Questo libro parla del percorso di trasformazione umana e spirituale di Erjugen Meta all'interno della Casa di Reclusione Milano-Opera, dove, grazie alla presenza di laboratori dedicati, ha potuto coltivare due grandi passioni: la poesia e l'arte di costruire violini. È una testimonianza di come sia possibile, all'interno di un carcere, concepire la pena non come condanna fine a se stessa ma come progetto e possibilità di redenzione. Un testo in cui il racconto del cammino interiore si intreccia con quello dell'apprendimento nella costruzione di un violino. Il dolore diventa dunque musica: musica di parole e musica di note, in grado di comunicare a chi legge e a chi ascolta emozioni di vita e di libertà.