In queste pagine viene esplorato il significato profondo di "silenzio" e "meditazione" e viene proposta una pratica quotidiana attraverso un insegnamento condiviso. In un'epoca in cui la meditazione è spesso ridotta a moda o tecnica di benessere, e in un mondo in cui, quando si parla di "meditazione", subito si pensa a qualche pratica orientale, è fondamentale riscoprirne le radici autentiche, che sono cristiane. Questo libro offre una guida per ritornare alla meditazione cristiana, recuperando le nostre radici spirituali e preservando la ricchezza di una tradizione che rischia di essere dimenticata, in un mondo sempre più lontano dalla bellezza del patrimonio spirituale cristiano.
Questo libro cerca di amplificare la voce di un Angelo ascoltata in sogno da un giovane discendente del Re Davide. Per Giuseppe, figlio di Giacobbe - come per Francesco di Pietro di Bernardone o per Giovanni Bosco e vari altri - obbedire a quel sogno ha significato entrare nella grandezza e divenire affidatari di una storia meravigliosa. Prendendo come esempio il papà terreno di Gesù, il volume propone un cammino per apprendere a non sprecare la bellezza, per aprirsi ad accogliere la grazia, per custodire ciò che è prezioso e nutrire ciò che salva. Alla scuola di un uomo tanto solido quanto umile, tanto forte quanto docile, possiamo imparare l'arte della custodia della vita, quella altrui e quella propria, quella naturale come quella dello Spirito. Egli è quel padre che manca a questa generazione e che dobbiamo riscoprire e ridiventare. Un percorso utile a chiunque, uomo o donna, voglia apprendere l'arte di accogliere e vivere le cose grandi che gli sono riservate.
Intossicati come siamo da luoghi comuni buonisti, da surrogati e caricature di sentimenti, non sappiamo più cosa sia veramente la misericordia. Troppo spesso la confondiamo con un generico sentimento di pietà, perdono o accoglienza in balìa dei nostri umori. Ma la misericordia, come ben dimostra questo libro in cui c'è molta Parola di Dio e tanta umanità, è ben altra cosa. È un atto, un'opera, una sapienza, una cura, il frutto di una relazione con l'altro. Non sorge dall'uomo ma dalla relazione con Dio, è un'opera di Dio nell'uomo. Soffermandosi sulle singole opere di misericordia spirituale, inseparabili da quelle corporali, don Fabio ci aiuta a capire come non si può vivere senza misericordia, perché la felicità più profonda, nella vita, è prendersi cura di qualcuno. Solo l'amore vero dà la felicità vera. Come ebbe a dire san Massimiliano Kolbe prima di essere ucciso ad Auschwitz, «Solo l'amore crea!», solo l'amore dà forma meravigliosa a tutto ciò che compiamo. Le nostre opere possono essere anche piccole, ma se nascono da Dio salvano il mondo, perché gli danno sapore.
Nei tanti momenti difficili che la vita ci riserva può capitare di essere sopraffatti da ansia, paure, pensieri e stati d'animo negativi. Come custodire, in queste situazioni, la pace del cuore, la passione, l'entusiasmo? Diversi anni fa Chiara Amirante ha elaborato un percorso interiore per i ragazzi accolti nella sua Comunità, giovani segnati da ferite in apparenza insanabili che sono stati aiutati a riconciliarsi con le loro storie e a riconoscere dentro di sé il bisogno fondamentale di amare e di essere amati. Sono nati così i corsi di Spiritherapy, incontri di conoscenza di sé sulla guarigione del cuore e l'arte di amare, che hanno permesso a migliaia di persone di scoprire le potenzialità immense racchiuse nello spirito e di svilupparle per costruire relazioni autentiche e appaganti e vivere in pienezza. Questo libro è il primo di una serie che seguirà tutte le tappe dell'itinerario per rafforzarsi interiormente. Vi si possono trovare molti suggerimenti, riflessioni ed esercizi per agire concretamente sulle proprie ferite interiori e migliorare in tutti gli ambiti più significativi della vita: la consapevolezza, l'affettività, la gestione delle emozioni, le scelte, il dialogo con gli altri. Un compagno di strada per chi vuole intraprendere un cammino di spiritualità, una guida amichevole che invita a impegnarsi per portare alla luce la meraviglia stupenda che siamo, la scintilla divina impressa nel nostro spirito che aspetta solo di essere liberata per risplendere in tutta la sua bellezza.
