Lettera Apostolica in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri. L'introduzione che mette in luce il legame tra Dante e il mondo francescano è scritta da fra Carlos Trovarelli, ministro generale dei francescani conventuali. A conclusione un saggio della studiosa Anna Maria Chiavacci intitolato "Il Francesco di Dante".
Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Giulio Ferroni compie un vero e proprio viaggio all'interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. L'incontro con tanta bellezza, palese o nascosta, nelle città come in provincia, e insieme con tanti segni della violenza del passato e dei guasti del presente, è un modo per rileggere la parola di Dante in dialogo con l'attualità, ma anche per ritrovare in questi luoghi una ricchezza, storica e letteraria, che spesso fatichiamo a riconoscere anche là dove ci troviamo a vivere. Da nord a sud, dalla cerchia alpina alla punta estrema della Sicilia, da Firenze al Monferrato, da Montaperti a Verona, da Siena a Roma, Ravenna, Brindisi, si seguono con Dante i diversi volti di questo paese "dove 'l sì suona", "serva Italia", "bel paese", "giardin dell'impero": un percorso attraverso la storia, l'arte, la cultura, con quanto di essa luminosamente resiste e con ciò che la consuma e la insidia; ma anche un viaggio che riesce a restituirci, pur tra le fuggevoli immagini di uno smarrito presente, la profondità sempre nuova della nostra memoria.
Nell'era dell'effetto Dunning-Kruger, quella distorsione per cui chi meno sa più crede di sapere, è bello scoprire che invece ci sono stati casi - e tanti - in cui sapere, ricordare ha fatto letteralmente la differenza tra vivere o morire, tra fortuna e miseria, tra resistenza e disperazione. E non il conoscere pratiche estreme di sopravvivenza, ma il fatto di riportare alla mente il brano di un grande classico imparato a memoria ai tempi della scuola, di sapere dove posare le dita davanti a uno strumento musicale, di riuscire a interpretare un dipinto o una scultura, di comprendere un'opera teatrale. Il fatto di avere un piccolo ma solido bagaglio di cultura. Sì, cultura. Enrico Castelli tutti i giorni deve trovare il modo per convincere i suoi ragazzi che sapere serve. E quando loro sbuffano alla richiesta di imparare qualche verso di Dante a memoria, racconta loro la storia di un uomo che grazie a quelle terzine è sopravvissuto al campo di concentramento.
Franco Nembrini da anni, tiene per tutta l'Italia un ciclo di lezioni su Dante e la Commedia. Alla fine di uno di questi incontri, a Roma, Nembrini è stato avvicinato da un ragazzo che gli ha detto che le sue parole gli avevano cambiato la vita. Poco dopo Nembrini ha scoperto che il ragazzo era Gabriele Dell'Otto, uno dei più importanti disegnatori del mondo, artista di punta delle due grandi casi editrici americane di supereroi, Marvel e DC. È nato così un progetto che è anche un sogno. Rivestire la Divina Commedia per portarla al grande pubblico, nel millennio che è appena iniziato. Dopo l'introduzione di Alessandro D'Avenia, Nembrini illustra tutta l'opera, e poi i singoli canti dell'Inferno. Ogni canto ha un'introduzione alla lettura scritta da Nembrini, il testo originale di Dante e, a fronte, una parafrasi in italiano contemporaneo curata dagli studiosi dell'associazione "Cento Canti" per permettere la lettura a tutti, e una riproduzione delle meravigliose tavole di Gabriele Dell'Otto che illustrano il contenuto del canto. Un grande progetto, che continuerà, ovviamente, con Purgatorio e Paradiso.
