“Tutti parlano di Madre Teresa di Calcutta, ma io la vedo qui davanti a me”; è con queste parole che monsignor Ioan Robu, arci vescovo di Bucarest, nel 2007 si appella a suor Rosella Soressi. Lo afferma pubblicamente, a parziale riconoscenza per il prezioso lavoro di Rosella al fianco degli “ultimi” in terra rumena, i primi nel cuore di Dio e nel suo. La difficile storia famigliare, segnata dalla perdita precoce della mamma, il trasferimento dal piacentino a Sora dopo le seconde nozze del padre, l’importante ruolo assunto da mamma Mimma, che cresce lei e i suoi fratelli, la scuola infermieri, il lavoro in ospedale: sono questi i fatti salienti della prima parte della sua vita, fino alla decisione di entrare nell’ordine delle Suore operaie di Gesù e diventare suor Rosella. La seconda parte della sua storia è incentrata sulla missione in Romania: dal racconto amaro ma divertente dei primi tempi in un paese allo sbando, affrontati con ironia grazie al carattere allegro che la contraddistingue, l’incontro con il gruppo di ragazzi che fonderanno l’associazione Maghi di Oz per sostenere la costruzione di una casa di accoglienza, ma anche le riflessioni spirituali più intime. Suor Rosella muore in Romania il 5 novembre 2012, in un incidente stradale, a soli 52 anni. La totale dedizione all’assistenza delle persone più bisognose le varranno il conferimento della medaglia d’argento al merito civile dalla Presidenza della Repubblica italiana.
Nato in provincia di Asti nel 1809, divenuto frate cappuccino fu inviato missionario in Etiopia, dove iniziò il suo impegno di evangelizzazione unito a un fecondo apostolato caritativo. Una delle sue imprese fu la vaccinazione contro il vaiolo dell'intera popolazione a lui affidata. Creato cardinale, si ritirò a Frascati e poi a San Giorgio a Cremano, dove morì nel 1889.
Una biografia dell'arcivescovo di Recife, per ripercorrerne tutto l'arco della vita (1909-1999). Giovanni Paolo II, nel 1980, quando incontrò Câmara nella sua diocesi, lo salutò con l'espressione: «Fratello dei poveri, fratello mio». Fu il maggior riconoscimento che ricevette mentre era in vita, dopo anni di sospetti sulla sua identità di «vescovo rosso». Il processo di beatificazione è stato avviato da papa Francesco. Bergoglio e Camara hanno molto in comune, a partire dalla predilezione per i poveri intesa come strada maestra per il cammino della Chiesa. Sensibilità e temi che il vescovo brasiliano ha anticipato di cinquant'anni. Protagonista - dietro le quinte - del Concilio Vaticano II, è stato la voce di chi non ha voce, convinto sostenitore che lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
A Erica viene diagnosticato un tumore: questo l'inizio del libro e di una vicenda che sarebbe come tante, se non si manifestasse sostenuta, quotidianamente, dalla fede. Fede in Dio, innanzitutto, ma anche fiducia nel proprio nucleo familiare, che si stringe attorno alla mamma e moglie e che, con lei, esprime in queste pagine un cammino di speranza e di riflessione. Lungo le pagine che Erica ci consegna, emerge un desiderio profondo e condiviso di continuare a stare nella vita con un sorriso, nonostante la fatica e il dolore, nonostante i momenti difficili. Come in un coro, accanto alla voce dell'autrice di questo piccolo e profondo "diario spirituale", ecco dunque manifestarsi tutte le domande, i dubbi, le angosce e le speranze di lei e dei componenti della sua famiglia (il marito Davide e i tre figli) che sempre, in questi casi, sono i primi a dover condividere il dramma della malattia. La porta gialla - quell'uscio di fronte al quale Erica accoglie il referto medico - diventa allora l'immagine di una soglia che conduce a una vita mutata dal dolore; e che diventa occasione non per disperare, ma per riscoprire una nuova prospettiva personale, familiare, amicale. E, soprattutto, per meditare in modo consapevole sul senso profondo del credere in famiglia. Un piccolo dono fatto a ogni lettore.
Pietro Bembo fu un attore e un testimone privilegiato del Rinascimento italiano. Scrittore celebrato dai contemporanei, antiquario, amante della bellezza (anche femminile) ottenne la duplice consacrazione dell'alloro poetico e della porpora cardinalizia. Nato a Venezia, risiedette presso le maggiori corti italiane, dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico a Ferrara, Urbino e Roma. Fu intimo dei Medici e dei Borgia, segretario di papa Leone X e, forse, amante di Lucrezia Borgia, con la quale scambiò lettere d'amore. Bembo fu però anche colui che fissò le norme della lingua letteraria italiana, oltre che il curatore di fondamentali edizioni di Dante e Petrarca. La sua poesia, fondata su una stretta imitazione del poeta di Arezzo, fu decisiva nella diffusione europea del cosiddetto petrarchismo. Amico e mecenate di alcuni dei piú influenti artisti del Rinascimento, da Raffaello a Cellini, non fu estraneo alla cultura scientifica del suo tempo, fin dagli anni giovanili, allorché fissò in un dialogo latino il racconto della sua ascesa all'Etna. Analogamente, seppe intuire le potenzialità dell'industria tipografica, stabilendo una fondamentale collaborazione con Aldo Manuzio.
