In questo libro l'autore, partendo dalla sua personale esperienza in uno dei paesi più secolarizzati al mondo, la Svezia, lancia un appello affinché si prenda coscienza delle risorse apologetiche contenute del Nuovo Testamento. L'esempio di Gesù, Paolo e Pietro e il modo in cui hanno interagito con una vasta gamma di interlocutori confermano la convinzione che il vangelo può essere spiegato e difeso, anche oggi. I cristiani, infatti, hanno bisogno di assumersi, oggi più che mai, le proprie responsabilità nel campo dell'apologetica, per spiegare e difendere ciò che credono. Questa è la conclusione e il messaggio di Gustavsson: "è abbastanza chiaro che chiunque vuole comunicare la fede cristiana deve essere in grado di spiegarne il contenuto e di difenderne la verità".
Il libro offre un contributo sulla peculiare comunicazione che avviene nell'omelia, muovendosi da due prospettive: quella che scaturisce dall'esemplarità dei padri della Chiesa, e quella che nasce nell'alveo entro cui accade tale comunicazione: la celebrazione liturgica. Sfida e responsabilità, celebrazione e ministeriali: quattro termini che accompagnano il Lettore perché l'evento dell'omelia possa costituire quell'oggi della salvezza chiamato a riempire lo sguardo dell'anima di coloro che si accostano alla mensa della Parola, e possa far "ardere il cuore" come hanno sperimentato i due discepoli di Emmaus.
Sei adorazioni eucaristiche per la preghiera personale e comunitaria nel tempo di Quaresima e di Pasqua (Anno C). Una proposta di preghiera per contemplare la misericordia di Dio e vivere la gioia della riconciliazione con il Vangelo di Luca. 1. Il fico sterile (Lc 13,1-9) 2. Il padre misericordioso e il figlio minore (Lc 15,11-24) 3. Il padre misericordioso e il figlio maggiore (Lc 15,25-32) 4. Il "buon" ladrone (Lc 23,35-47) 5. Le donne della risurrezione (Lc 24,1-12) 6. Gesù risorto appare agli Undici (Lc 24,36-53).
Il volume raccoglie gli atti del VI seminario specialistico di teologia sacramentaria promosso dall'Istituto Teologico Marchigiano e svoltosi a Fabriano dal 31 agosto al 2 settembre 2016. L'idea di fondo era quella di riflettere sulla concezione della vocazione nella storia della Chiesa e nel tempo attuale, da cui il sintomatico e in parte provocatorio titolo: «Chiamati da chi? Chiamati a che cosa? Teologia della vocazione al ministero ordinato». Il tema della vocazione è stato negli ultimi decenni al centro dell'attenzione ecclesiale, quasi sempre però a causa della "crisi" del numero di ministri. La risposta che la comunità cristiana ha dato a questo fenomeno è duplice: quella dell'invito alla generosità, rivolto ai giovani, e quello della preghiera, rivolta a Dio, perché «mandi operai nella sua messe», secondo il dettato evangelico. La domanda da cui parte il seminario specialistico è questa: come accade di essere chiamati all'episcopato, presbiterato o diaconato? E ancora: come la Chiesa,,nei secoli, ha affrontato il tema della vocazione all'ordine sacro? E adeguato ridurre il problema semplicemente alla generosità e alla preghiera?
Il male è comune, capillare, "umile", si insinua dappertutto, cambia aspetto nelle sue continue metamorfosi. Vuole essere allettante, sapendo di correre il rischio della illiceità. Questa triste verità devono aver trovato i prigionieri, in prossimità dei cancelli dei campi di concentramento, come ad Auschwitz, dopo lunghi viaggi sui vagoni piombati che li avrebbe accompagnati alla morte. Ma lo si nota pure negli ultimi giorni della guerra mondiale, quando i nazisti, sapendo dell'arrivo dei liberatori, si affrettarono a cancellare i segni della violenza dei lager, facendo saltare in aria le camere a gas e i forni crematori. Non si dovevano lasciare le tracce troppo compromettenti dei crimini commessi, L'operazione di rimozione era stata meditata da tempo. Il male tocca l'abisso poiché può contare su una buona dose di ignoranza e di prepotenza. Tutto ciò è voluto perfidamente. Il male è questo continuo, e seducente, allontanarsi dall'umano, che deve essere - e può essere - combattuto dal rispetto per l'altro, dalla riduzione del proprio egoismo a vantaggio dell'espansione amichevole e fraterna fra gli esseri umani.
Il volume propone in ogni pagina un'attività diversa per approfondire sempre più il mistero del perdono del Padre nella Chiesa di Gesù. La comprensione del percorso avverrà leggendo brani del vangelo, costruendo, disegnando, colorando, scrivendo qualcosa di sé, fino a trovare parole significative per pregare, per aprire il proprio cuore e accogliere la misericordia di Dio. Il volume contiene degli stickers da incollare. Età di lettura: da 7 anni.
