Tra i luoghi che scopriremo con Andrea Carandini: Le case del re dei sacrifici e di Tarquinio Prisco; Grandissime corti porticate; Banchine sul Tevere; Il maggiore tempio di Roma e dell'Impero; Saloni da pranzo della domus Aurea; Il Pantheon di Augusto ricostruito da Adriano; Giardini in forma di teatro e d'ippodromo; Suites di sale; Due tempia del divo Augusto, a due angoli del Palatino; Dove dormivano le vestali; Il luogo della Velia; La tomba di un fornaio; Dove la plebe riceveva il grano; La nave di Enea e il suo ricovero.
Il panorama completo e aggiornato dei siti archeologici e delle raccolte museali d’Italia, in una trattazione organica e sistematica. Sulla base di fonti storiche autorevoli e degli esiti più aggiornati della ricerca, queste guide, articolate per aree geografiche e itinerari, raccontano le antiche civiltà che hanno abitato il nostro territorio e vi hanno lasciato traccia nell’intero arco della loro esistenza.
Michele Piccirillo (1944-2008) è stato uno studioso di fama internazionale, archeologo insigne, ricercatore indefesso, esperto di mosaici e di geografia biblica, protagonista in Terra Santa della scoperta e del recupero di molti siti archeologici. Figura carismatica capace di calamitare le attenzioni e l'affetto di molti, è riuscito a mettere in campo innumerevoli progetti scientifici nella convinzione che prima c'è sempre la Provvidenza e poi la Scienza; «e quando Provvidenza e Scienza si incontrano, come è accaduto nella sua vita, c'è la possibilità di passare alla storia», come ebbe a dire il suo amico e biografo Franco Scaglia, che ne fece addirittura il protagonista di una serie di fortunati romanzi, tra cui Il custode dell'acqua (premio Campiello 2002). A 10 anni dalla scomparsa del frate archeologo, esce questa biografia fresca e originale, intessuta con citazioni di chi con padre Michele è vissuto o lo ha conosciuto personalmente, scelte e contestualizzate nel cammino di vita del celebre francescano. Con un'intuizione felicissima, l'Autore procede come nella composizione di un mosaico, fatto «di quindici tessere, una per ciascun capitolo, ognuna di diversa misura e colorazione». Dunque non una semplice biografia di padre Michele, ma un mosaico dal quale però emerge un suo profilo robusto, netto e colorato come gli splendidi capolavori che egli ha scoperto e studiato in vita. La vita straordinaria di «un semplice frate di Terra Santa».
Statue adorate e possedute; ruderi insanguinati e bombardati; vestigia depurate da storie ingombranti e vergognose; rovine tradite e monumenti menzogneri; luoghi contesi, ma anche templi regalati e copiati; casi esemplari e modelli di virtù.
Pietre dello scandalo e della passione: le rovine antiche paiono astronavi atterrate in mezzo a noi. Sono frammenti di frammenti spesso misteriosi che neppure la descrizione più minuziosa e il faro più luminoso riescono a decifrare. Un tempo erano costruzioni che ospitavano la vita, oppure erano monumenti speciali, e oggetti di uso quotidiano. Hanno subito guerre e distruzioni, rese di conti e vendette, condanne e riabilitazioni; sono stati coperti dal disonore, benedetti dalla fortuna e toccati dalla gloria… Emanuele Papi, direttore della prestigiosa Scuola Archeologica Italiana di Atene, ci guida in un viaggio appassionante attraverso undici storie archeologiche ai quattro angoli del Mediterraneo – dalla Libia all’Italia, dalla Siria alla Grecia.
In principio furono le emozioni: arcaiche, calde, capaci di condensare in un dettaglio un intero mondo. In un secondo tempo, ecco la ragione: la fredda e composta luce che giudica e distingue, allontana, organizza. Le une non possono vivere senza l'altra e viceversa, e il loro fecondo scontrarsi e avvicendarsi infonde vita alle cose del mondo. «Dal buio viene la visione; dal silenzio il suono; dal non pensabile e dicibile il pensato, il detto e lo scritto; dal male il bene; dalla morte la vita.» Così l'antinomia, intesa come la compresenza di due entità o affermazioni contraddittorie, si configura come la scaturigine della spiritualità e della libertà. Superando la logica aristotelica, per secoli pilastro del pensiero occidentale, non solo impareremo ad accettare il dissidio fra il magma ribollente originario e la luce raziocinante del pensiero, ma anzi sapremo amarlo e ben temperarlo: l'unico modo per raggiungere la "vita buona" tanto anelata dai filosofi.
Mai come in quest'ultimo ventennio l'archeologia storica ha subito evoluzioni e cambiamenti strutturali tanto profondi. Nel corso dell'Ottocento e del Novecento si è andata consolidando, soprattutto nell'Europa centro-settentrionale, una simmetrica tradizionale che ha allargato al Medioevo il raggio di interesse. Il volume, che non si presenta come manuale ma con una sua organica e ordinata articolazione, vuole dare un'immagine della complessità delle tematiche dell'archeologia contemporanea, organizzato per voci e aggiornato che tiene conto dell'evoluzione e dei profondi cambiamenti strutturali che l'archeologia storica ha conosciuto negli ultimi decenni.
