In ascolto di Dio e del popolo» è il titolo del volume dedicato alla missione pastorale di Enrique Ángel Angelelli, vescovo di La Rioja in Argentina. Il presule, martire, ucciso per opera di oppositori politici, è stato dichiarato nel 2019 beato da papa Francesco che lo conobbe personalmente e che firma la Prefazione dell'opera editoriale. Attraverso le pagine si offrono al lettore, in un'ampia e unica raccolta, le omelie pronunciate da Angelelli dal 1968 al 1976, durante il servizio ecclesiale e comunitario svolto costantemente accanto agli ultimi e secondo lo stile del Concilio Vaticano II, ma dolorosamente minacciato dal cupo clima di tensione sociale e di violenza vissuto dal Paese latinoamericano in quel periodo storico. Prefazione di papa Francesco.
Il volume raccoglie le omelie di padre Balducci sui temi di Avvento e Natale. A quasi trent'anni dalla scomparsa dell'autore, la forza delle sue parole resta intatta e permette una lettura potente e toccante del tema della nascita di Cristo, con una ricchissima serie di osservazioni mirate a far riflettere l'uomo comune su come il tempo liturgico e il suo linguaggio, la sua ritualità possano essere un terreno fertile per insegnamenti preziosi nella vita di ogni giorno. Questo rapporto è sempre stato il valore portante dell'esperienza di vita, religiosa e politica, di Padre Balducci, sin dai tempi della sua Firenze negli anni del dopoguerra e del miracolo economico. Tutte queste riflessioni inoltre acquisiscono una rinnovata risonanza e un valore radicato nella contemporaneità nell'Avvento di un anno complesso come il 2020.
"Peggio di Hiroshima". "Più diossina che in Vietnam". "Peste chimica: i giorni del terrore". Nell'estate 1976 la stampa commenta così la vicenda della nube tossica fuoriuscita dall'Icmesa, una fabbrica chimica in Brianza. Seveso è la città più colpita. Lì, nelle settimane successive, arriva l'esercito per recintare tutto. Da un giorno all'altro centinaia di famiglie devono abbandonare le loro case. La diossina è un nemico invisibile ma molto potente, almeno secondo i pochissimi studi scientifici di allora. Da subito compaiono piaghe sulla pelle dei bambini, i prodotti artigianali vengono rifiutati per paura del "contagio", e col passare del tempo viene orchestrata una campagna a favore dell'interruzione di gravidanza. Nell'incertezza generale si fa strada un altro nemico: la disperazione. Ma qualcuno non ci sta. Non si accontenta di sopravvivere e vuole vivere, anche nella Seveso della diossina e del (presunto) "mostro in pancia". E si mette all'opera. Questo libro ricostruisce la vicenda in tutti i suoi aspetti - dall'incidente del 1976 alla sua eredità - ma soprattutto racconta la storia di tanti giovani che affrontarono quella circostanza senza lasciarsi "rubare la speranza".
Prosegue il racconto storico iniziato nel precedente volume in un clima profondamente mutato. Non più l’infanzia felice di un grande; gli anni laboriosi, fecondi di incontri e prospettive, vissuti in un seminario; non più il decennio glorioso di Gioventù Studentesca, ma la fatica della ripresa in una Milano e una Italia attraversate dai cortei, scosse dagli slogan rivoluzionari e infine dalle bombe e dalle morti. CL, appena nata, si trova a dover essere adulta prima del tempo. Sta qui forse il nodo del periodo che l’autore descrive nel volume (1969-1976), segnato anche dal progressivo riavvicinamento di don Giussani alla guida ufficiale del movimento.
Con questo terzo volume si conclude la storia del Movimento che ha attraversato gli ultimi cinquant’anni di storia contemporanea. In questo periodo, dal 1976 ad oggi, la storia di Comunione e Liberazione raggiunge la piena maturità ecclesiale con il riconoscimento concesso dal papa Giovanni Paolo II. Particolarmente profetico è il racconto del giorno dei funerali del Fondatore di CL, don Giussani, morto il 22 febbraio 2005, quando si diffuse la notizia di un nuovo aggravarsi delle condizioni del Papa. Fu un drammatico e singolare intrecciarsi di fatti: i due «amici» sembravano voler partire assieme e passare a Ratzinger, che il Papa aveva mandato come suo delegato a presiedere il rito funebre, il testimone per la corsa che continuava.
Ancora una volta la narrazione avvince il lettore, grazie alla ricca documentazione e alla piacevole sobrietà del racconto.
Massimo Camisasca è nato a Milano nel 1946. È stato ordinato prete nel 1975. L’incontro che ha segnato la sua vita è avvenuto a 14 anni al liceo Berchet, quando ha conosciuto don Giussani. Responsabile prima di Gioventù Studentesca e poi di Comunione e Liberazione, è stato anche presidente diocesano dei giovani di Azione Cattolica a Milano. Insegnante di filosofia nei licei, all’Università Cattolica di Milano, alla Pontificia Università del Laterano a Roma, dal 1993 al 1996 è stato vicepreside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi sul Matrimonio e la Famiglia con sede a Roma. Ha fondato la Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo di cui è superiore generale. Ha tenuto dal 1981, per molti mesi, la trasmissione radiofonica «Parole di vita», divenendo una delle voci più conosciute della radio italiana.