Francesco di Sales, considerato il santo della dolcezza, nutriva e raccomandava una particolare venerazione per gli angeli, soprattutto gli angeli custodi. Nei suoi scritti, infatti, esorta spesso a invocarli in proprio aiuto: “Sarà di tuo vantaggio chiamare il tuo angelo custode”, “Chiama il tuo angelo custode ed i santi, perché ti aiutino”, “Chiama la santissima Vergine e il tuo angelo custode”. Seguiamo dunque il suo esempio e il suo invito, ricorrendo all’assistenza degli angeli per contrastare l’azione del maligno.
Note sull'autore
Marcello Stanzione è nato a Salerno il 20 marzo 1963 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Nel 2002 ha rifondato l’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo (www.miliziadisanmichelearcangelo.org) per la retta diffusione della devozione cattolica ai santi angeli. Ha scritto oltre 300 libri sugli angeli e su tematiche affini di spiritualità cattolica per 30 diverse case editrici europee e americane, sia cattoliche sia laiche. I suoi libri sono stati tradotti in polacco, tedesco, sloveno, portoghese, francese, spagnolo e inglese. Don Stanzione è disponibile a tenere conferenze su temi di angelologia, mariologia e agiografia.
Questo agile volume è il primo di una nuova collana dedicata alle preghiere rivolte ai santi più amati. È un libro prezioso perché contiene tanti modi per rivolgersi in preghiera a Maria Goretti, la santa bambina che ci insegna il valore della purezza e del perdono, lei che ha perdonato il suo assassino. Possiamo pregare Marietta con la novena, con il triduo, con due proposte di Rosario (uno schema ricostruisce, in ogni meditazione, i tratti salienti della vita di Maria Goretti e uno schema è arricchito dalle meditazioni di san Giovanni Paolo II) e con una raccolta di preghiere. Infine, una sezione è dedicata ai suoi luoghi: i Santuari di Corinaldo e Nettuno.
Se parliamo di gesti ci poniamo sul piano dell’esperienza corporea. Il corpo è un luogo decisivo per prendere contatto non solo con noi stessi e la nostra esperienza interiore, ma anche con Dio. Il corpo è un partner importante non solo sulla strada della nostra maturazione umana, ma anche nel nostro cammino spirituale. È un barometro infallibile della qualità della nostra relazione con Dio. Ed è uno strumento indispensabile per vivere importanti atteggiamenti di fede e migliorare la nostra esperienza di Dio nella preghiera.
Integrare nella preghiera il proprio corpo, con i suoi gesti e le sue possibilità espressive, è un’arte. Questo libro introduce alla molteplicità dei gesti dell’orante, specialmente in rapporto alla tradizione cristiana.
Dalla quarta di copertina:
Nella preghiera l’uomo cerca l’incontro con Dio. Trovare le parole adatte a pregare è però un’arte.
Un’arte è anche integrare nella preghiera il proprio corpo, con i suoi gesti e le sue possibilità espressive. I gesti del corpo ci mettono in contatto con la nostra esperienza interiore. Questo libro descrive la molteplicità dei gesti di preghiera, gesti che hanno alle spalle una lunga tradizione e specialmente l’esperienza dei monaci.
Dal Salmo 120 al 134 viene richiamato all'attenzione dell'orante un costante movimento di salita: si sale al santuario di Gerusalemme in occasione di feste liturgiche, in particolari momenti della propria vita, al ritorno dall'esilio. Si sale dal basso della condizione che nasce dal peccato per elevarsi al bene, al cielo e a Dio; si sale in questo mondo e nel mondo a venire. Si sale da ciò che ha meno valore a ciò che ha un valore maggiore e salire è sempre una elevazione: fisica, sociale, morale, mistica. I salmi dei gradini, che qui vengono presentati e commentati, dovevano essere recitati idealmente all'ingresso del tempio di Gerusalemme, al termine del pellegrinaggio annuale, pellegrinaggio che diventa simbolo di ogni cammino. Il microcosmo svelato da questi cantici ci mostra la verità della condizione umana: in questo mondo, sottoposto alle leggi del tempo, della morte e del libero arbitrio, all'uomo che intende seguire la via tracciata da Dio è consentito salire solo, qualora ne sia capace, fino al quindicesimo gradino. Solo la via della visione mistica permette un viaggio in un altrove infinito, indefinito e non ancora conosciuto.