Nella bassa Mesopotamia del IV millennio a.C. si compie il salto dalla 'barbarie' neolitica alla civiltà storica, ossia alla complessità organizzativa dello Stato, della vita urbana, dell'amministrazione e della scrittura. A quali esigenze rispondeva la nuova organizzazione politica ed economica? Chi furono gli autori (coscienti o meno) dei mutamenti in corso? Perché il processo fu cosi precoce nella bassa Mesopotamia? Quale fu il peso dei fattori ecologici, tecnologici, demografici, socioeconomici, politici e ideologici? Quale fu il 'successo' dell'esperimento di Uruk e quali modificazioni subì nel tempo?
L'archeologo somiglia al saggio investigatore, che si avvale di un metodo universale e di tanti specifici sussidi. Ma somiglia anche a un direttore d'orchestra, a cui non sfuggono suoni imperfetti di archi, arpe, legni, ottoni e percussioni; o piuttosto a un regista, al quale non sfugge il dettaglio errato di un vestito o l'incongruità di un arredo. Perciò l'archeologia deve trattare tutti gli oggetti e tutte le relazioni fra di essi, includendo tutti i saperi utili. Altrimenti si resta abbracciati al frammento o poco più, come un naufrago al suo pezzo di legno. Perché il titolo La forza del contesto? Perché la vita che sempre si muove e si rinnova ha bisogno di una inclinazione che componga e diriga gli sforzi, i desideri, le speranze. Questa forza può stare non in una cosa singola, ma nell'insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruità, significato e valore. Ecco perché quando l'archeologo scava, assorbito nelle caratteristiche dell'oggetto, non deve mai dimenticare le persone vive che lo hanno fatto, anche se il loro nome non è inciso sul manufatto, né deve dimenticare se stesso e la società che lo circonda.
Non solo Pompei, Ercolano o Stabia, investite dalla furia del Vesuvio nel 79 dopo Cristo: l'Italia, terra di vulcani e terremoti, guerre e dominazioni, è disseminata di antichi insediamenti urbani travolti dai secoli. Città un tempo ricche e popolose, uscite poi di scena in modi traumatici o spentesi lentamente, sopraffatte dalla natura o spianate dalle armi, incorse in un declino inesorabile. Lungo le coste o in mezzo ai monti, da Minturnae a Norba, da Tharros a Mozia, il viaggio ci condurrà alla scoperta di città intere, con le loro strade, case, terme, mura, luoghi di culto e di commercio, anfiteatri, per ritrovare le tracce di una storia millenaria che ci ha plasmato per quello che siamo.
Dopo aver conquistato nel maggio del 2015 la città siriana di Palmira, conosciuta come la "Venezia di sabbia" per le sue straordinarie bellezze artistiche, i miliziani dell'ISIS intraprendono una imponente campagna di distruzione di una delle più preziose aree archeologiche del mondo. La notizie fa immediatamente scalpore, e la barbarie raggiunge il culmine con la decapitazione di Khaled al-Asaad, il responsabile del sito che ha eroicamente tentato di difendere quell'inestimabile patrimonio. Quasi un anno dopo, la città viene finalmente liberata da quella furia devastatrice, ma resta ancora esposta alle devastazioni di una feroce guerra tra fazioni. Ma perché l'arte è il nemico dei nuovi terroristi? E perché proprio Palmira? Nel suo racconto, Paul Veyne ripercorre la storia di questo nodo urbano dove si sono succeduti popoli e civiltà e che fu teatro della illuminata corte della mitica regina Zenobia, firmando un commovente manifesto di rivendicazione dei valori della convivenza e del multiculturalismo.
I primi tentativi di far decollare l'archeologia medievale in Italia, nell'arco di tempo che va dalla nascita della nazione al secondo dopoguerra, sono tentativi falliti. Si è definita l'archeologia medievale "uno specialismo mancato". Come mai? Perché mentre nel resto dell'Europa inizia ad affermarsi un'archeologia dedicata al Medioevo, da noi questo non succede? La risposta è piuttosto semplice: mentre nelle altre nazioni fare archeologia medievale significa indagare le proprie origini, da noi il Medioevo è stato a lungo percepito soprattutto come un periodo oscuro, negativo, durante il quale l'Italia venne assoggettata e invasa da vari popoli stranieri. Solo a partire dagli anni Settanta l'archeologia medievale è definitivamente decollata e recentemente, tra scavi e progetti, ha fatto passi da gigante. Città, castelli, torri, chiese, monasteri, manufatti, sepolture e molto altro ancora: "Archeologia dell'Italia medievale" è un manuale, ma anche un saggio rigorosamente documentato e aggiornato, con un ampio apparato di illustrazioni, per dar conto dello stato dell'arte e delle prospettive future di questa disciplina.
Sotto il suolo bimillenario di Roma, esiste una città ancora più antica di quella che sì può ammirare restando in superficie: un mondo misterioso e sommerso dove l'archeologia si intreccia con la storia e dove vestigia sepolte dall'incedere del tempo svelano un patrimonio di tesori preziosi ma molto spesso assolutamente ignorati. Con competenza e passione, Leonella De Santis invita il lettore a scendere sotto la Roma conosciuta da tutti per scoprire i segreti delle catacombe cristiane ed ebraiche, ammirare i miracoli degli antichi acquedotti, visitare i vetusti luoghi di sepoltura, ritrovare fossili appartenenti ad altre ere geologiche, esplorare i cunicoli delle vecchie carceri e godere dell'arte conservata nelle numerose basiliche sotterranee della capitale. Dalla tomba di Paolo sulla via Ostiense fino al rifugio antiaereo dell'EUR, il libro della De Santis svela i segreti di un territorio dove il presente e il passato si compenetrano fino a diventare una cosa sola, gettando una nuova luce sul fascino immenso della città eterna.