Il dono della fedeltà e la gioia della perseveranza. Manete in dilectione mea.
L' intento di questo nuovo documento è di «elaborare e proporre alcune indicazioni o linee di intervento preventivo e di accompagnamento» (n. 3). Contestualmente, di fornire agli interessati le normative codiciali e della prassi dicasteriale in ordine alle regole da rispettare in tali frangenti.
Su un tema così delicato come la decisione di uscire dalla vita consacrata sono necessari sia uno sguardo attento come un ascolto sincero. Il discernimento dell’interessato, dell’accompagnatore e delle comunità diventa l’invito più insistito. «Prospettare il momento dell’uscita come percorso di accompagnamento vocazionale vuol dire lavorare assieme per un discernimento che continua ad avere senso anche e soprattutto nei momenti più delicati e importanti della vita, in una prospettiva di inclusione, nel rispetto delle diversità delle scelte del fratello e della sorella» (n. 46).
Liberamente si è entrati e liberamente si può uscire, ma la serietà e coerenza vale nell’un senso come nell’altro, vale per il singolo e per la famiglia religiosa. E le regole, come la giusta pretesa del popolo di Dio, ce lo ricordano. Non si può accettare acriticamente l’assenso «del tutto empatico e comprensivo (del nostro contesto sociale) nei confronti di persone che rompono legami di vita assunti in forma irrevocabile» (n. 57).
«Oggi di fronte al venir meno della perseveranza di tanti fratelli e sorelle che con generosità avevano intrapreso la via della sequela, possiamo diventare giudici severi, mettendo in rilievo difetti e fragilità che non sono stati affrontati nella maniera giusta, per cause personali, istituzionali o di responsabilità collettive. Chi abbandona deve porsi serie domande sul perché sia venuta meno la propria scelta vocazionale, e chi resta, sulla coerenza del suo rimanere e su eventuali implicazioni nelle cause di allontanamento e raffreddamento della perseveranza di chi se n’è andato. Siamo tutti reciprocamente responsabili e custodi dei nostri fratelli e sorelle, specie di quelli più deboli, perché siano “radunati in Cristo come una sola peculiare famiglia” e i legami di fraternità devono essere coltivati con lealtà in modo da creare per tutti un aiuto reciproco nel realizzare la vocazione propria di ciascuno» (n. 99).
«Non ho cercato di scrivere un riassunto della fede cristiana. Abbiamo già a disposizione il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio, due strumenti insostituibili per l'insegnamento e lo studio dell'intera dottrina rivelata da Cristo e predicata dalla Chiesa. Questo libro è un catechismo della vita interiore. Intende indicare gli strumenti principali per penetrare nella vita spirituale; possiede un intento pratico, non accademico. Al tempo dei Padri della Chiesa, grandi catechesi accompagnavano i catecumeni durante la Quaresima per consentire loro di comprendere come il battesimo, che erano in procinto di ricevere, avrebbe cambiato loro la vita. Il presente catechismo, strutturato intorno ai sacramenti, alla preghiera, all'ascesi, alla liturgia, ha la stessa finalità: far sì che ciascuno prenda coscienza che il proprio battesimo è l'inizio di una grande conversione, di un grande ritorno al Padre». Per restituire a Dio il suo posto nella nostra vita e nella vita della Chiesa, il cardinale Robert Sarah non propone altra strada che quella del Vangelo: i sette sacramenti attraverso i quali Cristo ci tocca oggi costituiscono la cornice di questo straordinario itinerario spirituale segnato dall'autenticità e dalla forza missionaria.
Il calendario Cinque Pani d'Orzo è uno strumento semplice ma ricco che può aiutare a vivere più serenamente la giornata. È la proposta di una breve riflessione che può donare un po' di luce e speranza a chiunque lo utilizzi. È anche un regalo per sé o per gli altri, per farsi ricordare tutto l'anno. Il calendario è un modo per far giungere la Parola di Dio ad amici, parenti o colleghi.
Questo libro si propone di insegnare a pregare per le persone che in qualche modo sono legar a noi tramite vincoli familiari o affettivi o con semplici legami di amicizia e con i quali è difficile relazionarsi come ad esempio: bambini ribelli, iperattivi, tossicodipendenti, alcolisti, persone autistiche, persone affette da malattie terminali, autoimmuni o incurabili, perone in coma, malati mentali o persone che hanno bisogno di conversione. Si può pregare per coloro che sono vicini o lontani, non importa la distanza.
Un evento editoriale: l'edizione integrale, arricchita da un esauriente commento, del celebre diario di Etty Hillesum.
Questo piccolo libro di don Epicoco è un invito a ritrovare nei brevi tempi delle nostre povere giornate uno spazio per fare, ogni tanto, una "sosta", un tempo di preghiera, di lettura della Parola e di approfondimento. Le proposte sono quelle di "cinque soste", cui il lettore è invitato, per prendersi una pausa dal mondo e recuperare l'intimità con Dio, che è figlia di un'intimità sempre da ricordare nei confronti di se stessi.
Molti si lamentano perché Dio non si manifesta dall'alto dei Cieli, ma in realtà non è che Dio taccia, spesso siamo noi a essere, o voler essere, sordi e ciechi. In effetti, la vita di ciascuno di noi è costellata di quelle che chiamiamo "coincidenze" e che, in verità, sono spesso segni - che occorre riconoscere - della presenza di un Dio che veglia sulle sue creature. Ciascuno, poi, ha vissuto eventi per i quali dovremmo parlare di "piccoli miracoli" o, almeno, di "misteri", ma che poi dimentichiamo, dopo un primo momento di sorpresa. In realtà, nonostante ogni progresso della scienza, siamo immersi nell'enigma e ben poco sappiamo davvero su noi stessi e sul nostro destino. In questo libro, Vittorio Messori ha il coraggio di uscire allo scoperto e racconta i suoi "misteri quotidiani", i "segni" misteriosi da lui vissuti, alcuni dei quali davvero impressionanti. A differenza di molti, però, Messori ha compreso che questi eventi non sono altro che cenni dal Cielo che vanno riconosciuti senza timore di essere scambiati per visionari.
La guarigione dell'albero genealogico o intergenerazionale è una opportunità offerta ai cristiani per riconoscere e guarire le influenze familiari che ci vengono dal passato e che hanno ripercussioni anche nel futuro. La guarigione intergenerazionale ci induce a pensare alla possibilità che le azioni e gli avvenimenti negativi dei nostri antenati possano, in qualche modo, introdursi nella nostra trasmissione genetica e causare sofferenza nelle generazioni future. Compito della guarigione intergenerazionale è interrompere la connessione esistente con le origini dolorose. Consiglio al lettore di porsi serenamente davanti al Signore chiedendo di rivelare la Sua verità circa la guarigione intergenerazionale.
Ci sono poi le maledizioni generazionali. [...] Si sciolgono attraverso l'Eucaristia, le celebrazioni eucaristiche. Le Messe di guarigione genealogica sono Messe in suffragio delle anime degli antenati. Questo atto di carità verso i nostri antenati giova molto a noi e rientra nel mistero di solidarietà. Perché la celebrazione eucaristica ha una forza potente di scioglimento delle maledizioni, sia generazionali, sia locali, sia anche personali.
Padre Francesco BAMONTE (esorcista):
L'eredità medianica: Come c’è tra i fedeli una comunione alle cose sante, ai beni spirituali e una comunicazione del bene gli uni agli altri, allo stesso modo ci sarebbe una partecipazione, quasi una ripercussione, dei danni spirituali degli uni agli altri, particolarmente di quelli a cui eravamo legati più strettamente nel nostro albero genealogico, come genitori, nonni, bisnonni, zii, ecc.; per cui, anche se non siamo responsabili dei loro peccati, è bene chiedere perdono a Dio, oltre che dei nostri, anche dei loro peccati, e pregare perché essi e noi abbiamo “pace in Dio” e perché ogni influsso negativo del passato che permane nel presente sia annullato, dal momento che i peccati del passato permangono come tentazione nell’oggi. […]