L'ignoranza genera mostri, e il pregiudizio può produrre gravi danni alla convivenza civile. Giulia Mafai ha deciso di raccogliere questa sfida proponendo un percorso di conoscenza storica ed antropologica. Sicuramente gastronomica. Immaginando di sedere a tavola con il giovane nipote Elia, al quale propone prelibatezze della tradizione ebraica in una trattoria nel Ghetto di Roma, decide di raccontargli le vicende della plurimillenaria comunità romana. Lo fa scegliendo un registro linguistico colloquiale di grande effetto. (GLV) Si dice che Dio creò l'uomo perché gli piaceva ascoltare delle storie, dei racconti, e agli ebrei piace molto raccontare. Tutto in fondo nasce circa cinquemila anni fa dalla più grande e meravigliosa raccolta di storie: la Bibbia. Le disgrazie sono tante, la vita difficile, il tempo lento a passare ma bisogna andare avanti, stare insieme, parlare, discutere, litigare, convivere, tenersi compagnia. Si dice che due ebrei hanno tre opinioni e sono dei gran chiacchieroni, almeno fino a quando non è stata scoperta la televisione e internet, e molti di loro ne sono stati distratti. (GM)
Se la favola di Romolo è soltanto una favola, come nasce veramente Roma? C'è stato un "fondatore" o la città è cresciuta spontaneamente? E perché proprio in quel sito particolare? I grandi storici insinuano che tutto sia cominciato intorno a due ponti in corrispondenza dell'Isola Tiberina, sicché il loro artefice, non Romolo, sarebbe il vero fondatore dell'Urbe. I Romani lo chiamarono pontifex, anteponendolo a tutti nella gerarchia ecclesiastica al servizio di un alidilà molto vago e governato da un padreterno di nome Giove. Gli storici antichi però sostengono anche che prima dei ponti sull'Isola ne sarebbe stato costruito un altro, per tutt'altro scopo e, particolare non secondario, che agli albori di Roma l'Isola Tiberina neanche sarebbe esistita. Questo libro propone, alla luce di un'approfondita ricerca, un diverso punto di vista sulla nascita e sulla storia di Roma, dei suoi ponti e dei suoi Pontifex.
Il più grande "cantiere moderno dell'antichità". L'area in cui sorgevano i Fori Imperiali, cuore antico della città di Roma e complesso architettonico unico al mondo per vastità e continuità urbanistica, è stata oggetto di un'attività di scavo, studio e ricerca straordinariamente intensa nel corso del tempo. In particolare, gli scavi archeologici realizzati negli ultimi venticinque anni hanno portato alla luce un tesoro prezioso. Il rinvenimento di un'eccezionale varietà di reperti, in alcuni casi unici, ha permesso, infatti, di ampliare le conoscenze sulle vicende del sito nel periodo medievale e moderno. Un contesto storico sicuramente meno noto (e meno rappresentato) al grande pubblico rispetto a quello classico, ma altamente esemplare della continuità insediativa urbana. Un'interessante e quanto mai diversificata selezione di reperti - tra cui ceramiche, sculture, monete, oggetti devozionali e di uso quotidiano -, tra le migliaia recuperati e per la maggior parte esposti per la prima volta, raccontano questi significativi periodi storici. Come in un viaggio a ritroso nel tempo, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce ricchi depositi stratigrafici che si sono accumulati nel corso dei secoli al di sopra dei maestosi resti dei Fori. Qui, già prima del fatidico Anno Mille, erano sorti diversi nuclei di abitato e alcune piccole chiese. Il paesaggio urbano cambia nuovamente alla fine del XVI secolo, quando nella zona vengono avviate operazioni di bonifica dei terreni seguite dalla nascita di un tessuto urbano ordinato: il Quartiere Alessandrino, chiamato così dal soprannome del cardinal Michele Bonelli, che ne promosse la realizzazione. Negli Anni Trenta del secolo scorso il Quartiere, con le sue abitazioni e le sue chiese, viene raso al suolo per l'apertura di via dei Fori Imperiali e la "liberazione" delle strutture di epoca classica. Vengono così cancellati, d'un colpo, secoli di storia, di vita, di arte. La vita quotidiana, insieme alle vicende dei luoghi e delle persone - anche illustri -, è ricostruita attraverso 310 reperti archeologici, costituiti da oggetti appartenuti agli abitanti o prodotti nelle botteghe dell'area.
Tous les bons plans dénichés par nos auteurs. Les immanquables, nos coups de coeur : pour être sûr de ne rien manquer. La ville en 1, 2, 3 jours. Plus de 150 adresses pour se restaurer, prendre un verre, faire du shopping, sortir et se loger. Le meilleur de Rome : notre sélection de sites étoilés. De nombreux conseils pratiques. Des plans de quartier avec adresses positionnées.
