In questo testo vi sono tanti rigagnoli, piccoli lampi di luce, che emanano da un amore più grande, e che si acquietano nelle parole. Queste pagine vogliono essere un contributo all'evangelizzazione, visto che ogni generazione è chiamata a rinnovarsi nell'annuncio di quella parola che supplica e chiede di essere portata "fino agli estremi confini della terra", affinché a ciascuno venga data la possibilità di accoglierla e fiorire nella bellezza.
"Sono uno che cerca frammenti di luce", dice padre Giancarlo di sé. Ogni poesia di questa raccolta documenta un tratto del suo cammino, è lo specchio di uno stato d'animo, di una emozione, di una percezione. Sono poesie che volano dentro e volano in alto insieme, e in questa traiettoria si comprende perché, come destinataria dei suoi versi, abbia scelto una rondine. Ogni rondine è fedele al suo migrare, anche se non ne conosce i motivi.
Così padre Giancarlo segue la sua rotta senza poter comprendere tutto, ma con uno sguardo di fiducia rivolto verso un cielo che ha saputo farsi terra e verso un Dio che ha incontrato Come Uomo.
Invocazioni e canti di lode per imparare a confidare nella Parola viva che continuamente parla al nostro cuore (Presentazione di Angelo Casati).
"Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto". La Coroncina del Preziosissimo Sangue è una delle preghiere devozionali più care ai fedeli. Risale al 1800 e medita le sofferenze patite da Gesù nelle 7 effusioni del suo sangue, offerto per la salvezza dell'umanità. L'autore, prendendo ispirazione da un pensiero di san Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione dei Missionari del Prez.mo Sangue, invita i lettori a cogliere nel Crocifisso quei riflessi che esortano a praticare la via dell'amore in un crescendo che si disvela a partire dall'Incarnazione di fino al momento della lancia nel cuore.
Questo libro è il risultato di un lavoro iniziato 31 anni fa. Il desiderio di mettere in forma poetica i sentimenti, le riflessioni, la straordinarietà della vita quotidiana fa di questa raccolta una testimonianza raffinata e nello stesso tempo uno strumento di meditazione per tutti quelli che vogliono spendere un po' del loro tempo con la loro intimità, meditando sul loro vissuto per dare voce e consistenza alla loro speranza. Il titolo della raccolta, Sapori dell'Uomo, vuole essere un invito a riconsiderare una caratteristica che si è spenta, persa o forse semplicemente abbandonata; quella della genuina relazione tra l'umano e Dio. Gli intervalli di tempo tra blocchi di poesie - che l'autore chiama "pause danzanti" - vengono considerati come un segno di rispetto al tocco poetico che, libero ed indipendente da tutto, arriva e se ne va senza preavvisi. Se non c'è una continuità tra una poesia e l'altra (perché ognuna nasce dal libero esperessarsi dell'anima che non fa altro che tradurre e contestualizzare sentimenti e pensieri in parole scritte) c'è, però, un filo conduttore comune rappresentato da una parola che ricompare molto spesso; Silenzio, quasi ad indicare la necessità di questo atteggiamento ed una linea invisibile che riunisce tutte queste poesie che è quella della unità nella diversità. Senza pretese ed in modo molto semplice questa raccolta poetica vuole fornire delle tracce per ricordarci che il sapore della nostra umanità va ricercato in una permanente Presenza, fatta di dolce e amaro, felicità e sofferenze, comprensibile ed incomprensibile, che ognuno di noi ha la possibilità di scoprire durante il proprio cammino terreno e che può aprirci la porta verso un Infinito che per molti già si manifesta qui sulla terra.
Dal silenzio di una vita umile, dal duro lavoro nelle cucine dei ristoranti, dalle strade che spazzava come netturbino, è sorta la prosa poetica di Jean Marie Kerwich, con I giorni semplici e L'angelo che zoppica, scritti con un linguaggio di semplicità francescana. Da un uomo delle periferie, da un marginale sconosciuto ai più, da un invisibile della società fiorisce la delicatezza del tratto di queste pagine.
Frutto di un viaggio in Giappone, il volume raccoglie le impressioni, le immagini, i ricordi di quell'esperienza scegliendo la forma poetica, come una sorta di "haiku occidentali". Nella loro brevità questi poemi possono stimolare nel lettore un lento e penetrante pensiero, a partire dall'essenziale che l'autore sceglie di trasmettere. "È un libro fascinoso e perturbante. Ci porta lontano, tra i giunchi e i crisantemi del Giappone e insieme scava nella nostra interiorità, ci provoca con le sue domande, con i suoi rovesciamenti di prospettiva, ci incanta con la magia del verso, con la danza turbinosa dei punti di vista" (dalla Prefazione di Lina Bolzoni).
"I tre drammi che qui si presentano ci portano al centro delle preoccupazioni dello Yeats maggiore, mostrando quanto in esse vi é€ di irrisolto e persino farraginoso ma anche l'ampiezza del suo orizzonte metafisico, speculativo e soprattutto poetico. Dalle grandi sistemazioni mitiche egli passa agli uomini che sbagliano e si tormentano: un torvo vecchio — senza alcuna classica gentilezza — davanti a una casa diroccata.
La scena nuda dell’umanità".Massimo Bagigalupo.
Alcune delle parole di Yeats girano intorno alla figura del Cristo, e alle "cose cui, stando alla teologia cattolica, andremo incontro al termine della vita: la morte, il giudizio, i luoghi-stati della mente che chiamiamo inferno, purgatorio e paradiso. Nei drammi cristici, ce ne sono certe che danno il turbamento di una verità cantata. Parole che insegnano come si poeta col martello, o che, più semplicemente, suonano come girotondi intorno a domande da bambino sfacciato". Massimo Morasso.
La poesia può tutto. Nonostante il flusso degli eventi, nonostante l'accelerazione dei fatti che portano a una tragica fine, la poesia può risalire al prima, al momento in cui l'omicidio non è ancora avvenuto, e ha il potere di cristallizzare con le parole un attimo che rischia di andare perduto. Perché quando il dramma segna la fine di un'esistenza, non vogliamo che solo quello sia il carico della nostra memoria. Nonostante tutto.
La poesia non risolve né risponde, ma apre a prospettive inedite, che costituiscono il sentiero dentro al quale l'animo umano si può incamminare per contemplare non solo le foglie ingiallite e i rami spogli, ma anche la terra bagnata e le piante che, trascorso il duro inverno, si preparano alla rifioritura e al trionfo della vita. Prefazione Giuseppina Rossitto.
Raccolta di poesie scritte lungo il cammino di Santiago de Compostela. Un ingegnere che lascia "libera" la parte sinistra del cervello per godere dei pensieri, emozioni e parole... e del dischiudersi dell'anima (Prefazione di Antonio Gregolin).
«Se il nostro tempo è povero di poesia non è perché è venuta meno la bellezza, ma perché facciamo fatica a metterci ad ascoltare. [...] La poesia di Luca sa cogliere nelle cose apparentemente casuali, una profondità nuova, diversa. [...] La Bellezza è un'esperienza, e questo giovane ne da' prova in tre direzioni diverse: guardando sé stesso, guardando gli altri e guardando Dio». (dalla Prefazione di Papa Francesco)