Il volume II/3 della prima edizione a livello mondiale di tutte le opere di Romano Guardini, con apparati critici, iniziata nel 2005. L'ultimo, molto atteso, volume che completa la sezione della "Filosofia della religione" di Guardini, con testi inediti Un classico del pensiero cristiano e della filosofia
1945: fine della Seconda guerra mondiale, disfatta della dittatura nazista, nuovo inizio per la Germania. Romano Guardini tenne in questo anno spartiacque - un importante punto di svolta anche nella sua vita e nella sua opera - le sei conferenze qui raccolte. Se durante la catastrofe molti rimasero ammutoliti e anche la voce di Guardini si fece sentire solo in modo tentennante, la prima volta in assoluto in cui parlò dopo la guerra fu l'8 luglio a Memmingen, di fronte alla gioventù cattolica. Come guida spirituale, le sue prime parole su ciò che era appena accaduto sono per i giovani monito ma anche incoraggiamento. Guardini individua la menzogna quale tratto principale dell'epoca nazista. Di contro, è dalla verità - anche dalla verità delle parole che la propaganda ha svuotato del loro senso - che è necessario ripartire affinché l'esistenza umana possa di nuovo essere giusta. E guardare al futuro.
La tematica del miracolo, affrontata perlopiù in prospettiva apologetica, è inserita da Guardini in un contesto più ampio e meno "controversistico". Il suo procedimento piano e solo in apparenza elementare toglie il fenomeno del miracolo, nella sua straordinarietà, dalle secche del dibattito su "legge e natura" e "abolizione" d'essa da parte di Dio; discussione che egli ritiene egemonizzata pur sempre, anche presso i cristiani, da una mentalità scientista. La visione più autentica è invece quella in cui l'intervento miracoloso di Dio, di Cristo (emblematicamente è studiato il cammino di Gesù sulle acque), rientra nel piano della storia salvifica e corrisponde a priori all'onnipotenza, sapienza e amore divini. Con sicurezza d'intuizione in materia biblica l'Autore, nella seconda parte, svolge la nozione di segno, che nei Vangeli ha un'importanza eminente: il "segno" è un richiamo forte all'immediata presenza operante di Dio, in momenti e circostanze cruciali, che devono rilevarsi sulla trama ordinaria, quotidiana del vivere cristiano. Una meditazione serena e liberante su Lourdes, al di là di ogni eccesso miracolistico, conclude il saggio.
Nel 1841 fu pubblicato il libro di Ludwig Feuerbach, L'essenza del Cristianesimo, nel 1907 quello di Adolf von Harnack con lo stesso titolo. I due celebri scritti, che tante controversie accesero nel mondo cristiano e fuori di esso, appaiono, il primo, distruttivo e, il secondo, riduttivo di ciò di cui intendevano precisare l'essenza: né certo la religione "umanistica" feuerbachiana, né l'orientamento "liberale" harnackiano con la limitazione drastica del kérygma evangelico alla sola proclamazione del Regno, sono adeguati all'oggetto della loro indagine. Con quest'opera, che in brevi ma incisive pagine affronta il medesimo sgomentante tema, Romano Guardini propone alcune idee fondamentali sull'essenza di quella realtà che ha inserito nella storia del mondo l'esigenza tormentosa e beatificante della scelta: il messaggio di vita divina, l'annuncio di salvezza, la rivelazione della verità trascendente nel Cristo. Quest'essenza, messa a confronto con la sostanza di altre predicazioni "religiose" come quella buddhistica, l'eleva da esse nella sua assoluta eterogeneità: non è un discorso di consolazione, non è un metodo etico, non è un'elaborazione teoretica dell'esistenza umana e del mondo.
Breve biografia e antologia di testi significativi per conoscere Romano Guardini, filosofo, sacerdote, teologo e grande maestro del Novecento.
Tra le centinaia vergate da Romano Guardini, questa decina di lettere, pubblicate postume e indirizzate all'amico di una vita Josef Weiger, costituisce un documento rilevante per la volontà di affidarvi "la quintessenza della Rivelazione". Redatte negli ultimi anni di Guardini (1963-1967), segnati dalla conclusione dell'insegnamento presso l'Università di Monaco, dai problemi di salute e dall'avvicinarsi alla morte, ma anche da grandi cambiamenti come il Concilio Vaticano ii e il Sessantotto, tessono il filo rosso delle corrispondenze tra Dio, umanità e mondo. In forma e disposizione nuova si ritrovano diverse parole chiave della riflessione guardiniana: finitezza, libertà, storia, responsabilità. Ripercorrendo la sua opera e la sua esistenza, Guardini offre, comunicando solo l'essenziale, spunti per la riflessione teologica distillando una vita di pensiero, esperienza, sofferenza e fede.
