Ecco tutto ciò che il Nuovo Testamento ha fatto nascere: biblioteche di saperi,di esperienze,di metodi,di scoperte,nella scienza e nella cultura. Con oltre mille voci relative alla grande testimonianza letteraria, legata a un unico testo, il Nuovo Testamento, il Dizionario di critica testuale del Nuovo Testamento è un’opera utile e pratica che mette a disposizione in modo sintetico, pur fornendo tutti i dati essenziali, le nozioni fondamentali per leggere i testi canonici e non canonici cristiani,in particolare per quanto riguarda la critica testuale del Nuovo Testamento. La ricostruzione della forma più antica del testo del Nuovo Testamento appartiene agli studi del critico testuale e del filologo biblico,in un continuo gioco di rimandi a molte altre discipline (condizione del testo,storia,apporti della paleografia,condizionamento letterario,testimonianze apocrife,formazione del canone). Il presente dizionario,primo nel suo genere,pur mantenendo un carattere divulgativo,non fa sconti al rigore di una disciplina coltivata da un ristretto numero di specialisti.
AUTORE
Sergio Cingolani,nato a Milano nel 1957,si è laureato in Fisica all’Università degli Studi di Milano.Si è occupato professionalmente di acustica musicale e architettonica,producendo diverse pubblicazioni e saggi.È docente di Acustica Musicale e Architettonica all’Università di Milano e Pavia (sede di Cremona).Si è interessato alle questioni inerenti il silenzio monastico e l’acustica nei luoghi di culto,tenendo su questi temi una serie di conferenze in diverse università.I suoi interessi,oltre all’attività professionale,sono rivolti alla storia del cristianesimo delle origini,alla storia delle eresie e alle metodologie delle scienze bibliche in generale.È impegnato nella divulgazione delle tematiche riguardanti la formazione del testo biblico,la critica testuale,le origini delle antiche scritture,le scoperte papirologiche di Nag Hammadi e di Qumran,la storia dei Padri del deserto.
Il volume documenta, con un linguaggio rigoroso ma accessibile al grande pubblico, lo stato attuale delle ricerche scientifiche sul vangelo apocrifo attribuito a Tommaso, mettendo in luce tanto le analogie quanto le differenze rispetto ai quattro vangeli della tradizione canonica.
Dalla quarta di copertina:
Tra i cosiddetti vangeli apocrifi, il Vangelo di Tommaso, proveniente dalla collezione recuperata a Nag Hammadi, sembra il più simile ai vangeli canonici, per il fatto che dà tutta l’impressione di trasmettere proprio le parole dello stesso Gesù. Dato che avrebbe potuto gettare luce sulle parole autentiche dell’insegnamento di Gesù, il Vangelo di Tommaso ha attirato l’attenzione più di qualunque altro testo di Nag Hammadi o di qualunque vangelo non canonico, sia a livello scientifico sia a livello popolare.
È passato molto tempo dalla scoperta di Nag Hammadi, circa sei decenni fa. È tempo di fare una pausa e di vedere dove siamo arrivati nella discussione, ma non senza critica. Non è suffi ciente chiedersi «che cosa si dice in questi giorni sul Vangelo di Tommaso», ma dobbiamo anche chiederci se «ciò che si sta dicendo» è sensato.
Il libro di Nicholas Perrin riprende l’intera questione, descrivendo i modi in cui il Vangelo di Tommaso è simile e dissimile dai quattro vangeli che sono stati tramandati per quasi duemila anni.
Una trattazione scientifica e, tuttavia, accessibile su un testo che è diventato di grande attualità.
Continua la fortunata serie degli ABC con una sintetica ma esauriente introduzione ai Vangeli Apocrifi, da molti citati ma da pochi veramente conosciuti. Secondo lo schema contraddistinto dai colori, il volume presenta l’attualità di questi testi presentando i principali e fornendo al lettore un quadro completo. Sullo sfondo alcune domande di attualità che spesso occupano le pagine dei giornali: Gesù “gay” in un antico manoscritto? Chi ha “inventato” la Maddalena? Un quinto Vangelo? Giuseppe. Anziano, vedovo e custode? Quanti Vangeli? I Vangeli dei maestri gnostici? Veri Vangeli? Ignoranze da colmare. Infanzia. Capricci e miracoli di Gesù?
Giacomo Perego, sacerdote della Società San Paolo, è dottore in Scienze Bibliche e docente di Nuovo Testamento presso l’Istituto di Vita Consacrata (Claretianum) della Pontificia Università Lateranense di Roma e presso il CICS della Pontificia Università Gregoriana. Coordinatore del settore biblico delle Edizioni San Paolo, è membro della consulta nazionale per l’apostolato biblico della CEI e autore, tra altre opere, dell’Atlante biblico interdisciplinare (San Paolo 20033) e dell’Atlante didattico della Bibbia (San Paolo 2000). In questa collana ha già pubblicato l’ABC per la lettura della Bibbia (San Paolo 2004) e, con F. Serafini, ABC delle mappe bibliche (San Paolo 2006).
Giuseppe Mazza è docente di Teologia Fondamentale e di Comunicazioni Sociali presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, nonché membro ordinario di S.I.R.T. (Società Italiana per la Ricerca Teologica). Ha conseguito la licenza e il dottorato in Teologia Fondamentale, il Diploma in Comunicazioni Sociali, il Diploma in Mariologia. Il suo ambito di ricerca comprende la riflessione critico-teologica sulla postmodernità, le teorie del limite, la comunicazione religiosa e quella pastorale. È autore di La liminalità come dinamica di passaggio (PUG, 2005), curatore di Cross Connections (PUG, 2006) e di Karol Wojtyl\a, un pontefice in diretta (RAI-ERI, 2006), oltre che di vari contributi scientifici sul rapporto tra teologia e comunicazioni, tradotti in varie lingue.