Cos'è davvero la «Divina Commedia»? Non certo un polveroso tomo o una mera reminiscenza scolastica. Il poema immortale di Dante è ben altro: una «strepitosa storia d'amore», piuttosto, un'«esplosione di entusiasmo per Dio» e, soprattutto, il resoconto memorabile del viaggio più estremo e drammatico che un essere umano possa compiere. Un capolavoro che per la sua capacità di comunicare la potenza della fede cristiana e di parlare a ogni generazione, dovrebbe essere lettura indispensabile per noi cittadini spaventati di questo cupo XXI secolo, inghiottiti dal buio interiore della selva oscura in cui tutti, prima o poi, ci troviamo a vagare. Questa originale "traduzione" dell'«Inferno» - che qui rivive fedelmente in prosa e con le parole dell'italiano corrente - mostra l'impressionante contemporaneità dei temi e dei personaggi danteschi. Già la condizione iniziale del protagonista non può che stupire. È così moderna, così immediata per noi: l'angoscia, lo smarrimento, la solitudine, il sentirsi "gettati" nel mondo, la paura, la disperazione, il fallimento, il sentirsi braccati. Un'esperienza sbalorditiva in cui riconoscersi: perché il viaggio di Dante non è semplicemente grandiosa immaginazione, ma visione, testimonianza, esperienza. È un vero e proprio cammino di conversione, e il passo iniziale è costituito precisamente dal guardare in faccia il male. Se la modernità ha solo creduto di capire Dante, e in realtà non l'ha capito affatto, è perché ha creduto di conoscere il cattolicesimo. Dobbiamo avvicinarci all'«Inferno» con la stessa curiosità che si avrebbe per un poema riportato alla luce dalle ricerche su una civiltà perduta. Solo così la «Commedia», che è anche il racconto della risalita dall'abisso, fino a «rivedere le stelle», saprà rivelarci tutta la meraviglia del suo percorso di salvazione.
Franco Nembrini è un professore di liceo che con le sue lezioni di letteratura riempie i teatri, le parrocchie e i centri culturali di tutt'Italia - e anche fuori d'Italia: ha girato il mondo dalla Siberia al Brasile - trascinando giovani e adulti alla scoperta dell'opera che, a suo dire, riesce a tirar fuori le domande più profonde e più vere dell'uomo: la "Divina commedia". Con questo libro, che ripercorre la fortunata trasmissione televisiva da lui condotta su TV2000, Nembrini si inserisce in una gloriosa tradizione che, a partire da Vittorio Sermonti e Roberto Benigni, sottrae Dante al chiuso delle accademie per restituirne un'interpretazione popolare e attraente, permettendo così a noi lettori, grazie alla sua guida nell'immortale viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, di riscoprire ancora una volta il fascino senza tempo del più bel libro che sia mai stato scritto.
Ausente de los planes de estudios escolares, la Divina Comedia remite en España a un puñado de referencias genéricas, tales como el uso del adjetivo «dantesco» para indicar algo espantoso y terrible, sin que se conozca realmente sus contenidos. En la patria de Dante se estudian, en cambio, durante tres cursos de enseñanza superior respectivamente el Infierno, el Purgatorio y el Paraíso, pero permanece la idea de que se trata de un texto de difícil comprensión, accesible únicamente a los eruditos.
Contrariamente a esto, esta obra maestra de la literatura universal se creó para que la leyera el pueblo. Así lo muestra la historia del presente libro, que nace de las conversaciones del autor, primero con sus hijos -a petición propia- y los amigos de éstos, llegando a juntarse unos doscientos, después con un grupo de amas de casa y, por último, con miles de chicos y adultos en toda Italia. De este trabajo surge la asociación Centocanti, una especie de Comedia viviente.
Dante no es un autor reservado a unos pocos elegidos, sino «uno de nosotros». Un descubrimiento que el autor del libro hizo con doce años, mientras cargaba cajas de botellas por las escaleras de una bodega, fulminado por el verso: «Tú probarás qué duro camino es el de bajar y subir por las escaleras de los demás». Esa intuición le llevó al estudio apasionado de Dante, descubriendo el hilo que recorre su obra: el deseo, la búsqueda del Bien, de ese «amor que mueve el sol y las demás estrellas».
