Oppresso dai suoi mali interni e minacciato dalle aggressioni dei barbari, alla metà del terzo secolo il mondo romano era un organismo invecchiato e sull'orlo del collasso. Diocleziano salì dal nulla ai vertici della carriera, si impadronì dell'impero con la violenza, governò con feroce determinazione per più di venti anni, dal 284 al 305. Ma i fasti del potere non cambiarono la sua natura: rimase sempre un soldato. Diocleziano non fu un rivoluzionario, come Augusto o Costantino. Seguendo il suo istinto di soldato, pensava che la rifondazione dell'impero dovesse procedere nel rispetto supremo della tradizione, della religione dei padri. Alla fine trionfò su tutti i suoi nemici: usurpatori, barbari, Persiani. In segno di riconoscenza agli dei scatenò durissime persecuzioni contro i dissidenti, gli empi seguaci di religioni lontane dalla tradizione: i manichei, che arrivavano dalla Persia sasanide; e, avversari ancora più insidiosi, i cristiani. Al culmine della gloria, al momento di godere di una pace finalmente riconquistata, Diocleziano abdicò. Fu una scelta inaudita, inaspettata, unica nella storia dell'impero romano. Perché abdicò? Malattia, stanchezza, delusione? O, piuttosto, volontà di applicare un progetto politico teorizzato negli anni? La scelta di Diocleziano è un enigma che continua ad affascinare gli storici. Sicuramente contò il desiderio di congedarsi dai duri impegni della sua missione. Diocleziano si ritirò lontano, in un grande palazzo...
Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti mentre un giovane tenente inglese sacrifica la vita per salvare due gemelli neonati, un maschio e una femmina, inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni e festeggia l'inizio della sua vita adulta, il giorno in cui dovrà abbandonare l'orfanotrofio. Festeggia anche l'ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto formato da sette orfani che per anni si è riunito in un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. Ma il passato bussa alla porta. Una bellissima ragazza, la sorella gemella Sheere, entra nel palazzo e inizia a raccontare una storia d'amore, morte, pazzia e vendetta che come un'ombra nera si proietta sul futuro del fratello. Le braci dell'incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere...
I giocatori per i quali l'azzardo è ormai una vera malattia sono sempre di più. A cadere nella dipendenza sono spesso i poveri, le donne, gli anziani. Chi è in cura presso i Sert, i gruppi di mutuo aiuto e le comunità di recupero è appena la punta dell'iceberg. Eppure gli inviti a giocare d'azzardo sono sempre più pressanti, nuove sale aprono ogni giorno, la pubblicità incalza promettendo facili vincite e una vita felice. Lo Stato non reagisce, anche se i costi sociali superano di gran lunga gli incassi per l'erario. Sul ricco bottino allungano le mani le mafie. È un'emergenza sociale senza soluzione? No. C'è un'Italia che reagisce. È l'Italia dei volontari, dei medici coraggiosi, degli esercenti di bar e tabaccherie, di sindaci e Regioni che non chiudono gli occhi e resistono all'aggressione dell'azzardo. Non vanno lasciati soli. Occorre sostenerli. Il primo passo è conoscere il fenomeno: il Gap, gioco d'azzardo patologico; e Azzardopoli, il sistema di connivenze e furbizie che lo alimenta.
Quanti conoscono realmente le Sacre Scritture? Quanti hanno letto il romanzo biblico in chiave disincantata, rifiutando i dogmi ma cogliendo quella verità storica che trapela dai coloriti racconti? Ed ecco che fin dall'attimo in cui Adamo trova collocazione come primo uomo, traspare quell'etica maschilista arrivata fino a oggi. Ma anche una lunga catena di eredi di Eva, trattate da oggetti, vendute e comprate, violentate e rinnegate... Eppure vive, pensanti, a volte saggiamente intelligenti, a volte cinicamente consapevoli delle armi innate della seduzione e della bellezza. L'idea di andare a cercare nell'Antico e nel Nuovo Testamento esempi di conoscenze mediche antesignane e divinamente ispirate ha in realtà portato i due autori a soffermarsi sul lato femminile della creazione, del peccato originale, dell'incubo della sterilità, della paura di non riuscire a riprodursi e moltiplicarsi. E a riflettere su episodi crudeli e perversi, esaltati se compiuti da alcuni, condannati se compiuti da altri. Soprattutto nell'Antico Testamento. Alla fine, poca medicina ma un elogio a Eva e alle sue discendenti... ancor oggi discriminate seppur sempre più vincenti. Il Terzo millennio è, infatti, da molti considerato l'avvio dell'era della donna. Di cambiamenti radicali ma non violenti, non tinti di rosso ma luminosamente rosa.
A inizio 1995 la rivista "Liberal" aveva proposto al Cardinal Martini e a Umberto Eco di aprire un dialogo. Questo libretto aveva poi riportato nel 1996 le lettere che i due si erano scambiati, ed era stato tradotto in seguito in sedici paesi. Anche in ricordo di un protagonista dei tempi nostri l'editore ritiene opportuno ripubblicare questo scambio epistolare che si è svolto in modo cordiale e franco sui problemi di importanza capitale che hanno spesso diviso i credenti da i non credenti, dal senso della storia al problema dell'aborto, dal sacerdozio delle donne alle possibilità di un'etica comune sia a chi crede che a chi non crede.
