Nel XX secolo abbiamo assistito ad una grande fioritura teologica che ha posto interrogativi pungenti alla cosiddetta "società secolare"; al medesimo tempo, la distruzione prodotta dai totalitarismi occidentali ha costretto il pensiero a rivedere molte istanze epistemologiche consolidate da secoli. L'esistenzialismo barthiano, il cristianesimo non religioso di Bonhoeffer e la critica del sacrificio in Girard aprono vie ancora inesplorate per guardare noi stessi e la realtà del mondo alla luce dell'evento di Gesù Cristo morto e risorto.
Atti del convegno tenuto il 26 e 27 febbraio 2009 dalle facoltà di teologia e filosofia della Pontificia Università della S. Croce. Non un convegno celebrativo del testo dell'enciclica ma piuttosto un'applicazione del desiderio di collaborazione auspicato da Giovanni Paolo II. 'La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità'. Così recita l'incipit della Fides et ratio, consegnata al mondo da Giovanni Paolo II il 14 settembre 1998. Dopo oltre dieci anni di distanza le vie percorse sono innumerevoli e la contemplazione della verità attraverso la fede e la ragione apre nuovi orizzoni ancora più vasti.
L'amore, il dono e la giustizia sono nozioni spesso usate e abusate nel linguaggio ordinario. Ma anche nel pensiero critico, teologico e filosofico, non è facile giungere a un loro chiarimento teorico. Il testo che presentiamo propone di approfondire le nozioni di amore e di giustizia, a partire dalla riflessione, filosofica e biblica, di Paul Ricoeur. Ma in quest'opera il suo pensiero sarà lo spunto per elaborare anche una riflessione sulle questioni fondamentali in esso implicate. Quale contributo dà la riflessione di Ricoeur a tali interrogativi? Quale significato ha l'idea di amore, intesa da lui nel senso teologico e meta-etico di agape, non riducibile ad un comandamento? Quale rapporto ha l'agape teologica, all'interno di una economia del dono gratuito, con l'esperienza umana che si caratterizza come esperienza 'morale'? Quale è il nesso tra la giustizia del politico, la vita buona dell'etico e il teologico dell'agape?
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno tenutosi presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma dal 3 al 5 dicembre 2010, organizzato dalla Facoltà di Filosofia dell’UPS in collaborazione con il Movimento FAC (Fraterno Aiuto Cristiano), l’Associazione “Nuova Costruttività” e il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), con il supporto di SRI Group. Nell’occasione, grazie alla partecipazione di eminenti e qualificati rappresentanti del mondo ecclesiale ed istituzionale, culturale, accademico ed imprenditoriale, sia nazionale che internazionale, si è inteso approfondire – anche nei suoi aspetti metafisici, antropologici ed etici – il tema dei modelli di sviluppo economico, in vista dell’individuazione di elementi utili per affrontare il persistente momento di “crisi”, di cui gli elementi di carattere specificamente finanziario non sono che una delle manifestazioni. I contenuti della Lettera enciclica di Papa Benedetto XVI, Caritas in veritate, hanno ispirato esplicitamente vari interventi, volti a raccogliere l’auspicio ad «un nuovo slancio del pensiero per comprendere meglio le implicazioni del nostro essere una famiglia; l’interazione tra i popoli del pianeta ci sollecita a questo slancio, affinché l’integrazione avvenga nel segno della solidarietà piuttosto che della marginalizzazione».
La teologia e la filosofia hanno qualcosa da dire e da dare, e magari anche qualcosa da imparare o su cui riflettere, dal mondo dell’economia e della finanza? La “crisi” in corso non è nel contempo rivelatrice di un’esigenza più profonda, di un’opportunità nuova per una svolta verso una direzione più solidale e fraterna, e per questo più profondamente umana, e più sostenibile per e da tutti, segnata anche da un vero cambiamento di atteggiamenti e di stili di vita? Come “costruire” verso questa direzione?
Il volume, specie nella sua terza parte, si confronta con le prospettive del pensiero realistico-dinamico del teologo e filosofo salesiano Tommaso Demaria (Vezza d’Alba 1908 - Torino 1996), che a partire dalla tradizione filosofica realista, ed in dichiarata fedeltà ad essa, ha inteso offrire un significativo contributo di pensiero, in parte ancora inesplorato, a proposito della “metafisica della realtà storica”, interessandosi delle realtà sociali complesse e dinamiche – iniziando dall’impresa industriale –, della relazione tra individuo e gruppo di appartenenza, del rapporto tra natura e storia, della soggettività personale ed ecclesiale. Una proposta che, a quindici anni dalla morte dell’autore, presenta degli spunti preziosi ed attuali per l’elaborazione di una prospettiva di pensiero “sapienziale” che nel contesto dell’odierna società secolarizzata e globalizzata si impegni per quell’“allargamento degli orizzonti della razionalità” così caro al magistero di Papa Benedetto XVI.
Contributi di: Marcello Allasia, Donato Bagnardi, Tarcisio Bertone, Diego Bona, Danilo Broggi, Luigino Bruni, Massimo Caputi, Carola Carazzone, Pascual Chávez Villanueva, Luca Cipriani, Ivo Coelho, Stefano Curci, Piero Damosso, Antonio Fazio, Stefano Fontana, Giulio Gallazzi, Joshtrom Kureethadam, Lorenzo Leuzzi, Enrico Luciani, Mauro Mantovani, Nicola Mele, Carlo Nanni, Daniele Pace, Giovanni Palmerio, Sabino Palumbieri, Oliviero Riggi, Piergiorgio Roggero, Roberto Roggero, Alessandra Smerilli, Giuseppe Tacconi, Mario Toso, Mario Vargas Saénz, Stefano Zamagni, Massimo Zortea.
Il cristianesimo è realmente il movimento storico di quanti scelgono il modo di vivere di Gesù? L'autore prova a rispondere a questa domanda evidenziando come possa esistere una Chiesa che non sia più un'istituzione religiosa perché, invece, è divenuta un seme di compiuta umanità. Se il guscio della religione si spezza, finalmente viene alla luce la fede autentica, una fede che non vive per se stessa, ma per divenire seme della nuova umanità incarnata da Gesù. Così la Chiesa, rinunciando a mettere in scena il cristianesimo come religione, giunge a vivere il cristianesimo come fioritura dell'umanità fraterna. Al di là della stessa critica alla religione, allora, occorre cogliere quali siano ogni giorno il profilo e il modo di agire delle comunità cristiane fedeli al Vangelo. Il libro vuole delineare la via per sperimentare insieme questo cammino di conversione.
Un vademecum che insegna metodi e pratiche di dialogo e presenta molte buone ragioni per cui è preferibile ricorrere al dialogo piuttosto che al conflitto e all'uso della violenza.