SOMMARIO
3 Editoriale Lorenzo Bertocchi
6 In bacheca
7 Timonieri
8 Chiesa
9 Rassegna stampa
10 Ong, soldi e potere AA. VV. Abstract
15 Il delitto perfetto Riccardo Cascioli
17 Matercare, l'Ong cattilica Ermes Dovico
18 Omosessualità e sacerdozio AA. VV. Abstract
21 Magistero e omosessualità Roberto Marchesini
23 Tolkien, il protagonista sei tu Marco Respinti
26 Traiano e la ricostruzione del Tempio Rino Cammilleri
28 Pillole di apologetica Gianpaolo Barra
41 Una birra in monastero Giulia Tanel Abstract
44 Verginità Maurizio Schoepflin
46 La vera regia dell'embrione Umberto Fasol
48 La fede che ci manca Luigi Piras
50 Il santo e il massone Vincenzo Sansonetti Abstract
53 Verità e libertà, amiche o nemiche? Giacomo Samek Lodovici
56 Pasolini e il culto della morte Valentino Cecchetti
58 Parole proibite Andrea Zambrano
59 Don Camillo sul crinale - La bocciata Lorenzo Bertocchi
60 Biblioteca Vincenzo Sansonetti
61 Spazio nel tempo Nicola Bux
62 Catechismo Stefano Biavaschi
62 Il Magistero Claudio Crescimanno
63 Vittorio & friends Lorenzo Bertocchi con Vittorio Messori
DOSSIER
L’eredità dimenticata AA. VV. Abstract
Dietro al maestro Stanislaw Grygiel
Non c'è uomo senza Cristo Luigi Negri
La missione in Cristo Bernardo Cervellera
Il male non può essere bene Gerhard Muller
La sacralità della vita Flora Gualdani
Due ali verso la verità Mauro Gagliardi
In che cosa consiste il problema che molti teologi cattolici, anche fedeli al Magistero, continuano a manifestare? Se una questione rimane attuale in un così grande spazio di tempo, non può essere trascurata e vale la pena di prenderla sul serio. Recentemente il Papa emerito Benedetto XVI, nella sua intervista con Peter Seewald, ha schiettamente rivelato la sua personale difficoltà ed anche il modo in cui fu poi da lui superata. Alla domanda del giornalista di come giudicò l’enciclica, egli rispose: «Nella mia situazione, nel contesto del pensiero teologico di allora, l’Humanae vitae era un testo difficile. Era chiaro che ciò che diceva era valido nella sostanza, ma il modo in cui veniva argomentato per noi, allora, anche per me, non era soddisfacente. Io cercavo un approccio antropologico più ampio. E in effetti papa Giovanni Paolo II ha poi integrato il taglio giusnaturalistico dell’enciclica con una visione personalistica» (Benedetto XVI, Ultime conversazioni). Ecco dunque un’indicazione autorevole e feconda di ricerca: la risposta a tante difficoltà può essere trovata nella visione personalistica di Karol Wojtyła / papa Giovanni Paolo II, che offre un approccio antropologico più vasto. Il libro sarà di aiuto a tutti quelli che vorranno comprendere più a fondo l’etica della vita matrimoniale e imparare a guardare in modo più adeguato la persona umana.
Nei primi cinque anni del suo pontificato, san Giovanni Paolo II ha svolto un ampio ciclo di catechesi sulla Teologia del corpo. Si tratta di un insegnamento magisteriale che rinnova completamente la visione tradizionale della Chiesa sul corpo, sulla sessualità e sul matrimonio. L'insieme di queste catechesi, che questo libro compendia e rende accessibili al grande pubblico, può essere compreso sotto il titolo «L'amore umano nel piano divino»: la creazione è un dono che rivela l'essenza della persona, che l'uomo realizza soltanto esistendo «per qualcuno». Il corpo umano, con il suo sesso, racchiude fin dal principio l'attributo sponsale, ossia la capacità di esprimere quell'amore nel quale l'uomo-persona diventa dono. Tale è il valore del corpo umano da oltrepassare la dimensione semplicemente fisica della sessualità. L'analisi degli aspetti personalistici della dottrina contenuta in queste pagine è condotta in vista dell'autentico sviluppo dell'uomo. Un glossario dei concetti fondamentali della Teologia del corpo alla fine del volume agevola la familiarità con il pensiero di san Giovanni Paolo II e con il suo modo di esprimerlo.
