di grano. Beatificazione di don Giuseppe Puglisi
di I vescovi di Sicilia, P. Romeo
Regno-doc. n.11, 2013, p.338
«La sua mitezza – hanno scritto i vescovi siciliani il 23 aprile scorso – e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede», il 15 settembre 1993. Per questo, vent’anni dopo, don Giuseppe Puglisi, parroco a Brancaccio (Palermo), è stato proclamato beato (cf. riquadro a p. 339 e Regno- att. 10,2013,267ss). Il rito di beatificazione si è svolto nel capoluogo siciliano il 25 maggio scorso, presieduto dall’arcivescovo di Palermo, card. Romeo, che nella sua omelia ha sottolineato: «Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. “Gesù ha portato molto frutto quando è morto” spiegava il beato Puglisi ad alcuni giovani in ricerca vocazionale… In ogni sua scelta di discepolo, e nei 33 anni della sua vita sacerdotale, il beato Puglisi fu “chicco” perché ogni giorno accolse di morire poco alla volta nel quotidiano spendersi al servizio dei fratelli: in tutti i ministeri confidatigli dal vescovo, il suo fu un donarsi senza riserve, “per Cristo a tempo pieno”, come era solito ribadire».
Documento - Parte / Inserto
La vita vera di un chicco di grano. Beato un mite (Messaggio dei vescovi di Sicilia)
di I vescovi di Sicilia
Regno-doc. n.11, 2013, p.338
«La sua mitezza – hanno scritto i vescovi siciliani il 23 aprile scorso – e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede», il 15 settembre 1993. Per questo, vent’anni dopo, don Giuseppe Puglisi, parroco a Brancaccio (Palermo), è stato proclamato beato (cf. riquadro a p. 339 e Regno- att. 10,2013,267ss). Il rito di beatificazione si è svolto nel capoluogo siciliano il 25 maggio scorso, presieduto dall’arcivescovo di Palermo, card. Romeo, che nella sua omelia ha sottolineato: «Per portare frutto, il chicco di grano deve morire. “Gesù ha portato molto frutto quando è morto” spiegava il beato Puglisi ad alcuni giovani in ricerca vocazionale… In ogni sua scelta di discepolo, e nei 33 anni della sua vita sacerdotale, il beato Puglisi fu “chicco” perché ogni giorno accolse di morire poco alla volta nel quotidiano spendersi al servizio dei fratelli: in tutti i ministeri confidatigli dal vescovo, il suo fu un donarsi senza riserve, “per Cristo a tempo pieno”, come era solito ribadire».
Documento - Parte / Inserto
Beato tra due papi
di I vescovi di Sicilia; P. Romeo
Regno-doc. n.11, 2013, p.339
Documento - Parte / Inserto
Mi appello a voi, uomini della mafia!
di S. Nunnari
Regno-doc. n.11, 2013, p.341
Lasciatevi riconciliare con Dio!». Facendo sua l’esortazione paolina il vescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Salvatore Nunnari, si è rivolto lo scorso 8 settembre 2012 ai mafiosi con una dura riflessione pastorale dal titolo «Mi appello a voi, uomini della mafia » (cf. Regno-att. 18,2012,594). In essa ha ricordato più volte la figura di don Puglisi. Ne riportiamo di seguito ampi passaggi.
Documento
Il dono della fede: l’icona dei Magi. 36° Convegno delle Caritas diocesane, Montesilvano (PE)
di B. Forte
Regno-doc. n.11, 2013, p.343
«Educare alla fede per essere testimoni di umanità. “La fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6)» era il titolo del 36o convegno nazionale delle Caritas diocesane (Montesilvano [PE] 15-18.4.2013), dove mons. Bruno Forte è intervenuto con una relazione di taglio teologico-
pastorale. Dopo aver preso in considerazione la possibilità di un’educazione alla fede come «cammino coinvolgente» all’incontro con un Dio-fatto uomo, attraverso «l’itinerario catecumenale» rappresentato dal Vangelo di Marco, l’arcivescovo di Chieti – Vasto ha esplicitato il percorso ricorrendo a un’icona biblica: i Magi che giungono a Betlemme «guidati da una stella». Il loro cammino, concluso nel tempo del racconto evangelico, viene dilatato nel l’oggi attraverso la suggestiva riproposizione di versi sulla ricerca della fede scritti da alcuni letterati e poeti del Novecento italiano: Margherita Guidacci, Renzo Barsacchi, Elena Bono, Ada Negri, Giovanni Papini.
Articolo
Ristrutturazioni aziendali: scegliere il dialogo sociale. Commissione famiglia e società
di Conferenza dei vescovi di Francia, J.-L. Brunin
Regno-doc. n.11, 2013, p.349
La crisi che colpisce duramente l’Europa rende necessarie, con frequenza sempre maggiore, ristrutturazioni aziendali dolorose in termini di occupazione. A questo proposito, la Commissione famiglia e società della Conferenza episcopale di Francia, facendo seguito alla riflessione avviata col documento Crescere nella crisi (Regno-doc. 15,2011,458ss), ha pubblicato – lo scorso 17 aprile, durante l’Assemblea plenaria dell’episcopato francese (Parigi, 16-18.5.2013) – una dichiarazione sul tema: Ristrutturazioni aziendali: scegliere il dialogo sociale. Dopo aver richiamato alcuni principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa (il valore del lavoro per la dignità umana e la corresponsabilità di imprenditori, dipendenti e azionisti nella ricerca del «bene comune dell’impresa »), il testo suggerisce – in vista di una buona gestione delle situazioni critiche – di «tenere vivo un dia logo costante fra le parti», orientato soprattutto alla «va lutazione della viabilità delle attività aziendali e dei cambiamenti professionali che possono essere richiesti per la stabilità dello svi luppo dell’azienda». Una pratica d’informazione e confronto che tocca la qua lità delle relazioni uma ne, e nella qua le dovrebbero essere coinvolti anche lo stato e le comunità locali.
Documento
Il Regno Documenti 11 2013. La rivista in un unico file pdf
di Redazione
Regno-doc. n.11, 2013, p.352
A disposizione dei nostri abbonati la possibilità di scaricare il numero completo in un unico file pdf. Buona lettura!
Documento
2017: la Riforma. Dal conflitto alla comunione
di Commissione luterana - cattolica romana sull'unità
Regno-doc. n.11, 2013, p.353
«Cattolici e luterani si rendono conto che… appartengono allo stesso corpo di Cristo. In essi sta germogliando la consapevolezza che il conflitto del XVI secolo è finito. Le ragioni per condannare reciprocamente la fede gli uni degli altri sono tramontate». Nel 2017 ricorreranno i 500 anni dall’affissione delle tesi di Lutero a Wittenberg, e per le Chiese sarà l’occasione da un lato per rievocare l’inizio della Riforma, e dall’altro per riflettere sulla profonda frattura che ne derivò in seno alla Chiesa d’Occidente. Dopo un secolo di ecumenismo e 50 anni di dialoghi tra luterani e cattolici, oggi non vi sono più scomuniche reciproche ma crescente comprensione, rispetto e collaborazione. Con il documento Dal conflitto alla comunione. La commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma nel 2017, reso pubblico il 17 giugno, la Commissione luterana - cattolica romana sull’unità propone un racconto condiviso della Riforma e riflette sulle due sfide del 2017: quella della purificazione e guarigione delle memorie, e quella della restaurazione dell’unità cristiana secondo la verità del Vangelo di Gesù.
Rivista bimestrale per conoscere e contemplare la Divina Misericordia. N. 33 di luglio-agosto 2013.
L'ultimo numero (Regno-att. n.8, 2013)
Articolo
Italia - Politica: crisi senza fine. Dalle elezioni di febbraio al governo Letta-Alfano
di G. Brunelli
Regno-att. n.8, 2013, p.193
Il dopo elezioni ha ulteriormente evidenziato e aggravato la crisi del sistema politico italiano. Il nostro è da troppo tempo un sistema politico aggrovigliato in una crisi senza fine: bloccato, progressivamente delegittimato nei soggetti politici e nelle istituzioni, da qualche anno confrontato con una grave crisi economico-sociale, interna e internazionale; occorrerebbero leadership e governi forti e credibili per poter provare a uscire dal disastro. Dalle elezioni di febbraio sono uscite invece tre forze politiche equivalenti (fatto salvo il numero maggiore di parlamentari del PD alla Camera per effetto del premio di maggioranza della legge elettorale), collocate tra il 21 e il 25% dei voti espressi. Due di esse, il Popolo della libertà (PDL) e il Partito democratico (PD), sempre meno rappresentative nel proprio campo elettorale; la terza forza, il Movimento 5 stelle (M5S), frutto più dello sgretolamento delle altre due formazioni e dell’intero sistema che di un proprio profilo politico. Queste forze sono tra loro incompatibili e confliggenti. Nessuna delle tre sembra avere oggi un disegno politico sul paese.
Articolo
Italia - Elezioni politche 2013: un altro ciclo è finito. Analisi dei risultati del voto del 24-25/2
di P. Segatti
Regno-att. n.8, 2013, p.195
Le elezioni dello scorso febbraio segnano una chiara discontinuità rispetto a quelle del 2008 da diversi punti di vista. Ma non da tutti, come vedremo. Iniziamo dai risultati. Nel 2008 si recò a votare un po’ più dell’80% degli aventi diritto. Il 24 e 25 febbraio scorso andarono alle urne circa tre italiani su quattro. Un calo dunque di cinque punti percentuali. Il più grande della storia repubblicana. Nel 2008 i due maggiori partiti, il Popolo della libertà (PDL) e il Partito democratico (PD), avevano totalizzato il 70% circa dei voti validi. Lo scorso febbraio i voti dei due maggiori partiti alla Camera ha raggiunto il 51% dei voti validi. Più in generale perdono voti tutti i partiti della «seconda» Repubblica. Il PDL perde più della metà dei voti del 2008 e il PD più di un terzo. Perdono la Lega Nord e l’Unione di centro (UDC). Escono dal Parlamento i partiti della sinistra radicale e giustizialista. Entrano invece in scena nuovi attori, come il Movimento 5 stelle (M5S) con il 25% circa dei voti, e poi Scelta civica di Monti con l’8%. Entrambi hanno rappresentato la sfida al bipolarismo dei passati anni. Il primo l’ha vinta al di là forse delle stesse sue aspettative. Il secondo ha dato il suo contributo a ridimensionare le fortune dell’UDC, e in misura minore del PD e del PDL.
Articolo
UCSI - Osservatorio mediaetica: pop e democrazia. Ritrovare distinzioni tra politica e comunicazione
di A. Melodia
Regno-att. n.8, 2013, p.199
L'esito delle ultime elezioni, e le traversie politiche seguenti, hanno richiamato l’attenzione sul rapporto tra la politica e i media. Si tratta di una questione nota, ma che per certi aspetti si tende a guardare oggi in modo nuovo, tanto che si comincia a chiedersi se ci siano ruoli e responsabilità dei giornalisti, oltre che nel fornire agli elettori strumenti decisionali, anche per l’atteggiamento generale degli italiani verso la politica. Di questi temi si è occupata l’Unione cattolica stampa italiana (UCSI) in un convegno tenutosi a Roma, nella sede della Federazione della stampa (FNSI), lo scorso 10 aprile (vedi nota 2). Non vogliamo qui rendere conto dell’incontro, quanto cercare di ripercorrere alcuni ragionamenti traendone qualche conclusione.
Informazione
Bioetica - Legge Stamina: Le cure e le regole
di F. Lozito
Regno-att. n.8, 2013, p.202
L'Italia sarà il primo paese occidentale ad abbandonare le normative internazionali per lo sviluppo delle cure con le cellule staminali? La domanda assilla da alcune settimane i più importanti studiosi di tutto il mondo, a seguito della decisione del Ministero della salute di sottoporre al Parlamento un decreto legge che, nato per sanare l’anomalia del caso Stamina, rischia di far naufragare gran parte della ricerca scientifica italiana.
