Quando padre Pio celebrava la Messa, il tempo si fermava per cedere il passo al Mistero. Il frate delle stigmate stava ore all’altare, dove riviveva misticamente la passione e la crocifissione di Gesù. Che cosa accadeva veramente durante quelle estasi interminabili? Che frutti portava nel mondo quella straordinaria celebrazione del Sacrificio divino?
Ma non sono solo questi gli interrogativi posti dalla sconvolgente vita terrena di padre Pio. Che cosa voleva dire quando confidò a un figlio spirituale: «La mia missione finirà quando sulla terra non si celebrerà più la Messa»? Quale era questa misteriosa missione affidatagli dal Cielo? È vero che la risposta si troverebbe in un dipinto quasi sconosciuto custodito in una chiesa di Campobasso?
Partendo da queste domande, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro hanno condotto un paziente lavoro di indagine che li ha portati in luoghi inattesi, fino all’archivio inesplorato di un figlio spirituale del santo. Hanno potuto così ricostruire uno degli aspetti meno conosciuti della vita di padre Pio: quello in cui il frate di Pietrelcina si è offerto come vittima sacrificale in opposizione all’inquietante disegno anticristico di distruggere la Messa.
L'Autore in queste poche pagine non vuole raccontare tutto il percorso di padre Pio prima di diventare sacerdote oppure raccontare la sua vita da presbitero a Pietralcina e successivamente a San Giovanni Rotondo, ma un brevissimo periodo della sua vita: dal 10 agosto al settembre di 100 anni fa cioè dal giorno della sua ordinazione sacerdotale a Benevento fino alle prime stimate a Piana Romana di Pietralcina, passando per il 14 agosto, giorno della celebrazione della sua prima messa in questo borgo del Sannio.
Padre Pio viveva di Eucarestia, nell’Eucarestia, per l’Eucarestia, l’Eucarestia era il suo tutto. Questo innamorato dell’Eucarestia è stato ben più che un contemplativo, è stato un mistico, anzi un estatico dell’Eucarestia. Mistico autentico ai livelli più alti, aveva raggiunto l’alta contemplazione infusa, intelletto, volontà e memoria erano in contatto con la divinità. L’altare era il nuovo Calvario, il luogo dove P. Pio si immolava. La prima pellegrina, in assoluto, che partiva dal cielo per assistere alla Messa di Padre Pio era proprio Maria.
Padre Pio, che, annientandosi, ha saputo attivare a sé per la salvezza dei fratelli l’Onnipotente e farlo operare nel suo ministero, è oggi modello, messaggio della forza dell’Eucarestia: con tutto se stesso chiama, invita ad andare, a vivere, a usufruire sempre dell’Eucarestia, che è rimedio assoluto, fondamentale, divino, per curare i mali gravissimi da cui siamo affetti.
Della vita di Padre Pio l’Autore prende in considerazione il periodo che va dal 1909 al 1916: sette anni che il santo passerà nella sua cittadina natale di Pietrelcina a causa di misteriose indisposizioni fisiche che si verificano ogni volta che il frate ritorna in comunità; viceversa, quando ritorna a Pietrelcina, in famiglia, guarisce in modo inaspettato, al punto che i suoi superiori decidono per una permanenza prolungata nella sua città natale. Padre Pio accoglie le disposizioni dei suoi Superiori e, già ormai sacerdote, collabora nella pastorale col parroco del posto.
In questi lunghi anni Padre Pio si tiene sempre in contatto con la sua comunità. Studia trattati di teologia dogmatica e morale, opere di spiritualità, specialmente di Teresa d’Avila e Giovanni della Croce. Tuttavia, è proprio in questi anni che si verificano nella vita del frate eventi particolari, incluso quello delle stimmate.
Alla fine ritornerà definitivamente nella comunità di San Giovanni Rotondo, a Foggia, dove resterà fino alla morte. Qui cominceranno le varie «persecuzioni» anche da parte della Chiesa che egli tanto amava come madre. Ma l’Autore qui chiude la sua narrazione.
Punti forti
Un periodo particolare della vita di Padre Pio: sette anni che passò “forzatamente” nella sua terra natale e che lo prepareranno alla futura missione tra la gente più disparata che accorrerà a lui.
Singolarità dei fenomeni mistici sperimentati da Padre Pio.
Destinatari
Tutti coloro che amano Padre Pio.
Quanti sono interessati ai fenomeni mistici.
Autori
Donato Calabrese, vive a Benevento dove è nato nel 1945. Diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Studi di Teologia all’Istituto di Scienze Religiose di Benevento. Volontario, ha operato per trent’anni nel «Centro Volontari della Sofferenza». Collaborazioni giornalistiche a varia testate, a radio e televisione per programmi religiosi.Attualmente, con alcuni collaboratori, ha creato una emittente televisiva. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni, tra cui Il Rosario delle Beatitudini per Paoline Editoriale Libri.
