Nato all'indomani della caduta del potere temporale e morto alla vigilia del Concilio Vaticano II, Luigi Sturzo è stato uno dei massimi protagonisti del cattolicesimo europeo del nostro secolo, così come della storia italiana. Questo libro ne ripresenta sinteticamente la vita e l'opera, muovendo dalla considerazione della loro vivissima attualità e dalla consapevolezza che Sturzo è ancora oggi tanto citato quanto poco davvero conosciuto.
Nel volume gli autori spiegano le ragioni, essenzialmente legate allo sviluppo dello Stato sociale, che sono all'origine della crescita del potere giudiziario nelle democrazie contemporanee. Mettono poi a confronto la situazione dell'Italia con quella di altri paesi, sia di "common law" (come USA e Gran Bretagna) sia di "civil law" (come Francia e Germania), individuando tendenze comuni e specificità nazionali. Formulano infine alcune proposte per l'Italia, tese a ripristinare una situazione più equilibrata, che riguardano il reclutamento e la formazione dei magistrati, il rapporto tra magistratura inquirente (i pubblici ministeri) e magistratura giudicante (i giudici veri e propri) la composizione e il funzionamento del CSM.
In una serie di saggi, uno dei maestri del pensiero politico contemporaneo si interroga sulle radici profonde delle sue sconfitte di fronte ai problemi della modernità. Una sconfitta che può essere indagata e forse parzialmente rimediata proprio risalendo alle potenzialità ancora nascoste nelle ombre del passato, tra Atene, Gerusalemme e l'Islam. La chiave del problema Occidente, scrive Strauss, è ancora custodita nello scrigno d'Oriente.
Bobbio si sofferma sulla vecchiaia che è diventata un grande e irrisolto problema sociale, non solo perché è aumentato il numero dei vecchi, ma anche perché è aumentato il numero degli anni che si vivono da vecchi. "Chi vive in mezzo ai vecchi, dice, sa per quanti di loro la tarda età è diventata, anche grazie ai progressi della medicina, che spesso non tanto ti fa vivere quanti ti impedisce di morire, puramente una lunga e sospirata attesa della morte".
Se la pratica e la teoria del socialismo sono oggi messi in crisi dai fallimenti tragici, le sue idee, i partiti che ne furono espressione,i suoi riflessi sociali e morali hanno fatto parte della realtà dell'Italia e dell'Europa in modo non marginale per più di un secolo. Zangheri ha voluto studiare il socialismo oltre ogni restrizione di partito o dottrina, ricostruendo una storia in cui hanno ugualmente posto libertari e autoritari, massimalisti e riformisti, socialisti liberali e comunisti.
Dalle pagine di grande tensione morale sulla Grande Guerra al fascismo, dall'apparente dissoluzione dell'eredità della Resistenza alle battaglie politiche del dopoguerra, Foa non si limita a testimoniare una stagione passata. Ogni grande svolta del secolo viene analizzata e ricondotta a una umana possibilità di scelta, che in definitiva è la riaffermazione del senso alto e vero della politica dietro la scomparsa o il fallimento di tante singole politiche.
Al centro della sua riflessione l'autore mette un problema di cultura politica: l'evoluzione del vecchio partito è stata rapida, ma le linee di fondo di una ricerca non sono state ancora chiarite a sufficienza. In una parola: l'identità della sinistra non è diventata più nitida. Il cuore della sinistra resta quell'insieme di partiti e di movimenti che fanno capo storicamente all'eredità della tradizione comunista italiana. Al tempo stesso questa eredità si confronta e si intreccia con le esigenze e le prospettive di una più complessiva "rivoluzione democratica italiana". Di quale natura saranno i processi politici destinati a governare l'Italia oltre la fine del millennio lo decideranno vicende e destino di comprimari di diversa origine.
Il Leviatano rimane l'opera politica di più vasto respiro che Hobbes abbia scritto, e con la quale è semplicemente doveroso misurarsi. Come scrive Arrigo Pacchi nell'Introduzione «[...] un libro 'maledetto', peraltro fatto oggetto di una critica scandalizzata e acrimoniosa, che lo incalza per tutta la seconda metà del Seicento, senza placarsi neppure con l'avvento del nuovo secolo». La traduzione segue il testo dell'edizione di C. B. Macpherson. Harmondsworth 1968 (che riproduce la prima edizione, la "Head edition", del 1651) puntualmente riscontrato con la versione latina (ed. Molesworth).