Il rapporto tra le varie tradizioni neotestamentarie aiuta a comprendere meglio il cristianesimo dei primi secoli. Il volume si propone, in maniera originale per il panorama italiano, di studiare il rapporto tra i testi paolini e quelli giovannei. Questo non significa semplicemente rilevare il dato proveniente dalla struttura canonica del Nuovo Testamento, ma piuttosto mostrare gli elementi che le due tradizioni hanno in comune rispetto a tutti gli altri libri neotestamentari e che possono far pensare a una relazione particolare tra i due corpora. Dal punto di vista storico, tali legami sono motivati dal fatto che molto probabilmente ad Efeso, nell'ultima parte del I secolo, il cristianesimo paolino e quello giovanneo sono entrati in contatto.
Una figura straordinariamente ricca di vita spirituale e di cultura, un filosofo dallo sguardo sensibile a tutte le realtà interiori, un esegeta dall'intelligenza fine e profonda, un vero maestro, il cui pensiero, sottile e complesso, non può fare a meno di interrogare, a tutti i livelli, chi si rende disponibile al confronto, che sia il semplice lettore o lo studioso esperto, grazie alla sua provocante originalità e coraggiosa lucidità. Questo fu, ed è ancora, Origene di Alessandria. Amato, odiato, frainteso, condannato e riabilitato, l'eredità che la sua immensa opera ha lasciato nella storia del pensiero cristiano si può, forse, sinteticamente riassumere con le parole del suo discepolo Gregorio il Taumaturgo: "...egli soprattutto ci insegnava a non limitarci all'esteriorità e all'apparenza, talora fallaci, false, ma ad investigare con diligenza la sostanza delle cose... affinché il divino Verbo non entri nudo, scoperto in anime indegne...". Queste parole non hanno perso la loro attualità per i lettori di quasi duemila anni dopo. Di fronte alla vastità della produzione origeniana (310 omelie, 320 libri), questo Dizionario si offre non solo come strumento indispensabile di orientamento nell'esplorazione dell'opera esegetica, omiletica e speculativa di Origene, ma anche come guida scientifica all'approfondimento del contesto storico e culturale in cui il Maestro di Alessandria visse ed operò. Vengono così a delinearsi, con dovizia di rimandi alle fonti e all'interno di un'ampia visione storica, i tratti fondamentali del pensiero origeniano, compresi quelli più problematici, che tanto scandalo hanno suscitato nella cultura cristiana dalle origini ad oggi. Frutto del lavoro di un'équipe internazionale di 27 studiosi, coordinati da Adele Monaci Castagno, corredato da ricche bibliografie che accompagnano ciascun lemma, e da un vasto apparato di indici, il Dizionario costituisce una sintesi felice di leggibilità e rigore scientifico, uno sguardo ampio e approfondito su tutto il pensiero, la cultura e l'opera del grande Alessandrino.
«Il 16 luglio 2023 monsignor Luigi Bettazzi ha abbracciato quel Dio in cui ha creduto anima e corpo, senza mai chiuderlo in chiesa, tra candele che si consumano e profumo d'incenso, ma facendolo camminare sulle strade polverose dei diritti, della giustizia, della pace. A un anno dalla sua morte proviamo a scriverne la biografia. Una sfida. Appassionato pastore d'anime, scrittore insonne, don Luigi ha collezionato incontri d'ogni genere e scritto migliaia di pagine. Nei capitoli che seguono offriamo il tanto che abbiamo scoperto da Treviso a Bologna, da Ivrea a Molfetta, sostando a lungo nel Castello di Albiano, sua ultima dimora, graffiata dal tempo e dunque dimessa, nonostante il nome altisonante». Così Alberto Chiara introduce alla lettura di questa biografia, che è una continua riscoperta non solo dell'uomo, sacerdote e pastore Luigi Bettazzi, ma anche delle sue relazioni, in un mondo che, a distanza di un anno dalla sua scomparsa, rivela la sua storia e le sue parole ancora più importanti e profetiche: l'impegno per una Chiesa attenta alla contemporaneità e per una pace che è continuamente offesa, fanno di Bettazzi una voce che, oggi soprattutto, non deve tacere ed essere dimenticata.