La Bibbia pone la misericordia come concetto-chiave, secondo cui il messaggio della misericordia non può avere che l'indole del tutto esistenziale; è la risposta pratica di Dio alla miseria dell'uomo, al peccato e alla sofferenza. Per molto tempo questo punto basilare è stato dimenticato nella teologia, la cui tendenza metafisica ha inconsciamente svigorito la centralità illuminista, non ammettendo la fragilità e il limite dell'uomo, ha sradicato la misericordia divina come il messaggio della salvezza. Cosi pur essendo un tema di rilevanza attuale nella Chiesa, è quanto mai mancante uno studio relativo nel campo teologico-spirituale. In tale contest San Giovanni Paolo II (1920-2005), vivendo il nazismo e il comunismo, ha sperimentato la misericordia in quanto la forza del bene divino che è capace di sconfiggere il male totalitario. Dalla riflessione: "Perché questo potere del male? Da dove viene il male e come possiamo vincerlo?" il Papa, valorizzando l'esperienza della connazionale Santa Faustina Kowalska (1905-1938), interpreta fino in fondo la redenzione come mistero della misericordia divina. Per lui il limite definitivo al male è la divina misericordia. Lo scopo di questo studio è offrire, tramite la vita ed il pensiero di Papa Wojtyla, il filo sostanziale della misericordia che è in grado d'indirizzare gli uomini all'orizzonte sintetico e poi alla pratica esistenziale della fede.
Indiscusso protagonista dell’ultimo quarto di secolo del Novecento, primo pontefice proveniente dall’Est Europa quando ancora il mondo era diviso dalla cortina di ferro, Giovanni Paolo II è stato il papa dei record. Il suo magistero, i suoi viaggi, le sue udienze, le Giornate Mondiali della Gioventù, il numero di santi canonizzati, i rapporti con il mondo dello spettacolo e dello sport, l’attentato subito e la lunga sofferenza: tutto nella sua vita ha parlato al mondo e interrogato moltissime persone avvicinandole a Dio. Questo libro è il viaggio di due testimoni attraverso il suo pontificato: uno è un sacerdote della cosiddetta “generazione GP2”, l’altro il suo fotografo personale. Il primo scruta il suo pensiero e i suoi traguardi, l’altro esamina ogni dettaglio della vita del Grande Papa con il suo obiettivo di reporter. Percorsi diversi, che arrivano però a un’unica conclusione: Giovanni Paolo II passava in mezzo alla gente reggendo una croce come una persona convinta che la vita conduca al Cielo, esortando ciascuno a spalancare le porte a Cristo.
"Solo le persone affascinate dal bello presente nelle altre persone si affidano reciprocamente. Non è possibile separare la vita mistica, vale a dire l'unirsi delle persone nell'amore, dall'esperienza della loro bellezza, poiché la vita mistica avviene proprio in questa esperienza. Il bello avviene nella persona in quanto essa è orientata alla realtà che la trascende e che per questo rimane invisibile, poiché è senso della vita dell'uomo e costituisce l'essenza stessa della sua umanità. Il bello si manifesta nelle parole e negli atti dell'uomo. Il bello è Parola la cui presenza nelle parole e negli atti della persona umana li rende parole e atti nel pieno senso del termine." (Dal saggio introduttivo di Stanislaw Grygiel) Con un testo di Benedetto XVI.
La famiglia: un ostacolo al progresso? Un fardello per la liberazione della donna? Cosi' la vedevano molte delle piu' diffuse ideologie del passato. Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di porsi come ''segno di contradizione'', mettendo la famiglia al centro del suo insegnamento. La famiglia era per lui prima di tutto ''comunione di persone'', le quali attraverso il reciproco dono costituiscono la loro nuova identita'. Ecco il nocciolo dell'amore coniugale: il dono reciproco che lo rende possibile. Nel suo essere controcorrente il Papa della famiglia ha seguito l'esempio di Cristo stesso, affermando fin dall'inizio che ®l'uomo e' la prima e fondamentale via della Chiesa¯. ®Non abbiate paura¯ di annunciare il vangelo della famiglia in tutta la sua portata, nella convinzione che soltanto esso risponde alle piu' originarie esigenze del cuore umano.
"La laborem erecens" (1981) è l'enciclica che Giovanni Paolo II dedica al tema del lavoro. Scritto insuperato e oggi ancora attualissimo, si pone sulla scia delle grandi riflessioni in particolare di Smith, Hegel, Marx e Weber. L'autore sintetizza la teologia del lavoro di papa Wojtyla, così importante per la formazione e l'ascesa del movimento di Solidarnosc che guida la rivoluzione polacca e dà origine al crollo del blocco sovietico. Il lavoro, categoria fondamentale dell'umano, non è luogo di alienazione ma il modo con il quale l'uomo serve Dio proseguendo la Sua opera creatrice e contribuendo alla costruzione di un mondo migliore e più bello. Con un'intervista a Lech Walesa sulla vicenda polacca e l'esperienza di Solidarnosc.
La nascita della mistica e veggente polacca suor Faustina Kowalska (1905) e la morte di Karol Wojtyla (2005) segnano l'inizio e la fine di una storia che, nell'arco di un secolo, corre parallela e a volte si intreccia, in modo sorprendente e misterioso, conle vicende di persone comuni. Il filo conduttore, che coinvolge anche figure come padre Pio da Pietrelcina, il santo del confessionale, e Massimiliano Kolbe, il martire francescano del campo di concentramento di Auschwitz, è rappresentato dalla Divina misericordia, cuore della devozione di suor Faustina. La ricostruzione di questa insolita vicenda, realizzata attraverso la consultazione di una vasta documentazione, è una pagina importante della spiritualità cristiana del Novecento.
"Il titolo del libro di Antonio Preziosi è certamente molto forte. Ma è anche un titolo che oggi più che mai, a dieci anni dalla morte di san Giovanni Paolo II, ci appare coerente e veritiero. Nessuno si è dimenticato di lui mentre è incredibile il numero di persone che chiedono di sapere di più della sua straordinaria vita, delle sue opere, del suo pensiero. Lui appare veramente 'immortale' agli occhi di chi lo ha conosciuto ed anche a quelli di chi si avvicina a lui per la prima volta: viene percepito come vivo, vicino alla gente, vicino soprattutto ai suoi amati giovani. E lui è veramente ancora con noi e dall'alto del cielo, come racconta Preziosi nel suo volume, continua a pregare per l'umanità come ha fatto in ogni istante della sua vita. Mentre aumentano coloro che continuano a cercarlo, io stesso sono testimone delle continue richieste di preghiere che nel suo nome vengono rivolte a Dio e tante di queste vengono accolte: guarigioni, conversioni, segni di grazia continua e permanente. A lui si rivolgono molte coppie che chiedono di avere figli ricordando il suo grande amore per la famiglia. La sua morte fisica non ha interrotto quei prodigi e quella preghiera che ho sperimentato quotidianamente durante la sua vita terrena." (Dalla prefazione del cardinale Stanislao Dziwisz)
Il 16 ottobre 1978 fu eletto Giovanni Paolo II. Per la prima volta dopo 455 anni, a guidare la Chiesa cattolica non era un italiano. Rilevante per la storia del cristianesimo, il fatto assumeva valenze geopolitiche per l'origine del nuovo papa: Karol Wojtyla veniva infatti dalla Polonia, fulcro dell'impero sovietico in Europa orientale. In un contesto internazionale caratterizzato dal riacutizzarsi della guerra fredda, l'elezione del papa polacco impresse una svolta decisiva ai rapporti tra i blocchi e il suo paese divenne il crocevia di uno dei cambiamenti più vasti e radicali della storia del Novecento: la fine del comunismo. Dall'elezione di Giovanni Paolo II alla nascita di Solidarnosc, fino alla Tavola rotonda e alle elezioni del 1989, il cui risultato sorprendente diede vita al primo governo non comunista in Europa dell'Est, l'autore ricostruisce i passaggi decisivi di un decennio di storia grazie a una documentazione largamente inedita, frutto di ricerche negli archivi polacchi e di numerose interviste ai protagonisti di quegli anni. "Una rivoluzione senza sangue rappresenta davvero una conclusione positiva per un Novecento tanto insanguinato dalle sue guerre e rivoluzioni. [...] La storia è piena di sorprese - osservava papa Wojtyla. Tra queste non va dimenticata la 'capitolazione docile' dell'URSS all'evoluzione polacca, impensabile fino a poco prima..." (Dalla prefazione di Andrea Riccardi)
In questo contesto sociale e matrimoniale assai difficile, la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità. Vivere la sua missione nella fedeltà al suo Maestro come voce che grida nel deserto, per difendere l'amore fedele e incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l'amore divino; per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l'unità e l'indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell'uomo di amare seriamente. La Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella verità che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti. La verità che protegge l'uomo e l'umanità dalle tentazioni dell'autoreferenzialità e dal trasformare l'amore fecondo in egoismo sterile, l'unione fedele in legami temporanei. "Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità". E la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri, ma - fedele alla sua natura di madre si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia; di essere "ospedale da campo", con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno...