Uno studio che si propone di recuperare la singolarità di Gesù Cristo, centro irriducibile della fede cristiana, nella sua originaria portata di rivelazione.
La singolarità di Gesù Cristo è ciò che di più semplice da sempre la fede cristiana sa. L’esigenza di recuperarla nella sua originaria e irriducibile unità, nonché di ripensarla nella sua portata rivelativa e nella sua capacità dialogica, viene affrontata a partire dal contesto italiano (G. Moioli, B. Forte, M. Bordoni, A. Amato), sia per la valenza epistemologica del suo recente percorso, finalmente affrancato da un’eccessiva dipendenza nei confronti della riflessione europea, sia a motivo della complessità tematica, rielaborata in base al rapporto istituito dalla cristologia con la storia, la spiritualità, la pneumatologia e il pluralismo religioso.
Destinatari
Studenti di teologia in particolare.
Autore
GILBERTO DEPEDER, minore conventuale, nato a Cles (TN) nel 1972, dopo aver frequentato il quinquennio teologico a Padova, ha proseguito gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha conseguito la licenza in teologia dogmatica sotto la direzione di Jacques Dupuis e il dottorato in teologia avendo come relatore Carmelo Dotolo. È docente di teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica del Triveneto e l’ISSR di Padova. Collabora con le riviste «Studia Patavina», «Credere Oggi», «Miscellanea Francescana».
Tutte le professioni di fede della Chiesa antica annoverano l'incarnazione tra le verità fondamentali da credersi riguardo a Gesù di Nazaret, insieme alla passione, alla morte e alla resurrezione. Tuttavia, nel corso della storia della teologia, questa verità di fede è stata più volte messa in discussione dal punto di vista del suo contenuto. Questo studio si propone di tornare a considerare l'incarnazione come un evento fondamentale per comprendere l'identità e la missione di Gesù Cristo e di approfondirne il significato, alla luce dell'insegnamento del Concilio Vaticano II.
Nel 1863 lo storico Ernst Renan pubblica a Parigi una Vita di Gesù con l'intento di liberarne la figura da quelle che egli chiama «pastoie dogmatiche» costruite nei secoli dalla Chiesa. Il profeta di Galilea emerge da quel volume come il portatore di un messaggio morale e di uno stile di vita altissimo e affascinante, ma al tempo stesso irraggiungibile perché troppo lontano dalla vita quotidiana.
Il messaggio e l'opera di Gesù si riducono davvero solo a un insegnamento morale? A uno stile di vita affascinante, ma irraggiungibile? Il libro si propone di mettere a fuoco il cuore del suo messaggio, cioè l'annuncio del Regno, per considerare poi il centro della sua storia, il mistero pasquale nel duplice aspetto di croce e risurrezione, e concludere con alcune riflessioni circa la sua identità profonda.
Sommario
Introduzione. I. L'annuncio del Regno. II. La parola della croce. III. Il volto del vivente. IV. L'identità di Gesù.
Note sull'autore
PIERPAOLO CASPANI (1960) sacerdote della diocesi ambrosiana è docente di teologia sacramentaria al Seminario Arcivescovile e all'Istituto di Scienze Religiose di Milano. Collabora con le riviste La Scuola Cattolica, Rassegna di Teologia, Rivista di Pastorale Liturgica. Per EDB ha pubblicato Rinascere dall'acqua e dallo Spirito. Battesimo e cresima sacramenti dell'iniziazione cristiana (2009), Segni della Pasqua, segni per la vita. Catechesi sui sacramenti (2010), Corinto: il pane condiviso. Costruire la comunità (2011), con P. Sartor, Iniziazione cristiana. L'itinerario e i sacramenti (22011) e Viviamo la messa. Commento alla celebrazione eucaristica (2012).
Il mistero dell'ascensione al cielo viene trattato spesso come un'appendice della resurrezione. Questo libro tematizza proprio l'andare al Padre del Figlio Gesù, il Crocifisso risorto che ora sta nel seno del Padre (Gv 1,18). In Dio così si fa spazio a una nuova presenza, mentre l'umanità, percorrendo i cieli, è attraversata dalla presenza di Dio. Alla salita di Gesù corrisponde la discesa dello Spirito: se l'ascesa di Gesù è un attrarre l'uomo a Dio, la discesa dello Spirito è uno spingere l'uomo verso Dio.
