Dall'ultimo pasto di san Francesco - santo ma segretamente goloso! - alla sontuosa tavola di Honoré de Balzac, dai cibi raffinatissimi del banchetto del Gran Khan alle uova con cipolle e scalogno care a Napoleone, passando per tre deliziosi intermezzi sul caffè, le castagne e i tartufi, Franco Cardini mette in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet. Spaziando dal Medioevo ai totalitarismi novecenteschi e non solo, Cardini torna alla narrativa con una serie di racconti gustosi, che sono anche un'illuminante testimonianza di come la cultura materiale sia specchio dello spirito di ogni popolo, e possa essere per lo storico una lente speciale per comprenderne i segreti. Ogni racconto è, così, corredato tanto da un'indicazione delle fonti quanto dalle ricette che Franco Cardini ha sperimentato, una per una, nella sua cucina fiorentina: dall'acquacotta al piccione glassato, dal cuscus magrebino alla crema Chantilly, ciascuno di noi potrà portare sulla propria tavola i sapori del passato, e ritrovare intatte le emozioni che essi racchiudono.
25 luglio 1943. All'annuncio della destituzione di Benito Mussolini, folle festanti invadono le città italiane. L'esito disastroso del conflitto in cui il capo del fascismo ha trascinato il Paese ha capovolto il mondo di certezze che il regime aveva costruito in vent'anni. Tutti sono convinti che la fine della guerra sia ormai imminente. Quando però, l'8 settembre, finalmente arriva l'armistizio con gli Alleati, è subito chiaro che il peggio comincia proprio in quel momento. È in questo clima drammatico che si incrociano le vite di alcuni giovani: Alberto, che dalle battaglie in Africa settentrionale è tornato invalido e pieno di amarezza e di rancore; suo fratello Eugenio, ancora pronto a battersi e sacrificarsi per il suo ideale fascista; Anita, loro sorella adottiva, militante comunista, e infine Stefano, che già ha combattuto contro il fascismo in Spagna. Le loro storie sono parte della nostra storia. Storie di vincitori e vinti, di vittime ed eroi, di uomini e donne posti di fronte a scelte irrevocabili e dolorose, che li contrappongono in una atroce guerra civile. Senza falsa retorica o facili ideologismi, Guido Cervo mette la sua penna di formidabile narratore storico al servizio di una delle pagine più drammatiche della nostra memoria nazionale, dando voce, carne e sangue a una galleria di personaggi indimenticabili.
Testi, illustrazioni e oltre 200 carte ripercorrono la storia dell'umanità.
46 pagine dedicate alla Preistoria e all'Età antica;
36 pagine relative al Medioevo;
28 pagine illustrano l'Età moderna;
32 pagine analizzano la transizione al Mondo contemporaneo;
42 pagine riservate al XX secolo: i temi del Novecento, le guerre mondiali e le problematiche delle ideologie totalitarie;
24 pagine affrontano e interpretano i fenomeni globali di maggiore attualità e le sire del nuovo millennio;
17 pagine di tavole cronologiche.
Scrigni preziosi provenienti dagli abissi del tempo profondo: grazie ai fossili il paleontologo - al pari di un investigatore sulla scena del delitto - può ricostruire i capitoli più remoti della storia della vita sul nostro pianeta. Semi, gusci, denti, ossa, ma anche indizi di azioni e spostamenti, come ad esempio le "piste" lasciate dal passaggio di molte specie di dinosauri, o i segni delle grandi estinzioni di massa fanno luce sui fragili equilibri che hanno caratterizzato la storia della Terra.
