"Senza preghiera non ci sarà sinodo". Queste parole di papa Francesco ricordano che ogni momento sinodale della Chiesa è innanzitutto un evento dello Spirito santo, un evento di preghiera e di grazia, in cui la Chiesa, oltre a essere parte attiva, riconosce e confessa la propria umana debolezza e invoca l'aiuto di Dio. È ciò che mettono in luce, ciascuna con tratti specifici, due preghiere della tradizione cristiana: l'"Adsumus", con la quale si apre ogni assise sinodale, e la "Nulla est, Domine", utilizzata in chiusura di sinodi e concili. Questo libro si presenta come un dittico scritto a quattro mani. La prima tavola, scritta da Luciano Manicardi, monaco di Bose e biblista, offre una rilettura meditativa delle due preghiere, attenta alle fonti bibliche, alle assonanze patristiche e alle dinamiche antropologiche e spirituali in gioco nelle assemblee ecclesiali: queste preghiere possono così diventare strumento utile per vivere con più consapevolezza ogni assemblea comunitaria e sinodale. Nella seconda tavola, il teologo Andrea Grillo articola una riflessione teologica di ampio respiro che alla luce del Vaticano II ridice l'identità ecclesiale in modo fedele alla tradizione e al contempo creativo: spinge così a ripensare le forme della ministerialità e a formare tutti alla responsabilità ecclesiale. Un libro ricco e denso che aiuta il lettore a scoprire l'affascinante sfida e la promessa di novità che ogni sinodo rappresenta per la Chiesa. Uno strumento rivolto a presbiteri, educatori e laici che guidano gruppi e animano assemblee in parrocchie, associazioni e commissioni che si riuniscono per "camminare insieme".
All’inizio degli anni Sessanta don Tonino Bello fu a Bologna dove studiò teologia nel seminario dell’Onarmo. Successivamente fu a Roma, dove accompagnò il suo vescovo alle sedute del concilio Vaticano II. Nello stesso tempo si iscrisse all’Università Lateranense dove conseguì la laurea in teologia nel 1965, l’anno della conclusione del Vaticano II.
I Congressi eucaristici e il loro significato teologico e pastorale è appunto la tesi di laurea di don Tonino Bello. Scritta durante il concilio, la tesi nasce dalla teologia preconciliare ma respira già la nuova impostazione. In questo senso essa è un documento significativo che rende conto della maturazione di don Tonino Bello e insieme di un cambiamento epocale.
All’interno della produzione letteraria di don Tonino la tesi di laurea acquista un significato tutto particolare. Nel clima del Congresso eucaristico nazionale essa invita a ripartire dai recinti del mistero per recare al mondo il segno vivo dell’amore di Cristo.
Destinatari
Sacerdoti, religiosi.
L’autore Antonio Bello, conosciuto come don Tonino, fu ordinato sacerdote nel 1957. Impegnato a favore degli ultimi, nel 1985 fu incaricato di guidar Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. È in corso il processo di beatificazione. Presso le Edizioni San Paolo sono state pubblicate numerose sue opere, tra cui ricordiamo: Maria, donna dei nostri giorni (200114), Alla finestra la speranza (200214), Cirenei della gioia (20004), Vegliare nella notte (1995), Il Vangelo del coraggio (1996), Le mie notti insonni (20023), La speranza a caro prezzo (19992), Non c’è fedeltà senza rischio (2000), Benedette inquietudini (2001), Servi inutili a tempo pieno (2002) e Il Rosario. Preghiere e riflessioni di Don Tonino Bello (2008).
Il volume contiene saggi di Esegesi e di Teologia biblica su Antico e Nuovo Testamento che colleghi e amici offrono a Ermenegildo Manicardi in occasione del suo 75° compleanno.
Ancora oggi le "Osservazioni sulla morale cattolica" sono un libro rimosso, l'opera più segreta di Alessandro Manzoni. Scritte per anni, tra il 1819 e il 1855, a commento del pensiero del ginevrino Simonde de Sismondi, che imputava alla Chiesa cattolica la corruzione morale e politica italiana, tracciano con forza l'originalità di una morale potente, contraria ai luoghi comuni e al moralismo razionalistico del pensiero laico. L'ampio commento di Arnaldo Colasanti restituisce alle Osservazioni lo status di novità filosofica assoluta per il dibattito europeo dell'Ottocento. Le domande vere di Manzoni sono le stesse che emergono negli anni del Risorgimento: che Italia vogliamo? Quali sono i diritti e i doveri di una comunità che, per la prima volta, si ritrova unita in una nazione? Infine, può il cattolicesimo risultare un'energia trainante, oltre la consueta, stucchevole querelle che l'accusa d'essere una forza moderata, anzi anti-progressista?
Recuperare la vista o, più spesso, iniziare a vedere sono temi ricorrenti nei testi evangelici. Sul loro valore spirituale non lascia dubbi il Vangelo di Giovanni, secondo cui Cristo «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», e che specifica: «La luce vera, quella che illumina ogni uomo». Serrare gli occhi, essere ciechi, significa restare nelle tenebre, in un buio privo di senso, di direzione e di verità. Aprirli, al contrario, è mettersi in cammino, una scelta che comporta fatica ma aiuta a vedere le cose sotto un aspetto nuovo. In questo libro Natale Benazzi, seguendo passo dopo passo un episodio del quarto Vangelo, invita a rimettere in discussione la nostra "cecità spirituale", perché l'unico cieco davvero insanabile è colui che sceglie di non vedere.
Don Armando Sansone propone un commento alla liturgia domenicale con un approccio di grande freschezza, che mette al centro i due aspetti che non dovrebbero mai mancare nella lettura dei Vangeli: da un lato la Parola, con il suo primato assoluto e indispensabile; dall'altro noi, creature umane tanto diverse l'una dall'altra ma tutte accomunate dal bisogno di salvezza, cioè di guarigione e di liberazione, di pienezza di senso e di vitalità. La lettura biblico-patristica dei Vangeli festivi rende l'offerta veramente appetibile e ancor più originale. Una vera e propria miniera di spunti di riflessione, letture e commenti di varie epoche della tradizione cristiana; una miriade di schegge della Parola così come essa è stata accolta in differenti culture e contesti. Un libro di una profonda e ricca spiritualità, fondata su visioni teologiche legate alle varie epoche della grande tradizione cristiana, che può suscitare ancora oggi scelte di vita credibili e coraggiose.
È proprio vero che il denaro è lo sterco del diavolo? Gesù è imprenditore e manager. I suoi insegnamenti sulla capacità della gestione economica e finanziaria sono ancora oggi validi per imprenditori, manager e per ognuno che nella propria vita quotidiana gestisce il denaro quale fonte di sostentamento. Le persone paiono poste di fronte a un'alternativa: o Gesù Cristo o il denaro. Nei Vangeli anche il lettore più preparato legge che la buona novella è annunciata ai poveri mentre ai ricchi è riservata una condanna senza appello. Inoltre, per diventare seguaci di Gesù e avere parte del suo regno occorre disfarsi dei propri beni, abbandonare professione, casa e famiglia, non lavorare, non accumulare per il domani, non preoccuparsi del sostentamento. Eppure, è nei Vangeli stessi che troviamo la spiegazione di come l'incompatibilità tra Cristianesimo e ricchezza sia nei fatti solo apparente e frutto di una lettura superficiale e incompleta. Il presente volume si pone come obiettivo quello di indagare a fondo e di meglio comprendere la delicata relazione (e quindi la compatibilità) tra mondo dell'economia e morale cristiana. Dalle riflessioni sono emerse infine alcune indicazioni e conclusioni che possono essere definite principi di azione. Questi principi sono di fatto delle 'best practice gestionali' che dimostrano quanto Gesù avesse perfettamente presenti questioni, problemi, dubbi e scelte di chi si trova ad agire in questo mondo e a gestire responsabilità e risorse umane, economiche e finanziarie.
Affermare di credere, oggi, non basta più. Bisogna sapere perché si crede, e bisogna saperlo comunicare in modo efficace e convincente ai nostri figli, amici e colleghi. Anni di esperienza con gli adolescenti nelle classi e con i non credenti del Web, hanno permesso all'autore di setacciare il meglio del meglio dell'apologetica contemporanea, per mettere a punto un articolato percorso fatto di solidi e rodati argomenti situati tra scienza, filosofia e fede. Risposte ragionevoli alle obiezioni e alle inquietudini più sentite e profonde in relazione all'esistenza di Dio.
Il rapporto fra montagna e culto, altitudine e sacralità, elevazione e devozione è un tema che continua ad interessare, e non solo perché la montagna è da sempre considerata elemento fondamentale di molte religioni. È infatti necessario andare al di là delle impressioni alimentate dal topos della "montagna sacra", per verificare come l'ambiente montano sia particolarmente adatto a cogliere l'intreccio - consolidatosi nel corso dei secoli - fra la dimensione religiosa e quella sociopolitica, economica, culturale. In questa prospettiva qualificati studiosi con formazione e competenze diverse, coinvolti in un progetto di ricerca di respiro internazionale, hanno focalizzato la loro attenzione sul mondo alpino, assunto a laboratorio privilegiato di un'indagine diacronica e multidisciplinare proiettata anche - in termini di comparazione tematica e metodologica - verso la realtà appenninica e quella pirenaica.
Da A come acqua a Z come zaffiro. Si susseguono in questo - come in un abbecedario - le più importanti parole bibliche introdotte e spiegate con semplicità e acuta conoscenza delle Scritture. Un'attenta esegesi dedicata a chi si accosta per la prima volta al testo biblico e che non si limita ad affrontare gli aspetti tecnico-eruditi, ma rintraccia le valenze spirituali e le ricadute sulla vita dei credenti.