Come in ogni giallo che si rispetti, alla domanda: "Chi è il colpevole?- ci si attende una risposta che venga alla luce alla fine del percorso, dell'indagine, della ricerca. Così deve essere anche per questo libro, che conclude una trilogia biblica ricchissima di spunti, profonda, attuale. Paradossalmente, però, qui l'autore non ci consegna un colpevole, spalancandoci invece un orizzonte nuovo con cui leggere la responsabilità di Dio e quella di noi, donne e uomini, credenti o meno, nella storia del mondo. Poiché la nostra vita, se non vuole perdersi nei meandri della disperazione, ha bisogno di prendere sul serio il "caso- della resurrezione di Cristo come possibilità di un nuovo sguardo sull'esistenza e il "caso- della nostra vita fraterna come occasione per realizzare un futuro in cui non è la morte ad avere l'ultima parola. Ci uniamo all'auspicio espresso dal prefatore, fratel MichaelDavide, quando scrive: «L'augurio al lettore è di poter terminare la lettura avvertendo profondamente un senso di leggerezza interiore e il sottile profumo delle cose buone, che ci fanno bene fino a renderci capaci di compiere il bene».
Natale è uno dei giorni più... belli dell'anno, risveglia lo stupore del bambino che è in noi. Ma è, anche, uno dei giorni più faticosi e terribili per coloro che vivono il clima natalizio nella solitudine e con le immagini patinate della pubblicità. L'autore invita il lettore a ritrovare il Natale autentico, nel quale Dio viene, si rende accessibile per chi è stanco e spento, per chi è dolente e piegato. Ripercorrendo le tappe della vita di Gesù secondo la narrazione dei Vangeli, le pagine del testo propongono di riflettere sulle ragioni della folle scelta di un Dio che viene a raccontarsi diventando uno di noi. Perché Dio ha deciso di farsi incontrare, di camminare con noi. "Voglio capire cosa è venuto a fare Dio nella Storia. Nella mia vita. Nella mia inutile vita. Voglio riscoprire tutta la stupenda pazzia di un Dio che diventa uomo. Per imparare ad essere uomo fino in fondo. Voglio riscoprire la leggerezza di Dio".
Nell'ottocentesimo anniversario del Presepe di Greccio, fra Orazio Renzetti ripercorre la notissima vicenda del Poverello in quel di Greccio per risvegliare nel cuore del lettore un episodio che può essere ispiratore per una maggiore attenzione al mistero dell'incarnazione e della redenzione. L'autore, frate dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, attualmente risiede nel convento cappuccino di Leonessa, in provincia di Rieti, dove oltre che parroco di due piccole parrocchie, è rettore del santuario di San Giuseppe da Leonessa. È inoltre vicario episcopale per la vita religiosa e co-assistente dell'UNITALSI.
Nell'analisi della parabola esistenziale del Cristo, Andreoli restituisce al lettore la personalità complessa di un uomo coerente con il suo messaggio di mansuetudine e di pace fino al patibolo. Per lo psichiatra, da sempre attento alla vita interiore delle persone, Gesù è modello universale di un'umanità umile e alta a cui la società del terzo millennio - credente, non credente, atea, agnostica - dovrebbe tornare a ispirarsi.
Questo romanzo di Christian Bobin, dalla trama alla forma, è una fantasmagoria, un miracolo letterario. Pagine oniriche che, fingendo di raccontare la quotidianità banale di una giovane colf di nome Ariane, parlano di innocenza, astuzia, gelosia, tristezza, orgoglio, amore folle, domani senza speranza e illuminazioni senza ritorno. Come indica il titolo del romanzo, tutti sono occupati a cercare di appendere ghirlande all'infinita sarabanda di giorni cupi, al tocco di bacchetta magica di Bobin, l'incantatore, maestro dell'illusione, prodigio della metafora e re di un meraviglioso genere romanzesco. (Jean-Rémi Barland)
Qual è il contributo che le religioni possono offrirci in termini di umanità? L'arcivescovo Anastasios offre alcune riflessioni che, in linea con la tradizione della chiesa, cercano di discernere l'azione segreta di Cristo e dello Spirito negli elementi positivi di tutte le ricerche umane. Il bisogno dell'uomo di comunicare, di avere "relazioni" è sempre stato vitale. L'essere umano deve però ricercare una convivenza armonica, che non abolisca la peculiarità culturale dei popoli appiattendo ogni differenza, ma che sappia valorizzare in modo creativo i diversi carismi delle persone e dei popoli. Le ingiustizie, la corruzione e la povertà non hanno mai cessato di distruggere la convivenza umana e su questi problemi le grandi confessioni religiose, che hanno influenzato la cultura dei diversi popoli, hanno contribuito a donare principi e a suggerire strade da percorrere.