Il colpo di Stato del 1917 soffoca i fermenti di rinnovamento che dalla fine del secolo XIX si sviluppano nella società civile e nella Chiesa e che trovano espressione nella legge sulla tolleranza religiosa del 1905 e nella convocazione, dopo anni di titubanze, del grande Concilio del 1917-1918 che delibera la ricostituzione dell'istituto del Patriarcato, abolito da Pietro il Grande nel 1721. Lo scontro del nuovo regime con la Chiesa è segnato sin dall'inizio dalla violenza e dalla coercizione cruenta, che viene sospesa solo a seguito dell'invasione nazista, quando Stalin si rende conto che per aggregare la popolazione contro il nemico è necessario ricostituire l'antico legame tra Ortodossia e patriottismo, concedendo alla Chiesa uno spazio di libertà. Prende allora avvio la Nep religiosa staliniana, la quale ha vita assai breve, lasciando il posto a una fase di asservimento del Patriarcato di Mosca ai fini della politica sovietica, durante la quale si procede nell'URSS e nei Paesi limitrofi alla soppressione violenta della Chiesa greco-cattolica e alla sua forzata aggregazione all'Ortodossia, nel dichiarato tentativo di dar vita a un Vaticano moscovita, finalizzato ad assegnare alla Chiesa di Mosca, pienamente controllata dal regime, un ruolo di guida sul piano internazionale al servizio della politica estera comunista. Nel contempo riprende dal 1947 una nuova fase di intolleranza che trova il suo culmine con Chruscèv.
Storicamente, il capitalismo è stato oggetto di una diffusa e radicata ostilità. Eppure, nel corso della sua ormai lunga storia, ha indubbiamente sollevato dalla miseria molti milioni di persone: in Occidente, grazie alla deprecata economia di mercato, il benessere è costantemente cresciuto e, in Oriente, i paesi emergenti hanno conosciuto negli ultimi decenni uno straordinario sviluppo economico che ha finito per trascinare il mondo intero verso una sempre maggiore prosperità. Eppure, nononostante tutto, il capitalismo continua a essere messo in discussione. Ci sono gli insoddisfatti, gli oppositori moderati, i critici radicali e i nemici giurati, in tutte le molteplici declinazioni, ma in genere quando si pensa al capitalismo non si pensa certo a qualcosa di buono. Denaro e morale difficilmente vanno a braccetto nell'immaginario collettivo. John Plender esplora i paradossi e le insidie di questo sistema economico straordinariamente dinamico, e lo fa partendo da lontano, dalle sue origini nella Venezia mercantile medievale, fino alle bolle speculative del XXI secolo, nelle quali siamo tutt'ora immersi. Lungo il viaggio incontriamo tutti i momenti chiave della storia del capitalismo, come ad esempio la strana vicenda della prima bolla finanziaria della storia - quella dei tulipani nell'Olanda del Seicento - le speculazioni nel mondo dell'arte contemporanea, fino alla recentissima crisi dei mutui subprime di cui ancora oggi i mercati mondiali pagano le conseguenze.
In questo numero un'analisi dei genocidi nella storia.
Iniziava nel luglio 1916 la battaglia della Somme, tra le più lunghe della Prima Guerra Mondiale, la più sanguinosa della storia in termini di vite umane. In questo libro le testimonianze dei soldati e degli ufficiali di entrambi gli schieramenti, registrate dall'Imperial War Museum di Londra, diventano il racconto corale di cinque mesi di combattimenti e vita in trincea. Un omaggio rispettoso e commovente agli uomini che andarono all'assalto, scavarono trincee, tesero fili spinati, combatterono e morirono un secolo fa in Piccardia.
Gianni Cervetti è un universitario nella Milano del dopoguerra che sogna di fare il medico. Ben presto però la sua passione politica lo avvicina al PCI e nel 1956 viene inviato a Mosca per studiare da quadro del partito. Sono anni decisivi tanto per la sua formazione politica e intellettuale quanto per la sua vita personale; qui comincia il lungo percorso che lo porterà a diventare, nei decenni, un grande conoscitore di cose, ambienti e personaggi russi. Nel 1961 torna a Milano e continua il suo impegno nel partito fino ad approdare nel 1975 alla segreteria nazionale con Berlinguer. In una ricostruzione vivida dei fatti salienti della sua epoca, Gianni Cervetti non solo ci restituisce il clima politico di quegli anni di speranze e disillusioni, ma ci offre personalissirni ritratti umani e aneddoti sui suoi protagonisti: da Giorgio Napolitano a Bettino Craxi, da Concetto Marchesi a Luigi Longo, Emilio Sereni, Giancarlo Pajetta, Emanuele Macaluso e molti altri.
