Chi sono i negazionisti? Perché negano che le camere a gas siano mai esistite? Qual è l'intento che hanno di mira? Questo libro offre una prima riflessione politica e filosofica su un fenomeno, di dimensioni internazionali, radicato e diffuso anche in Italia, dove gli adepti del negazionismo sono andati costruendo il luogo della loro negazione nell'ombra propizia degli ultimi decenni. Di qui rivendicano il diritto di poter negare lo sterminio degli ebrei d'Europa attraverso libri, periodici, siti web, e avvalendosi non di rado anche di una cattedra. Ma il negazionismo è un'opinione come un'altra? Il nesso di complicità tra annientamento e negazione rende problematico il concetto di opinione. I profanatori della cenere perseguono la "verità" di Hitler, ne vogliono portare a termine il progetto politico. Attraversando le bassure della negazione, dai nuovi hitleriani fino a Mahmoud Ahmadinejad, emerge la minaccia di una negazione che non si limita al passato, ma vorrebbe reiterarsi nel futuro. E in tale contesto che va ripensata la "singolarità" di Auschwitz.
Questo studio ha inteso avvicinarsi al difficile percorso etico e culturale della nostra epoca, al cui interno il pensiero ebraico mostra ancora tutta la sua antica giovinezza nel formulare nuove mappature, che dalle rassicuranti pareti del sacro offerte dal tempio si espandano verso la lettura difficile del tempo presente. Visto così, lo spazio empirico, rappresentato dai tanti esodi dalla terra promessa e dalle tante forzate diaspore verso paesi inospitali, si trasforma in spazio simbolico: dalla particolarità del popolo ebraico ad essere popolo scelto, "separato", dagli altri popoli ad una comunità aperta all'universale in ragione del suo implicito compito messianico. I viaggi intorno al nome impronunciabile non sono che la cifra filosofica del bisogno di attraversare il paesaggio complesso e affascinante rappresentato dall'opera millenaria che ha da sempre legato la parola biblica, il commento e le interpretazioni talmudiche con quella riflessione contemporanea provata dalle crude prove della storia.
Nel suo recente libro su Rashi, Elie Wiesel afferma che tra i differenti commentari da lui presi in considerazione quello del rabbino di Troyes è «unico, differente, indispensabile». Ed è esattamente così! A poco meno di un millennio dalla nascita di questo grande interprete, le spiegazioni, semplici e profonde che ha dato dei passi biblici e talmudici, rimangono insuperate.
Le sue letture, focalizzate soprattutto sul senso letterale della Scrittura, hanno rappresentato un nuovo inizio nel campo dell’esegesi. Tuttavia la fedeltà testuale non significa aridità e abbandono dell’ampio materiale della tradizione dedicato al senso allegorico, morale e anagogico: il tutto viene riplasmato per precisare e arricchire il significato dei versetti. Comprendere pienamente i commenti di Rashi, specialmente per il suo abbondante uso delle fonti, non è dunque un facile compito, e non lo è mai stato. Per questa ragione, nel corso della storia sono stati scritti più di duecento commentari per aiutare a meglio capire il suo commento biblico.
Il presente lavoro intende svelare la profonda ed erudita sapienza che si nasconde nelle concise e spesso ellittiche esegesi di un passo. In primo luogo viene fornita una traduzione dei primi dodici capitoli dell’Esodo e del Commento che Rashi ne ha fatto; il Commento viene poi, approfondito attraverso i Supercommentari; infine, proprio perché i commenti al Commento si sono spesso trasformati in nuovi commenti del testo biblico, riporteremo anche le possibili ulteriori interpretazioni.
La storia degli ebrei in Sicilia copre un periodo di oltre mille anni, dall'antichità fino alla loro espulsione, avvenuta nel 1492. L'autore, basandosi su circa 40.000 documenti d'archivio, per lo più inediti, ricostruisce le vicende politiche, giuridiche, economiche, sociali e religiose della minoranza ebraica sull'isola e i rapporti che intrattenne di volta in volta con i romani, i musulmani e i cristiani. Mentre le origini della presenza ebraica sono avvolte nel mistero, con il passare del tempo disponiamo di un numero sempre maggiore di documenti, straordinariamente abbondanti nel tardo medioevo. In quell'epoca gli ebrei in Sicilia erano cittadini a tutti gli effetti, attivi in quasi tutti i settori dell'economia e in diverse professioni; stranamente limitato, anche se non assente, il prestito a interesse, asse portante degli affari per gli ebrei del nord. Tutto questo vide un'improvvisa e rapida fine con l'espulsione ordinata dai re cattolici: circa l'80% degli ebrei scelse l'esilio, mentre gli altri che preferirono convertirsi al cattolicesimo finirono ben presto nelle mani dell'Inquisizione spagnola.
