Una proposta per leggere, insieme nella loro articolazione, le categorie di vocazione e missione.
La figura del discepolo-testimone offre uno sguardo al tempo stesso evangelico e biografico al rapporto fra la vocazione e la missione.
Il volume raccoglie le meditazioni tenute da Giuseppe Dossetti a Ramallah (Cisgiordania) nel 1990. Il testo descrive il magistero di san Benedetto, lo spirito della grande tradizione monastica e la centralità di Gesù in tutta la sua regola. Non mancano meditazioni sul valore dell'obbedienza, l'umiltà, il silenzio monastico e la famiglia. Lo sguardo del monaco parte da Benedetto per proporre una riflessione generale sul cristianesimo di un'attualità anche oggi spiazzante.
A partire dalla seconda metà del secolo XX, le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa e l'Unione europea hanno progressivamente costruito un diritto di orientamento sessuale nel sistema dei diritti umani. Il fattore religioso ha rappresentato una specifica variabile dell'inclusione dell'orientamento sessuale tra i contenuti di garanzia dei diritti della persona, con un ruolo, alternativamente, favorevole o contrario a tale inclusione. Per le istituzioni sovranazionali, la condanna religiosa dell'omosessualità ha infatti dimostrato l'esistenza di specifiche discriminazioni contro le persone omosessuali e allo stesso tempo ha motivato l'interesse delle organizzazioni sovranazionali alla ricerca di un dialogo con gli attori religiosi. L'ambivalenza del legame tra omosessualità e religioni ha caratterizzato convergenze e divergenze tra il diritto di libertà religiosa e il diritto di libertà di orientamento sessuale nei conflitti e nelle alleanze tra questi due diritti. Nel corso degli anni i vari attori si sono confrontati sul rapporto tra diritti religiosi e diritti umani, sull'interpretazione dei testi sacri e dei testi giuridici, sulle rivendicazioni di un diritto all'obiezione di coscienza per non commettere peccato e sulla costruzione di alleanze intersezionali e olistiche. In questo volume Daniele Ferrari ricostruisce il legame tra orientamento sessuale e libertà religiosa nel diritto internazionale ed europeo.
Il tema della formazione dei consacrati con l’obiettivo della trasformazione del loro cuore e delle loro menti è di grandissima attualità. Il magistero della Chiesa in questi ultimi anni chiede di proporre delle offerte formative capaci di favorire il cambiamento delle persone consacrate. A questo scopo servono dei mezzi metodologici e delle strategie d’intervento capaci di toccare il cuore.
Il metodo di accompagnamento personalizzato, definito “iniziatico” in alcuni documenti, è uno dei più efficaci. La trasformazione indica il cambiamento radicale che si opera in tutta la persona. Per questa ragione, la riflessione ha preso
in considerazione tutte le dimensioni della formazione che si riferiscono alla globalità della persona, così come ci suggeriscono le parole di san Paolo che esorta alla trasformazione spirituale guidata dal rinnovamento della mente (cfr. Rm 12,2). Le proposte comuni, menzionate nel testo, tendono a tracciare alcune linee operative nella dimensione umana e spirituale, e senza dirlo esplicitamente, anche in quella comunitaria.
Una riflessione che parla d'amore. La vita monastica è circondata dalla preghiera e immersa in un continuo ambiente orante. L'autore iscrive questo dato all'interno di un contesto sponsale. Il testo affronta, infatti, il tema di una Chiesa orante e consapevole della propria povertà, che si apre al bisogno degli innamorati.
Contrapporre il diritto canonico a tutto ciò che riguarda la vita dello spirito è un pregiudizio molto diffuso, nato nella modernità secolare e ben presente nella Chiesa di oggi. A questo pregiudizio spesso si aggiunge un rischio: sopportare di malanimo norme e leggi viste come limitazioni agli infiniti orizzonti dell'anima e alla creatività pastorale. Con riflessioni puntuali e linguaggio accessibile a tutti, queste pagine mirano a smontare il pregiudizio. Partendo da alcuni interventi del magistero e da alcune norme canoniche, Daniele Drago ce ne fa scoprire la sapiente ricchezza spirituale. Rivolgendosi particolarmente ai giovani consacrati, permea le sue parole con l'esperienza del padre spirituale, del formatore e canonista, offrendo un'originale prospettiva di lettura dei voti evangelici alla luce del diritto.