En estas fascinantes conversaciones se invita a emprender, en compañía de Dante, el viaje hacia «un bien en el cual el alma se complace» para vivir como hombres la aventura de la vida.
Franco Nembrini nació en Trescore Balneario (Bérgamo, Italia) en 1955, cuarto de una familia de diez hijos. Ha sido profesor de enseñanza secundaria de Lengua y Literatura italiana y de Historia. Tras licenciarse en Pedagogía en la Universidad Católica de Milán en 1982, fue uno de los promotores de la escuela La Traccia de Calcinate, a pocos kilómetros de Bérgamo, de la que ha sido director hasta 2015. Presidente de la Federazione Opere Educative (FOE) desde 1999 hasta 2006, ha formado parte del Consejo nacional de enseñanza católica, de la Consulta nacional de pastoral escolar de la Conferencia Episcopal Italiana y de la Comisión para la paridad escolar del Ministerio de educación italiano. Ha publicado con Encuentro, en el año 2013, El arte de educar. De padres a hijos y en 2014 Dante, poeta del deseo. Infierno. Actualmente realiza para el Canal de televisión italiano Tv2000, coincidiendo con el Año de la Misericordia, un programa semanal titulado Nel mezzo del cammin sobre la Divina Comedia.
Cento canti di altissima poesia: la "Divina Commedia" è il capolavoro della letteratura italiana, l'opera immortale del nostro sommo poeta, commentata in questa edizione - che riproduce il testo critico secondo l'ultima vulgata stabilita da Giorgio Petrocchi. Il primo a definire "divina" la "Commedia" di Dante fu Boccaccio; il titolo "Divina Commedia" risulta per la prima volta in una edizione del 1555. Il senso del viaggio dantesco nell'Oltretomba può essere rintracciato nella discussa "Epistola" a Cangrande della Scala - al quale l'autore dedica il "Paradiso" - in cui Dante spiega di aver voluto mostrare agli uomini che l'unico modo per elevarsi dalla loro condizione di peccatori e per conquistare la verità e la salvezza è quello di affidarsi al retto uso della ragione. Introduzione di Italo Borzi.
Dante e Beatrice sono finalmente giunti in Paradiso.
Dalla Luna all’Empireo, passando attraverso i pianeti e le stelle, Dante contempla estasiato lo splendore e la gioia che emanano i beati.
Di cielo in cielo la luce s’intensifica sempre più fino ad arrivare all’Empireo dove Beatrice scompare per lasciare il posto a San Bernardo, che accompagna Dante verso l’immenso ed eterno regno di Dio.
Dalla stessa collana: Dante per Gioco: il Purgatorio – Dante per Gioco: l’inferno
Dopo aver attraversato la voragine infernale, Dante, accompagnato da Virgilio, si appresta a scalare la montagna del Purgatorio. In questo regno, diviso in sette cornici, corrispondenti ai sette vizi capitali, gli spiriti devono espiare le proprie colpe di poter ascendere al Paradiso. La cantica si apre con l'Antipurgatorio e termina con l'arrivo in Paradiso ed il tanto atteso incontro di Dante con l'amata Beatrice.
Dalla Divina Commedia di Dante Alighieri: l’Inferno!
La semplicità nella narrazione, alleggerita dalle parti filosofiche e storiche e le divertenti e vivaci illustrazioni intendono offrire un primo approccio alla comprensione della ricchezza culturale ed umana contenuta nel poema dantesco.
Libro adatto a chi vuole spiegare La divina Commedia ai bambini della scuola primaria.
Dalla stessa collana: Dante per Gioco: il Purgatorio – Dante per Gioco: il Paradiso
Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265.
Partecipa attivamente alla vita politica della città dal 1301, a causa dei conflitti tra guelfi e ghibellini, viene condannato a due anni di esilio. Nel 1307 inizia l’opera fondamentale della sua vita, la Divina Commedia, un grandioso poema che descrive il cammino di Dante nei regni dell’aldilà sotto la guida prima di Virgilio, poi di Beatrice e infine di San Bernardo.