Sono ormai molti gli autori israeliani tradotti anche in Italia, da Grossman ad Amos Oz, a Yehoshua. Ma sinora mancava un'opera che li inserisse nel più ampio e articolato panorama della letteratura ebraica, con i suoi tremila anni di storia. Il presente volume, sintesi di una monumentale opera in cinque tomi, colma una grande lacuna e permette di seguire più da vicino gli sviluppi più recenti (dalla fine del XIX secolo) della narrativa ebraica moderna e della grande sfida che ha rappresentato la rinascita della lingua ebraica. Un'opera per appassionati e curiosi di letteratura. Ma anche per chi vuol conoscere da un diverso punto di vista le vicende del popolo ebraico durante e dopo la seconda guerra mondiale. Con una prefazione di Maria Luisa Mayer Modena.
Da dove viene il misterioso papiro dell'"Apologia di Gesù"? Chi era Giuseppe d'Arimatea? Quali segreti nasconde il Vaticano? Può un prete della periferia romana risolvere un enigma durato duemila anni? E, soprattutto, chi era il Nazareno? Nessuna definizione rende giustizia a questo librò: romanzo psicologico, giallo storico, pamphlet rivoluzionario, thriller a sfondo religioso... Senz'altro un caleidoscopio di personaggi e situazioni, tra speranza e disincanto, un atto d'accusa contro dogmi e pregiudizi, un sorprendente viaggio verso il sepolcro vuoto. Chi cerca la verità perderà ogni certezza, prima di risorgere a nuova vita.
In occasione della festa di Yom Kippur, Alain Elkann riflette sulla complessa eredità dell'ebraismo e il suo rapporto contrastato con la religione, ricordando la fede incrollabile dei genitori e il proprio passaggio a una spiritualità aconfessionale e panteistica. Da riflessione sul proprio "essere ebreo", l'autore giunge a una più ampia riflessione sull'ebraismo dei giorni nostri, sulla situazione di Israele e il rapporto tra l'ebraismo e le altre religioni, sull'antisemitismo e il razzismo, rievocando i propri incontri con figure come Elie Wiesel e Hassan bin Talal. Prefazione di Elio Toaff.
Storia, tradizioni e pratiche della mistica ebraica
"La mistica ebraica è un roseto con mille spine. La maggior parte dei libri intrappola il lettore tra le spine; Le via della Cabala ci permette di sentire il profumo del fiore. Questo è un libro da leggere più e più volte".
Rabbi Rami M. Shapiro
La mistica ebraica è fiorita – talvolta brillantemente, talvolta oscuramente – nel corso di cinquemila anni. In Le Vie della Kabbalah Perle Epstein offre una vivida ed accessibile introduzione ai metodi, alle scuole e ai praticanti di questo mondo affascinante. L’Autrice traccia la storia della Cabala attraverso le vite dei suoi illustri studiosi e santi, e sbroglia la rete delle antiche tradizioni celate in testi quali il Sefer Yetzirah e lo Zohar. Queste pagine sono attraversate dalle parole di cabalisti e mistici straordinari – tra cui Simeon Bar Yohai, Isaac Luria, Abramo Abulafia e il Baal Shem Tov – i quali impartiscono istruzioni su pratiche che vanno dalla contemplazione degli insegnamenti segreti della Bibbia al rito, alla preghiera estatica e alla meditazione intensiva.
"L’autore spiega la cabala con la massima chiarezza con cui può essere illustrata, e con un’autentica simpatia verso il sapere mistico".
Isaac Bashevis Singer
"Credo di non offendere minimamente l'alta considerazione che ho della verità, come pure del sacerdozio mosaico, se mi spingo a considerare tale culto, nelle sue componenti fondamentali, una copia fedele della religione esoterica degli Egizi e ad affermare che il legislatore degli Ebrei, abbia apparentemente mirato, per quanto gli riuscì, a iniziare il suo intero popolo ai misteri egizi. Una volta fissata questa evidenza come premessa, l'infelice disputa circa l'origine delle verità religiose si rivelerebbe assolutamente superflua. Ci renderemmo generalmente conto che l'opposizione tra ragione e rivelazione si basava su un semplice equivoco". A partire da queste tesi, Cari Leonhard Reinhold, filosofo, massone e Illuminato, si propone di dimostrare come Mosè fosse in realtà devoto al principio panteistico dell'Uno-Tutto, ovvero alla religione naturale che ricavò dalla frequentazione dei misteri egizi e che decise di porre al centro del suo culto monoteistico. Egli si vide cioè costretto a tradurre quella verità nella più accessibile immagine di una divinità tutelare antropomorfa, al fine di dare al suo popolo un'identità nazionale. Nato come contributo alle ricerche sul simbolismo massonico condotte al termine del Settecento dalla loggia viennese "Zur wahren Eintracht", il saggio di Reinhold rappresenta un documento chiave per comprendere cosa significhi per la cultura occidentale il recupero di una "memoria egizia"...
Il libro ha l'intento di presentare il dibattito filosofico contemporaneo sul tema del rapporto tra la Torah (in senso lato) e Sophia, raccogliendo i contributi delle voci più autorevoli, ma anche più giovani, tra gli specialisti di filosofia ebraica.