Giuseppe Berto, José Saramago, Eric- Emmanuel Schmitt, Erri De Luca... Nella letteratura recente molti autori si sono cimentati con la figura di Gesù. Spesso la loro teologia è approssimativa o disinvolta, ma in molti casi non si può loro negare la capacità di restituirci un Gesù vivo, ricco di umanità e profondo conoscitore delle anime; e ciò in un linguaggio moderno, accessibile a tutti noi. La letteratura può così essere un eccellente strumento per presentare
un Gesù dal volto umano, autentico e affascinante, nel quale possiamo scoprire la nostra dignità e la nostra vocazione.
Questo volume presenta il risultato di un lungo studio di ventisette autori contemporanei – poeti, narratori, saggisti – condotto per conoscerne la cristologia, senza trascurarne l’aspetto letterario.
L'autore
Ferdinando Castelli S.J. Già docente di letteratura e cristianesimo presso l’Istituto di scienze religiose della Pontificia Università Gregoriana, Ferdinando Castelli, gesuita, è stato redattore de «La Civiltà Cattolica» per il settore letterario. La preparazione umanistica, filosofica e teologica lo annovera fra i critici più attenti che militino in campo cattolico. Nei suoi saggi critici è particolarmente attento a cogliere l’anima profonda degli scrittori e il loro senso religioso, nascosto
in pagine inquietanti e dissacranti. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Letteratura dell’inquietudine (1963), Sei profeti per il nostro tempo (1972), I cavalieri del nulla (1977), Volti della contestazione. Strindberg, Péguy, Papini, Camus, Mishima, Kerouac, Böll (1978), In nome dell’uomo (1980) e Carlo Bo. Una vita per la letteratura (1996). Citazione a sé meritano i tre volumi dal titolo Volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995), nei quali padre Castelli è impegnato a “leggere” il volto di Gesù negli scritti, a volte limpidi a volte tortuosi, degli scrittori più rappresentativi del nostro tempo. Nel grembo dell’ignoto. La letteratura moderna come ricerca dell’Assoluto (2001) è un’indagine sulla ricerca
di Dio da parte di alcuni noti autori contemporanei.
«Possiamo dirci ancora cristiani?» è il titolo proposto da Benedetto Croce per questo classico del pensiero filosofico, nel quale Piero Martinetti risale alle radici del messaggio di Gesù e s’interroga, prima ancora che sull’attualità del Cristianesimo, sul significato e sul valore della religione. La religione che «vive nelle anime, e non nel mondo», che può essere raggiunta compiutamente solo attraverso la ragione e che persiste nei cuori nonostante i dogmi che deprimono l’intelligenza e gli arbitri dell’istituzione ecclesiastica. Nonostante sia il risultato di un percorso di studio e ricerca interiore che abbraccia tutta la vita del filosofo, per comprendere appieno Gesù Cristo e il Cristianesimo è utile ricordare le condizioni in cui l’opera ha preso forma. Nel 1926 un provvedimento fascista interrompe il IV Congresso filosofico nazionale, presieduto da Martinetti e centrato su temi religiosi. L’anno successivo il suo corso di Cristologia all’Università di Milano viene portato faticosamente a termine tra disordini e intimidazioni. Il libro, che sarà pubblicato privatamente nel 1934 e subito messo all’indice dalla Chiesa e sotto sequestro dal regime, nasce da qui: dallo sviluppo di un ciclo di studi e dall’urgenza di reagire alla deriva, morale prima che politica, rappresentata dal fascismo. Alla fine del 1931 Martinetti è tra i pochi docenti universitari che rifiutano di giurare fedeltà al regime di Mussolini – «Col giuramento che mi è richiesto verrei a smentire tutta la mia vita» – e si ritira nella piccola casa di Spineto, dove rimarrà fino alla morte, studiando e scrivendo. L’edizione definitiva di Gesù Cristo e il Cristianesimo uscirà postuma nel 1949. Per sostenere le sue tesi, Martinetti ricorre alla Storia, a quelle che allora erano le nuove tendenze dell’esegesi biblica e che, attenuandone