Lungo l'intera storia del pensiero, il legame tra biografia e speculazione filosofica si è spesso rivelato determinante, ma mai come in Giordano Bruno, che guardava alla propria vita come a un dono degli dèi, in vista di un destino eccezionale. Lo testimonia questa documentata biografia, che, scritta dal massimo interprete di Bruno, offre anche la migliore chiave d'accesso al nucleo più profondo della sua esperienza filosofica. Un'esperienza, e una vita, eminentemente rinascimentali, indagate e raccontate con maestria, fino al culmine del celebre processo; e qui, prendendo le distanze dal mito di un Bruno pronto a immolarsi quale martire del libero pensiero, Ciliberto lo mostra impegnato a giocare tutte le proprie carte per salvarsi. Solo dopo ottanta mesi di prigionia e di travaglio interiore, Giordano Bruno sceglierà la morte - e riuscirà nello stesso tempo a capovolgere il rapporto con gli inquisitori, ergendosi a giudice e riducendo la Congregazione al ruolo di imputato davanti al tribunale della verità.
Tante storie di vita, in cui la musica porta speranza ai bambini più disagiati; costruisce pace nei contesti più difficili; loda Dio coinvolgendo la sete di infinito degli esseri umani; afferma la dignità e il diritto alla vita di ogni persona; crea, consolida e costruisce relazioni profonde e vere. Da esse nasce un trascinante inno alla gioia.
Un padre che lascia in eredità insegnamenti di vita cristiana, vissuta in semplicità e umiltà. Due figli che lo ricordano, l'uno, con una breve ma intensa e commovente riflessione personale, l'altro, esprimendo sensazioni, considerazioni e ragionamenti sospesi tra fede e scienza. Il tutto costruito, con leggerezza, intorno al "caso" della Sindone e alla preghiera del "Credo" e con un interrogativo immanente: la nostra vita finirà o, semplicemente, cambierà forma e sostanza? Diventeremo oblio di noi stessi o ci trasformeremo in energia cosciente?
Sorta di autobiografia collettiva, L'amore non basta racconta un'esistenza fuori dal comune. Don Luigi Ciotti è infatti un sacerdote che non si limita alla cura delle anime ma si batte per una maggiore giustizia sociale, per una società dove tutti, a partire dai più fragili, siano riconosciuti nella loro libertà e dignità di persone. Un sacerdote che vive il Vangelo senza dimenticare la Costituzione, le responsabilità e i doveri dell'essere cittadini. Una fede vissuta nello sforzo di saldare strada e dottrina, Terra e Cielo, dunque immersa nella storia degli esclusi e dei dimenticati: il povero e il tossicomane, il detenuto e il minore, la prostituta e il malato, l'immigrato e la vittima di mafia. Una fede come ricerca e non come rifugio. Don Luigi Ciotti parla di se stesso attraverso dubbi e inquietudini, restituendoci la sua vita come autentica incarnazione del "noi", perché costituita dalla miriade di incontri che l'hanno segnata e trasformata. Tuttavia, attraverso il lavoro del Gruppo Abele in soccorso degli ultimi e l'esperienza di Libera contro le mafie, racconta in controluce le vicende cruciali della recente storia del nostro Paese, ponendo al centro quei problemi che la classe politica non ha mai affrontato alla radice, a cominciare dalla mafia e dalla droga, a causa della corruzione, abusi di potere e calcolate negligenze. Complici l'indifferenza e l'inerzia di una massa acritica e consumatrice, piegata agli idoli del mercato.
Gesuita ai tempi del regno di Elisabetta I d'Inghilterra, John Gerard è il perfetto esempio per capire cosa significasse essere sacerdoti durante la persecuzione anglicana: straniero nel suo stesso Paese in quanto cattolico, per sei anni esercitò il suo ministero amministrando clandestinamente i sacramenti ai fedeli perseguitati, rifugiandosi segretamente in case private. Catturato e portato nella Torre di Londra, dove fu torturato, nel 1597 entrò nella leggenda riuscendo a fuggire calandosi lungo una fune appesa sul fossato. Continuò a esercitare il suo ministero e fu coinvolto, suo malgrado, nella Congiura delle Polveri. Da questa sua autobiografia, scritta in latino su indicazione dei suoi superiori e tradotta in inglese solo nel 1871, emerge l'eroismo e la santità di sacerdoti pronti a dare la vita per la loro fede, resa più forte dalla persecuzione. Prefazione di Elisabetta Sala.
Studiare la biografia di Muhammad è essenziale per comprendere l'Islam, la cui professione di fede si basa sul binomio indissolubile dell'unicità di Dio e della veridicità della missione del suo Inviato. Il punto di vista critico adottato nel volume, non usuale nella storiografia euro-americana, è quello di una analisi "dall'interno", che privilegi la comprensione che i musulmani hanno della loro storia sacra. Il libro si confronta innanzi tutto con le molteplici biografie del Profeta circolanti in Occidente, superando la vecchia orientalistica e aggiornando la nuova. Ambisce poi a delineare un profilo a tutto tondo del fondatore dell'Islam che tratteggi l'immagine di un uomo dalla personalità intrigante e sfaccettata: un mistico e un predicatore, certo, ma anche un uomo politico e un condottiero. L'autore accede direttamente alle fonti primarie in arabo, a partire dal Corano per arrivare alle sire (biografie) medievali e - novità non indifferente - contemporanee. Un capitolo finale è dedicato alla successione politica di Muhammad, un'epoca travagliata di lotte da cui emergeranno le due grandi ramificazioni dell'Islam, il sunnismo e lo sciismo.
I testi dell'Abbé Pierre più controversi, profetici, scomodi e censurati mai apparsi prima d'ora. "Icona del coraggio", "curato dei poveri", favorevole al sacerdozio delle donne, al riconoscimento delle coppie omosessuali e non contrario ai preti sposati, per più di mezzo secolo fu l'uomo simbolo del cattolicesimo progressista: una figura controversa, controcorrente, popolarissima. La voce del "prete della spazzatura" risuona in pagine di straordinaria attualità. Un testamento spirituale post mortem rimasto a lungo nascosto e ora finalmente disponibile. «Sono rimasto sconcertato di fronte a queste pagine. L'Abbé Pierre era assolutamente consapevole del destino dell'umanità ben prima della globalizzazione che sarebbe esplosa dopo il 1989. Aveva una coscienza planetaria, indispensabile oggi per resistere ai pericoli incombenti. Che la lettura di queste riflessioni sia un tonico per i lettori come è stato per me!» (Dalla prefazione di Edgar Morin)
Joy Snell era un’infermiera inglese che dedicò la sua vita alla cura dei malati terminali. Assistette perciò inevitabilmente a decine di morti e ogni volta vedeva l’anima lasciare il corpo del defunto. Grazie agli straordinari doni che possedeva, e che le si manifestarono fin da bambina, riusciva a vedere chiaramente anche gli spiriti celesti che venivano ad assistere l’anima nel momento del trapasso e ciò che le accadeva dopo la morte. Raccontò le sue esperienze e le sue visioni in un libro intitolato “Il ministero degli angeli”, qui riproposto e commentato dall’angelologo don Marcello Stanzione.
Note sull'autore
Marcello Stanzione, nato a Salerno il 20 marzo 1963, sacerdote, è parroco di Santa Maria La Nova nel comune di Campagna (SA). Nel 2002 ha rifondato l’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo (www.miliziadisanmichelearcangelo.org) per la retta diffusione della devozione cattolica ai Santi Angeli. Ha scritto oltre 200 libri di spiritualità per 30 diverse case editrici europee sia cattoliche che laiche tradotti in polacco, sloveno, portoghese, francese, spagnolo e inglese.
Storia di un mafioso convertito a Medjugorje. Una realtà incredibile, sconvolgente, tenebrosa, diabolica, ma affascinante perché diventa luminosa per l’eternità, con l’intercessione della Madonna, tanto da sembrare un miracolo!
Note sull'autore
Giuseppe Cionchi è nato nel 1929 a Stacciola di San Costanzo (PU). Ordinato sacerdote nel 1951, ha insegnato in seminario ed è stato direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, dell’Ufficio Scuola e del settimanale diocesano “La Voce Misena”. È laureato in teologia pastorale presso l’Università Lateranense e è diplomato in pedagogia catechistica presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Ha insegnato per oltre trent’anni in vari istituti d’istruzione superiore, all’Università di Urbino e in altre università. Ha trasmesso su Radio Maria per dieci anni e ha pubblicato diverse opere per la catechesi e per la scuola. Attualmente esercita il ministero liturgico presso la chiesa della Croce di Senigallia.
In un'epoca in cui le donne non avevano voce Maria Antonia di San Giuseppe, Mama Antula, decise di non obbedire alle regole familiari e sociali dell'Argentina coloniale, trasgredì gli ordini delle massime autorità per mantenere viva l'opera dei padri gesuiti, espulsi violentemente dai territori del Sud America. In questa esaustiva e coinvolgente biografia le autrici raccontano, con rigore storico, la vita di una donna laica e intrepida che camminò scalza per 4000 km iniziando il suo viaggio dal nord del paese. Maria Antonia la più ribelle delle sante, la prima e unica santa Argentina.
Cosa succede quando un sacerdote viene spostato dal suo paesello alla città, «a riposarsi» in una grande parrocchia, sentendosi disarmato di fronte alle sfide del mondo contemporaneo e all'insensibilità di alcuni suoi parrocchiani Carta e penna e inizia una corrispondenza con il suo «caro e buon Gesù» per esprimere i dubbi, ma anche per chiedere consiglio e comprendere dove si nasconde la Verità.
«Come mai è così difficile raccontare le cose belle? E ancor più quelle che profumano di buono? Da un po' di tempo, nella mia mente di giornalista, girava questo pensiero. Forse - rimuginavo - perché, da che mondo è mondo, il bene non fa notizia. Ho voluto raccontare le storie di dieci imprenditori che hanno fatto dell'azienda una famiglia, che sono stati capaci di fare del bene non solo ai propri dipendenti, ma anche a un territorio, talvolta anche in Paesi lontani. "Storie di carne", esempi di un'imprenditoria che fa profitti importanti, mai realizzati calpestando le persone ma, anzi, valorizzandole. Per entrare in ogni storia sono andata sul posto, ho visitato le sedi centrali, ho trascorso del tempo con i fondatori, gli imprenditori, gli amministratori delegati, i collaboratori e i dipendenti; mi sono fatta raccontare dalla viva voce dei protagonisti come sono nate queste realtà e le iniziative di solidarietà e sostenibilità che hanno realizzato in Italia e nel mondo. Mi riesce difficile chiamarle "aziende", perché per quanto grandi, alcune leader a livello mondiale, per me hanno acquisito un nome e un volto, che ha dietro altri volti: genitori, mogli rimaste apparentemente dietro le quinte ma determinanti, collaboratori preziosi nel momento del bisogno. Non sono aziende, sono vite impastate in un'avventura imprenditoriale che dal nulla ha preso il via grazie a un'intuizione, seguita da una passione, messa a frutto da un talento.» (Safiria Leccese)