Nella storia del pensiero la figura di Roscellino di Compiègne (1050-1125 ca.) è avvolta dall'oscurità. Ora censurato come eretico, in seguito alla condanna del 1092 a Soissons, ora celebrato come l'antesignano di una vera e propria 'rivoluzione copernicana', il profilo che ne risulta in modo prevalente unendo le testimonianze della sua vicenda biografica e intellettuale, per quanto fondato su più testimonianze (tutte più o meno apertamente ostili) è quello di un logico irriverente e, dunque, di un teologo perseverante nei suoi errori. Una ricostruzione del pensiero del canonico medievale, condotta, per una vicissitudine storiografica singolare, su una rinnovata analisi dell'unica fonte diretta a nostra disposizione (la sua Epistola ad Abaelardum) e sull'interpretazione di notizie 'di parte', faziosamente riportate dai suoi avversari, permette di reinterpretarne la figura storica e intellettuale nella prospettiva di una giusta distribuzione di luci e ombre. A un riesame complessivo emerge una personalità filosofica coerente che spinge al paradosso il suo pensiero solo per poter restituire la contraddittorietà di un tempo della storia - in cui la filosofia ha il compito di cercare, pur avendo già trovato - di cui Roscellino è certamente il più frainteso interprete.
Come si spiega il fatto che quando facciamo esperienza di Dio, quando lo sentiamo vivo in noi, tutto il resto non conta più, e anche le cose più nobili, lo studio stesso diventa spezzatura? Il mondo visibile, così bello ed espressivo, appariva a Charles meno reale di quello invisibile. Che velo e quale tenda è questo mondo dei sensi! Bello, ma sempre un velo. Questo mondo appare ai nostri occhi come un velo vano, che, malgrado i suoi molteplici colori, non può nasconderci la visione di ciò che sta dietro. Noi cominciamo a poco a poco a percepire che non ci sono che due esseri in tutto il creato: la nostra anima e Dio che l'ha creata. (Da Charles Stephen Dessain, John Henry Newman, a cura di B. Picascia, nell'Anno della Fede 2013).
Nella storia dell'Italia cattolica del Novecento, Evasio Colli - per una breve stagione vescovo di Acireale e dal 1932, per oltre un quarantennio, vescovo di Parma - è stato una delle più autorevoli figure dell'episcopato italiano preconciliare, qui per la prima volta oggetto di una compiuta biografia. Grazie a un'ampia bibliografia, frutto di un attento scavo di fonti archivistiche e memoralistiche, emerge un ritratto a tutto tondo, con le sue luci e le sue ombre, tratteggiato con la libertà di espressione consentita dai cinquant'anni e oltre che ci separano dalla morte del presule.
Dove va, la Chiesa? Per tentare una risposta, questo libro parte da sessant'anni fa, da quella svolta decisiva che fu per il cattolicesimo il concilio Vaticano II. Sessant'anni da quando l'autore, giovanissimo, venne mandato dall'agenzia Ansa in Vaticano. Da allora, giorno dopo giorno, ha seguito la traiettoria della Chiesa nel passaggio di millennio. Sei papi, e gli ultimi tre non italiani. Una religiosità che cambiava, si rinnovava, esprimendosi in un nuovo modo di intendere e vivere il Vangelo; ma anche crisi profonde, divisioni, scandali. Una Chiesa tornata ad essere compagna di viaggio dell'umanità, a condividerne speranze, conquiste, ma anche sconfitte, continui sconvolgimenti. Muri che cadevano, ideologie che fallivano, ma restavano le povertà, le ingiustizie, restava una società che sembrava escludere Dio dalla quotidianità. E, nel raccontare la storia della Chiesa, l'autore ha aggiunto la sua testimonianza personale, i suoi rapporti con i Papi e diversi episodi inediti. Ma, proprio sul finire, il libro si è incrociato con l'esplosione di una tragedia che ha sconvolto l'intero pianeta e, per certi aspetti, la Chiesa stessa. Eppure, proprio da come molte persone hanno reagito alla pandemia, proprio dall'inquietudine che le ha riportate a guardarsi dentro, a riascoltare quella voce interiore, s'è avvertito che si stava in qualche modo ricomponendo l'antica scandalosa frattura tra fede e vita. Come dire che, la rivoluzione avviata sessant'anni fa dal Concilio, cominciava finalmente a dare i suoi frutti: e non tanto nelle mille riforme canoniche o istituzionali, ma all'interno delle coscienze.
Il libro è diviso in due sezioni. La prima presenta le figure di alcuni santi giovani di tutte le epoche dell'era cristiana e della storia della Chiesa: sono tra i santi più venerati nelle nostre comunità parrocchiali e cittadine. Vengono presentati come modelli di vitae di fede, di civiltà e di santità, di solidarietà e di carità. La seconda parte presentale biografie di giovani del "nostro tempo", alcuni contemporanei, che hanno vissuto le stesse situazioni dei giovani d'oggi, nelle quali hanno incontrato, seguito e amato Dio, oltre ad aver servito con gioia i fratelli. La loro morte prematura ha fatto risplendere l'alone di santità che li rivestiva e gli stessi amici hanno parlato di loro ammirandoli e riconoscendoli come modelli di vita, a volte invocandoli come intercessori di ogni benedizione.
Questo volume è già stato pubblicato, oltre vent’anni fa. Ora l’autrice ne ripropone una nuova edizione. Si tratta di un testo di fondamentale importanza per conoscere la spiritualità trappista del monastero di Vitorchiano e quella delle sue numerose fondazioni, sparse in tutto il mondo. Ma ogni comunità monastica religiosa, a qualunque Ordine appartenga, può trovare tra le pagine di questo testo i fondamenti della spiritualità monastica. Il vero corpo del libro, di cui la prima parte storica è solo un’introduzione, è costituito da sei capitoli che enucleano sei punti al cuore della pedagogia viva: la visione ecclesiale; il cammino della conversione; l’educazione all’amore; la missionarietà; l’esperienza delle fondazioni; il cammino della figliolanza. «Può esistere una conclusione nella ricerca di una pedagogia? La pedagogia è ricerca continua e continua evoluzione che accompagna l’uomo nel suo divenire e nella sua storia. Ciò su cui abbiamo riflettuto insieme è il lento cammino di una comunità che vuole trasmettere quanto ha vissuto ad altre generazioni, che continueranno ad elaborarlo nella fedeltà alla grazia della vocazione ricevuta» (dall’Epilogo del volume).
L’autrice
È nata a Genova nel 1925. Determinante per la sua formazione e per la sua passione ecclesiale fu l’impegno in Azione Cattolica negli anni ’50. Entrata nel monastero trappista di Vitorchiano nel 1958, badessa nel 1964, ha guidato la comunità per ventiquattro anni e ha dato vita a cinque fondazioni in diversi continenti.
L’instancabile tensione pedagogica, l’accoglienza delle generazioni che si susseguono nella ricerca di Dio e del senso della propria esistenza, una indomabile fiducia nell’uomo sono le coordinate dell’esperienza monastica trasmessa alla sua comunità e che si riflette nei suoi scritti. Dal 1991 al 2002 è stata badessa nel monastero fondato da Vitorchiano a Humocaro in Venezuela, dove attualmente vive.
Ricostruzione della vicenda dei martiri di Pariacoto, Perù 1991: l'uccisione di Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski, frati conventuali polacchi di 33 e 31 anni, missionari a Pariacoto, sulle Ande peruviane. A distanza di vent'anni dall'eccidio ne parla l'unico superstite, che con loro ha condiviso gli anni della formazione e della missione. Introduz. Di Ugo Sartorio.
Sommario- Presentazione- Tavola delle abbreviazioni- T. Faitini - F. Ghia, Un profilo storico-concettuale della parrhesia politica: Sezione I - Parrhesia e politica- G.L. Prato, Dimensioni socio-religiose della parrhesia giudaica nella tradizione linguistica dei testi biblici- Scheda: Principali occorrenze del termine parrhesia nel Nuovo Testamento- A. Colli, "Non in proverbiis sed palam". La parrhesia di Cristo nel commento al Vangelo di Giovanni di Tommaso d'Aquino- D. Fedele, Il parresiasta punito, ossia Momus di Leon Battista Alberti- L. Cebolla Sanahuja, Kant y el ¡sapere aude! La verdad ilegal y su relación con la acción política - M. Mariani, "Non più servitori muti di dèi muti". La parrhesia in Hans Urs von Balthasar e Karl Rahner- D. Spini, Riflessioni su verità, politica e democrazia a partire da Hannah Arendt- S. Chignola, Il coraggio della verità: Michel Foucault. Sezione II - La "Licenza di Naaman il Siro"- Testo: 2Re 5- Testo: T. Hobbes, Da Leviatano, cap. XLIIG.L. Prato, Il racconto di 2Re 5 (la "conversione" di Naaman il Siro) nel suo contesto letterario e storico-religioso (e in riferimento remoto a Hobbes, Leviatano XLII 11)- R. Meynet, La "licence" du lépreux dans les evangilesL.F. Pizzolato, L'imbarazzo del cristianesimo antico di fronte alla "Licenza di Naaman"- M. Perrone, La "Licenza di Naaman il Siro" (4Re 5,18-19) nel contesto della tradizione esegetica del Medioevo latino- M. Campanini - F. Forte, La dimensione pubblica della religione in al-Ghaz...