Semplici e "complicate". Storie di vita familiare ascoltate e raccolte da don Stefano (sacerdote e psicologo) durante la sua esperienza tra la gente, tra moglie e marito, tra ex moglie e marito, tra figli e genitori, tra figli voluti e mai arrivati o altri non desiderati abbastanza. Uno spaccato di esperienze nel quale riconoscersi e riflettere, dove la famiglia è guardata attraverso l'esperienza della fragilità umana e non sotto la lente dell'analisi sociologica.
«Ovunque nella Chiesa, anche nei campi più difficili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali, vi è stato e vi è il confronto tra le esigenze brucianti dell’uomo e il perenne messaggio del Vangelo, là vi sono stati e vi sono i gesuiti».
PAOLO VI
Questo libro si offre al lettore come una guida per cominciare a comprendere la Compagnia di Gesù, il suo ruolo nel mondo e la sua esperienza spirituale.
San Lodovio Pavoni
Lodovico Pavoni (Brescia, 1784-1849) vive gli anni travagliati della Rivoluzione francese e della Restaurazione. Dedica la vita all’educazione professionale e cristiana dei ragazzi e adolescenti più poveri, sviluppando un metodo educativo originale e innovativo. Per continuare la sua opera fonda la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani). È proclamato santo il 16 ottobre 2016 da papa Francesco.
«Riconoscasi una particolare provvidenza
di Dio sopra i giovani abbandonati e,
concependone le più belle speranze, si
metterà ogni studio di condurli al compimento
dei divini disegni.»
San Lodovico Pavoni
La linfa dello Spirito unifica la Chiesa e la rende santa; il peccato in essa ne oscura il volto, snatura la missione e nasconde la destinazione: il Regno di Dio. La Chiesa ha bisogno di costante purificazione per santificarsi nelle sue membra e rivelare il dinamismo trinitario dell'amore. La testimonianza della santità della Chiesa, nella vita santa dei cristiani, è rilevante per la trama ecclesiale e per i molteplici riverberi nella vita sociale. La vicenda umana in cui è incarnata, in ogni epoca e condizione, esige una costante ricontestualizzazione delle forme ecclesiali per tradurne la santità in santificazione della vita.
Uno studio monografico sulla questione della cristologia angelomorfa dell'Apocalisse, considerata non come aspetto marginale della sua rappresentazione del Cristo, ma come chiave di lettura dell'intero libro nella sua forma definitiva.
Nel nostro mondo tutto sembra a portata di mano e, insieme, complesso e intricato, al punto che ciascuno sperimenta la propria incapacità di stare al passo con l'incalzare delle trasformazioni scientifiche, tecnologiche, economico-finanziarie, culturali e sociali. Si finisce così, quasi inevitabilmente, col rimpiangere un mondo più semplice e interpretabile. Questa sensazione collettiva di complessità suscita un generale desiderio di ordine di stampo fondamentalista che, come un virus, attacca le culture e le religioni, davanti al quale le scienze umane sono tenute a interrogarsi, nel tentativo di delineare nuovi orizzonti, capaci di dare ossigeno al pensiero.
Il libro, imboccando la via della verità come relazione, si propone di rendere ragione di un modello epistemologico che consenta di comprendere, nel modo più pertinente possibile, i rapporti tra i relati che concorrono al costituirsi del processo veritativo. Questa impostazione introduce anche lo status quaestionis della ricerca: in un contesto definito dalla complessità e dalla molteplicità, quale può essere il modello epistemologico più adatto a comprendere una forma di verità olistica e integrale? Il virtuale e i new media, perché multimediali e sinestetici, stimolano e suscitano un ripensamento epistemologico. In effetti, a partire dalla forma virtuale, ci si viene a trovare all'interno di un modello esperienziale e veritativo che può essere definito per immersione. Per fondare la ricerca si è reso necessario rifarsi non solo all'esperienza virtuale, carica di tensioni e di ambivalenze, ma soprattutto giustificarla sulla base di grandi pensatori quali Paul Ricoeur e Wolfhart Pannenberg.
Tra gli autori del Nuovo Testamento, Paolo è sicuramente colui che offre una riflessione più complessa e accurata della teologia della misericordia divina. La sua trattazione spazia dall'ambito personale, al motivo della salvezza d'Israele e delle genti, fino a toccare la dimensione etica della vita del credente e delle comunità cristiane.
Il grande simbolo di Babilonia di Apocalisse 17-18 viene accolto come criterio di lettura della storia, uscendo dalla diatriba identificativa tra Roma e Gerusalemme. La vibrante parola del veggente di Patmos chiama a fare nuove operazioni di "apocalisse/svelamento", a vivere quell'esperienza di "divenire nello Spirito" che ci abiliti a una lettura sapienziale degli eventi odierni, dove con "mente e sapienza", riconoscere la nostra posizione davanti a Babilonia e i nostri compromessi con essa. Uscire oggi da Babilonia, non può che essere l'impegno quotidiano di ogni credente e di ogni comunità, perché con Cristo un mondo nuovo è iniziato: è Gerusalemme! E noi possiamo tesserne fin d'ora il vestito nuziale, con le nostre opere giuste.
Un simpatico spettacolo teatrale e musicale natalizio, ambientato in un pollaio di Betlemme. Il gallo ha fissato regole precise per la sicurezza: “Gli estranei sono un pericolo e fuori dal pollaio non si va”. Ma nella stalla lì accanto, una notte, accadrà qualcosa di eccezionale che stravolgerà queste regole.
Una recita con sei canzoni per evidenziare come la paura c’impedisca spesso di aiutarci reciprocamente. Un’idea per celebrare il Natale parlando di accoglienza, pace e convivenza. E scoprire che, in fondo, tra di noi c’è posto per tutti. Pensato per bambini dai 6 agli 11 anni, è utilizzabile sia in ambito scolastico che parrocchiale.
Dalla prigione in cui era rinchiuso, il teologo Dietrich Bonhoeffer scriveva al suo discepolo e amico Eberhard Bethge parlando di «un cristianesimo non religioso» e di «un vivere davanti a Dio senza Dio». Le sue affermazioni continuano ancora oggi a pungere e interrogare il pensiero teologico e pastorale.La religione può essere intesa come un insieme di atti di culto, osservanze rituali, precetti da ottemperare, dogmi in cui credere per dare lode a Dio e ottenere la propria salvezza. Ma si dà lode a Dio osservando meticolosamente il culto e le leggi religiose o impegnandosi per la giustizia, lottando perché tutti gli uomini siano uguali in opportunità economiche e promuovendo la loro la dignità? Nulla va tolto al valore della preghiera e della liturgia, purché siano luoghi di incoraggiamento a cambiare il cuore e camminare verso il mondo.
Nel 2017 si tengono le celebrazioni per i cinquecento anni dall'avvio della Riforma. Questo libro mette in evidenza l'importanza e il significato teologico di quell'evento, spiegando quale dev'essere l'odierna visione della Riforma. Realizza anzitutto una ricostruzione storica dei complessi avvenimenti del XVI secolo, basata su uno studio pluriennale svolto con autentico spirito ecumenico. In un secondo momento prende spunto dalla Riforma per definire, in una prospettiva sistematico-teologica, la natura dell'unica chiesa, trattando in modo critico e costruttivo le attuali sfide in campo ecumenico. Questo libro si propone allora autorevolmente quale testo-guida per la grande ricorrenza. Costituisce un contributo decisivo, cattolico e protestante, a livello ufficiale, per confrontarsi su quale sia oggi il modo corretto di intendere la "Riforma". Il saggio è l'esito di uno studio realizzato fra il 2009 e il 2014 dal Gruppo ecumenico di lavoro formato da teologi cattolici ed evangelici, équipe presieduta da Karl Lehmann, arcivescovo cattolico emerito di Mainz, e da Martin Hein, vescovo della chiesa evangelica di Kurhessen-Waldeck.