Il libro racconta, attraverso immagini colorate e fumetti, la vita di Marianna, una ragazza che ha vissuto appena 18 anni, ma sono stati anni pieni di energia e positività. Meraviglia, gratitudine, gioia, fede, amicizia, speranza sono i pennelli con cui ha riempito la sua vita, una vita che ha puntato sempre in alto: Marianna intreccia un continuo dialogo con il Signore, resta incantata dalla meraviglia della natura, guarda gli altri con amore e disponibilità e punta dritta al Regno dei cieli. Marianna, Mary per gli amici, è una ragazza come tante, ma ha qualcosa di importante da dire ai suoi coetanei: la vita è bella e va vissuta fino in fondo! Età di lettura: da 9 anni.
«La trattazione della questione della pietà popolare, come quella affrontata dall'autore con competenza e rigore scientifico, risulta un'ardua e affascinante impresa letteraria, teologica e storica che si misura con un'ampia tradizione che affonda le sue radici nelle pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento e sfocia nel proprium della storiao dierna. Questo studio è senza ombra di dubbio pionieristico: non si riscontrano nel ginepraio dei ricercatori traazioni così dettagliate, ricche di spunti di riflessione, foriere di novità e assolutamente utili per continuare ad affrontare un'argomentazione che coinvolge tutti». (Dalla Presentazione di Mons. Stefano Rega). Il presente lavoro di don Gian Franco Belsito, frutto di studio e di riflessioni personali, anche generate dalla sua attività pastorale, si situa nei rari tentativi di comprensione globale della fede popolare e quindi di ricerca della sua identità all'interno della più vasta geografia pastorale della Chiesa. Si tratta di uno studio teologico-pastorale ben articolato (C. Torcivia). La ricerca dell'autore attraversa aspetti problematici non facilmente risolvibili solo con una proposta di indagine e di conoscenza, quanto con il continuo approfondimento che ha la sua origine nell'osservazione partecipata. Le forme di pietà popolare non nascono e fioriscono senza l'adesione e la partecipazione della gerarchia di comunione, che in genere è pienamente coinvolta nel sostenere specifiche pratiche e manifestazioni della fede (C. Matarazzo).
Come sarà il cristianesimo del futuro? Armando Matteo prova a tracciarne i contorni alla luce del magistero di papa Francesco. "L'opzione Francesco" avanzata dall'autore è la proposta di un cristianesimo che coltiva prassi e sogni di fraternità; un cristianesimo che sa abitare le periferie e sa fare comunione con chi quelle periferie le abita; un cristianesimo che non chiude gli occhi e non frena la propria lingua di fronte a un sistema economico e sociale che ci prende l'anima oltre che i soldi, producendo e tollerando povertà e disumanità con impensabile leggerezza; un cristianesimo infine che sa ogni giorno ritornare allo sguardo misericordioso del Cristo e che quello sguardo non si stanca mai di portare al mondo intero. "L'opzione Francesco", tuttavia, non è un'operazione semplice e indolore. Lasciare "il si è sempre fatto così" per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro richiede, infatti, ai credenti e ai loro pastori audacia, coraggio, pazienza e soprattutto tantissimo amore per il Vangelo e per l'umanità. Intanto, però, la strada è tracciata.
C'è una strada per essere "più vivi e più umani"? Sì, ci dicono gli autori di questo libro, ideale proseguimento del loro precedente Giuseppe siamo noi. È la strada delle virtù, temi forse oggi passati un poco in disuso, quasi dimenticati, ma che devono tornare a essere essenziali nella nostra vita. Le virtù, però, come occasione concreta e non come teoria, capaci di permeare la nostra esistenza nei suoi momenti decisivi: l'amore, le scelte, il discernimento, la giustizia, la famiglia... L'esistenza umana, infatti, non è evento puramente biologico, ma qualcosa di più: avventura spirituale, avventura dell'anima. E solo il ritorno alle virtù come caratteristiche umane piene può aiutarci a rendere la vita capace di generare vita: esperienza di comunità e non mero esercizio narcisistico e individuale, perché, come dicono i due autori, «una virtù che non incontra le provocazioni della realtà e le persone concrete, che non si sporca di terra e forse neanche di peccato, non è virtù».
Via crucis con meditazioni del rettore della Basilica del Santo e immagini a colori del Cristo passo - affresco di Jacopo da Montagnana da poco restaurato e conservato all'interno della Basilica. Prefazione di Giancarlo Zamengo.