Calcuta, 1932: El corazón de las tinieblas. Un tren en llamas atraviesa la ciudad. Un espectro de fuego siembra el terror en las sombras de la noche. Pero eso no es más que el principio. En la víspera de cumplir 16 años, Ben, Sheere y sus amigos deberán enfrentarse al más terrible y mortífero enigma de la historia de la ciudad de los palacios.
Carlo Acutis (1991-2006) è il santo che non ti aspetti, piace e sorprende perché ha tutte le caratteristiche dei ragazzi d'oggi: la passione per la vita e l'informatica, lo sport e l'amicizia, l'amore verso tutti, mettendo nello stesso tempo Dio al primo posto. «Innamorato di Dio», era affascinato da una forte spiritualità, che ha vissuto senza complessi, respirando il mondo della fede con spontaneità. «Tutti nascono come originali, molti muoiono come fotocopie», diceva. «Lui però è sempre stato speciale, facendo dell'eucaristia la sua «autostrada per il cielo». Questo libro contiene un'agile biografia, con la proposta di testi per la riflessione personale e di gruppo. Prefazione di Paolo Martinelli.
Il linguaggio e le circostanze storiche del libro di Geremia fanno riferimento all'ambiente culturale e morale di molti secoli addietro. Eppure, il messaggio trasmesso dal profeta è sempre attuale ed è fondamentalmente un invito all'ottimismo e alla speranza. Come nei tempi lontani gli ebrei, pur gratificati dalla benevolenza del Signore, si davano a culti idolatrici, a delitti e immoralità, anche oggi siamo funestati da guerre, catastrofi, sopraffazioni e dolori, e la lettura degli eventi è quella di sempre: il male è conseguenza del peccato dell'uomo, della sua contrapposizione al programma divino di salvezza. L'ottimismo si radica nell'Amore di Dio, che non viene meno, perché Dio non si stanca dell'uomo, lo cerca, lo aspetta, ne gratifica la condotta morale positiva. Si può guardare al futuro con speranza: c'è tanto male, ma il trionfo del bene è sicuro. In queste pagine del biblista Umberto De Martino la trattazione è lineare, il commento sobrio, le spiegazioni brevi, per favorire anche nel lettore comune, non specificamente addentro alle scienze bibliche, la comprensione immediata del testo profetico.
"Non ci sono più le mezze stagioni." Questo è un classico luogo comune, di quelli che possiamo sentire al bar o in treno. E che ogni volta ci innervosiscono. Ma i luoghi comuni che ci svela Umberto Broccoli in questo viaggio entusiasmante alla scoperta di tutte le sfumature delle passioni, dall'odio all'amore, attraverso la gelosia, la nostalgia, l'amicizia e mille altre, non sono irritanti banalità. Sono invece la prova che i secoli passano, le civiltà sorgono e tramontano, la tecnologia si evolve vertiginosamente, ma la natura umana rimane nei millenni uguale a se stessa. Per cui ci innamoriamo, tradiamo, invidiamo o rincorriamo le illusioni, oggi come nell'antichità e nel Medioevo. E così che Broccoli riesce a individuare un eterno fil rouge delle emozioni che va da Properzio a Guccini, da Umberto Saba a Hermann Hesse. La maledizione di Didone, abbandonata da Enea, per voce di Virgilio ha la stessa disperazione dell'amante tradito raccontato da Baglioni in "Quanto ti voglio". Riguardo all'amicizia, invece, c'è un comune sentire in Ennio e in Cocciante, come in Seneca e Flaiano. La lettura di queste pagine è, insieme, un serio invito a riflettere su se stessi, una scorribanda luccicante tra classici e pop, entrambi immortali, e un dolcissimo farmaco dell'anima. La quale si consola e gioisce rispecchiandosi nelle anime di ogni tempo e di ogni luogo. Prefazione di Raffaele Morelli, Nota di Franco Battiato, Postfazione di Claudio Baglioni.
Una serie di riflessioni e meditazioni su vari aspetti della dimensione umana" di Cristo per riscoprire le origini della Fede. " Come presentare Gesù Cristo alla ragione del nostro tempo, nella sfiducia che le scienze moderne hanno sollevato circa la possibilità umana di conoscere la Verità e le origini del cristianesimo? A questa domanda risponde questo libro che, attraverso una rielaborazione e meditazione personale, e con il supporto di una ricca documentazione bibliografica, prende in esame una serie di piccoli quadri su vari aspetti della dimensione umana" della vita di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. "
Culto della giovinezza, idolatria dell'intelligenza, ossessione della crescita economica, tirannia della moda: sono alcuni dei miti di oggi che Umberto Galimberti passa in rassegna per smontarli e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti siano in realtà "idee malate", non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti nefasti senza trovare la minima resistenza. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi non logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola rassicurano. Eppure molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.
In questo volume Eco raccoglie una serie di saggi (inediti o ampiamente rimaneggiati e quindi collegati in forma di capitoli) scritti in questi ultimi anni, che segnano un passaggio dalla riflessione semiotica a problemi fondamentali della filosofia di ogni tempo, da Aristotele a Heidegger. Vengono così discussi i problemi dell'essere, della verità, del falso, del riferimento, della realtà, dell'oggettività della conoscenza e della congettura. Seguono alcuni saggi di carattere storico o letterario, che vertono ugualmente sul concetto di verità storica, verità come fedeltà a un testo, differenze tra verità nel mondo reale e verità nei mondi della finzione narrativa.