la funzione di rottura, collocavano la predicazione di Gesù nella tradizione ebraica e nell’ambiente ellenistico in cui si era sviluppata e diffusa. Procede quindi a una sistematica rilettura dei Vangeli sinottici, portando avanti anche una rigorosa opera di distillazione dalle stratificazioni del dogma e della leggenda, dai miracoli e dalle guarigioni, simboli inessenziali alla purezza del pensiero cristiano. Gesù è l’ultimo dei profeti ebrei, il nemico dei ritualismi, un Gesù filosofo, esempio e maestro di vita, un uomo che affronta con coraggio il suo destino e trova – attraverso l’amore per Dio e per il prossimo alla luce della ragione – la vera sapienza, la comunione con l’assoluto. Ma, già con Paolo e poi diffondendosi tra le masse e diventando copertura di una «meravigliosa istituzione finanziaria» (la Chiesa), la religione si degrada a superstizione e sopravvive solo in pochi anonimi uomini liberi e in alcune correnti di matrice gnostica. È la «chiesa invisibile», minoranza di perseguitati e di eretici che, nei secoli, ha saputo rimanere fedele all’autentica sapienza di Gesù: una fede morale che opera il bene in piena libertà, senza aspettare premi. La filosofia di Piero Martinetti, lontana com’è dagli automatismi ormai sterili del dibattito «fede contro ragione», si propone al lettore contemporaneo forte di un’irriducibile alterità intellettuale che la rende oggi più che mai attuale e necessaria.
Ma è proprio vero che in Gesù non c'è posto per la tenerezza? È proprio vero che l'amore autentico, maturo, deve ignorare il sentimento, guardarlo con diffidenza? Gesù non ha paura di manifestare la sua tenerezza. Egli si coinvolge visceralmente nel vissuto degli uomini. Per questo la sua tenerezza si sposa, paradossalmente, anche con l'indignazione. Ma tutto, tenerezza e indignazione, è in Lui manifestazione della passione di Dio per l'uomo.
Opera altamente originale: l'esistere e l'operare del Cristo in noi e la nostra partecipazione alla sua vita divina.
La salvezza viene a volte in maniera inaspettata, in situazioni complesse sa trovare strade semplici e non troppo programmabili, si insinua nelle istituzioni e nei contesti di oggi ed entra in ogni casa che sappia accogliere davvero. Ci sono dei luoghi che sembrano impenetrabili, perduti, rovinati per sempre, inaccessibili
al Vangelo: abbiate fiducia, andate incontro al mondo contemporaneo, ha bisogno di voi e vi aspetta. Il figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto, non c’è niente di perduto che non possa essere salvato. Dunque con il coraggio e la fiducia di Gesù attraversate la città, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio.
L'autore
Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927 – 31 agosto 2012), gesuita e biblista, è stato vescovo di Milano dal 1979 al 2002. Unanimemente considerato voce tra le più ascoltate e seguite da cattolici e laici, nel 2002, dimessosi da ogni incarico, decide di ritirarsi a Gerusalemme per riprendere gli amati studi biblici, ma anche dall’antica capitale delle religioni ha fatto sentire con forza la sua voce. Ritornato in Italia per ragioni di salute, anche nella malattia non rinunciò mai a scuotere le coscienze con lucidità e intelligenza. Uomo del dialogo tra le religioni, autore di libri apprezzati in tutto il mondo, la sua cultura e i suoi studi non furono mai un pretesto per allontanarsi dal mondo ma gli permisero anzi di parlare alle folle e attirare moltissimi giovani. Protagonista della storia
della Chiesa e d’Italia, fu a lui che le Brigate Rosse consegnarono l’arsenale in segno di resa nel 1984. Alla sua morte oltre 150mila persone gli hanno reso omaggio in due giorni alla camera ardente allestita nel Duomo di Milano. Con Edizioni San Paolo nel 2012 ha pubblicato: Famiglie in esilio. Ferite, ritrovate, riconciliate; Incontro al Signore risorto. Il cuore dello spirito cristiano; Credo la vita eterna; Vi porto nel cuore.
Si tratta di una viaggio alla ricerca di Gesù: questo personaggio che da duemila anni continua ad affascinare e suscitare ribellione... Nato a Betlemme in una stalla, è presto rinnegato dai suoi e scomunicato dalla sinagoga perché si dichiara “Figlio di Dio”. Non ha tetto, ne mensa, né letto. Sfama due volte cinquemila persone e lo accusano di essere un beone e un mangione. In solitudine spesso prega Dio come Padre; non si vergogna di piangere. Odiato e perseguitato, muore sulla croce, osando dire: “Do la mia vita spontaneamente”. Poi risorge a vita nuova. La ricerca dell’Autore si basa sulla parola di Dio, sulla riflessione teologica della Chiesa e sull’attualizzazione del tempo presente. Il testo ripercorre la storia di Gesù di Nazaret: vi è dapprima un incontro «fisico» o esteriore con lui, per poi raggiungere il suo... interiore; quindi accostare man mano le tappe della sua vita (nascita, missione, morte e risurrezione) in un crescendo coinvolgente... tra le pieghe di un vissuto concreto.
Autore
Maurizio De sanctis, sacerdote della congregazione dei padri passionisti, è giornalista, dottore in Teologia Dogmatica e laureato in Psicologia. È autore di: Elementi di teologia mariana in san Paolo della Croce (1997); Maria, inconscio dell’Uomo (2003); Il farmaco dell’anoressia (2005), Psicologia dell’esperienza di Dio (2006); Trattato di Psicologia (2007); Il cervello di Dio. Biologia della fede (2009); Maria di Nazareth, il boom di una umile star (2010); L’omosessualità, un dialogo sereno ma sincero (2011). Impegnato da diversi anni negli spettacoli di evangelizzazione,
ha prodotto diversi cd e musical, per questo è conosciuto più come ballerino-rap.
Come si coniuga la promessa di una vita in pienezza espressa da Gesù nel Vangelo di Giovanni - "sono venuto perché abbiate vita in abbondanza" - con la sofferenza della croce? La risposta di François Vouga e Letizia Tomassone è in questo dialogo a distanza tra due percorsi a tratti paralleli e a tratti divergenti. In un itinerario storico, la teologa Tomassone ripercorre la nascita di una perniciosa interpretazione sacrificale della morte di Gesù che implica l'idea della sottomissione alla violenza come necessaria alla salvezza. Con una lucida analisi esegetica, lo studioso Vouga mostra invece come, lungi dal supportare tale interpretazione, il Nuovo Testamento ponga al centro la gratuità del dono di sé e della salvezza, ovvero la fiducia nel Dio della vita.
Questo libro offre una lettura del primo vangelo, poiché tale è considerato il vangelo di Marco dagli studiosi, come vademecum per l’educazione alla fede, mettendo in evidenza il motivo, le mete e la metodologia pedagogica usate da Gesù nell’educazione dei suoi discepoli.
L’autore considera Marco un autentico manuale di formazione per i seguaci di Gesù. Tale è stato per i primi lettori del vangelo, la comunità dell’evangelista, e tale deve continuare ad essere per coloro che vogliono essere discepoli di Gesù e vogliono sapere come riuscirvi.
Dopo una introduzione che giustifica questa impostazione, si ripercorre, seguendo il filo del racconto evangelico, l’itinerario formativo che Gesù ha seguito con i suoi discepoli. Il percorso viene diversificato in tre grandi tappe di addestramento (Galilea, cammino verso Gerusalemme, Gerusalemme) chiaramente differenziate dal luogo, nei contenuti, nel metodo e nelle mete dell’istruzione che Gesù imparte ai suoi. Alla fine, e come conclusione, in un epilogo si abbozzano i tratti fondamentali della pedagogia di Gesù.
Il lettore accorto avvertirà che sono state trattate le scene – e non tutte – che si incentrano sul rapporto di Gesù con i suoi discepoli, di modo che possa emergere con maggiore chiarezza l’iter pedagogico che Gesù educatore impone a chi lo segue. Presentare il discepolato di Gesù come un processo evolutivo restituisce al rapporto personale con Gesù il suo carattere dinamico e progressivo. Chi è deciso a seguire Cristo oggi, potrà leggere come anticipato nei cammini percorsi dai primi discepoli il proprio cammino di fede. Ed una volta ripercorsi tali cammini, la loro compagnia diverrà imprescindibile per chi è impegnato nel seguire le orme del Signore Gesù. Perché oggi riescono ad essere credibili solo coloro che non parlano per sentito dire.