Go to the heart of iconic Rome and its world-famous historic sights and museums. Colorful maps, multiple walking tours, and Michelin's star-rating system for attractions make it easy.
Il y a la Rome antique, Renaissance et baroque, papale, contemporaine... Partez à la découverte de ces monuments incontournables de la Ville éternelle. Nos auteurs sur le terrain ont sélectionné : les 10 incontournables de la destination en images, 29 promenades et circuits, et tous les sites classés par étoiles : 280 adresses pour tous les budgets, 22 cartes et plans Michelin avec nos adresses positionnées, nos idées de programmes de 2 à 7 jours.
Due filosofi e due storici delle religioni espongono le loro opinioni su un affascinante edificio 'misterioso', che la Sovrintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma ha negli ultimi anni restituito alla città e al mondo della cultura, salvandolo dal degrado e dall'infestazione micotica che ne disgregava i pregevoli stucchi. Si tratta della Basilica sotterranea di Porta Maggiore, a Roma, rinvenuta per caso durante i lavori della linea ferroviaria Roma - Napoli nel 1917. Da allora molti studiosi si sono cimentati per attribuirle un'appartenenza cultuale e religiosa, e per decifrarne il messaggio nei pregevoli stucchi che la adornano. In questo volumetto il mondo degli stucchi dell'ipogeo viene considerato da prospettive diverse, fornendo al lettore un prospetto 'a rilievo' di un monumento che elude conclusioni definitive.
Visitate palazzi chiusi al pubblico, ammirate opere d'arte straordinarie senza essere circondati da turisti, assistete a un concerto in un magnifico oratorio segreto, fate benedire il cane o l'auto, assistete alla liquefazione del sangue di San Pantaleone, sorprendetevi davanti a una rara meridiana catottrica o stupitevi per un'insolita anamorfosi; scoprite il quadro motorizzato di Rubens e i segreti del Vaticano, ritrovate un capolavoro perduto del Bernini, fermatevi in raccoglimento davanti all'immagine del Sacro Volto di Cristo che, impressa su una medaglia, nel 1968 arrivò sulla Luna, organizzate una cena romantica in un palazzo privato, proteggete la gola dai rigori dell'inverno... Lontano dalla folla e dai consueti cliché, Roma conserva tesori nascosti che rivela solo ad abitanti e turisti pronti a uscire dai sentieri battuti. Una guida indispensabile per coloro che pensavano di conoscere bene Roma e desiderano scoprire il volto nascosto della città.
The objective of this book is to draw attention to fifth-century Rome - to those hundred years which even today need to be looked at from different perspectives. It is a key moment, a border between worlds, far too important not to receive further attention. The studies, presented here together, aim to respond to new demands: the art object remains at the centre, but with a new search for its context. This context would be unthinkable without the key concept of co-existence - between popular and elite culture, popes and emperors, pagans and Christians. As well as between liturgy - necessary to the Christian world - and patronage - the intellectual project which stems from a cultural concept. Moreover, co-existence is crucial between the mindset of the Roman elites (the tradition inscribed in the city's DNA), and new demands arising from this rich moment in the history of Rome. The fifth-century, studied in this book, is the moment in which future and past meet, and Antique and Christian coincide. An artistic moment with only one identifying feature: its incredibly rich complexity. With articles by Sible de Blaauw, Olof Brandt, Zuzana Frantová and Dale Kinney
I gatti di Torre Argentina, i gatti della Piramide, i gatti di Tor Pignattara. Un simbolo, quello del felino, ormai entrato a pieno titolo nell'immaginario collettivo: basti pensare a calendari e cartoline che li ritraggono al sole su qualche monumento. Nella Roma antica il gatto era un compagno nella vita terrena e anche in quella oltre la morte. Alcuni reparti dell'esercito romano avevano sugli scudi il simbolo di gatti di colori differenti. Da qui giunsero alla Roma imperiale, dove il gatto domestico conobbe la definitiva affermazione e consacrazione. In un tempio, dove oggi sorge la chiesa di Santo Stefano del Cacco, venne rinvenuta la piccola statua della gatta che ancora oggi si può ammirare su un cornicione di Palazzo Grazioli, in via della Gatta. Arrivò poi il Medioevo, quando i gatti vennero associati alle streghe e con loro bruciati. La loro storia accompagna dunque quella dell'Urbe e non sono pochi i personaggi romani inseparabili dal loro amico a quattro zampe. Storia, aneddoti, fatti meno noti che raccontano il gatto romano e, con lui, anche il volto più scanzonato della nostra città.
I disegni scenografici di scultori fiamminghi e il Barocco romano a cura di Charles Bossu, Wouter Bracke, Alain Jacobs, Sara Lambeau, Chiara Leporati
Un viaggio sorprendente alla scoperta di luoghi, personaggi, devozioni ed usanze che fanno di Roma la città dove l'anima incontra l'infinito.