La precoce vocazione di poeta lirico di Hikmet, teso al dialogo con il lettore e con se stesso, nonché al rispecchiarsi, sinuoso e cangiante, del paesaggio esteriore in quello interiore («Chi enumera a memoria i nomi delle stelle / io declino invece nostalgie»), non è mai disgiunta dall'impegno civile. L'invalsa distinzione tra poesie dal carcere e di lotta e poesie d'amore va perciò superata: non si tratta di due filoni distinti dell'opera di Hikmet, ma di motivi profondamente interconnessi nella sua poesia. A tale idea si ispira questa antologia: i testi proposti appartengono all'intero arco della vita del poeta, dai primi anni Venti, quelli della scoperta dell'Anatolia e dell'Unione Sovietica, fino all'asilo ottenuto a Mosca, per sfuggire all'isolamento e a una condanna ormai decretati per lui in patria. In quella Turchia, cioè, dove queste sue poesie intense e vibranti resteranno vietate, o censurate, sino a pochi decenni fa.