Romano Guardini nel corso della sua vita ha sempre nutrito un vivo interesse per la liturgia, come testimoniano i due scritti qui per la prima volta tradotti in italiano e accomunati dal tema del tempo liturgico, fondamentale nel rito cristiano. Il primo scritto difende la domenica dagli attacchi della modernità, non tanto in nome del cristianesimo, quanto dell'uomo che necessita del riposo settimanale per integrare nella sua esistenza la dimensione religiosa che lo completa. Il secondo scritto rispecchia il progetto di far incontrare la liturgia con la preghiera personale e la cosiddetta pietà popolare. L'intenzione è mostrare come la figura di Gesù Cristo - la sua vita, la sua morte e la resurrezione - possa diventare il contenuto della preghiera. Nonostante il mezzo secolo di riforma liturgica intercorso, resta attuale l'invito a una preghiera personale schietta e fiduciosa, ispirata dalla Rivelazione contenuta nelle Scritture e custodita dalla liturgia.
La nuova edizione del più importante saggio pedagogico di Romano Guardini. In queste pagine ci guida alla scoperta del nucleo originale del «fenomeno dell'educazione» nelle diverse età della vita, ciascuna con i propri problemi e le proprie conquiste, con la lucidità e la sapienza di chi conosce il segreto della persona e della libertà, e la credibilità del grande educatore. Una lettura per tutti, in quanto formatori di persone e di se stessi.
L'autore, nelle tre meditazioni qui raccolte, ha inteso fare opera non teoretica, ma pratica: invitare, con l'urgenza di un appello rivolto alla singola persona, a un ripensamento del problema del bene, della coscienza e dei rapporti che li legano nel vivo dell'azione. Il testo è indirizzato a illuminare, in spirito religioso, che cosa sia concretamente il bene per colui che lo vuole attuare nella sua esistenza; e nell'unicità e assolutezza del bene, che ogni volta ci si propone e ci stimola a operare, ci fa contemplare il fulgore di santità del Dio vivente. Così la coscienza, che dal bene si lascia attirare, supera da una parte i pericoli di un moralismo astrattamente universale e superbo e dall'altra di un arbitrio universale. Essa attinge poi la sua perfezione cristiana quando, salendo alle vette del raccoglimento, vi schiude lo spazio dove può inabitare Dio con l'infinito delle sue sacre ispirazioni e con il dono delle grazie mistiche, che suggellano la dedizione suprema dell'uomo al Suo volere. Il procedimento "socratico", con la pacatezza della sua progressiva penetrazione, aggiunge persuasività al discorso.
C'è molto di Dante e della sua Divina Commedia nella filosofia e nel pensiero di Romano Guardini. Il teologo italo-tedesco ha - fin dalla sua giovinezza e per tutta la sua vita letteraria - camminato sulle tracce di quel poeta e pensatore, apice del modo cristiano di vivere, che con la sua opera illuminò il Medioevo. Viene qui indagato in modo sistematico il rapporto tra i due autori: con un approccio non filologico, né storico, ma essenzialmente filosofico-religioso, Guardini ha tentato una lettura esistenziale del poema dantesco, con l'intento di riappropriarsi di un'opera che incarna il modo cristiano di vedere e interpretare la realtà. Questa la grande capacità che lo stesso Guardini riconosce alla letteratura e ai grandi scrittori: leggere e comprendere l'esistenza umana.
Nel novembre del '45 a Tubinga, in una Germania distrutta materialmente e spiritualmente alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fu chiesto a Guardini di ricordare il gruppo di resistenza «La Rosa Bianca». Nel 1958 un'altra commemorazione gli fu affidata dall'Università di Monaco, dove i fratelli Scholl e i loro amici avevano studiato e maturato la scelta antinazista. Per la prima volta sono qui raccolti i due discorsi: non semplici orazioni accademiche, ma impegnate meditazioni sul senso di una esistenza cristiana di fronte alle situazioni-limite della vita politica. I giovani della «Rosa Bianca» divengono modello di quella che deve essere la concezione cristiana dell'azione politica: rispondere alla coscienza fino al «martirio» quando il potere, facendosi totalitario e assoluto, usurpa lo spazio della trascendenza e l'inalienabile libertà della persona. Un rischio che Guardini vede persistente nelle nostre società secolarizzate.
In questo libro si presenta il ricco e denso pensiero di Guardini sulla Chiesa, usando come chiave di lettura lo stesso metodo a lui caro, cioè quello dell'opposizione polare (Gegensatz). Metodo che consiste nell'identificazione dell'unità degli opposti. Se l'essenza della Chiesa è senza dubbio da trovare nel Signore, la Chiesa è una realtà divino-umana perché continua l'incarnazione di Cristo nella Chiesa attraverso gli uomini. Così la realtà umana che sussiste nella Chiesa non è da disprezzare, ma anzi da apprezzare; è in essa che "si incarna continuamente" il Signore per la Redenzione del mondo.