Informazione
Bologna - Scuole dell'infanzia: Il referendum regressivo
di A. Franzoni
Regno-att. n.8, 2013, p.203
l 26 prossimo maggio a Bologna si svolgerà un referendum consultivo – non è richiesto un quorum perché sia valido – nel quale gli elettori saranno chiamati a decidere se (votando «A») abrogare il finanziamento che l’amministrazione comunale eroga alle scuole d’infanzia paritarie (cioè private e quasi tutte gestite da enti religiosi), oppure (votando «B») mantenere l’attuale sistema integrato. Promotore del referendum è il «Nuovo Comitato Articolo 33», composto da 400 cittadini e coordinato da Francesca de Benedetti – consigliera del Quartiere Santo Stefano per il Centrosinistra. Il referendum è sostenuto, oltre che da vari gruppi e associazioni, da figure come Stefano Rodotà e Maurizio Landini. Il comitato ha raccolto oltre 13.000 firme per indire il referendum tra il 7 settembre e il 5 dicembre 2012, dopo che, a luglio, i garanti del Comune di Bologna avevano giudicato idonea la proposta. I sostenitori dell’opzione «B» hanno invece sottoscritto un «Manifesto a favore del sistema pubblico integrato bolognese della scuola dell’infanzia» firmato, tra gli altri, dall’economista Stefano Zamagni, nonché un altro documento che ha come primo firmatario il prof. Giovanni Sedioli, insignito del Nettuno d’Oro nel 2012 per il servizio reso alla scuola di Bologna in più di vent’anni.
Articolo
Ecumenismo - Fede e costituzione: una visione di Chiesa. Il 2°documento commissione teologica CEC
di J. Gibaut
Regno-att. n.8, 2013, p.204
La grande testimone italiana dell’unità dei cristiani, Chiara Lubich, è stata profondamente consapevole dell’importanza dell’ecclesiologia nel cammino verso quell’unità per cui Cristo ha pregato, «perché siano una sola cosa» (Gv 17,22). In occasione di una visita al Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), nel 2002, Chiara disse: «Come sappiamo, Gesù ha fondato la sua Chiesa una e unica, che tutti i cristiani del mondo professano nel Credo niceno-costantinopolitano: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”. C’è un’unica Chiesa di Cristo, dunque, in cui si entra con il battesimo, il quale è “il vincolo sacramentale dell’unità che esiste tra tutti i cristiani”. Sappiamo però che non basta essere uniti spiritualmente nel comune battesimo. “Il fine ultimo del movimento ecumenico è il ristabilimento della piena unità visibile di tutti i battezzati” (Ut unum sint, n. 77; EV 14/2829). Realtà auspicata che mette in rilievo il ruolo fondamentale dell’ecclesiologia. È così. Ma di quale ecclesiologia si tratterebbe?».
Articolo - Inserto
Fede e costituzione - Ecclesiologia: Cf. Regno
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.205
Il processo che ha prodotto il documento di convergenza La
Chiesa: verso una visione comune ha avuto alcune tappe principali,
che Il Regno ha seguito e documentato.
Articolo
Santa Sede - Francesco: collegialità e curia. Le prime scelte
di G. Brunelli
Regno-att. n.8, 2013, p.207
Dovendo sintetizzare le principali indicazioni emerse nel corso delle Congregazioni generali che hanno preceduto e preparato il recente Conclave (12-13 marzo 2013) si possono individuare tre temi fondamentali: l’urgenza dell’evangelizzazione; la ripresa del tema conciliare della collegialità tra il papa e i vescovi; la riforma della curia romana. A un mese esatto dalla sua elezione, il 13 aprile scorso, papa Francesco ha reso nota, attraverso un comunicato della Segreteria di stato vaticana, la sua decisione di cominciare a mettere mano al secondo e al terzo punto. Questo il testo del comunicato: «Il santo padre Francesco, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni generali precedenti il Conclave, ha costituito un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla curia romana».
Informazione
Francia - Episcopato: La guida a mons. Pontier
di M. Bernardoni
Regno-att. n.8, 2013, p.209
A quindici giorni dal suo 70° compleanno, lo scorso 17 aprile, mons. Georges Pontier, arcivescovo di Marsiglia, è stato eletto presidente della Conferenza episcopale francese (CEF). Entrerà in carica, per un triennio, il prossimo 1° luglio. Succede all’arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, che ha concluso il suo secondo mandato e non poteva essere rieletto. Dopo gli studi in Gregoriana e all’Institut catholique di Tolosa, da giovane prete della diocesi di Albi, Pontier è stato animatore, docente e direttore del seminario minore di Saint-Sulpice-la-Pointe, facendo in seguito dell’attenzione ai giovani una delle caratteristiche anche del suo ministero episcopale. Vescovo prima a Digne (1988-1996) poi a La Rochelle e Saintes (1996-2006), è pastore della diocesi di Marsiglia dal 2006. Tra il 2001 e il 2007, negli anni di presidenza del card. Pierre Ricard (Bordeaux), è stato vicepresidente della CEF.
Articolo
Chiesa - Media e violenza sui minori: Una necessaria continuità
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.8, 2013, p.210
Il cambio di pontificato ha posto in secondo piano, nell’attenzione dei media, la questione delle violenze sessuali su minori, anche se essa è sempre rimasta sotto traccia. Infatti, non sono mancati, nella fase iniziale delle congregazioni generali, articoli che hanno portato persino a una nota polemica della Segreteria di stato. Dopo aver tentato di bloccare la partecipazione dei cardd. Roger Mahony e Domenico Calcagno, accusati di omesso intervento nei confronti di sacerdoti coinvolti in violenze su minori, i media si sono potuti concentrare sul card. Keith O’Brien, arcivescovo di Saint Andrews ed Edinburgh (Scozia), di cui il 25 febbraio sono state accettate le dimissioni e che per questo non era neppure giunto a Roma. In un comunicato del 4 marzo, O’Brien afferma, secondo una formulazione confusa e discutibile, che «ci sono stati momenti in cui la mia condotta sessuale è stata sotto gli standard a me richiesti in quanto sacerdote, arcivescovo e cardinale» a motivo di «comportamenti inappropriati».
Articolo
Credenti d'Italia - Pentecostali: radicati e autonomi. Il pastore E. Landi della Chiesa apostolica
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.211
I cristiani pentecostali, che ammontano a oltre 400 milioni nel mondo e sono dunque ormai un terzo di tutti i cristiani, con percentuali altissime di crescita soprattutto nel’emisfero Sud, sono presenti in Italia all’incirca da un secolo, e danno vita a numerose piccole comunità e a due Chiese maggiori, le Assemblee di Dio in Italia (ADI) e la Chiesa apostolica in Italia, entrambe firmatarie di un’Intesa con lo stato (rispettivamente dal 1988 e dal 2012). Si tratta di una realtà dai numeri non macroscopici nel panorama religioso ormai composito del nostro paese, e tuttavia significativa per comprendere un’esperienza di Chiesa dai tratti peculiari, che si pone come sfida per l’ecumenismo nel XXI secolo. Ce ne traccia un profilo il pastore Elia Landi, presidente della Chiesa apostolica in Italia.
Articolo - Inserto
Gli 11 articoli di fede
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.212
Informazione
Perugia - Fede e scienza: prospettive sulla coscienza
di M. Bernardoni
Regno-att. n.8, 2013, p.214
È stata ancora Perugia, per il secondo anno consecutivo, la cornice che ha ospitato – tra il 2 e il 6 aprile – la «scuola di formazione e ricerca» organizzata dal gruppo SEFIR (Scienza e fede sull’interpretazione del reale), d’intesa con la diocesi di Perugia e in collaborazione col Servizio nazionale CEI per il progetto culturale (cf. Regno-att. 10,2012,308s). Nato nel 1998 come area di ricerca della Pontificia università lateranense, SEFIR è parte dell’Istituto di scienze religiose «Ecclesia mater» della diocesi di Roma dal 2003. Fedele alla sua ispirazione fondativa, l’area di ricerca si propone di favorire l’incontro e il dialogo «ampio, rigoroso e libero», tra cultori di discipline diverse (credenti e non) che, riconoscendo la legittima autonomia degli ambiti del sapere, sono aperti al contributo che può essere offerto dalle altre discipline, consapevoli sia del comune riferimento alla realtà e alla ricerca della verità sia del fatto che la negazione di un tale, plausibile e integrato orizzonte comune ha ricadute decisive sul piano etico ed esistenziale.
Articolo
Armi - I dati del 2011: il commercio e le norme. Crescono gli scambi e l'ONU approva il Trattato
di M. Simoncelli
Regno-att. n.8, 2013, p.215
Nonostante la crisi economica che da anni affligge l’economia mondiale, le spese militari mondiali nel 2011 sono arrivate a toccare i 1.738 miliardi di dollari correnti. Calcolando la cifra a dollari costanti per poterla confrontare con quella degli anni precedenti, si passa dai 1.146 miliardi di dollari del 2002 ai 1.634 del 2011, con un incremento quasi del 50%. I big della spesa militare sono gli USA (che salgono dai 432 miliardi del 2002 ai 690 del 2011), seguiti dalla Cina (da 47 a 129), dalla Russia (da 36 a 64), dalla Gran Bretagna (da 49 a 58), dall’Arabia Saudita (da 24 a 46) e dall’India (da 27 a 44), sei paesi che coprono abbondantemente più della metà delle spese mondiali. Una cifra considerevole, che non sembra assolutamente risentire delle vicissitudini finanziarie degli ultimi tempi.
Articolo
Medio Oriente - Iraq: la speranza di Sako. L'insediamento del nuovo patriarca caldeo
di F. Strazzari
Regno-att. n.8, 2013, p.218
Nell’agosto 1990 le truppe irachene del dittatore Saddam Hussein invadevano il Kuwait, ma venivano sconfitte nel febbraio 1991 da una vasta coalizione internazionale che operava su mandato dell’ONU. Dopo il ritiro dal Kuwait, il paese, (superficie 434.128 chilometri quadrati, popolazione allora di 22.046.244 abitanti, ora di 33.330.510 abitanti) subì un forte degrado economico a causa dell’embargo imposto dalle Nazioni Unite. Nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2003, gli USA e il Regno Unito, nonostante il parere contrario degli altri membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Francia, Cina e Federazione Russa), diedero il via all’invasione del paese. Il 9 aprile Baghdad cadde e i marines entrarono nella piazza del Paradiso, dove venne abbattuta la statua di Saddam Hussein. È tuttora visibile la base della colonna sulla quale si ergeva il grande monumento. L’ex presidente iracheno venne catturato dai soldati americani in un villaggio nelle vicinanze di Tikrit il 13 dicembre. Sottoposto a processo nel 2005 da un Tribunale iracheno, venne condannato a morte per impiccagione. La Corte d’appello confermò la sentenza, che fu eseguita alle 6 del mattino del 30 dicembre 2006, nel giorno della festa del Sacrificio, la maggiore solennità islamica.
Libri del mese
A partire dai movimenti. Il rinnovamento della morale nelle aggregazioni del postconcilio
di A. Rovello
Regno-att. n.8, 2013, p.219
Nel grande mare della vita umana ogni tanto si scopre un’isola deserta, un luogo inesplorato e misterioso che suscita la curiosità della gente. Così dalla terraferma parte una spedizione: sulla nave vi sono molti uomini che hanno esperienze e capacità diverse tra cui i marinai, gli esploratori, i cartografi, i costruttori che, valutando costi e benefici, pensano a conoscere e trasformare il territorio per farlo diventare un ambiente vitale adatto agli uomini. L’arrivo dell’imbarcazione modifica la storia dell’isola, ma contemporaneamente l’esperienza del viaggio, dell’approdo e della scoperta influisce sulla vita di coloro che hanno affrontato con coraggio la spedizione (…).
Schede
Libri del mese - Schede - Aprile 2013
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.8, 2013, p.223
I «Libri del mese» si possono ordinare indicando il numero ISBN a 13 cifre:
- per telefono, chiamando lo 049.8805313;
- per fax, scrivendo allo 049.686168;
- per e-mail, all'indirizzo vendite.dirette@dehoniane.it
- per posta, scrivendo a Centro Editoriale Dehoniano, via Nosadella 6, 40123 Bologna.
Segnalazioni
F. Patruno, Per una teologia dall’opera d’arte
di P. Stefani
Regno-att. n.8, 2013, p.236
Segnalazioni
L. Maggi, A. Reginato, Dire, fare, baciare… il lettore e la Bibbia. Premessa di Paolo Ricca
di D. Segna
Regno-att. n.8, 2013, p.236
Segnalazioni
A. Scola, Non dimentichiamoci di Dio
di F. Lozito
Regno-att. n.8, 2013, p.236
Segnalazioni
J. Thavis, The Vatican Diaries. A Behind-the-Scene Look at the Power, Personalities and Politics …
di G. Mocellin
Regno-att. n.8, 2013, p.238
Articolo - Inserto
Iraq - Sinodo caldeo: L'agenda
di F. Strazzari
Regno-att. n.8, 2013, p.239
Informazione
Siria - Vescovi rapiti: Liturgia listata a lutto
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.8, 2013, p.241
Sono ancora nelle mani dei rapitori i due vescovi ortodossi sequestrati nei dintorni di Aleppo lo scorso 22 aprile. Paolo (Boulos) Yazigi, arcivescovo greco-ortodosso di Aleppo e Alessandretta, e Gregorio Giovanni (Gregorios Yohanna) Ibrahim, arcivescovo siro-ortodosso di Aleppo, si erano incontrati al confine turco, per consentire al vescovo Paolo, che da febbraio scorso era in visita alle proprie comunità sfollate in Turchia, di poter rientrare in sicurezza assieme al vescovo Giovanni ad Aleppo, accompagnati da un diacono, Fatha’ Allah Kabboud, che guidava la loro auto. Chi sia stato a uccidere il diacono e a prelevare i due presuli, non è noto. Alcuni dicono non meglio precisate forze jihadiste provenienti dalla Cecenia. L’unico dato certo è che di questa fase recente dell’aspro conflitto siriano oggi ci vengono riportati i tratti più anti-religiosi: i due sacerdoti rapiti a febbraio e non ancora rilasciati – Michel Kayyal, armeno-cattolico, e Maher Mahfouz, greco-ortodosso –, il rapimento appunto dei due vescovi e l’abbattimento – forse solo casuale ma indubbiamente simbolico – dello storico minareto (costruito attorno all’anno 1000) della moschea omayyade di Aleppo, il 24 aprile.
Articolo
Africa - Nigeria: non è una persecuzione. Musulmani, cristiani, attentati: mons. Kukah, Sokoto
di D. Maggiore
Regno-att. n.8, 2013, p.242
È una delle voci più influenti della Chiesa e della società civile in Nigeria: mons. Matthew Hassan Kukah da giugno 2011 è vescovo di Sokoto, una delle diocesi settentrionali del paese; nel 2012 papa Benedetto XVI lo ha anche chiamato a far parte del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Autore di diversi libri sulla società civile e la politica nigeriana, oltre che di argomento religioso, è stato anche, tra il 1999 e il 2001, uno dei componenti della Commissione d’inchiesta sugli abusi commessi dalla dittatura militare nigeriana. Dal 2005 ha presieduto la Commissione per la riconciliazione tra la compagnia petrolifera Shell e la popolazione Ogoni del Delta del Niger, e tra il 2007 e il 2009 ha fatto parte del comitato governativo per la riforma elettorale. Raggiunto telefonicamente a Sokoto in una pausa tra vari impegni pastorali e accademici, ha risposto alle domande de Il Regno sulla delicata situazione della Nigeria settentrionale.
Articolo
Africa - Rep. Centrafricana: la crisi continua. Dopo la caduta del presidente Bozizé
di D. Maggiore
Regno-att. n.8, 2013, p.244
Una rivoluzione politica destinata a cambiare poco. È il paradosso che vive la Repubblica Centrafricana, dove la capitale Bangui è passata di mano tra il 23 e il 24 marzo, dopo una nuova breve offensiva dei ribelli della coalizione Seleka. A fornire l’ultima difesa all’ormai ex presidente François Bozizé, fuggito prima in Camerun e poi in Benin dove ha richiesto asilo, non sono state le deboli truppe nazionali, ma i soldati del Sudafrica presenti da anni nel paese, nel quadro di accordi di cooperazione militare. Tredici di loro hanno perso la vita, ma il bilancio complessivo delle vittime è stato più alto: prima di Pasqua ne erano state contate almeno 78. Numeri che non tengono conto degli scontri riesplosi in alcuni quartieri della capitale a metà aprile.
Informazione
Africa - Grandi Laghi: Finché le armi proliferano…
di G. Baioni
Regno-att. n.8, 2013, p.246
Mentre dalle Nazioni Unite giungeva la notizia dell’approvazione del primo trattato mondiale che limita il commercio di armi, negli stessi giorni i gesuiti riuniti a Nairobi decidevano di focalizzare il loro impegno per individuare vie concrete d’azione di fronte alla perenne crisi dei Grandi Laghi. E individuavano il contrabbando di armi leggere come (con)causa su cui concentrare i propri sforzi. L’Est della Repubblica democratica del Congo (RDC), in particolare, si trova di nuovo a fronteggiare l’ennesima ribellione. Era il 20 novembre quando il movimento ribelle M23 occupava la città di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, al confine con il Ruanda. Dopo dieci giorni di caos, combattimenti, sfollati, riunioni nelle capitali africane ma anche al Palazzo di vetro, il 1° dicembre l’M23 recepiva la risoluzione 2076 del Consiglio di sicurezza dell’ONU e accettava di ritirarsi da Goma e arretrare a 20 chilometri dalla città, posizione che tutt’ora mantiene. Nove giorni più tardi, prendevano l’avvio una serie di incontri negoziali a Kampala, capitale ugandese, sotto l’egida della Conferenza internazionale della regione dei Grandi Laghi. Colloqui complicati, alternatisi in questi mesi a fasi di sospensione e ad altri tavoli paralleli, come quello dell’Unione Africana ad Addis Abeba.
Diario ecumenico
Dialogo anglicano-metodista
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Fede e costituzione – Documento di convergenza
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Chiesa d’Inghilterra – Intronizzazione di Justin Welby
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Reazioni ecumeniche all’elezione di papa Francesco
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Dialogo anglicani-cattolici – Conversazioni di Malines
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Bartolomeo I – Riunificazione tra ortodossi e cattolici
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Diario ecumenico
Germania – Giubileo della Riforma
di D. Sala
Regno-att. n.8, 2013, p.247
Agenda vaticana
Sede vacante
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Conclave
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Primi atti di papa Francesco
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Perché il nome Francesco
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Conferma provvisoria degli incarichi
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Inizio del ministero petrino
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Visita al papa emerito
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Domenica delle palme e Settimana santa
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Lavanda dei piedi in carcere
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Messaggio Urbi et orbi
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Agenda vaticana
Novità gestuali di papa Francesco
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.248
Studio del mese
Lettura delle Scritture e ascolto della Parola: La teologia di Bach. Il mottetto Jesu, meine Freude
di C. Theobald, P. Charru
Regno-att. n.8, 2013, p.249
Nella prospettiva luterana la musica ha un ruolo centrale, in quanto non è solo un accompagnamento del culto, ma è in grado di parlare al cuore dell’uomo introducendovi il principio spirituale per eccellenza, la parola di Dio. Questa, grazie all’attivazione emozionale operata dalla musica, può avviare nella coscienza dell’individuo credente una dinamica drammatica di lotta spirituale che lo conduce al discernimento e alla conversione. L’ascolto e l’analisi del mottetto Jesu, meine Freude, «Gesù, mia gioia», di Johann Sebastian Bach – guidati da un teologo come Christoph Theobald e da un musicista come Philippe Charru – rivelano nel compositore questa pedagogia dell’esperienza credente: la sua musica permette a ciascuno d’intendere la parola di Dio risuonare nel profondo, e di rispondervi attraverso il canto, che impegna tutta la persona mobilitando l’intelligenza, il cuore e lo spirito. Nella contemplazione della croce Bach trova il segno per eccellenza che fonda la sua musica come «lo strumento del ministero L’interno della chiesa di san Tommaso a Lipsia (Germania). dello Spirito».
Profilo
Card. Jozef Glemp (1929-2013) - Un prudente mediatore. La Chiesa polacca nella transizione
di U. Mazzone
Regno-att. n.8, 2013, p.258
Con Jozef Glemp, morto il 23 gennaio 2013, se n’è andato uno dei protagonisti di una stagione, ormai conclusa, che tanto ha segnato la storia europea dell’ultimo ventennio del XX secolo. Jozef Glemp nacque il 18 dicembre 1929 a Inowroclaw (Polonia) da una famiglia operaia (il padre era minatore), e divenne sacerdote nel 1956. Dopo aver studiato a Roma alla Pontificia università lateranense e alla Gregoriana ed essersi laureato in utroque iure, ritornò in Polonia nel 1964. Al 1967 risale quella che può essere considerata la svolta che ha determinato tutta la sua vita successiva. Nel dicembre di quell’anno entrò infatti nella segreteria del primate di Polonia, il carismatico card. Stefan Wyszynski, divenendone uno dei più fidati collaboratori. Nel 1979 il nuovo papa polacco Giovanni Paolo II lo nominò vescovo di Warmia, per poi sceglierlo, dopo la morte del card. Wyszynski il 28 maggio 1981, a succedergli il 7 luglio dello stesso anno come arcivescovo di Gniezno; divenne di conseguenza primate di Polonia, in quanto Gniezno era allora unita in persona episcopi all’arcidiocesi di Varsavia.
Parole delle religioni
La provvidenza. Secondo don Giovanni Calabria
di P. Stefani
Regno-att. n.8, 2013, p.261
Per rifarci a un’espressione di don Giuseppe De Luca, nell’«Archivio italiano della storia della pietà» un posto significativo spetterebbe senza dubbio a don Giovanni Calabria (1873-1954), il fondatore della Congregazione dei poveri servi e delle povere serve della divina Provvidenza. La sua figura e la sua opera costringono a confrontarsi con un termine un tempo comunissimo, e oggi di uso sempre meno frequente. Ogni persona è figlia del proprio tempo. Sarebbe improprio interpretare una spiritualità solo come frutto di una dimensione cultural-sociologica; però è ugualmente falso sostenere che i tempi e i luoghi in cui uno è chiamato a vivere non incidano sulla sua maniera di leggere il mondo. Le linee secondo le quali veniva presentata la Provvidenza nell’Ottocento costituiscono un riferimento qualificante anche per capire la particolarità e la radicalità proprie di don Calabria. Nella seconda metà del XIX secolo, nella Chiesa cattolica prevalevano due anime rispetto alla visione della Provvidenza. La prima la connetteva allo stesso atto creativo, la seconda alla storia.
"Io non mi vergogno del Vangelo"
Immagini di un papa nuovo. Francesco dei poveri e della misericordia
di L. Accattoli
Regno-att. n.8, 2013, p.263
Un papa che rinuncia e un altro che viene preso dall’America Latina, eventi capaci di tramortire un vaticanista come si deve, figurati uno residuale come me che aveva vissuto gli ultimi otto anni augurando lunga vita a papa Benedetto per non doversi fare un altro Conclave. Uno tsunami stordente, articoli e interviste alla rinfusa e schede per «Porta a porta» a non finire. Ma Francesco, Francesco, Francesco: da quando è arrivato lui quelle fatiche non le ricordo più. Ho sempre perso le scommesse sui conclavi, e anche stavolta: puntavo sull’America Latina ma non su Bergoglio. Per fortuna non ho fatto nomi nel fondo che Ferruccio De Bortoli mi ha chiesto di scrivere per il Corriere della sera il giorno dell’extra omnes (12.3.2013).
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Custodire (Omelia d’inizio del ministero petrino)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.193
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
La Chiesa esca da se stessa
di J.M. Bergoglio
Regno-doc. n.7, 2013, p.194
Ben pochi, specie tra gli osservatori italiani, avevano preso in considerazione, il 7 marzo scorso, a cinque giorni dall’inizio del Conclave, l‘intervento alla Congregazione generale dell’allora card. Bergoglio, che invece destò grande impressione nel Collegio cardinalizio. Il 23 marzo l’arcivescovo de L’Avana, card. J.L. Ortega y Alamino, ne ha riferito ai presbiteri e ai fedeli riuniti per la messa crismale, rendendo pubblico – con il consenso del papa – il testo in cui l’autore sintetizzò, su richiesta del confratello cubano, i quattro punti essenziali di quel discorso pronunciato «a braccio» (Avvenire 27.3.2013, 3; L’Osservatore romano 28.3.2013, 7).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Una lettura in prospettiva (Discorso ai rappresentanti dei media)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.195
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Per l’unità nell’amicizia (Ai rappresentanti delle Chiese e di altre religioni)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.196
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Segno di stima e di vicinanza
di A. Nocolas, Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.198
La «novità» dell’elezione di un religioso gesuita al soglio di Pietro è stata sottolineata, nei giorni immediatamente successivi, da un breve ma intenso carteggio pubblico intercorso tra il preposito generale della Compagnia di Gesù, p. Nicolás, e lo stesso papa Bergoglio (testo spagnolo della Dichiarazione in www.sjweb.info; testo italiano della Lettera in www.vatican.va).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Contro la povertà, per la pace (Discorso al corpo diplomatico)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.199
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. L’unzione giunga alle periferie (Omelia alla messa del crisma)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.200
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento - Parte / Inserto
Nel mio cuore. Le sorprese di Dio (Omelia all’insediamento sulla cathedra romana)
di Francesco
Regno-doc. n.7, 2013, p.202
Custodia, servizio, unità, amicizia, povertà, pace, periferie, sorprese, misericordia… Insieme a una serie di gesti simbolici ed evocativi, sono alcune parole, semplici ma precise, «come se le domande a cui cerca di dare risposta le avesse presenti da sempre» (cf. Regno-att. 6,2013,121), ad aver caratterizzato i primi interventi pubblici di Francesco dopo che il Conclave lo ha eletto, il 13 marzo 2013, vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Ne offriamo qui ampia documentazione, lungo un arco che va dall’omelia alla messa d’inizio del ministero petrino (19 marzo) a quella alla messa d’insediamento sulla cathedra romana, a San Giovanni in Laterano (7 aprile), e dal discorso ai rappresentanti dei media (16 marzo) a quello rivolto al corpo diplomatico (22 marzo). Alcune di queste parole ritornano anche nei punti essenziali dell’intervento che l’ancora card. Bergoglio pronunciò in Congregazione generale, il 7 marzo, e nella breve lettera che Francesco, primo papa gesuita, ha inviato il 16 marzo al confratello preposito generale della Compagnia di Gesù p. Nicolás (cf. riquadri alle pp. 194 e 198).
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Documento
Il laboratorio di talenti. Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori
di E. Solmi, C. Giuliodori, Conferenza episcopale italiana
Regno-doc. n.7, 2013, p.205
Gli oratori «sono ponti tra la Chiesa e la strada». Lo ha affermato mons. Giuliodori nel presentare – lo scorso 5 aprile, nella sede di Radio vaticana – la Nota pastorale sul valore e la missione degli oratori curata da due Commissioni episcopali della CEI, quella per la Cultura e le comunicazioni sociali e quella per la famiglia e la vita. Inserita nel percorso degli orientamenti pastorali del decennio sull’«educare alla vita buona del Vangelo » (cf. Regno-doc. 19,2010,601ss), la nota intende «riconoscere e sostenere il peculiare valore dell’oratorio» – istituzione che vanta 450 anni di esperienza – «nell’accompagnamento della crescita umana e spirituale delle nuove generazioni». Il testo si struttura in tre parti dedicate rispettivamente alla «memoria viva» delle solide radici dell’esperienza oratoriana; ai fondamenti, alle dinamiche e allo stile dell’educare in oratorio (con una «convinta valorizzazione del gioco, della musica, del teatro, dello sport, della natura, del volontariato e della solidarietà»), e alla «responsabilità ecclesiale» verso quei permanenti «laboratori educativi», che gli oratori «sono stati, sono ancora» e devono diventare sempre più.
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Documento - Parte / Inserto
Consiglio permanente CEI - Nomine
di Episcopato italiano
Regno-doc. n.7, 2013, p.216
Si è svolta a Roma, tra il 18 e il 19 marzo, la sessione primaverile del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. «Una sessione essenziale, recita il Messaggio finale, caratterizzata dagli eventi che nelle ultime settimane hanno scandito la vita della Chiesa». Su tutte, spicca l’elezione di papa Francesco a cui i vescovi italiani, alla fine dei lavori, hanno indirizzato un messaggio nel quale si parla di «speciale sintonia (…) che ci rende testimoni privilegiati della sua missione, primi destinatari della sua premura e del suo magistero». Tra le altre cose, il Consiglio permanente ha proceduto alle seguenti nomine (www.chiesacattolica.it):
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Documento
L’intesa con gli induisti entra in vigore. { Repubblica italiana - Unione induista italiana }
di G. Napolitano
Regno-doc. n.7, 2013, p.222
Con la legge n. 246 del 31 dicembre 2012, entrata in vigore il 1° febbraio 2013, il Parlamento ha approvato le Norme per la regolazione dei rapporti tra lo stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’art. 8, terzo comma, della Costituzione. L’intesa era stata firmata nel 2007 dall’avv. Franco Di Maria per l’Unione induista italiana (UII) e dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Il provvedimento approvato regola gli ambiti nei quali la pratica religiosa dei circa 135.000 induisti in Italia entra in contatto con l’ordinamento giuridico del paese: riconosce l’autonomia dell’UII, il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, la possibilità di prestare assistenza spirituale ai fedeli in ospedale e in carcere, il diritto di istituire scuole, le prerogative dei ministri di culto, gli effetti civili dei matrimoni religiosi, la partecipazione all’otto per mille dell’IRPEF sia sulla base delle scelte espresse dai contribuenti sia – in proporzione – sulla base di quelle non espresse.
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Documento - Parte / Inserto
Le altre intese firmate in Italia
di Redazione
Regno-doc. n.7, 2013, p.224
Con la legge n. 246 del 31 dicembre 2012, entrata in vigore il 1° febbraio 2013, il Parlamento ha approvato le Norme per la regolazione dei rapporti tra lo stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’art. 8, terzo comma, della Costituzione. L’intesa era stata firmata nel 2007 dall’avv. Franco Di Maria per l’Unione induista italiana (UII) e dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Il provvedimento approvato regola gli ambiti nei quali la pratica religiosa dei circa 135.000 induisti in Italia entra in contatto con l’ordinamento giuridico del paese: riconosce l’autonomia dell’UII, il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, la possibilità di prestare assistenza spirituale ai fedeli in ospedale e in carcere, il diritto di istituire scuole, le prerogative dei ministri di culto, gli effetti civili dei matrimoni religiosi, la partecipazione all’otto per mille dell’IRPEF sia sulla base delle scelte espresse dai contribuenti sia – in proporzione – sulla base di quelle non espresse.
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Documento
Eutanasia del legame sociale. Dichiarazione dell’episcopato belga
di I vescovi del Belgio
Regno-doc. n.7, 2013, p.227
Il nostro «rifiuto dell’eutanasia non è la scelta della sofferenza, né quella di fare soffrire, e nemmeno quella di lasciare soffrire», dicono i vescovi del Belgio in un dichiarazione resa nota lo scorso 6 marzo e intitolata Si può sottoporre a eutanasia il legame sociale? È infatti in discussione nel paese, dopo la depenalizzazione dell’eutanasia per gli adulti consenzienti nel 2002 (cf. Regno-att. 12,2002,408), un progetto di legge per estenderla anche ai minori – con o senza il consenso dei genitori – e ai malati mentali. La questione verte, naturalmente, attorno alla possibilità di esprimere un consenso valido. Ma – dicono i vescovi – anche se il consenso vi fosse, «è questa la società che vogliamo?». Una società prigioniera della propria «solitudine » che a maggiore ragione colpisce i membri più fragili. L’eutanasia delle persone fragili – concludono i vescovi – «contraddice la nostra umanità più profonda» proprio laddove dovrebbe «manifestare una solidarietà più stretta».
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Documento
Dalla parte dei figli. La Chiesa cattolica del Lussemburgo sul matrimonio omosessuale
di Commissione diocesana per la pastorale familiare
Regno-doc. n.7, 2013, p.229
«Procreare non è riprodurre (…). Diventare padre o madre (…) non è in nessun modo riducibile a un atto biologico o tecnico. Si tratta di un’unione di corpi, di parole e di mistero». Così il nucleo centrale della dichiarazione della Commissione diocesana per la pastorale familiare della Chiesa cattolica del Lussemburgo, rilasciata lo scorso 15 marzo in merito al dibattito che anche in questo piccolo stato sta avendo luogo sulla possibilità di estendere l’istituto matrimoniale alle coppie dello stesso sesso, con tutte le conseguenze relative alla filiazione. Da questo breve testo emerge anche un’altra riflessione interessante: gli «studi che dimostrerebbero che la composizione familiare non ha effetti sullo sviluppo psicologico dei bambini» o che «i genitori omosessuali sarebbero educatori (…) validi» quanto i genitori eterosessuali, a parte la questione del loro «valore scientifico», non possono ancora valutare un dato fondamentale sui figli di coppie omosessuali: quello relativo alla loro filiazione, quando (e come), cioè, decideranno di diventare essi stessi padri o madri.
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Documento
Una Costituzione da riformare. Conferenza episcopale del Vietnam alla revisione della Costituzione
di Conferenza episcopale del Vietnam
Regno-doc. n.7, 2013, p.232
In risposta alla consultazione avviata dall’Assemblea nazionale, con una coraggiosa scelta pubblica i vescovi cattolici del Vietnam hanno proposto un proprio contributo alla revisione della Costituzione del 1992, mettendo esplicitamente in questione il monopolio del Partito comunista e dell’ideologia marxista-leninista e chiedendo coerenza nella difesa dei diritti umani affermati dal testo costituzionale. Il documento, intitolato I vescovi cattolici del Vietnam trasmettono le loro osservazioni e contributi riguardo al progetto d’emendamento della Costituzione del 1992 (emendamento 2013), è stato inviato il 1° marzo 2013 al Comitato di redazione del progetto d’emendamento della Costituzione del 1992, ed è stato elaborato dal Comitato permanente della Conferenza episcopale del Vietnam. Pubblicato in lingua vietnamita sul sito della Conferenza episcopale (hdgmvietnam.org), è stato integralmente tradotto in francese dalla redazione di Églises d’Asie, l’agenzia d’informazione della Società per le Missioni estere di Parigi.
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Documento
Salvaguardare le risorse idriche europee. Programma quadro della Commissione europea
di Commissione europea
Regno-doc. n.7, 2013, p.235
A partire dal 2000, con la Direttiva sulle acque l’Unione Europea «ha affrontato per la prima volta in modo globale i rischi cui sono esposte le acque» del suo territorio, «mettendo in evidenza che la gestione va ben oltre le questioni di distribuzione e trattamento delle acque». Occorre infatti tenere conto della «gestione del suolo», della «pianificazione territoriale adottata dagli stati membri» e alle concrete disponibilità finanziarie. La direttiva mirava a «raggiungere un buono stato delle acque entro il 2015» e ciò sarà possibile per il 53% delle acque. Per il 47% rimanente si rendono «necessari ulteriori interventi», che sono oggetto del presente Programma quadro firmato dalla Commissione europea e reso noto il 14 novembre 2012. In particolare le «principali cause dei pericoli per lo stato delle acque» sono legate alla modalità di gestione di una serie di eventi collegati tra loro (cambiamenti climatici, uso del suolo, produzione energetica, industria, agricoltura e turismo, sviluppo urbano, cambiamenti demografici) da considerare in un’ottica «ecocompatibile» e più efficiente dal punto di vista della «gestione delle risorse idriche».
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Documento
Dell’universale e delle particolarità. Lezione di commiato di Pierre Gisel all’Università di Losanna
di P. Gisel
Regno-doc. n.7, 2013, p.249
Lo scorso 9 novembre, davanti alla Facoltà di Teologia e di scienze delle religioni dell’Università di Losanna, dove è docente dal 1976, il teologo Pierre Gisel ha tenuto la sua lezione di commiato sul tema: Resistenze delle particolarità e trappole dell’universale. Per un utilizzo sovversivo dei corpi, delle tradizioni e dei confini. Gisel entra nel cuore della modernità occidentale – e del cristianesimo stesso –, là dove «particolarità identitarie ed ereditarie» convivono in tensione con una pulsione al loro superamento (cui «fanno resistenza»). Ma l’universale verso cui ci si dirige nasconde – nella tendenza a «integrare» o assimilare l’alterità – delle «trappole» (forme di omogeneizzazione e banalizzazione), «o peggio ancora» (violenza). L’analisi parte da concrete realtà religiose, che la «secolarizzazione» non sembra affatto superare, ma anzi produrre in nuove forme «fuori dal religioso», e le interroga quale «forza critica» dell’antropologico e del sociale. «L’invito è a puntare al cuore delle particolarità in gioco» per aprire, in una stagione di crisi «costante e poco produttiva», un diverso interrogativo «sull’umano e sulla società».
Articolo
Jorge M. Bergoglio - Francesco: il Pastore. Primi passi del nuovo papa
di G. Brunelli
Regno-att. n.6, 2013, p.121
Dal 13 marzo 2013 il card. Jorge Mario Bergoglio, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires, è il nuovo vescovo di Roma e sommo pontefice della Chiesa universale. Si chiama Francesco. Ed è la prima volta che questo nome viene assunto da un papa. Così come Francesco è il primo papa che proviene dall’America Latina, dall’Argentina, dov’è nato nel 1936 da immigrati italiani. Ed è anche il primo papa della storia che proviene dalla Compagnia di Gesù. È stato eletto alla quinta votazione del secondo giorno di Conclave. Bergoglio era stato il candidato antagonista di Joseph Ratzinger nel Conclave del 2005; allora, ritirandosi dopo la terza votazione, aveva lasciato il passo al futuro Benedetto XVI. Ora, con la sua rinuncia al pontificato, Benedetto XVI, misteriosamente, ha lasciato il passo a Francesco. «Fratelli e sorelle buonasera. (...)»
Articolo
Francesco e la stagione ecumenica. Germogli
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.122
Il dialogo «nasce da un atteggiamento di rispetto verso l’altro, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; richiede di fare spazio nel nostro cuore al suo punto di vista, alla sua opinione e alla sua proposta. Esige un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna abbassare le difese, aprire la porta di casa e offrire calore umano». È quanto scriveva sull’esperienza del dialogo il card. Jorge Mario Bergoglio nel 2011, introducendo il volume sulle sue conversazioni con il rabbino di Buenos Aires Abraham Skorka. Questo atteggiamento sembra improntare i primi gesti e parole del papa Francesco nel rapporto con le confessioni cristiane e le religioni non cristiane, suscitando reazioni positive e riscontri di sostanziale corrispondenza con l’esperienza pastorale a Buenos Aires.
Articolo
Conclave – Rassegna stampa: pope-media. La Chiesa raccontata «a un pubblico vasto e variegato»
di G. Mocellin
Regno-att. n.6, 2013, p.125
Si può circoscrivere, simbolicamente, ai primi 23 giorni di marzo, intercorsi tra l’inizio della Sede vacante e la visita di Francesco a Benedetto XVI, l’analisi della «copertura» che i media italiani, e segnatamente i quotidiani, hanno riservato al recente Conclave e ai primi atti del «nuovo papa». Infatti, se come tale l’evento della successione al soglio di Pietro è una storia che i media sono abbastanza abituati a raccontare (mediamente, una volta ogni undici anni, dalla fine della guerra a oggi), è una «prima» assoluta, in tutta l’età moderna e non solo negli ultimi decenni, la storia della compresenza (oltretutto pacifica) di due vescovi di Roma, uno in carica e uno emerito.
Articolo
Argentina - Bergoglio e la dittatura: Accuse infondate
di M. Bernardoni
Regno-att. n.6, 2013, p.126
La campagna contro Jorge Mario Bergoglio «è ben nota e risale già a diversi anni fa. È portata avanti da una pubblicazione (il quotidiano argentino Página 12 – ndr) che compie campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse contro Bergoglio è ben nota ed evidente». Così una nota letta ai giornalisti, lo scorso 15 marzo, dal portavoce della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi.
Articolo
Argentina - Il vescovo Bergoglio: il papa venuto dal Sud: Da conservatore ad amico dei poveri
di W. Uranga
Regno-att. n.6, 2013, p.127
Lui stesso si è definito come il papa che i cardinali sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo». Jorge Bergoglio, argentino, 76 anni, dal 13 marzo scorso è Francesco, il papa della Chiesa cattolica. È un sacerdote di solida formazione teologica e filosofica, ma anche un uomo di profonda spiritualità, nonché studioso di problemi politici e sociali. È dall’età di 37 anni che è abituato a esercitare il discernimento e a prendere delle decisioni: a quell’età fu eletto superiore provinciale della sua congregazione religiosa, la Compagnia di Gesù, in Argentina.
Articolo
Argentina - Intervista a Juan Carlos Scannone: La teologia di Francesco
di M. Castagnaro
Regno-att. n.6, 2013, p.128
Padre Juan Carlos Scannone, gesuita ottantunenne, già docente
in diversi atenei latinoamericani ed europei, compresa
la Pontificia università Gregoriana di Roma, ed ex preside
delle facoltà di Filosofia e teologia dell’Universidad del Salvador di
Buenos Aires, è il massimo teologo argentino vivente.
– Che cosa pensa dell’ascesa del card. Bergoglio al soglio di
Pietro? (...)
Articolo
Stati Uniti - America Latina: ricollegare le comunità. Le Chiese e la geopolitica del continente
di D. Golemboski
Regno-att. n.6, 2013, p.130
Nel corso degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, ampi settori della comunità cattolica degli Stati Uniti erano fortemente impegnati in varie forme di relazioni ed espressioni di solidarietà con i popoli dell’America Latina, la terra dell’arcivescovo Oscar Romero, della teologia della liberazione e degli squadroni della morte. C’erano anche delegazioni di nordamericani che si recavano in Nicaragua, El Salvador o in altri luoghi e fiorivano i gemellaggi fra parrocchie degli Stati Uniti e comunità cristiane dell’America Centrale. Secondo Christian Smith, sociologo a Notre Dame, oltre 100.000 cittadini statunitensi si recarono in quegli anni in Nicaragua per «vedere con i loro occhi la sua rivoluzione».
Informazione
Stati Uniti - Gesuiti: Quarant’anni di aborto
di A. Franzoni
Regno-att. n.6, 2013, p.133
Il 22 gennaio 1973, con una maggioranza di sette giudici a favore e due contrari, la Corte suprema degli Stati Uniti pronunciava due sentenze che rendevano legale l’aborto in tutta la nazione. Con il caso principale, Roe contro Wade, venivano abrogate tutte le leggi statali che vietavano l’aborto: si riconosceva l’aborto come un diritto a prescindere da qualsiasi circostanza che non fosse la libera scelta della donna. Con il caso gemello, Doe contro Bolton, si estendeva il diritto ad abortire all’intera durata della gravidanza. La legislazione precedente alle sentenze Roe-Doe prevedeva che l’aborto fosse disciplinato da ogni stato secondo leggi proprie. Nella maggior parte degli stati, essendo considerato reato, l’aborto non poteva essere praticato in nessun caso, mentre in alcuni di essi quest’ultimo era consentito solo in determinate circostanze: gravi problemi di salute della donna, violenza carnale, malformazioni del feto. Solo in quattro stati il requisito legale sufficiente era la richiesta di abortire da parte della donna.
Articolo
Vietnam - Chiesa e stato: rifondare la Costituzione: I vescovi appoggiano una riforma democratica
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.134
Sono passati quasi 40 anni dalla fine della guerra con gli Stati Uniti, e il Vietnam sotto molti aspetti sta vivendo una fase di trasformazione e crescita straordinaria che lo rende una potenza emergente tra i paesi del Sud-est asiatico. Boom economico, sviluppo della classe media, turismo e settore manifatturiero in espansione. Il collasso del comunismo nell’Europa orientale e la disintegrazione dell’Unione Sovietica – riferimento ideologico e politico principale del Partito comunista vietnamita – dopo la caduta del muro di Berlino ne hanno modificato radicalmente il contesto strategico, costringendolo a uscire dall’isolamento e a impegnarsi in modo più diretto nelle questioni internazionali a livello sia regionale sia globale. Nel 1992 ne è anche scaturita una riscrittura della Costituzione, che veniva in parte incontro alle esigenze del contesto mutato e poneva le premesse per l’introduzione dell’economia di mercato.
Informazione
Cina - Nuovo presidente: Una scelta di stabilità
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.136
Com’era lecito attendersi, il 14 marzo l’Assemblea nazionale del popolo (il Parlamento cinese) ha votato quasi all’unanimità come nuovo presidente della Repubblica popolare e dell’Esercito di liberazione Xi Jinping, il segretario generale del Partito comunista cinese eletto nel corso del 18° Congresso lo scorso 15 novembre. Pur essendo un «principe rosso», cioè figlio di un alto funzionario del Partito comunista della prima generazione, Xi Jinping ha un curriculum che gli ha permesso di essere accettato anche dalla corrente di quanti si sono invece formati nella Lega della gioventù comunista cinese, l’altro canale d’ingresso privilegiato nel Partito, da cui sono passati per esempio Hu Jintao, attuale presidente della Repubblica, Wen Jiabao, premier uscente, e Li Keqiang, eletto il 15 marzo primo ministro. L’accordo tra le due correnti aveva anche comportato, poco prima del Congresso, l’epurazione del principale concorrente di Xi, Bo Xilai, promotore di una rinascita maoista e di un acceso populismo, accusato di omicidio insieme alla moglie, e ora in sciopero della fame.
Articolo
India - Teologia: Dio nella terra indiana. A colloquio con Francis Gonsalves
di L. Clemente
Regno-att. n.6, 2013, p.137
Raggiungiamo il Vidyajoti College of Theology di Delhi una fredda sera di gennaio. «Noi» siamo un gruppo di viaggiatori interessati a conoscere le diverse realtà religiose dell’India e la lettura di un articolo in una pubblicazione di studi teologici indiani ci ha condotti all’istituto gesuita fondato nel 1881 nel Bengala e al suo rettore,. Lo troviamo che ci aspetta sorridente davanti al cancello. Mentre ci riprendiamo dalle ore passate nel traffico che paralizza, in un’inimmaginabile morsa di metallo e inquinamento (a Delhi come in buona parte delle megalopoli indiane), Gonsalves, nato nel 1960 a Bombay, licenza alla Gregoriana e dottorato a Madras, ci introduce alla problematicità dell’India. Un paese dalle molte lingue e dalle molte religioni che il nazionalismo hindu cerca in parte di assimilare, in parte di emarginare. Le statistiche parlano di un 82% hindu, un 13% musulmano, un 2,3% cristiano, più altre esigue realtà, su una popolazione totale di 1,2 miliardi.
Articolo
Nord Arabia - Chiese: cresce la fede cristiana. Reportage nei paesi del Golfo Arabico
di F. Strazzari
Regno-att. n.6, 2013, p.140
Il 12 dicembre 1952 sono iniziati i lavori per la costruzione della chiesa di Ahmadi, sotto il titolo di Nostra Signora di Arabia, che sono stati completati l’8 settembre 1955, festa della Natività di Maria. La chiesa è stata benedetta dallo stesso p. Urbano Stella il 1° aprile 1956. La grande statua è arrivata nella capitale del Kuwait e da lì è stata portata in processione ad Ahmadi. Dal suo arrivo fino a oggi i fedeli recitano ogni settimana una novena a Nostra Signora di Arabia, alla quale sono molto devoti, anche perché – assicurano – continua a fare non pochi miracoli. Nel 2011 è stato rinnovato il presbiterio della chiesa e la statua miracolosa è rimasta al suo posto, al centro, in uno spazio di nobile bellezza.
Articolo
Egitto - Mediazioni: al Azhar, no alla violenza. Un documento firmato da tutte le forze politiche
di G. Bernardelli
Regno-att. n.6, 2013, p.145
Avevamo lasciato l’Egitto all’indomani del contestatissimo referendum sulla nuova costituzione vinto dal presidente Mohammed Mursi fondamentalmente grazie ai voti dell’Alto Egitto (ma con l’opposizione del Cairo e di Alessandria). E avevamo aggiunto che lo scontro – congelato dopo le giornate caldissime dell’assedio della folla al palazzo presidenziale – era solo rinviato all’appuntamento cruciale delle elezioni politiche, attese per la primavera (cf. Regno-att. 22,2012,723). La tregua è durata in realtà poco: il paese è tuttora nel caos. Ogni venerdì è ormai l’occasione per nuove proteste che sfociano puntualmente in manifestazioni violente.
Libri del mese
Dio fa ombra alla politica. Michael Walzer e le domande politiche alla Bibbia ebraica
di P. Stefani
Regno-att. n.6, 2013, p.147
Desmond Tutu, il grande vescovo e leader sudafricano campione della lotta contro l’apartheid, dichiarò, ironicamente, di essere perplesso su quale Bibbia la gente legga quando afferma che la religione e la politica non si mescolano. La questione sta sia nel definire cosa s’intende per politica, sia nei modi di stabilire come avviene questo «mescolamento». Comunque, se l’affermazione fosse di natura storica, essa potrebbe contare sul sostegno di gran parte della prassi e del pensiero politici delle età tardo antica, medievale e moderna e su robuste tracce, dirette o indirette, presenti nell’epoca contemporanea.
Schede
Libri del mese - Schede - Marzo 2013
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.6, 2013, p.150
I «Libri del mese» si possono ordinare indicando il numero ISBN a 13 cifre:
- per telefono, chiamando lo 049.8805313;
- per fax, scrivendo allo 049.686168;
- per e-mail, all'indirizzo vendite.dirette@dehoniane.it
- per posta, scrivendo a Centro Editoriale Dehoniano, via Nosadella 6, 40123 Bologna.
Segnalazioni
G. Bernardelli (a cura di), Vino Nuovo
di A. Plotti
Regno-att. n.6, 2013, p.163
Segnalazioni
Suor Paola Maria d. Spirito Santo, M. Anselmi, Santa Maria Maddalena De’ Pazzi
di B. Secondin
Regno-att. n.6, 2013, p.164
Segnalazioni
Chiavi di lettura: Gli instant di Francesco
di M.E. Gandolfi
Regno-att. n.6, 2013, p.165
Segnalazioni
G. Valente, Francesco, un papa dalla fine del mondo
di F. Lozito
Regno-att. n.6, 2013, p.166
Segnalazioni
F.D. Tosto, Ultimi o primi?
di A. Franzoni
Regno-att. n.6, 2013, p.166
Articolo
Kenya - Chiese ed elezioni: educazione civica. Diverse denominazioni cristiane per la pace precaria
di D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.167
In attesa di giudizio, in più di un senso. Così appare il Kenya, che ha votato il 4 marzo per le elezioni generali: il verdetto delle urne rischia di non essere l’ultimo. Dal voto presidenziale è uscito vincitore Uhuru Kenyatta. Il figlio del primo capo dello stato kenyano (Jomo Kenyatta, in carica dal 1963, anno dell’indipendenza, alla morte, nel 1978) ha ottenuto il 50,07% dei consensi: un margine appena sufficiente a fargli evitare il ballottaggio contro Raila Odinga, a sua volta «figlio d’arte»: suo padre, Jaramogi Oginga Odinga, fu prima il vice e poi il grande oppositore di Kenyatta. Lo scontro tra gli eredi delle due dinastie politiche sembra destinato a spostarsi ora sul piano legale: Odinga ha parlato di «massicci brogli», annunciando ricorsi. A suo modo, è una buona notizia. Nelle scorse presidenziali, a fine 2007, entrambi i candidati (lo stesso Odinga e il presidente uscente Kibaki) reclamarono la vittoria: furono oltre 1.000, secondo la stima più prudente, i morti negli scontri delle settimane seguenti. L’accordo per un esecutivo di unità nazionale riportò la pace: Kibaki ottenne il secondo e ultimo mandato da presidente, Odinga il posto di primo ministro.
Informazione
Nigeria - Violenze e religioni: Prosegue l’orrore
di D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.169
Sono Ganye, vicino alla frontiera con il Camerun, e Kano, nel Nord, gli ultimi teatri dell’orrore in Nigeria, scossa anche dalle vicende degli ostaggi catturati dai fondamentalisti di Boko Haram e dalla «nuova» formazione Ansaru. A Ganye, il 22 marzo, miliziani armati hanno preso d’assalto una banca, una stazione di polizia, un carcere e alcuni ritrovi all’aperto. Gli attacchi ricordano, per la dinamica, quelli di Boko Haram in altre regioni settentrionali, e hanno provocato almeno 25 morti. Sono state oltre 20, invece, le vittime dell’attentato suicida del 18 marzo a Kano, che ha colpito una stazione degli autobus. Il paese resta dunque instabile, nonostante le forze armate siano impegnate da tempo in vaste operazioni contro i fondamentalisti.
Articolo
Italia - Bergamo - Teologia: il caso bioetica. Ragioni della fede, ragioni della laicità
di L. Testa
Regno-att. n.6, 2013, p.170
La bioetica rappresenta nel contesto contemporaneo un ambito nel quale emergono in modo emblematico le questioni relative al rapporto fra universalità della morale e coscienza cristiana. La questione bioetica è ormai da alcuni decenni uno dei nodi critici del dibattito sociale, sia nelle sue forme mediatiche, sia negli approfondimenti degli esperti, come anche nelle prese di posizione interne al mondo ecclesiale, spesso segnate da un rapporto dialettico con la società civile. In questo senso la bioetica è un «caso» nel senso forte di «banco di prova» (Testfall) che fa emergere i punti critici e le sfide del rapporto fra le ragioni della fede e gli argomenti della cosiddetta «laicità».
Articolo
Teologia - Università: sguardi tra fede e storia. Mons. Müller a Padova, p. O’Malley alla Gregoriana
di M. Bernardoni
Regno-att. n.6, 2013, p.172
Due importanti istituzioni accademiche, la Facoltà teologica del Triveneto e la Pontificia università Gregoriana, hanno celebrato tra fine febbraio e metà marzo il loro dies academicus. Le prolusioni sono state affidate, a Padova, a mons. Gerhard L. Müller, teologo e attuale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e alla Gregoriana, al gesuita americano John W. O’Malley, docente alla Georgetown University e «decano degli storici americani del cristianesimo». I loro interventi hanno riguardato due temi – quello della fede e quello del concilio Vaticano II – che, singolarmente intrecciati, caratterizzano l’Anno della fede che stiamo vivendo.
Informazione
Padova - Chiesa - Quaresima: Prossimità digitale
di S. Melchiori
Regno-att. n.6, 2013, p.174
Utilizzare la rete digitale per «raggiungere persone che non partecipano alla vita delle parrocchie ma sono in ricerca», attraverso uno spunto quotidiano di meditazione su un «“frammento” di Vangelo», con lo scopo di «illuminare le “zone oscure” che sono in noi, guarire le ferite, ritrovare la pace del cuore nell’incontro con Gesù» (mons. Mattiazzo). E farlo – nello spirito dell’Anno della fede – nel tempo forte di Quaresima, come occasione per cercare di seminare e raggiungere in modalità varie e multiple anche quanti sono un po’ lontani dalle soglie delle chiese, vivono distrattamente la propria appartenenza alla religione cattolica, non riescono a collocarsi all’interno delle modalità comunitarie, o appartengono a quella «categoria aperta» dei «ricomincianti».
Diario ecumenico
Le Chiese europee e i nuovi movimenti cristiani
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Dialogo tra Santa Sede e Concordia di Leuenberg
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Rinuncia di Benedetto XVI - Reazioni ecumeniche
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Chiesa d’Inghilterra – Donne vescovo
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Siria – Intronizzazione di Youhanna X
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Chiesa ortodossa russa
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Diario ecumenico
Bulgaria – Neofit è il nuovo patriarca
di D. Sala
Regno-att. n.6, 2013, p.175
Agenda vaticana
Rinuncia del papa
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Altre parole sulla rinuncia
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
IOR
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Monti e Napolitano
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ravasi predica gli esercizi
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
A Versaldi il governo dei Concezionisti
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Sud Sudan
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ultimo Angelus e ultima udienza
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Rapporto cardinali su fuga documenti
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
O’Brien dimissionato
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Motu proprio Notas nonnullas
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Agenda vaticana
Ritiro a Castel Gandolfo
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.176
Studio del mese
Rileggere la Pacem in terris 50 anni dopo: Utopia in cammino
di D. Christiansen
Regno-att. n.6, 2013, p.177
Forse solo a 50 anni di distanza si può apprezzare pienamente la visione profetica dell’enciclica Pacem in terris, pubblicata l’11 aprile 1963 e indirizzata da Giovanni XXIII ai fedeli di tutto il mondo, «nonché a tutti gli uomini di buona volontà, sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà». Mentre all’epoca non fu pienamente capita – come osservava anche questa rivista nel supplemento dedicatole nel maggio 1963, fu accusata di astrattezza o abbassata al rango di una «paterna esortazione del papa buono» –, la Pacem in terris ha nel tempo offerto la struttura portante che ha consentito un impegno diretto della Chiesa nelle questioni globali per gli anni a venire. Questa partecipazione è stata fondamentale per il dispiegarsi di sviluppi quali il movimento per i diritti umani, il concetto di comunità internazionale, il principio della responsabilità di proteggere e l’idea di una governance globale per affrontare problemi globali. L’«utopia» della Pacem in terris è ancora in cammino, con la sua aspirazione alta che dev’essere ulteriormente realizzata.
Profilo
Mons. G. Nervo (1918-2013) - La fede in dono. Il primato della carità vissuto accanto ai deboli
di G. Pasini
Regno-att. n.6, 2013, p.184
I commenti dei media alla notizia della morte di mons. Giovanni Nervo, avvenuta il 22 marzo, dopo una lunga e sofferta permanenza ospedaliera, all’invidiabile età di 94 anni, si sono concentrati attorno a due aspetti della sua vita: il servizio ecclesiale nella Caritas e il suo impegno sociale. In ambedue gli ambiti è stato evidenziato il suo amore verso i poveri e gli ultimi realizzato saldando insieme i grandi valori della carità e della giustizia, un binomio bene rispecchiato nel titolo di una delle pubblicazioni di don Giovanni: Giustizia e pace si baceranno.
Parole delle religioni
Giona. Il profeta chiamato a convertirsi
di P. Stefani
Regno-att. n.6, 2013, p.187
Riguardo alla natura del piccolo-grande libro di Giona, vi sono tre punti su cui il consenso interpretativo è pressoché unanime: si tratta di un libro «favolistico-profetico», «penitenziale» e «universalistico». In esso compare un solo nome di persona, quello del protagonista, e un solo nome di città, Ninive; non vi è però alcun riferimento a eventi e cronologie specifiche. Letta da questa angolatura, la profezia sembra estraniarsi dal fuoco della storia concreta per assumere un andamento sapienziale paragonabile a quello del libro di Giobbe, in cui non è richiesto datare l’«eterna parabola » relativa al giusto sofferente. Da qui la dimensione paradigmatica della «sapienza», che vale al di là delle delimitazioni di tempo e luogo.
I lettori ci scrivono
Kenya: il missionario e il cardinale
di A. Cappi; D. Maggiore
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
Viri probati
di O. Gulot
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
La rinuncia di Benedetto XVI
di A. Pomatto
Regno-att. n.6, 2013, p.189
I lettori ci scrivono
Donne nella Chiesa
di A. Scantamburlo
Regno-att. n.6, 2013, p.190
"Io non mi vergogno del Vangelo"
Due o tre idee avventate. Sulla traumatica e salutifera rinuncia di papa Benedetto
di L. Accattoli
Regno-att. n.6, 2013, p.191
Sconcerto, tristezza, lenta intelligenza del fatto. Ho bisogno di tempo per fare i conti con l’uscita dalla storia di papa Benedetto, che ho subito avvertito come un traumatico e salutifero fatto di Vangelo. Stavo rileggendo il terzo volume su Gesù di Nazaret, attendevo l’enciclica sulla fede che non avremo. «Penso che basti ciò che ho fatto», aveva detto a Peter Seewald l’agosto scorso. Forse ha fatto più di quanto abbiamo capito, anche quelli che gli abbiamo voluto bene. Sono tra quelli che l’hanno amato da subito. Me lo facevano amico – come argomentai in questa rubrica su Regno-att. 10,2005,359 – la sua avvertenza del mistero del male e della difficoltà di credere, l’invocazione al Signore perché torni a manifestarsi.
Sommario rivista n. 122
Anno XV - Aprile 2013 - n. 122
03 Editoriale - «Guerra di Dio»
.....di Gianpaolo Barra
04 La pagina dei lettori - Il "raccomandato"
06 Dove trovare il Timone
08 Corsi di formazione apologetica
09 Il giorno del Timone - LAZIO
INFORMAZIONE
10 News dall’Italia e dal mondo
12 Papa Francesco
.....di Vincenzo Sansonetti
14 Si riparte dalla Fede
.....di Riccardo Cascioli
16 Tutti in per la vita
.....di Francesco Agnoli
18 Hai impegni? Sarai felice
.....di Costanza Miriano
20 Il Kattolico. Che fine ha fatto Garabandal?
.....di Rino Cammilleri
FORMAZIONE
22 La Sindone svela la Passione di Gesù
.....di Saverio Gaeta
25 Non tutti sanno che...
26 Plinio, Traiano e i cristiani
.....di Alfredo Valvo
28 "Russia Cristiana"
.....di Andrea Galli
30 Quella "strana" alleanza
.....di Giacomo Samek Lodovici
32 Sesso: la promessa mancata
.....di Laura Boccenti
34 Hanno scritto... hanno detto...
47 Il Graduale simplex
.....di Giannicola D'Amico
48 Marco Simi. Lo scrittore che sapeva ascoltare
.....di Andrea Sciffo
50 In Africa il cristianesimo del futuro?
.....di P. Piero Gheddo
52 11 settembre 1683
.....di Rino Cammilleri
54 Paolo III
.....di Alberto Azzimonti
56 Quando la semplicità paga
.....di Rosanna Brichetti Messori
58 Bendetto XVI e la sfida del relativismo
.....di Marco Invernizzi
60 La scala del Paradiso
.....di Don Pietro Cantoni
61 La vera oggettività
.....di Stefano Biavaschi
62 Libri di Casa Nostra
.....a cura di Giovanni De Marchi
63 Home video
.....a cura di Giovanni De Marchi, Paolo De Marchi, Salvatore Mussari
63 Cinema. Vogliamo vivere
.....di Ludovico A. Grassi
64 Vivaio.
.....di Vittorio Messori
65 Il fine della vita cristiana
67 Cattolici in internet
.....di Alessandro Nicotra
DOSSIER: LUTERO IL MONACO RIBELLE
36 Il nemico della dottrina
.....di Mons. Antonio Livi
39 La rivoluzione politica
.....di Mario Palmaro
42 Quel giacobino di nome Lutero
.....Intervista a Angela Pellicciari
.....di Raffaella Frullone
44 La filosofia di Lutero
.....di Alessandro Gnocchi
46 La vita di Martin Lutero
L'ultimo numero (Regno-doc. n.5, 2013)
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Documento
Vescovo di Roma. Primo saluto e Omelia ai cardinali elettori
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Documento - Parte / Inserto
Vescovo di Roma. Prima pregate per me. Saluto e benedizione
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.129
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Documento - Parte / Inserto
Vescovo di Roma. Camminare, edificare, confessare. Ai cardinali nella Cappella sistina
di Francesco
Regno-doc. n.5, 2013, p.130
«Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi» è quello che è iniziato il 13 marzo scorso, quando i 115 membri elettori del Collegio cardinalizio, riuniti in Conclave da poco più di 24 ore, sono andati a prendere «quasi alla fine del mondo» il nuovo vescovo di Roma, eleggendo al pontificato l’arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio. Accompagnate da segni quanto mai eloquenti nelle vesti e nei gesti, le sue prime parole dalla loggia della Basilica vaticana sono state una domanda di preghiera, per l’emerito Benedetto XVI e per sé, e un’esortazione a pregare sempre «l’uno per l’altro». Il giorno dopo, presiedendo la celebrazione eucaristica dinanzi ai cardinali ancora riuniti nella Cappella sistina, ha pronunciato una breve omelia evidenziando come le tre letture liturgiche fossero accomunate da altrettanti movimenti: il cammino, l’edificazione della Chiesa e la confessione, e concludendo: «Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti».
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Documento
Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli. Omelia nella messa Pro eligendo romano pontifice
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.131
I cardinali intendono offrirsi «con Cristo al Padre che sta nei cieli per ringraziarlo (…) per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere (…) dell’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine». Inizia dal ricordo grato di Benedetto XVI l’omelia del card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, nella messa Pro eligendo romano pontifice da lui presieduta nella Basilica vaticana in apertura del Conclave (12.3.2013) per l’elezione del successore di papa Ratzinger. Le letture proprie della liturgia gli suggeriscono tre sottolineature: la «missione di misericordia» affidata a ogni sacerdote e vescovo, ma «ancor più al vescovo di Roma, pastore della Chiesa universale»; l’edificazione dell’unità della Chiesa (la preoccupazione di custodire «l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace», secondo le parole di Efesini); l’atteggiamento fondamentale del pastore, dare la vita per le sue pecore, che «vale soprattutto per il successore di Pietro, pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del pastore».
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Documento
Catechesi, formazione del clero, norme per il Conclave. Tre motu proprio su competenze nella curia
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Catechesi e nuova evangelizzazione
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.133
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Formazione dei presbiteri e dei diaconi
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.135
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento - Parte / Inserto
Tre motu proprio su competenze nella curia. Normas nonnullas sull’elezione del pontefice
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.137
Tra gli ultimi atti di governo compiuti da Benedetto XVI vi sono tre lettere apostoliche date motu proprio. Si tratta di Catechesi e nuova evangelizzazione, pubblicata ed entrata in vigore il 26 gennaio, che trasferisce la competenza sulla catechesi dalla Congregazione per il clero al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Lo stesso giorno è stato pubblicato il motu proprio sulla Formazione dei presbiteri e dei diaconi, che trasferisce la competenza sui seminari alla Congregazione per il clero, sottraendola alla Congregazione per l’educazione cattolica. Infine il motu proprio Normas nonnullas, pubblicato il 25 febbraio nell’imminenza della fine del ministero pontificio di Benedetto XVI (28.2.2013), introduce nelle norme sull’elezione del papa qualche modifica, e in particolare la possibilità di abbreviare il periodo che precede l’inizio del Conclave e la scomunica «latae sententiae», automatica dunque e non più a discrezione del nuovo papa, per chi infrange il segreto sulle operazioni dell’elezione.
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Documento
Eredi del futuro di Dio. Lectio divina al Seminario romano maggiore
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.139
«Noi siamo eredi, non di un determinato paese, ma della terra di Dio, del futuro di Dio. (…) Da cristiani abbiamo il futuro: il futuro è nostro, il futuro è di Dio. E così, essendo cristiani, sappiamo che nostro è il futuro (…). La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro». Un invito convinto a non «lasciarsi impressionare (…) dai profeti di sventura» risuonava nelle parole pronunciate da Benedetto XVI solo pochi giorni prima della sua storica rinuncia al ministero petrino (Regno-doc. 3,2013,65s). Il testo della sua lectio divina – nel quale il papa commenta alcuni versetti della Prima lettera di Pietro (cf. 1,3-5) per i seminaristi di Roma, nella vigilia della festa della Madonna della fiducia (8.2.2013) – offre alcune suggestioni importanti alla luce della conclusione del suo pontificato. Su tutte, l’idea di una «custodia» del credente esercitata dalla fede («che ci protegge, ci aiuta, ci guida, ci dà la sicurezza») e il legame tra il martirio e il ministero del successore di Pietro: «Andando a Roma, Pietro certamente è andato anche al martirio (…). Quindi, il primato ha il contenuto dell’universalità, ma anche un contenuto martirologico».
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Documento
Tornare a Dio con tutto il cuore. Omelia nel Mercoledì delle ceneri (13.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.143
«Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera». Ha iniziato così Benedetto XVI la sua omelia nel Mercoledì delle ceneri, solenne inizio della Quaresima, celebrato quest’anno in via straordinaria nella Basilica di San Pietro lo scorso 13 febbraio. Due giorni dopo il suo storico annuncio (Regno-doc. 3,2013,65s), l’attenzione del mondo era concentrata sulle parole del pontefice, il quale – sollecitato dalle letture del giorno – ha offerto alcune riflessioni che sono parse altrettante indicazioni per il futuro cammino della Chiesa. In particolare, «sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana» per «manifestare il volto della Chiesa, (…) a volte deturpato», soprattutto dalle «colpe contro l’unità della Chiesa, dalle divisioni nel corpo ecclesiale», e il richiamo a guardarsi «dall’ipocrisia religiosa, dal comportamento che vuole apparire, dagli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione», perché «il vero discepolo non serve se stesso o il “pubblico”, ma il suo Signore».
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Documento - Parte / Inserto
Commozione grande e profondo rispetto. Saluto del card. Bertone
di T. card. Bertone
Regno-doc. n.5, 2013, p.145
Lo scorso 13 febbraio, al termine della celebrazione eucaristica nel Mercoledì delle ceneri, il cardinale segretario di stato ha rivolto al papa alcune parole di saluto facendo riferimento alla decisione di Benedetto XVI (comunicata solo due giorni prima) di rinunciare al ministero petrino. Riportiamo l’indirizzo di saluto del card. Bertone (www.vatican.va).
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Articolo
Il Concilio come l’ho vissuto Incontro con i parroci e il clero di Roma (14.2.2013)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.146
Nell’incontro annuale coi parroci e il clero di Roma (14.2.2013), Benedetto XVI ha colto l’occasione – la sua ultima volta da pontefice – per una «piccola chiacchierata sul concilio Vaticano II». Ne è scaturito il racconto appassionato di un’esperienza vissuta con entusiasmo da giovane teologo e docente universitario, che rimarrà un riferimento decisivo della sua biografia teologica e pastorale. «Siamo andati al Concilio non solo con gioia, ma con entusiasmo», ha ricordato l’allora prof. Ratzinger. «C’era un’aspettativa incredibile. Speravamo che tutto si rinnovasse, che venisse veramente una nuova Pentecoste, (…) che la Chiesa fosse di nuovo forza del domani e forza dell’oggi». Il racconto, nel quale ha toccato tutte le questioni che furono al cuore dell’evento conciliare, si è chiuso con la polemica contrapposizione tra Concilio dei padri e dei media, quest’ultimo «accessibile, (…) dominante, più efficiente », ma realizzato «fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa». Oggi, ha concluso il papa, «vediamo come questo concilio virtuale si rompa, si perda», per far apparire «il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale» di vera riforma della Chiesa.
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Documento - Parte / Inserto
Contro la disinformazione, la maldicenza e la calunnia
di Segreteria di stato, F. Lombardi
Regno-doc. n.5, 2013, p.150
Il 23 febbraio la Segreteria di stato ha pubblicato un comunicato in difesa della libertà del Collegio cardinalizio, cui compete la prossima elezione del papa, avendo di mira «la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni», che si sono moltiplicate sui media dopo l’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino. Lo stesso giorno (23.2.2013) anche p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, è intervenuto con un severo editoriale – all’interno del Radiogiornale della Radio vaticana (23.2.2013) – dedicato al moltiplicarsi delle pressioni dei media e alla loro tendenza a gettare di-scredito sulla Chiesa e sul suo governo presentati unicamente come realtà di scandali e lotte di potere.
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Documento
Non abbandono la croce. L’ultima udienza generale (27.2); il congedo con i cardinali (28.2)
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Udienza generale. Mercoledì 27 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.153
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
«Salire sul monte» - «Semplicemente un pellegrino»
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.155
Allle ore 12 di domenica 24 febbraio, Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus coi numerosissimi fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Queste le parole del papa nell’introdurre la preghiera mariana. Poco dopo le 17 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha lasciato il Palazzo apostolico vaticano ed è partito in elicottero alla volta di Castel Gandolfo. Là giunto il papa si è affacciato dalla loggia centrale del Palazzo apostolico e ha rivolto ai fedeli che gremivano la piazza antistante le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Saluto di congedo con i cardinali. Giovedì 28 febbraio 2013
di Benedetto XVI
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento - Parte / Inserto
Non abbandono la croce. Dio la ricompensi! card. Angelo Sodano
di A. card. Sodano
Regno-doc. n.5, 2013, p.156
L’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, ultima del pontificato di Benedetto XVI, si è svolta in una piazza San Pietro gremita di pellegrini e alla presenza di numerosi cardinali – già a Roma per il prossimo Conclave –, della curia e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nella catechesi, il papa ha avuto parole di ringraziamento per tutti e ha confermato la sua ferma fiducia, anche in questa ultima faticosa parte del cammino: «Ho sempre saputo che sulla barca di Pietro c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è lui che la conduce». Commentando la sua storica rinuncia è parso rispondere implicitamente ad alcune voci levatesi nel dibattito in corso: «Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili (…). Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso». Alle ore 11 di giovedì 28 febbraio, ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI ha poi incontrato i cardinali presenti a Roma per un saluto di congedo al termine del quale il card. Sodano gli ha rivolto parole di omaggio a nome di tutti i presenti.
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Documento
Testimoni di Cristo, in ascolto. Nota pastorale dopo il Convegno ecclesiale «Aquileia 2»
di I vescovi del Triveneto
Regno-doc. n.5, 2013, p.157
In quel Nord-est del nostro paese caratterizzato da modernizzazione degli stili di vita, vivace intraprendenza economica, un precoce disagio politico che negli anni Novanta favorì l’emergere del leghismo, ma anche da un profondo radicamento ecclesiale fin dalla prima evangelizzazione della penisola: in questo Nord-est, che cosa «lo Spirito dice oggi alle nostre Chiese»? Dopo un lungo e approfondito processo di «discernimento comunitario», che dal 2010 ha impegnato le 15 diocesi del Triveneto nella preparazione del Convegno ecclesiale di Aquileia 2, e dopo la celebrazione di esso un anno fa, i vescovi della regione fanno un bilancio del percorso con una nota pastorale, intitolata Testimoni di Cristo, in ascolto, approvata nell’incontro del 7-8 gennaio e pubblicata il 17. «La situazione di transizione in cui viviamo» richiede «un sapiente discernimento comunitario e coraggiose scelte programmatiche». La direzione prescelta è una nuova evangelizzazione basata sull’accoglienza, in dialogo con le culture del nostro tempo e assumendosi la responsabilità per il bene comune.
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Documento
Attendendo una risposta. I rapporti con Pechino all’esame del prefetto di «Propaganda fide»
di F. card. Filoni
Regno-doc. n.5, 2013, p.162
La «situazione permane grave. Alcuni vescovi e sacerdoti sono segregati o privati della propria libertà (…). Il controllo sulle persone e sulle istituzioni si è acuito » (sulla situazione nei campus universitari, cf. qui a p. 163): è questo il giudizio che il prefetto della Congregazione per ’evangelizzazione dei popoli, card. Fernando Filoni, esprime sulla rivista Tripod – 32(2012) 167 –, espressione del Holy Spirit Study Center di Hong Kong. «I tentativi di dialogo intercorsi fra Roma e Pechino» a cinque anni dalla Lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI hanno conosciuto almeno «tre recenti pietre d’inciampo». Si tratta dell’VIII Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici del 2010 (cf. Regno-att. 22,2010,737); del controllo sulle nomine dei vescovi da parte del governo, che ha «portato alla scelta di candidati spesso discutibili»; e infine di «consacrazioni episcopali, sia legittime sia illegittime» alle quali sono intervenuti «vescovi illegittimi». Di fronte a tutto questo, la Lettera, proprio per il suo carattere «prevalentemente religioso », rimane «un punto di partenza per il dialogo» che mette «in evidenza la passione del papa per la verità, la giustizia politica e l’amore per il popolo» cinese. Ma ancora «attende una risposta».
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Documento - Parte / Inserto
No all’infiltrazione religiosa nelle università
di M.E. Gandolfi
Regno-doc. n.5, 2013, p.163
Datato 15 maggio 2011 ma messo in rete qualche tempo dopo, è stato tradotto dal cinese all’inglese dall’associazione China Aid con sede negli Stati Uniti, il Documento n. 18 dell’Ufficio generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese che offre «suggerimenti per riuscire a contrastare l’uso della religione da parte di stranieri allo scopo d’infiltrarsi negli istituti d’educazione superiore e a fermare le azioni d’evangelizzazione nei campus universitari».
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La collaborazione tra uomini e donne nella Chiesa. Conferenza episcopale tedesca, assemblea plenaria
di W. card. Kasper
Regno-doc. n.5, 2013, p.166
«Non può la Chiesa fare oggi qualcosa di simile a ciò che avveniva nel III-IV secolo, quando ha creato una sorta di ministero sui generis con le diaconesse per i battesimi delle donne adulte? Non si potrebbe quindi oggi, di fronte alle nuove sfide, prevedere un ministero per le donne, che non fosse quello del diacono, ma piuttosto avesse un proprio profilo, come in passato?». Davanti ai confratelli vescovi tedeschi, riuniti dell’Assemblea plenaria primaverile a Treviri dal 18 al 21 febbraio, il card. Walter Kasper – teologo, già presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani – ha tenuto la relazione introduttiva della giornata di studio su «La collaborazione tra uomini e donne nel servizio e nella vita della Chiesa» (20 febbraio). L’apertura invocata dal teologo ha incontrato il favore della Conferenza episcopale, che in chiusura dell’Assemblea ha emesso un comunicato (qui a p. 168), nel quale afferma l’impegno a «promuovere maggiormente le donne rispettandone la responsabilità, affidata a tutti i cristiani per la vita della Chiesa» e a «far aumentare ulteriormente la quota di donne nelle posizioni di responsabilità», con un bilancio degli sviluppi fissato fra cinque anni.
Il testo è visibile a tutti
Documento - Parte / Inserto
I vescovi tedeschi: più spazio alle donne
di Conferenza episcopale tedesca
Regno-doc. n.5, 2013, p.168
Durante l’Assemblea plenaria primaverile, tenutasi a Treviri dal 18 al 21 febbraio, la Conferenza episcopale tedesca ha affrontato il tema della collaborazione tra uomini e donne nella vita e nel servizio della Chiesa. Al termine della riflessione, il 21 febbraio, ha emesso la dichiarazione che pubblichiamo di seguito in una nostra traduzione dal tedesco.
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Governo e bene comune. Simposio conferenze episcopali di Africa e Madagascar, lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - SCEAM
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Non possiamo rimanere indifferenti. Lettera di presentazione
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - G. Mbilingi
Regno-doc. n.5, 2013, p.176
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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Documento - Parte / Inserto
Governo e bene comune. Transizioni democratiche. Lettera pastorale
di Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - P. card. Pengo
Regno-doc. n.5, 2013, p.177
Per salvare l’Africa occorre «convertirsi al buon governo»: è questo l’appello che rivolgono i vescovi dell’intero continente ai politici e ai leader dei governi con la lettera pastorale Sistemi di governo, bene comune e transizioni democratiche in Africa, resa pubblica lo scorso febbraio (Regno-att. 4,2013,85). Mentre i vescovi plaudono alla «stabilità politica» e allo sviluppo democratico di «alcuni paesi (…), resta ancora molto da fare per rafforzare la credibilità di alcune di queste elezioni». Inoltre «l’Africa resta un continente povero» anche perché «multinazionali straniere», anche con la complicità di «alcuni dirigenti» locali, continuano a «depredare il continente delle sue risorse». Per questo occorre utilizzare gli strumenti democratici, attingendo «anche alla saggezza dei sistemi e delle strutture africani tradizionali di governo», per evitare il prevalere degli interessi «egoistici» di pochi. E occorre anche promuovere un’idea di cittadinanza come un vero «bene comune», considerando «fratello e sorella» ogni uomo, «oltre frontiere statali, politiche, tribali o religiose».
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La Chiesa in America Latina: questioni aperte. Congresso continentale di teologia di Porto Alegre
di V. Codina
Regno-doc. n.5, 2013, p.185
La recezione originale, effettiva e conflittuale del concilio Vaticano II in America Latina «non è stata una mera assimilazione», ma una rilettura creativa «a partire dal basso, dai poveri, dal rovescio della storia». Tuttavia oggi i termini nei quali il Concilio aveva impostato il proprio discorso «sono diventati stretti, e in qualche modo superati: il problema oggi non è tanto la Chiesa, ma Dio…». Così procede l’argomentazione di Victor Codina, teologo gesuita, nella sua relazione al Congresso continentale di teologia tenutosi a Porto Alegre (Brasile) dal 7 all’11 ottobre scorsi (cf. ampiamente Regno-att. 20,2012,705ss). Da qui la preoccupazione, indicata dalla Conferenza generale di Aparecida (2007), di porre l’America Latina, pur segnata «da una forte religiosità popolare fondata su grandi valori cristiani», in uno stato di «missione inter gentes», così da radicare in una nuova comprensione teologica dello Spirito Santo la costruzione di «una Chiesa nazarena, povera, semplice, solidale e pasquale».
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Documento
Il Regno Documenti 5 2013 - La rivista completa in un unico file
di Redazione
Regno-doc. n.5, 2013, p.192
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