Uno studio di come Padre Pio abbia vissuto una vita incentrata sulla carità, di come egli abbia sopportato prove dolorose", passando attraverso la sofferenza e di come il santo cappuccino in tutto il suo soffrire fu sostenuto da una "Speranza certa". "
Un esame della Fede in Padre Pio esercitata attraverso la virtù dell'umiltà, le virtù cardinali e l'osservanza dei voti religiosi.
Un dono ai figli spirituali e devoti di Padre Pio, per rischiarare l'itinerario di vita spirituale ed umana tracciato dalla fede, dalla speranza, dalla carità, dall'obbedienza vissuta dal cappuccino del Gargano.
Un'opera che ricostruisce i mosaico meraviglioso della santità di Padre Pio. In coedizione con le Edizioni Casa Sollievo della Sofferenza.
Nell’indire l’anno sacerdotale Benedetto XVI ha proposto come modello Giovanni Maria Vianney. A nessuno, però, può sfuggire la consonanza di stile di vita e di pensiero tra il Curato d’Ars e Padre Pio. Per questo vengono qui proposte alcune lettere del santo di Pietrelcina sul ministero dei presbiteri.
Sono lettere vivificate dalla passione bruciante per il sacerdote, per il suo ministero, per la sua vicinanza a Gesù.Vanno al cuore del mistero cristiano e come tali sono d’interesse sia per i credenti sia per quanti desiderano comprendere la forza di irradiazione che ancora promana da Padre Pio.
Destinatari
Sacerdoti e l’ampio numero di devoti a Padre Pio.
Autore
Gianluigi Pasquale, cappuccino, dottore di ricerca in Teologia (Pontificia Università Gregoriana) e dottore di ricerca in Filosofia (Università degli Studi «Ca’ Foscari» di Venezia), è professore presso la Pontificia Università Lateranense di Roma e lo Studio Teologico affiliato «Laurentianum» di Venezia, di cui è anche preside.
Direttore della collana «I Mistici Francescani», per la San Paolo ha pubblicato Frate Francesco (2009) e, oltre al presente, ha curato altri sette volumi su Padre Pio, poi tradotti in undici lingue straniere: Padre Pio. Le mie stimmate (2002); Padre Pio. Vittima per consolare Gesù (2002); Padre Pio. Modello di vita spirituale (2003); Padre Pio. Nel segno di Francesco (2004); Padre Pio. Profeta obbediente (2005); Padre Pio. Maestro e guida dell’anima (2006); 365 giorni con Padre Pio (2007) e Padre Pio. San Paolo modello del vero cristiano (2008).
"Il cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l'espressione, si fusero. Non erano più due i cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso, come una goccia d'acqua che si smarrisce in un mare. Gesù n'era il Paradiso, il re. La gioia in me era sì intensa e profonda, che più non potrei contenere; le lacrime più deliziose mi inondarono il volto." Nel DVD le interviste ad alcuni frati che hanno conosciuto il santo e a don Francesco Castelli, il sacerdote che ha rinvenuto e recentemente pubblicato documenti finora sconosciuti su Padre Pio che offrono una nuova chiave di lettura della sua vicenda storica.
Fu il 20 settembre 1918, in uno sperduto convento del Gargano, che padre Pio da Pietrelcina vide iscriversi sul proprio corpo le cinque piaghe di Gesù. Non era un momento qualunque nella storia d'Italia. Alla carneficina della Grande Guerra si era aggiunta l'ecatombe dell'influenza spagnola. Perciò, il "crocifìsso vivo" venne investito da una smisurata offerta di preghiera e da un'accorata domanda di grazia. Ma suscitò anche una sorda diffidenza e un'aperta resistenza. La diffidenza dell'Italia laica, nell'infuocato clima politico del "biennio rosso". La resistenza del Vaticano, ostile alle forme più spinte di religiosità carismatica. Così, fin dagli anni Venti la storia di padre Pio si intrecciò strettamente con la storia della Chiesa e con la storia d'Italia. Denigrato dal frate-medico Agostino Gemelli, e quasi perseguitato dai presuli del Sant'Uffizio, il cappuccino con le stigmate trovò potenti difensori all'interno del Partito nazionale fascista. Seguirono decenni di vicende gravi e perfino rocambolesche, tra conversioni e ritorsioni, pellegrinaggi e sciacallaggi, congiure e abiure, finché l'avvento al soglio pontificio di Pio XII non permise il pieno dispiegarsi del culto garganico. Ma neppure allora la storia potè dirsi finita. Giovanni XXIII scatenò contro padre Pio un'ultima offensiva, prima che il papa polacco ne riconoscesse le virtù e lo elevasse agli altari.
Dagli insegnamenti della Parola di Dio all'esperienza di chi l'ha vissuta, che diventa esempio e quindi ancora insegnamento vivo. Fra questi testimoni spicca la figura di Padre Pio da Pietrelcina.