Dei sette papi di questo libro - da Pio XII a Francesco - Hans Küng, il "grande vecchio" della teologia dissidente, ha avuto un'esperienza diretta: Pio XII è il papa della sua giovinezza, che ha modo di vedere da vicino da studente a Roma; Giovanni XXIII e Paolo VI sono i papi del Concilio, a cui partecipa come perito (Paolo VI lo riceve invitandolo a mettersi al servizio della Chiesa); con la meteora luciani ha un breve scambio epistolare; Giovanni Paolo II è il papa-nemico, sotto il quale gli viene tolta la missio canonica; Ratzinger è suo collega al Concilio e poi a Tubinga, prima di schierarsi dalla parte di Wojtyta; con Francesco è "simpatia a prima vista": il papa gli scrive chiamandolo hermano, fratello. Per ognuno di loro Küng ha un ricordo, un aneddoto. Questo libro non comprende dunque sette biografie di pontefici o una carrellata di date, o men che meno un'agiografia: offre invece sette ritratti usciti dalla penna di un autore che ha avuto modo di conoscere e "vivere" da vicino questi protagonisti. Un autore che non è uno storico né un "osservatore impegnato", ma un compagno di viaggio, un attore che ha partecipato con loro agli avvenimenti di un'epoca, l'evento che ha segnato la storia della Chiesa degli ultimi cinquant'anni, e la carriera di Hans Küng, è il Concilio Vaticano II, che voleva interpretare il Vangelo in modo nuovo, offrendone un criterio di lettura adatto ai tempi.
L’alloggio segreto di Anna Frank e la casa di Etty Hillesum si trovano a poca distanza l’uno dall’altra, tra i canali di Amsterdam. È qui che si incrocia la storia di due donne straordinarie, destinate ai campi di concentramento dagli occupanti tedeschi, ma decise a vivere fino in fondo il tempo che è loro concesso. Sia Anna che Etty fissano su un diario la quotidianità della propria esistenza gravata dalla barbarie nazista, ma ancor più delineano il percorso delle loro anime, affinate ogni giorno dalla prova, dal dolore, dal rischio. Scavando nel pozzo delle risorse interiori, preservano uno spazio di libertà e dignità che nessuno può rubare, neppure il più crudele delle SS. Questo libro mette a confronto i diari di Anna ed Etty, seguendo una traiettoria antologica suddivisa per temi.
Agrigento, 21 settembre 1990.
Il giudice Rosario Livatino muore sotto i colpi di arma da fuoco di due sciai mafiosi. Le sue ultime parole sono: "Cosa vi ho fatto, picciotti?" In questa domanda si rivela un uomo giusto, giusto sino alla fine.
Roma, 18 settembre 2015.
Politici, religiosi e operatori della giustizia so riuniscono al Convegno "25 anni dopo. Rosario Livatino: diritto, etica, fede".
Quella che emerge dagli Atti è la testimonianza di un uomo straordinario, di un giudice integerrimo, di un cristiano vero.
Saggio su Pico della Mirandola: analisi delle opere e alcuni temi significativi ricorrenti e caratteristici del suo pensiero.
È ancora possibile vivere e testimoniare il Vangelo in questo mondo che cambia? Le relazioni fraterne fondate sulla fede in Cristo, possono trovare spazio in un mondo in cui il fatto religioso ha scarsa incidenza nella vita delle persone? È utopistico tentare di coniugare l'istanza della personalità individuale con l'urgenza di appartenere alla comunità ecclesiale? C'è una via per integrare le molteplici differenze nell'unità? In questo libro proveremo a mettere insieme le risposte che Fra' Giacomo Bini, ex Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori, ha tentato di dare a questi quesiti nevralgici attraverso la sua vita, i suoi scritti e i suoi discorsi.
A dieci anni dalla morte del cardinale Pappalardo, avvenuta nel dicembre del 2006, le Edizioni Amen ripropongono un testo che ricorda il presule siciliano, curato da Don Vincenzo Noto e pubblicato nel 2011.
Nella mia vita ho conosciuto moltissimi vescovi e sacerdoti, ne ho frequentato tanti ma il ricordo che mantengo e la devozione che nutro per il Cardinale Pappalardo non è superabile; e non soltanto perché era il mio Vescovo ed ero orgoglioso che lo fosse quando, recandomi in tante parti d’Italia, registravo l’ammirazione di cui era destinatario. Ma ciò che soprattutto vorrei esprimere è il ricordo che conservo del suo rapporto, paterno e intenso, con Piersanti Mattarella. Un rapporto tra due persone che non sono più tra noi tra cui è intercorso un sentimento di stima e di affetto.
Dal ricordo di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica