Breve storia del Concilio Vaticano II con i profili biografici di alcuni protagonisti fondamentali, in cui vengono delineati i punti-chiave dei vari documenti, ricordate le varie fasi delle assemblee e vengono presentate le diverse posizioni teologiche e sociali. La speranza non è solo quella di risvegliare curiosità ed interesse storico, ma di spronare ogni comunità e ogni cristiano a riprendere in mano almeno le quattro Costituzioni dogmatiche (Sacrosanctum Concilium, Lumen Gentium, Dei Verbum, Gaudium et Spes) in modo da assaporare la preziosa azione dello Spirito, che mai ricusa di suggerire alla Chiesa vie nuove ed efficaci per l'annuncio della Buona Notizia secondo i "segni dei tempi". Prefazione di mons. Luigi Bettazzi. Postfazione del card. Arrigo Miglio.
Arturo Elberti apre il tesoro della "Sacrosanctum Concilium" rivolgendosi a quanti, in particolare i giovani, intendono partecipare in modo sempre più consapevole e fruttuoso alla Liturgia vissuta nella Chiesa. La Chiesa si nutre della liturgia nel suo pellegrinare verso la patria celeste, dove finalmente Gesù Cristo porta tutto alla perfezione. Considerando il divenire liturgico dei tempi presenti, il testo lascia aperta la porta del futuro della liturgia, includendolo in un "già" e "non ancora". L'appendice inizia la lettura della "Sacrosanctum Concilium" e riporta alcuni brani di documenti magisteriali che approfondiscono la liturgia nel mistero della Chiesa: Principi e Norme della Liturgia delle Ore, san Giovanni Paolo II in occasione del ventennio della costituzione e nella costituzione apostolica "Vicesimus Quintus Annus", Benedetto XVI al clero romano, papa Francesco in un'omelia a San Paolo fuori le mura a Roma.
Il dono della vita consacrata è la chiamata a vivere più da vicino e a rendere presente la «forma di vita che il Figlio di Dio assunse entrando nel mondo» (LG 44). La vita consacrata è un innamoramento nei confronti dell'umanità di Cristo povero, obbediente e vergine. Lungi dall'essere una rinuncia, viene abbracciata come dono incomparabile, in quanto è una testimonianza di totale appartenenza, donazione e obbedienza al disegno di Dio. Coloro che consegnano loro stessi a Dio hanno la certezza che nessuna gioia è paragonabile alla felicità di far brillare la luce di Cristo. La vita consacrata, da una parte, ha la missione di rendere presente Cristo in modo tale che tutti possano toccare il suo amore in un mondo disincantato; dall'altra, vuole rivolgere una particolare testimonianza ai giovani che oggi vivono indifferenti, assenti e immersi nel mondo virtuale.
È molto espressiva e significativa l'immagine evocata dal Concilio Vaticano II sulle comunità parrocchiali, quando scrive che «rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra». La parrocchia è la modalità concreta, percepibile, per gustare e vedere quanto è bella la Chiesa. Eppure, niente come la liturgia rivela alla Chiesa ed al mondo la sua identità e missione. La liturgia in parrocchia è il primo e principale cammino di fede del credente e della Chiesa, è «un passaggio dello Spirito Santo nella sua Chiesa». È necessario conferire un movimento di amore e di valore alla liturgia.
L'uomo contemporaneo non è più un "uomo religioso" come nei secoli passati è un "uomo relazionale": trae la propria identità dalle relazioni che intrattiene. Ma purtroppo le relazioni che intrattiene (col corpo, con se stesso, con gli altri, con le cose) sono spesso fragili e frantumate, perché si è spezzata la relazione più importante, che sostiene tutte le altre, quella con Dio. Per questo ha bisogno di vedere relazioni guarite, buone, perché è lì che intravede una salvezza per sé, è lì che può intravedere Dio. "Fratelli, sorelle, ritorniamo alle pure sorgenti d'amore del Concilio. Ritroviamo la passione del Concilio e rinnoviamo la passione per il Concilio! Immersi nel mistero della Chiesa madre e sposa, diciamo anche noi, con S. Giovanni XXIII: Gaudet Mater Ecclesia!". (Papa Francesco, 11 Ottobre 2022).
La penna brillante di monsignor Rino Fisichella apre le porte alla costituzione dogmatica "Dei Verbum". Ripercorrendo i momenti più importanti del Concilio Vaticano II, fa rivivere l'emozione dell'avvio di un autentico cambio di marcia non solo per la teologia ma, soprattutto, per la vita dei cristiani. Nella storia della rivelazione, il veicolo privilegiato con il quale Dio si rivolge al suo popolo è la parola, che permette di conoscere progressivamente la sua volontà ed entrare in rapporto con l'uomo. È una parola efficace perché tocca tutti i livelli dell'esistenza umana. La risposta di fede della Chiesa avviene nell'obbedienza a questa parola, con la quale essa narra, evoca e realizza la potenza della rivelazione dell'amore di Dio. L'appendice inizia la lettura continuata della "Dei Verbum" e riporta le parole di Benedetto XVI in occasione del 40° anniversario della costituzione conciliare.
Monsignor Rino Fisichella, riprendendo in mano la "Dei Verbum", affronta la questione della Tradizione: uno dei temi più importanti per capire il presente. Essere eredi di un patrimonio come la Tradizione non ha nulla a che vedere con un rimando a formule perdute. Comprendersi eredi del passato, al contrario, comporta la consapevolezza di una relazione che crea continuità con la storia precedente perché ci si scopre deboli, bisognosi, poveri e impotenti. Il grande capitolo della Tradizione ruota intorno ad alcune tematiche: in cosa consiste, come la si interpreta, quali contenuti le appartengono e a quali condizioni si può modificare, se si può. Questi argomenti appartengono alla vita quotidiana della Chiesa dei nostri giorni. L'appendice continua la lettura continuata della "Dei Verbum" e apre uno sguardo sull'esortazione apostolica di san Giovanni Paolo II "Catechesi Tradendae" e sul discorso di papa Francesco ai partecipanti all'incontro per la promozione della nuova evangelizzazione.
L'Autore, Guillermo Juan Morado, riflette sul carattere missionario della Chiesa, a partire da "Lumen Gentium", 17. L'origine dell'evangelizzazione nasce dall'amore trinitario di Dio che ne indica lo scopo: far sì che gli uomini vivano in comunione con Cristo e giungano così alla pienezza della partecipazione alla vita di Dio. La Chiesa annuncia il vangelo perché è il sacramento universale della salvezza. La Chiesa unita a Cristo è un segno nel mondo, una realtà visibile e sociale che rimanda a una realtà invisibile e spirituale. È lo strumento attraverso il quale il Signore realizza la salvezza degli uomini. La Chiesa, che riceve dal suo Fondatore la bontà, la verità e la bellezza del vangelo, non può fare altro che comunicarlo agli altri. Lo spirito dell'evangelizzazione è quello tipico dei servitori della verità che, mossi dall'amore, annunciano una Parola che illumina e fornisce una base stabile all'esistenza.
Queste pagine si concentrano sulla questione del rapporto tra tempo ed eternità. La realtà della Chiesa è presentata nella sua funzione di mediazione a più livelli. Per sua natura è una mediazione, poiché deve il suo fondamento al mediatore per eccellenza, Gesù Cristo. Su questo sfondo si dispiegano le diverse implicazioni del già e del non ancora, che va visto come il nucleo di tutta l'attività ecclesiale. Per il singolo credente, ciò si traduce in atteggiamenti molto concreti per la sua esistenza, che hanno il carattere di virtù. Non è un caso che le riflessioni convergano così sulla speranza.
Dominik Jurczak ci conduce a una riflessione: parliamo molto dei sacramenti della Chiesa e sappiamo che sono importanti, anche perché ne prendiamo parte; ma cosa insegna il Concilio Vaticano II? I sacramenti fanno parte della liturgia o sono solo segni sacri? Nella ricerca di una risposta a queste e altre domande, si adotta un approccio originale. Si offre uno sguardo generale alla storia dei sacramenti, delineando i problemi che i cristiani hanno affrontato nel corso dei secoli. Inoltre si mostra la novità apportata dalla "Sacrosanctum Concilium". Traspare così la vera novità e freschezza dei documenti conciliari ancora oggi attuali. L'appendice riporta i numeri della "Sacrosanctum Concilium" relativi ai sacramenti e si arricchisce con alcuni numeri del "Catechismo della Chiesa Cattolica" e le parole di papa Francesco nell'enciclica "Lumen Fidei" e nella lettera apostolica "Desiderio Desideravi".
Giuseppe Midili, per sviluppare l'approfondimento della "domenica" a partire dalla "Sacrosanctum Concilium", riprende il concetto di Papa Francesco secondo cui la domenica, prima di essere un precetto, è un dono che Dio fa al suo popolo. Segue il posto d'onore che ha nell'Anno Liturgico, la Chiesa che la celebra come "dies Domini" settimanalmente per poi caratterizzarla come il "giorno dell'assemblea"; nella celebrazione domenicale la comunità cristiana è formata dall'Eucaristia: la Parola del Risorto illumina l'esistenza delle persone, la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo fa della vita un sacrificio gradito al Padre e genera vera comunione fraterna che diventa condivisione, accoglienza, servizio. L'appendice riporta i numeri sulla domenica della "Sacrosanctum Concilium" oltre alla parole di san Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e di papa Francesco che continuano ad approfondire il dono del "dies Domini".
Monsignor Marco Frisina sviluppa una riflessione a partire dal capitolo VI della costituzione "Sacrosanctum Concilium". La musica ha sempre avuto in ogni tempo e cultura un posto privilegiato nell'espressione della preghiera e dei sentimenti religiosi dei popoli. La comunità ecclesiale ha approfondito il significato e l'importanza di questo rapporto privilegiato tra liturgia e musica partendo dall'espressione classica che indica le finalità della musica liturgica: «La gloria di Dio e la santificazione dei fratelli». Il credente è chiamato a esprimere nel canto la sua adesione di fede e di amore verso Dio e a vivere la celebrazione dei santi misteri in una maggiore comunione con i fratelli. In questo modo la partecipazione in canto del popolo di Dio diviene anche elevazione che educa e insieme espressione eloquente della verità stessa della Chiesa: popolo di Dio che canta con amore le sue lodi.