Monferrato, 1943. Lisa Vita Finzi ed Enrico Levi, zio del futuro scrittore Primo, fuggiti da Genova in campagna allo scoppio della guerra, dopo l'8 settembre capiscono di non essere più al sicuro tra le mura del palazzo dei Martinenghi dove si erano trasferiti all'inizio del 1941. Con una coppia di amici cercano rifugio a Lerma nell'antico santuario della Rocchetta, dove da qualche anno è approdato uno strano prete, don Luigi Mazzarello. Intelligente, affascinante e dal passato turbolento, don Luigi riuscirà con abilità a resistere alle intimidazioni dei nazifascisti e a salvare la vita dei suoi protetti ebrei, mentre nei monti circostanti infuria una delle peggiori stragi nazifasciste del nostro paese, l'eccidio della "Benedicta", che portò all'uccisione di 147 partigiani e alla deportazione in Germania di molti altri giovani. "Quattro ore nelle tenebre" ricostruisce questa vicenda drammatica, una delle tante piccole luci che si accesero nel momento più cupo della storia.
In queste pagine si racconta la vicenda di Isabella d'Este, divenuta marchesa di Mantova dopo il matrimonio con Francesco Gonzaga; non di una semplice per quanto raffinata biografia si tratta, però, quanto di un vero e proprio romanzo: sia per la presenza di alcuni personaggi totalmente inventati - come Robert de la Pole, corrispondente del re d'inghilterra e innamorato platonico di Isabella -, sia soprattutto per la qualità della scrittura, che sembra avvolgere in una sorta di abbagliante pulviscolo ogni figura e ogni fatto storico. Protagonista assoluta è lei, Isabella, che ormai alla soglia dei sessant'anni rievoca la propria vita da quando, sposa sedicenne, giunse a Mantova e in un periodo tra i più tumultuosi e fulgidi della nostra storia, a cavallo tra Quattro e Cinquecento, resse le fila del piccolo stato costruendo attorno a sé una corte di ineguagliato splendore.
La sera del 2 marzo 1939, mentre l'Europa si avviava verso la guerra, sul balcone del Palazzo apostolico apparve, acclamato dalla folla riunita in piazza San Pietro, il nuovo pontefice. Pallido e con passo esitante Pio XII si affacciò alla balaustra, benedisse per tre volte i fedeli e, senza dire una parola, si ritirò nelle sue stanze. Di lì a poco scese nelle Grotte vaticane, deciso a risolvere uno dei più grandi enigmi della Chiesa, un enigma che prefigurava, in piccolo, l'epica impresa segreta del suo pontificato. Negli anni successivi, infatti, nelle catacombe di San Pietro i collaboratori di Pio XII si sarebbero riuniti per architettare, con la sua benedizione, il piano più audace della seconda guerra mondiale: l'eliminazione del "tiranno", Adolf Hitler. Mark Riebling, saggista avvezzo a esplorare i sentieri poco battuti della storia dei servizi segreti, in "Le spie del Vaticano" ricostruisce, sulla base di una monumentale raccolta di documenti da poco desecretati, un intrigo spionistico al centro del quale si colloca la figura di Pio XII, un pontefice definito talvolta "ieratico e visionario", lontano dai fedeli e dai drammi della guerra, e spesso accusato per i suoi "silenzi" nei confronti del regime nazista se non addirittura per la complicità nell'Olocausto. Fu proprio Pacelli, invece, a organizzare una rete di cospiratori impegnati a combattere in segreto il Male Assoluto.