Quale motivazione o interesse può spingere una persona a leggere questo quaderno? La prima curiosità deve essere suscitata dal titolo, che racchiude la bellezza e armonia che solo Dio nostro Padre riesce ad avere per ognuno di noi, quando solo per un attimo riusciamo ad elevare il nostro sguardo verso di Lui. La relazione con Dio nasce, cresce e si sviluppa in funzione della sensibilità personale, ma anche del grado di conoscenza di se stessi e della capacità di dilatare il cuore per accogliere sempre di più la carezza o le infinite carezze che il Signore ci riserva nel quotidiano o nel corso del tempo della vita. Da questa idea di fondo è nato il presente quaderno che raccoglie i contributi del corso "Testimoni della gioia: crescere nella maturità affettiva e nell'intelligenza emotiva" organizzato dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR) Regina Apostolorum di Roma. Il corso ha avuto come obiettivo aiutare gli allievi a dirimersi tra passioni, emozioni, desideri, affetti, umori e sentimenti per aiutare a crescere nell'educazione all'affettività per puntare a dominarsi e non a lasciarsi sopraffare.
La "mafia di San Gallo" è stato un gruppo di alti prelati che, a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, erano soliti convenire ogni anno nei pressi della cittadina svizzera di San Gallo per contrastare la svolta conservatrice di Benedetto XVI, favorire poi le sue dimissioni ed eleggere papa Francesco, portatore delle istanze riformatrici e liberali. Questo libro espone fini, mezzi, luoghi e protagonisti della vicenda, rintracciando le premesse storiche e ideologiche del gruppo, che trova la sua ispirazione nella teologia di Karl Rahner: se oggi i principali esponenti della Mafia di San Gallo sono morti, il suo spirito modernista aleggia sul processo sinodale, mentre nuove manovre sono in corso per il prossimo conclave.
Un giorno il Signore è passato e mi ha chiamato come chiamò gli apostoli e i discepoli e tanti altri giovani a seguirlo più da vicino nella via del sacerdozio. Da quel si la mia vita cambiò per sempre. Nelle pagine di questo libro vorrei condurre per mano il lettore alla scoperta del sacerdote, scelto dal gregge per esserne testimone, guida, maestro, padre. Inoltre, nel testo troverete otto testimonianze di sacerdoti che vivono il loro ministero dal Nord al Sud Italia, ricordando la chiamata, le sfide, le lotte, le gioie, le speranze. "Il mio si al Signore" vuole essere un messaggio vocazionale forte. Ancora oggi il Signore chiama a seguirlo più da vicino. Ancora oggi ci sono giovani che lasciano tutto per seguire Gesù. Questo lavoro, allora diventa un incoraggiamento, uno sprone per chi avverte nel cuore la chiamata vocazionale, ma anche un incoraggiamento a chi già questa strada l'ha intrapresa da tempo e ne avverte il peso della fatica quotidiana. Non si è soli in questa avventura. C'è una Chiesa che prega. C'è una Chiesa che, nei suoi consacrati, quotidianamente lotta, si impegna, fatica, consuma le proprie energie per il bene della Chiesa.
Non c’è misericordia senza una profonda coscienza della miseria umana.
L’uomo sente il bisogno di essere redento e nel Sacramento del perdono riceve l’abbraccio del Padre, come nelle parabole evangeliche.
Il Cuore di Gesù è la fonte e la sorgente della misericordia del Padre. Vedendo lui si vede il Padre, Gesù è il volto della misericordia del Padre.
Il tempo che viviamo è tempo di misericordia, allora è da auspicare che vi siano preti di misericordia e che nei luoghi di formazione germoglino vocazioni intrise di misericordia dopo averne fatto esperienza personalmente, per divenire preti misericordiosi, capaci di prossimità, di compassione, di tenerezza, capaci di lacrime.
Solo così si è consapevoli di essere misericordiati per poter misericordiare.
Le Vitae Fratum, scritte intorno al 1260 da fra Geraldo di Frachet, vogliono imitare le famose Vitae Patrum, cioè i racconti edificanti dei primi monaci, i cosiddetti padri del deserto, il più famoso dei quali fu sant'Antonio Abate. Le Vitae Fratum, infatti, raccolgono più di 400 episodi edificanti, storici e no, relativi alla vita conventuale e civile dell'epoca, raccontati dagli stessi protagonisti: i Frati domenicani del XIII secolo. La maggior parte di questi racconti sono molto utili a conoscere la vita di san Domenico, sant'Alberto Magno e san Tommaso d'Aquino. Introduzione, Traduzione e Note di Pietro Lippini.