Il sacro speco di Subbiaco conserva, in una piccola cappella dedicata a san Gregorio, quella che tradizioni diverse considerano la prima immagine di frate Francesco, un «ritratto dal vero» unico nella storia dell'arte italiana. Il volume propone un lungo percorso tra la storia delle tradizioni sublacensi e l'integrazione tra testi e immagini, per dipanare i legami tra i protomonasteri e il papato, tra legende più forti dell'evidenza, e per comprendere le ragioni per cui l'effige originale di Francesco fu realizzata proprio a Subbiaco.
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Un libro che nasce dal Santuario della Madonna del Divino Amore, situato nei pressi di Gualdo Tadino.
Il testo e' una biografia su Santa Caterina da Siena.
Quest'opera di Danielou è quanto mai attuale, considerando la crisi sempre piu' grave in cui versa la Chiesa di oggi, proprio a causa dell'incapacità' dei cristiani di conciliare la propria fede con la modernità. In quattro intensi capitoli, l'autore cerca di sciogliere i nodi che caratterizzano il rapporto tra modernità ed adesione sincera alla fede cristiana, proponendo soluzioni che evitano al credente di essere rilegato ai margini del mondo moderno, e mostrando anzi una sua integrazione in esso al fine di raccogliere le sfide mantenendo integra la propria identità ed esercitando la propria funzione di lievito. Questa sfida secondo Danielou può essere vinta solo grazie ad un coraggioso ritorno alla tradizione cattolica, evitando di rincorrere la nuova era
Nel gennaio 2002, per la ricorrenza del centenario della nascita di san Josemaría Escriva de Balaguer, ebbe luogo un congresso internazionale dal titolo "La grandezza della vita quotidiana". La pubblicazione degli atti, in 14 volumi, dà un'idea della ricchezza delle riflessioni, sviluppate in nove relazioni, più di cento comunicazioni e in ben 18 workshop. Con diverse prospettive e metodologie, il materiale permette di cogliere la forza della luce fondazionale ricevuta da san Josemaría.
Il volume, il quinto tratto dal congresso per il centenario della nascita di San Josemaria "La grandezza della vita quotidiana", presenta una serie di saggi che riguardano il tema della centralità della filiazione divina nella vita e negli scritti del fondatore dell'Opus Dei. San Josemaria diceva spesso che il cristiano, il battezzato, è figlio di Dio. Si trattava pero di qualcosa di più di una mera affermazione tratta dal patrimonio comune spirituale e teologico cristiano. La coscienza che Escrivà aveva della filiazione divina dei cristiani era viva e fondamentale.
Ci troviamo di fronte ad un libro - afferma l'autore - dal titolo generico: Introduzione alla filosofia. Esso appartiene, dunque, ad un genere letterario coltivato con una certa insistenza da poco più di un secolo; però si distingue non poco per contenuto e per struttura dalle opere pubblicate che hanno lo stesso titolo. La ragione di questa differenza non proviene da un mero desiderio di originalità o di miglioramento, bensì da una diversa idea della filosofia e, ancor più, dal senso stesso che ha il parlare di un'introduzione ad essa. La filosofia nacque in un periodo di radicale incertezza, quando i greci persero fiducia nel mito e nella tradizione, sostituendoli con la ragione. Anche la nostra è un'epoca di incertezza radicale e dato che l'introduzione alla filosofia è "la scoperta e costituzione, nella nostra circostanza concreta, dell'ambito del filosofare - anch'esso concreto - che essa richiede", deve per forza iniziare dallo "schema della nostra situazione" - come si intitola uno dei capitoli più suggestivi del libro - che si caratterizza dalla necessità di essere in cerca di una verità radicale. In altri libri di questo genere ci troviamo di fronte ai problemi della filosofia già costituiti, senza però che ci venga detto perché sono sorti e perché si sentì la necessità di meditare su di essi, come se la filosofia e i filosofi fossero frutto di un capriccio...
"Poetica e Cristianesimo" è un forum internazionale di studio della confluenza fra cultura artistica ed espressioni della fede. Esso prende la forma di un Seminario Permanente scandito da Convegni biennali internazionali. Questo voume contine raccoglie le relazioni e le comunicazioni di coloro che hanno partecipato al primo Simposio, il cui senso emerge dalle parole del prof. Juan José García-Noblejas: "È un dato di fatto che la fede aiuta a capire meglio le diverse arte poetiche, cioè la letteratura, il cinema, la narrativa, la poesia... giacché l'idea cristiana di libertà e il conseguente dominio delle proprie azioni sono essenziali nello sviluppo dell'arte e della letteratura".
“Ritratto a penna di sorella Chiara” è un ritratto letterario: non una storia, bensì il ritratto di un volto in cui la vita e le virtù diventano fattezze. Si tratta di un libro che si legge tutto d’un fiato, è un libro che rapisce il lettore perchè affascina andare alla scoperta delle meraviglie che il Signore ha posto in una donna così umile e semplice. Meraviglie che il Signore aveva ben nascosto perchè nel nascondimento Egli pone le sue anime elette. L’autore magistralmente svela Chiara e Francesco come due pennellate d’un medesimo quadro e ci lascia gustare, goccia a goccia, l’essenza di questa grande Santa. “Il mondo cerca la sua ‘acqua’ per rifiorire. Sente che Chiara è una risposta alle sue tormentate domande. L’anima moderna ha bisogno di forza morale, come l’Ulisse omerico, per riuscire a tapparsi gli orecchi alle sollecitazioni delle odierne sirene. Chiara è questa forza: un’autentica guerriera dello spirito che sfida gli invasori del suo progetto d’eternità: quelli che tentano di imbavagliare il suo anelito mistico e di paralizzare il suo intimo volo. “ Padre Bruno Giannini
Questo manuale di pietà vuole essere un sussidio ai devoti di santa Rosalia, un aiuto per intensificare i rapporti personali con Dio.
Secondo alcuni studi di agiografi locali, Rosalia, figlia del duca Sinibaldo di Quisquina delle Rose, nipote per parte di madre di re Ruggero d’Altavilla, crebbe nel XII secolo alla corte dello zio, a Palermo. Era molto bella e suscitava interessi terreni, fra i tanti quello del principe Baldovino, all’epoca ospite di riguardo alla corte di Ruggero. La leggenda narra che, durante una battuta di caccia grossa, sul monte Pellegrino, la montagna sopra Palermo, un leone stava per uccidere re Ruggero; Baldovino, coraggiosamente, lo salvò uccidendo il leone. Re Ruggero chiese a Baldovino di indicare egli stesso un premio per la sua eroica azione, e quest’ultimo chiese la mano di Rosalia, che, in seguito alla proposta di matrimonio, fuggirà gettando nello sconforto la madre, lo zio e l’intera guarnigione di stanza a Palazzo Reale (o dei Normanni).
Vissuta per poco tempo alla corte di Ruggero II, in seguito alla morte del re, chiese ed ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. Successivamente, si trasferì in una grotta sul monte Pellegrino, dove visse “a vita di contemplazione” fino alla morte.
Il suo culto si collega ad un evento particolare accaduto a Palermo in occasione di un’epidemia di peste. Il 7 maggio del 1624, infatti, attraccò nel porto della città un vascello proveniente da Tunisi, che in precedenza era approdato a Trapani e lì era stato sequestrato perché l’equipaggio era stato sospettato di essere stato contagiato dal morbo. Ben presto era stato dato l’allarme ma il viceré, mal consigliato, si lasciò convincere e fece scaricare dal vascello il carico, mentre il comandante, Maometto Cavalà, insieme con il guardiano del porto, si recò a Palazzo Reale per portare i doni a Sua Altezza Serenissima: cammelli, leoni, gioielli e pelli conciate, inviate dal re di Tunisi. “E si vedeva per tutta la città per tutto il mese di maggio e quasi il 15 giugno morire un gran numero di persone”. Palermo si trasformò in un lazzaretto sotto il cielo. Il resto è leggenda, mito e prodigio.
Nonostante le infinite preghiere della cittadinanza e le processioni, le quattro co-patrone della città - Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant’Oliva e Sant’Agata - non erano riuscite a fermare la peste. Il miracolo, invece, fu attribuito alle reliquie di Santa Rosalia, le quali, portate in processione, impedirono l’ulteriore diffondersi dell’epidemia.
Raccolta di riflessioni che accompagnano il cammino formativo e missionario della persona sofferente, affinche sappia riconoscersi e proporsi come soggetto attivo e responsabile.